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Autore: Dolly Haze 2    27/07/2007    2 recensioni

[Pioggia.
Pioggia che cade.
Pioggia che scorre.
Pioggia.
Pioggia che s'insidia.
Pioggia che scivola, lieve, insistente,
annidandosi, impigliandosi, annaspando,
tracciando segni nervosi sulla pelle
gelata, scossa da fremiti, esausta.
Basta.
Quanto poteva essere complicato porre
quest'assurda, semplice parola al termine
d'un qualcosa?]

Long-Fic un po' macabra...A chi da' fastidio l'argomento 'morte-sangue-angoscia', non leggaXP

Genere: Triste, Malinconico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Sakura Haruno
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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P.S. Le frasi tra [], andrebbero lette con una cadenza tipo cantilena...** Provate a immaginarvi quei cori di bambini, come si sentono ogni tanto nei film horror...graziosamente inquietante**
Buona lettura^^ Enjoi Yourselves^_-

Pioggia.

Pioggia che cade.

Pioggia che scorre.

Pioggia.

Pioggia che s'insidia.

Pioggia che scivola, lieve, insistente, annidandosi, impigliandosi, annaspando, tracciando segni nervosi sulla pelle gelata, scossa da fremiti, esausta.

Basta.

Quanto poteva essere complicato porre quest'assurda, semplice parola al termine d'un qualcosa?

Quanto doloroso poteva essere...Bianchi e bianchi fogli, sfiorano, lenti e strazianti, il cuore e la mente, torturandola, soffocandola, fino quasi a toglierle la vita.

Molti spesso si domandano

cosa mai possa attraversare la fragile e contorta mente di colui che ha provato della vita un nuovo essere umano.

Un assassino.

Anche lei, lei stessa che annaspava da ore ormai, sotto l'incessante acquazzone,

sommersa dalla grandine dei suoi pensieri,

oppressa e angosciata dalla sua stessa paura.

Anche lei se l'era domandato sovente.

Soltanto in quell'istante s'era resa conto

che no avrebbe mai desiderato apprenderlo.

Perché oramai lei SAPEVA.

Conosceva perfettamente quanto strisciava nella mente subdola

di chi aveva appena strappato l'anima a una creatura al suo pari

di chi lottava deciso per soffocare l'ultimo esanime grido di vita.

Già..

Lei ora SAPEVA.

La cosa triste

era che, per saperlo,

AVEVA UCCISO.




~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~´† Dedalus †`~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~°´¯`°~



Sakura Haruno camminava.

Muoveva passi, lenti, strascicati.

Una definizione migliore sarebbe 'Haruno Sakura si trascinava su quel piccolo sentiero, vagando come un'anima inquieta che non ha possibilità di riposare in pace'.

Occhi bassi, i propri piedi erano l'unica cosa che fossero in grado di cogliere in quell'istante. Un istante che durava ormai da ore. Le stesse ore ch'erano trascorse dal fatto accaduto...

Le labbra fremettero al ricordo, un singulto vi uscì...gli stessi occhi che visualizzavano i piedi e il terreno, s'annebbiarono, ulteriormente, un po' a causa della pioggia, incessante, ininterrotta, un po' per l'essere consapevole di ciò che aveva potuto fare. Il pensiero corse a quelle dannatissime ore prima, ore nelle quali avrebbe potuto arrestarsi, tacere, frenare quelle mani, le stesse, maledettissime mani che ora giacevano abbandonate, lungo i fianchi, macchiate di scarlatto.

Di rosso.

Di sangue.

Si blocca, si ferma, s'arresta. Insostenibile...

INSOSTENIBILE!!!

S'accascia, un po' come aveva fatto il SUO corpo esangue, mentre, fissandola, svaniva...sguardo pieno di stupore, ancora incredulo, incapace di apprendere che quella giovane donna nella quale aveva riposto tanto, nella quale tanto credeva, fosse la stessa diabolica artefice della sua scomparsa. Della sua Morte.

E ancora quelle mani, si sollevano, cingendo le stesse braccia che le sostengono...

Sakura alzò le mani, circondandosi, quasi volendosi abbracciare, mentre quelle lacrime insulse le rigavano il bel volto di porcellana.

Assomigliava tanto a una bella bambola..

...Una bambola assassina...

E così pianse, lei, cara, piangeva...

Piangeva, mentre s'interrogava sul perché fosse stata capace di tanto, si domandava cosa mai avesse attraversato quella sua fragile mente, spingendola ad agire come aveva agito.

Si riteneva sciocca, perché ancora piangeva, quando era stata tutta colpa sua...

Si percepiva impura, mentre l'essenza scarlatta le gocciolava sulle mani.

Quel dannato sangue...Stava sotto la pioggia da ore...Perché non se ne andava?

E ancora, come in una macabra ballata, scorrono la voce, gli occhi, e il sangue.

Colui che s'accascia, senza vita.

Colei che gliel'ha tolta, furente e spaventata.

Spaventata da sé stessa.

Da quella sé stessa che avrebbe voluto eliminare.

Da quella sé stessa che aveva potuto uccidere.

Tentò di scuotere il capo, di scacciare quei pensieri, ma troppa la Morte, troppo il sangue, troppa la colpa...

Provò a rialzarsi, dunque, riprendendo il melanconico pellegrinaggio, verso una meta che sapeva di sangue. Verso una meta che sapeva di niente.

Cadde, però. Inciampò, negli stessi piedi che fino a poco prima l'avevano sorretta, trasportata, guidata.

