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Autore: Kamusa    26/07/2007    6 recensioni
"L’eterno scorrere del tempo sembrò bloccarsi in quel singolo, spaventoso attimo, l’attimo in cui quell’ombra tetra attraversò i suoi occhi: la cruda consapevolezza di un sogno che si infrange… l’attimo in cui tutte le sue certezze caddero a terra, vividi frammenti dell’elaborata vetrata della sua esistenza."
Three-shot incentrata sui capitoli 245/280
Pairing: SasorixDeidara
Genere: Drammatico, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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art is a bang!
Salve! Urka, non mi aspettavo tutte queste recensioni! Che dire? Sono commossa, davvero! ^///^" Grazie mille a tutti!
Il secondo è più che altro un capitolo di collegamento, interamente dedicato all'azione... il finale si riaggancia al terzo capitolo, che è già pronto e che pubblicherò molto presto... beh, basta blaterare, buona lettura a tutti!!!


Capitolo2

ART IS A BANG!


-L’arte è…- declamò l’artista, in tono solenne, posizionando le mani mentre osservava dall’alto la battaglia dei propri capolavori…
…uno
…due
…tre!
Tre piccole esplosioni turbarono la quiete dell’afoso crepuscolo di Suna, tre colpi soltanto, per renderla virtualmente vulnerabile.
“Ebbene, che sarebbe la schifezza, ora?” pensò Deidara, sogghignando mentre scendeva di quota, per atterrare su una delle alte torri del villaggio della Sabbia
“Artistico, veramente artistico!” ammise. Quel villaggio dalle forme tondeggianti e le tinte calde era davvero un capolavoro dell’ingegneria umana… non il vento, non la vorace sabbia del deserto sarebbero mai riusciti a distruggerlo, non le piogge, rarissime quanto violente, non le tempeste sabbiose e i rabbiosi tornado. Suna era ben protetta, e non solo dalle sue alte mura…
Tutta quella bellezza… e il villaggio era lì, ancora intatto, tale e quale a com’era ai tempi del primo Kazekage. Generazioni e generazioni l’avevano abitato, al sicuro tra gli edifici eleganti a massicci.
“Ora basta” pensò il biondo artista, accarezzando il capolavoro nascosto per l’attacco prima di saltare sul tetto. Fin troppe immagini si affacciavano nell’uragano della sua mente, troppe speranze e troppe visioni gli avevano dato quei tre semplici scoppi in alta quota, brillanti e improvvisi, invitanti baci d’amante al volgere del tramonto. E quel villaggio era fin troppo bello, perché non gli accadesse nulla...
Di tutt’altro avviso doveva essere il Kazekage, pensò, non appena lo vide… l’intrusione era fallita, non che non se lo aspettasse, in fondo. Deidara non era esattamente il tipo che passa inosservato…
-Ma come hai fatto a scoprirmi?- chiese, tanto per prendere tempo.
Meravigliosa forza portante, potente più che mai… quella sabbia onnipresente non l’avrebbe certo reso preda facile… ma del resto si sa: più è potente la carica, e più grande sarà l’esplosione.
-In questo deserto non ci sono uccelli come il tuo- replicò. La sua voce era talmente fredda da dare i brividi.
“Ops!” pensò il biondo. Piccola svista… del resto, considerando quanto poco s’intendessero d’arte quelle guardie, non c’era da stupirsi che qualcosa di originale li sconvolgesse.
-Diciamo che l’infiltrazione è fallita, ma perlomeno, ora non mi devo disturbare a cercarti…- cercò di prendere altro tempo, mentre lo stormo esplosivo delle sue creazioni prendeva forma nei palmi delle mani.
Il Kazekage non aspettò certo che l’altro facesse la prima mossa. Con un gesto quasi teatrale, evocò l’enorme massa delle sabbie. E il deserto, obbediente, rispose al suo richiamo.
Con gesti eleganti delle mani, lasciò che quel secco mare si disponesse alle proprie spalle, pronto ad attaccare. Gli occhi acquamarina si chiusero, immersi in concentrazione, prima di fissarsi sul loro obiettivo, sfuggente minaccia piovuta dall’alto.
Come mosse da volontà propria, le sabbie si lanciarono all’attacco, tentando in tutti i modi di ghermire la preda.
Veloce e fuggente, micidiale come le bombe rapaci che dominavano la scena, Deidara volò intorno alla città, inafferrabile dardo lanciato nel buio.

-Che diavolo stai combinando là dentro?- si lamentò Sasori, la voce filtrata resa grottesca dalla maschera
“Non ho voglia di restare qui ancora a lungo…” pensò, preso dall’amara nostalgia di quella che in fondo era stata la sua casa, patria d’inganni e disumane consuetudini, la terra che troppi anni prima aveva tradito, e che troppi anni prima l’aveva tradito.
Sbuffò, spazientito, percorrendo lentamente il lungo viale costellato di cadaveri che conduceva all’interno, lo stesso che, da piccolo, aveva percorso con la nonna Chiyo, che orgogliosa gli mostrava la potenza di Suna…
E lui, impacciato bimbetto ignaro della bruttezza del mondo, sgranava gli occhioni scuri ad ogni angolo che la vecchia nonna additava… come sembravano grandi, allora, le mura di Suna! Immense e insormontabili, forti braccia paterne a difesa della città.
Doveva andarne fiera, la nonna, della potenza di Suna. Lo si vedeva chiaramente, lo sfavillare dei suoi occhi stanchi…
“Sarà ancora viva, la vecchia Chiyo?” si chiese per un istante, lanciando una fugace occhiata alla cima delle mura, quasi si aspettasse di vederla comparire, combattiva e fiera, di fronte a lui.
“Guardala ora, la potenza di Suna!” pensò, il sorriso amaro nascosto dalla massiccia marionetta, scorrendo le dita su di un rotolo da evocazione, gli occhi frementi dalla voglia di rivedere il suo più grande capolavoro all’opera
“Vedi di sbrigarti, Deidara!”.
Suoni confusi provenivano dall’interno, lampi improvvisi animavano i macabri tratti dei cadaveri in grottesche maschere di luce e ombre.
“Ancora a far esplodere modellini?” il rosso cominciò seriamente a perdere la pazienza, incamminandosi a passi svelti tra la sabbia purpurea.
-Andiamo bene…- sospirò, scorgendo il proprio compagno disegnare strani cerchi nel cielo a bordo di un gigantesco gufo d’argilla
“Te l’avevo detto di prepararti meglio…” pensò, piuttosto seccato “Il Jinchuuriki è riuscito a strapparti un braccio, vedo…” aguzzò la vista, osservandolo mentre schivava gli attacchi ripetuti del Kazekage.
Testardo, su questo non c’era alcun dubbio, il compagno più testardo che gli fosse mai capitato, pensò, lasciando che la coda di Hiruko si posasse nella polvere chiara.
Rassegnato, rimase immobile sulla porta di Suna, gli occhi fissi sul compagno che si librava nell’aria come incurante del pericolo, perdendosi in mille spirali nella notte avanzante.
Arroccato nella sua sfera di sabbia, il Kazekage lo osservava attentamente mentre planava sulla propria indifesa città, lampo solitario a cavallo di quel volatile, stravagante unione tra cielo e terra.
La frangia color pazzia ondeggiò sul suo inquietante sorriso, mentre con la mano rimasta gli mostrava il proprio capolavoro.
“Umpf, ci siamo, finalmente…” pensò il marionettista, fissando gli occhi impassibili del Kazekage, i capelli rossi e immobili all’ombra della sabbia.
-Ho cambiato idea. Distruggerò il villaggio!- decise l’artista, le labbra increspate da un sorriso trattenuto
“Osserva ora, Sasori-danna…” pensò, mentre la scultura, ingigantita, traballava sul margine dell’ala “l’arte è esplosione!”.