Cadde, a terra, su quell'orrenda terra umida, che l'accolse come sempre accoglie il corpo morto.

Ed eccoti a lei, oscura pellegrina, eccoti alla nuda signora, che s'occupa di avvolgere e di far marcire ciò che la vita ha generato

Morte.

I cadaveri....

Tremi, tu, bambina spaventata?

Già, tu tremi...

Poiché non hai quella meta oscura.

Non ce l'hai.

Non la possiedi.

Dove stai andando, dunque?

A vivere?

A morire....?

"N...No...", flebile sussurro che nacque dalle smorte labbra, prima rosee e delicate...[Da vera bambolina...].

Stai andando nel dolore eterno, forse?

Come dissero i tuoi avi?

Chiuderai gli occhi, ora, bimba mia?

Annegherai nel tuo rancore?

Oh, no...

Che tu voglia perdonarmi...

Non è a te che tolsero la vita...

"No....Ti...ti prego...", e ancora, piccola mia...Ancora un impercettibile lamento nacque sul volto tuo, dalle tue labbra...Quel delicato volto bianco....[La mia bambolina che diventa un'assassina...].

Sei stata tu....

"Basta...ti scongiuro...!", ed ora, gli occhi pieni di terrore si spalancarono, sgranati, quegli occhi così dolci, così fini....[Ora anche tu hai gli occhietti da assassina...].

...AD UCCIDERE.

"BASTA!!!BASTA!!!!!".

E di nuovo s'accasciò, a piangere.

Questa volta, anche gridava.

Gridava, gridava a sé e alla sua stupidità.

Piangeva, alla sua incapacità.

E tremava,

alla sua cattiveria.

Perché ormai lei,

era una bambola assassina...


[E piangi, bambina, di morte sincera...

Amerai la Morte, mia piccola...

Bacerai nel profondo l'Oscura Signora...

E gioisci, mia carissima bella...

Poiché oggi

Lei t'ha voluto..

Poiché oggi

Lei t'ha chiamato..

Poiché oggi

Lei

Lei t'ha cercato....]


E passi si mischiarono alle urla e alle lacrime.

Passi di chi, quel giorno, passava di lì.

Passava, lui, e non sapeva

che lei era un'assassina.

"...". Non disse nulla. Non pronunciò verbo. Soltanto il suo sguardo vagava. E vagava su di lei, su lei, che piangeva.

Osservandola, lei non s'accorse di lui...Continuò a tremare...

Fu allora, che lui le parlò.

"Lacrime...?",

un gelido sussurro, bisbigliato con quella sua voce ferma, come gli occhi quasi cremisi, che ancora non si distoglievano.

Lei alzò il capo, di scatto, quasi con terrore.

"V...voi...T...tu....chi...chi sei...?",

domandò, anche lei osservandolo, gli occhi sgranati, la voce tremante. Come la sua pelle...

"E' importante per te saperlo...?",

come lui rispose, un quesito per un quesito. Snervante, di certo, per chiunque. Ma in modo talmente perfetto lo disse, che lei non vi badò.

"I..io....No...non lo è....",

s'arrese, infine, chinando ancora il capo, serrando i propri occhi, lasciando scorrere le ultime lacrime. Ultime...per quell'istante.

Poi...Puntò improvvisamente i suoi occhi in quelli di colui che le stava di fronte, le cui ciocche cremisi, tali agli occhi spenti, sfioravano il volto, seguendo le pallide gocce celesti. Entrambi gli sguardi s'incontrarono, si fissarono, si studiarono, s'accolsero, tutto in pochi istanti.

E poi, una parola. Una sola, da parte di lei.

"Aiutami...".

Ecco. Parlò. Unico verbo prima che tutto divenisse oscuro.

Sakura s'abbandonò di colpo, sempre su quel lurido terreno, che iniziava a farle davvero schifo.

Lui la seguì coi propri occhi, fissandola ancora, per qualche istante.

Poi, come se qualche cosa di ancora sconosciuto avesse guidato i suoi passi, le sue mani, e avesse a lui comandato di obbedire, s'avvicinò alla giovane, sollevandole dapprima il volto, osservandola meglio. [E' una bella bambolina, vero?...].
Infine, emettendo un impercettibile sospiro, quasi fosse rassegnato, alzò delicato quel corpo immobile, privo di coscienza, sollevandolo, come il volto poco prima, ma portandolo con sé.

E anche lui riprese a camminare, a camminare, a camminare...Proprio come nelle fiabe.

Dove porterà la bella principessina...?

Sarà il principe che la salva?

Oppure il mago cattivo che la porterà al suo castello e che le toglierà la vita?

Forse nessuno.

Ma forse,

entrambi.










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Dunque...Non so da dove cominciareXP Innanzitutto, intanto ho messo raiting arancio, ma se dovessi diventare troppo 'brutale' nei particolati, metterò subito rossoXD
Inoltre, questa storia non è pensata come SakuraXAkatsuki (per fare primaXD), ma non so come potrebbe evolversi....Diciamo che è più una storia di morte...Poi, c'è da dire che ho programmato anche altri personaggi...ChissàXD
Il titolo, Dedalus, l'ho scelto innanzitutto perché è una parola che ho sempre adorato** Dedalo ** non conosco il vero perché...ma mi è sempre piaciuta** Oltretutto, mi sembrava adatta alla storia...no?**
Un'ultima cosa: la fic è ambientata in un periodo collocato prima della 'morte di Gaara'.
Bè, spero sia piaciuta come introduzione, e se qualcuno ha dubbi, domande, ecc, chiedere pure a moi!^_-

  
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