Quasi rispondendo al suo silenzioso richiamo, lo Scorpione alzò gli occhi al cielo notturno, osservando annoiato la lenta discesa dell’inquietante bambola d’argilla.
Strinse leggermente la presa all’interno di Hiruko, acquattandosi nel terreno sabbioso, gli occhi stretti in due fessure mentre osservava per l’ultima volta l’ignaro villaggio…
Suna, la sua casa, patria del suo tradimento, patria dei mille sogni infranti, della sua infanzia rubata, dei subdoli giochi di potere… patria dei marionettisti, della propria arte immortale… ed ora era sul punto di scomparire, ogni singolo edificio sarebbe crollato al suolo, ogni singola finestra scagliata verso il cielo, ogni singolo oggetto eclissato nell’ombra in un lampo di luce… eppure, nessuna nostalgia turbava il suo cuore cupo, nessun rimpianto per la terra natale, niente… si stupì, invece, di quanto eccitato fosse all’idea di vederla scomparire, immaginando tutto il suo passato disintegrarsi in un attimo di pura estasi, di totale liberazione…
E la bambola esplose.
Onde d’urto disegnavano cerchi concentrici avvolgendo gli edifici addormentati, lampi di luce caldissima partivano dal nucleo infuocato, sole rosseggiante di ritorno dal tramonto.
Lingue di fiamma lambivano il cielo scottato da quell’alba precoce, proiettando gocce di sabbia vetrificata, scintillanti stelle cadenti, sulle mura scosse di Suna.
La sfera bruciante rifulse di rosso, prima di espandersi in un lampo accecante, lance di luce chiarissima ferirono gli occhi spalancati dei presenti, violandone l’anima di irrefrenabile pazzia.
“Sublime bellezza che svanisce in un istante…” non potè fare a meno di pensare il rosso, mentre il tuono spaventoso faceva tremare le mura provate.
Insaziabile, lo sguardo color cielo del compagno non riusciva a staccarsi da quella scena terrificante. Solitaria, la mesta consapevolezza si rimpadronì di lui quando scorse lo scudo di sabbia a difesa della città.
Un piccolo uccellino volò verso la sfera compatta che proteggeva il Kazekage, ultima pedina del suo geniale piano improvvisato.
Sasori battè le palpebre leggere, stupefatto dai suoi stessi pensieri, un po’ deluso, in fondo, che Suna fosse ancora in piedi…
E per un attimo, il ricordo della notte prima si fece strada nella sua mente meccanica, il caldo abbraccio che il suo cuore cercava, fu come riviverlo in quella straordinaria esplosione.
E osservò il Kazekage, tremante per lo sforzo, mettere in salvo il villaggio dalla stessa sabbia che un attimo prima l’aveva protetto. Lo osservò mentre cadeva, sconfitto, precipitando nel vuoto, gli occhi serrati e i capelli scarlatti mossi dal vento… osservò un’altra vita cadere sotto gli occhi di Suna, un’altra tragedia consumarsi tra quelle mura, un altro volto sacrificato alla follia della Sabbia, crudele esperimento dei loro nefasti piani.
Il corpo inerme ricadde sulla bianca coda del rapace, le piume pulsanti di chakra ghermirono dolcemente la loro possente preda.

Tre giorni dopo il Kazekage era morto. Sasori l’aveva osservato precipitare sull’umido pavimento della grotta, ennesima vittima dell’ingiustizia di Suna… e anche loro a dirla tutta, pensò, ma del resto oramai la cosa non aveva più molta importanza…
Osservò il compagno modellare l’ennesimo strambo volatile mentre si lamentava per le indicazioni fornite da Itachi
“Bah! Se ne catturassi uno qualsiasi, nessuno avrebbe da ridire” si disse lo Scorpione, sorridendo all’ombra della marionetta “Tanto più che è praticamente corso da me…” pensò, sistemandosi al suo fianco
-Uhm… sembra ci sia parecchio movimento di fuori- commentò il biondo, andando a sedersi sul corpo esanime del Kazekage -Però se vanno avanti così, temo che ci sarà da aspettare parecchio…- mormorò, rivolgendosi alla marionetta
-Non me lo dire- sospirò il rosso, facendo oscillare la pesante coda di Hiruko, tanto per muovere le dita.
L’artista sorrise leggermente dietro il ciuffo biondo
“Accidenti… sembra piuttosto nervoso” pensò, cercando di interpretare il suo stato d’animo dai movimenti irregolari della marionetta “Penso proprio che finirà per arrabbiarsi anche stavolta…” si disse, mentre il rombo assordante di una frana annunciava l’arrivo della nuova forza portante.
E nonostante le indicazioni di Itachi a prima vista fossero suonate piuttosto inutili, il Jinchuuriki fece esattamente ciò che l’Uchiha aveva predetto: prese ad urlare come un dannato.
-Ridacci Gaara, maledetto!!!- gridò, tentando persino di attaccarli, prima di venire bloccato da quello che doveva essere il suo sensei
“Uhm… Kakashi dello Sharingan” pensò lo Scorpione, buttando un occhio sul viso pallidissimo del Kazekage
-Questo me lo prendo io- mormorò, rivolto al compagno -…pare che quella forza portante abbia intenzione di riprenderselo- proseguì, osservando compiaciuto il viso infuocato dalla rabbia di Naruto, i suoi occhi resi fiammeggianti dalla potente aura del Kyuubi
-Sasori- la voce calma e profonda del compagno lo distolse per un momento dalla sua contemplazione -penso che ti arrabbierai ascoltando ciò che ti sto per dire…- proseguì -ma quella forza portante… la sistemo io-.
E molto probabilmente, non fosse stato per la presenza di Naruto e compagni, il loro breve scambio di battute sarebbe sfociato nel solito interminabile, appassionante litigio…
-Deidara… per caso hai intenzione di farmi arrabbiare?- chiese la marionetta, deviando con un sol colpo di coda il gigantesco shuriken lanciato dal Jinchuuriki
-Te l’ho appena detto… che magari ti saresti arrabbiato- replicò il compagno, per nulla spaventato dalla prospettiva
-La mia arte è l’esplosione stessa. Non ha nulla a che vedere con il tuo spettacolo di bambole- sorrise, provocatorio, mentre il gigantesco uccello dietro di loro si alzava in volo col Kazekage.
“Ora è troppo, Deidara!” pensò, scocciato, puntandolo con la coda di Hiruko. Il biondo saltò velocissimo a bordo del volatile, portando il corpo di Gaara al di fuori della grotta
“Tsk! Sempre a fare di testa sua!” si lamentò mentalmente il rosso, lasciando che se ne volasse via con Naruto alle calcagna e osservando le due inoffensive figure rimaste nella grotta
“Bah, non importa, a te penserò dopo” decise, pregustando già la lunga litigata che avrebbero avuto una volta sistemato il Kyuubi, e chissà, magari sarebbe persino riuscito a convincerlo del valore dell’immortalità…
Distolse lo sguardo dal compagno lontano per riportarlo alle due kunoichi, un po’ scocciato, in fondo, di essere stato lui ad avergli dato ragione almeno una volta, seppur davanti alla prospettiva di veder crollare Suna…
“Te la mostrerò io la vera arte, quando avrò trasformato queste scocciatrici in due splendide marionette” sorrise, squadrandole da capo a piedi “Vediamo… con queste la mia collezione arriverebbe giusto giusto a 300, è un’occasione da non perdere”.

“Ora tremerete di fronte alla mia arte!” pensò, osservando il terrore dipingersi nello sguardo della vecchia nel momento stesso in cui il terzo Kazekage si materializzava davanti ai loro occhi
-Uhuhuh, iniziamo?- sorrise sadicamente, tirando i fili luminescenti che muovevano il suo più grande capolavoro.
E come un ispirato pianista, cominciò a muovere le dita agilissime, intessendo la melodia di distruzione che l’avrebbe portato alla vittoria. Velocissimo, il maestoso Sandaime si scagliò addosso alle avversarie, gli occhi vitrei e inquietanti parevano avere vita propria, l’aggressività sottolineata dal trucco nerissimo. I capelli corvini si mossero appena, regale criniera intorno al volto eburneo, la pelle conciata riluceva nella scarsa luce della grotta.
Le lame scintillanti non tardarono a comparire, ornando le robuste braccia delle gocce violacee del veleno.
Sakura, immobilizzata dal terrore, fermò lo sguardo sulle gigantesche armi di quel portentoso capolavoro, arte immortale e fonte di distruzione, immobile perfezione foriera di tormento, splendente bellezza apportatrice di morte.
Con un guizzo delle dita agilissime, un fortunale di braccia meccaniche si abbattè sul corpo inerme della ragazzina, ancora troppo scossa dalla potenza del rosso per poter reagire. Invischiata nell’insidioso canneto delle mille braccia, Sakura non riusciva più a muoversi in nessun modo, immobilizzata dalla superba arte del marionettista.
E nemmeno quando la vecchia Chiyo risucì a sbrogliarla, il maestoso capolavoro osò smentire la propria micidiale fama. Un turbine oscuro di gas velenoso invase l’ambiente umido e lugubre, oscurando la vista della rosa, che riuscì comunque a schivare gli insidiosi kunai nascosti nella nebbia violacea
“Perfetto!” pensò il marionettista, mentre le robuste funi avvolgevano gli arti della ragazza, ennesima dimostrazione della propria potenza… l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato, era proprio un’esplosione.
Con una mossa tanto imprevedibile quanto azzardata, Sakura aveva scelto di colpire se stessa pur di sopravvivere a quella terrificante sequela di trappole.
Ignorando totalmente le appassionate minacce della kunoichi, il rosso azionò l’ennesimo tranello celato da quel bosco meccanico.
Una pioggia sibilante di kunai fendette la pesante aria della grotta, puntando diritta verso Sakura.
-Quando una donna parla… l’uomo deve ascoltare in silenzio!- lo interruppe la vecchia Chiyo, bloccando l’attacco con due nuove marionette.
“Dannazione!” si disse lo Scorpione, sgranando impercettibilmente gli occhi alla vista delle primissime marionette create dalle sue troppo giovani mani “Come hai osato, maledetta!” pensò, arrabbiatissimo, alla vista dei propri amati genitori ora schierati contro di lui, nelle mani di colei che per prima l’aveva avviato all’arte delle marionette.
-Ah… usi quelli…- mormorò, senza che la sua voce tradisse la minima emozione.
Mille ricordi si affacciarono improvvisamente nel suo cuore, ed ogni tentativo di ricacciarli indietro si rivelò vano, e anche se la micidiale sabbia ferrifera del Sandaime era riuscita a bloccarle del tutto, quelle due marionette rappresentavano sempre un fastidioso elemento di disturbo per la sua mente assalita dai ricordi.
Imperioso, il Kazekage volò verso entrambe le avversarie, le correnti magnetiche si addensarono nell’aria ormai elettrica, plasmando la sottile polvere di ferro in mille dardi acuminati.
Ed improvvisamente, anche la vecchia Chiyo finì per rivelare la propria più profonda natura…
-Uhuhuh… è proprio vero che i marionettisti ragionano tutti allo stesso modo- rise Sasori, osservando compiaciuto la nerissima sabbia magnetica infiltrarsi nelle giunture del suo braccio meccanico. La sublime arte dei marionettisti aveva contagiato anche lei, quell’avvolgente passione per l’immortalità aveva finito per mostrarsi nuovamente nel corpo di colei alla quale doveva tutto.
E una nuova, tempestosa valanga di ricordi si insinuò nell’animo di entrambi, una vecchia, fortissima intesa li colse alla sprovvista, la memoria di un passato che non poteva in alcun modo essere cancellato…
“O forse sì” si disse malinconicamente il rosso, ricordandosi che la nonna, ora, era rimasta senza marionette.
Con una mossa lenta e quasi teatrale, l’artista sollevò le dita, scoprendo il più grande, spaventoso potere del Sandaime.
Immediatamente, due maestosi blocchi di ferro si materializzarono alle sue spalle, volteggiando leggiadramente nell’aria sotto l’influsso del campo magnetico. La veste nerissima del Kazekage si aprì in due elegantissime ali rapaci sotto lo sguardo attonito della vecchia.
“E’ la vostra fine!” si disse il marionettista, preparandosi all’attacco “La mia sublime arte vi travolgerà!”.



RISPOSTE:

Kira7: Grazie mille! Sì, anch'io lo adoro, è un personaggio incredibile, come si fa a non amarlo? ^^" Riguardo allo scriverne altre, credo proprio che lo farò, o all'interno della mia raccolta o magari in una nuova ff, devo pensarci... purtroppo non so dirti quando, ho un po' di lavori in sospeso al momento ^///^"

cdm: Sono contenta che ti sia piaciuta, in effetti ci ho messo un'infinità di tempo a cercare le parole giuste... grazie mille della recensione! ^^"

Noelle: Urka, addirittura? Grazie, sono commossa! ^//^"

tinebrella: Eheheh... no dài, non è poi così sconnessa e delirante, anzi, mi ha molto commossa ^///^" E grazie mille per i tuoi consigli, su questo e sugli altri capitoli! Sono contentissima che ti sia piaciuta l'atmosfera, lo sai quanto ci tengo a quella... e grazie anche per avermi convinto a finirla e pubblicarla, te l'ho dedicata molto volentieri! ^^"

Ginny: Ahahah, ma figurati! Sono molto contenta che ti si piaciuta, grazie! ^^"

Sakura_Elric: Grazie grazie! Anch'io li adoro, sono a dir poco fantastici! Sono contenta che ti piacciano le descrizioni, non è stato facilissimo trovare le parole adatte, ma a quanto pare ne è valsa la pena ^^" Grazie!

Lou Asakura: Grazie davvero! Ho notato che ne hai scritte parecchie di SasoDei (e mi sono piaciute molto, anche se non le ho ancora lette tutte ^///^"), sono lusingata di vedere la mia fic tra i tuoi preferiti! ^^"

Aly ChAn 92: Rapita addirittura? Grazie, sono commossa! ^//^" E vedo che anche tu sei una grande fan di questa coppia, spero ti sia piaciuto anche il secondo capitolo, il terzo arriverà presto! Grazie mille!

Bad Devil: Eheheh, l'Akatsuki è proprio un'organizzazione di litiganti... ma è questo il bello, no? Grazie mille della recensione! ^^"

LadySnape: Urka, lusingata davvero! Sono davvero contenta che ti sia piaciuta nonostante tutto... "delicata, infantile e tremenda allo stesso tempo"... wow, sono commossa! Grazie infinite! >////<"




  
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