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Autore: Sacrilega Ma Non Troppo    28/07/2007    3 recensioni
Gent. Sig.rina Petronilla J. Bouqueter
la seguente missiva le viene spedita per informarla dell’iniziativa di gemellaggio messa in atto tra la
Scuola d’Arti Magiche di Friezerose (San Fancisco, USA) e la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (Londra, UK).
Di personaggi di fantasia ce ne sono, e anche più di uno, ma non è nata per essere un nido di Mary Sue. Solo un esperimento con alter-ego statunitensi dei Malandrini...il titolo è ben improvvisato.
Introduzione modificata per presenza di doppio tag br, vietato dal regolamento.
Charlie_2702, assistente amministratrice
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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«Si è praticamente spalmata sul baule!» quando salgono sul treno, Sirius sta ancora ridendo.
«Sì, molto effetto cavallo a dondolo» James gli da man forte, mentre comincia a sbirciare dentro ciascun scomparto, cercando di trovarne uno più o meno sgombro.
«Siete impietosi» è il commento di Lupin, che scuote la testa con un sorrisetto rassegnato, restando un po’ indietro rispetto ai due amici. Peter, ultimo della coda, sembra ancora più in difficoltà nel trascinarsi dietro il baule.
«Ma voi due ve li siete portati i libri?» chiede Minus sbuffando «Perché mi pare che i vostri bagagli siano più…»
«Maneggevoli?» interviene Remus, che pare porsi lo stesso tipo di domande del suo compare.
«Non sono i libri che mancano a noi» puntualizza Sirius, con il savoir faire che gli è tanto congeniale «è la forza motrice che manca a voi, piuttosto»
La ricerca di uno scomparto consono si esaurisce nella carrozza numero 7.
Dentro, un ragazzino completamente imberbe, mai visto prima – con due occhi nocciola esageratamente grandi – se ne sta seduto scompostamente a leggere un giornalino, masticando a quattro palmenti chewingum, un paio di Lumberjack con lacci arancioni piantato sul sedile di fronte.
James – presa visione di che tipo di soggetto popola lo scomparto – entra con sicurezza, come se l’intero treno fosse casa sua. Lanciando un’occhiata-scanner al ragazzino, come a valutarne il grado d’invadenza, si lascia cadere pesantemente sul sedile, proprio accanto a lui.
«Pieno quest’anno, eh?» commenta Sirius, spingendo il proprio baule sotto il sedile di fronte a James e voltandosi verso Remus con un ghigno che gli taglia in due la faccia «Passa il tuo bagaglio, pivellino»
Mentre Lunastorta replica con un ”Se sapevo che eri così servizievole, ti facevo venire diretto a casa mia” e Peter, ad ultimo, raggiunge finalmente lo scomparto, James si schiarisce la voce, gli occhi sempre fissi sull’inquilino immerso nella lettura.
«Scusa?» dice con una punta di fastidio nella voce. Il ”Mh?” distratto che gli arriva per risposta solletica ulteriormente i suoi nervi. Il fatto che questo individuo non abbia nemmeno alzato gli occhi dal suo Peanuts quando li ha sentiti entrare l’ha irritato. La quasi totale assenza di reazione che segue la domanda, poi, Ramoso l’ha sentita come una sonora pestata sul pedale della frustrazione. Abituato com’è a ricevere attenzioni – ormai da sei anni a questa parte, non fosse altro che per tutti i guai che si è lasciato dietro – l’essere totalmente ignorato lo tocca in modo piuttosto evidente.
Un’altra schiarita di gola, per cercare di fare alzare quella testa bionda – capelli estremamente chiari ed estremamente corti – da quel maledetto fascicolo.
«È libero qua?» riprende a denti un pelo più stretti del normale.
Quello fa spallucce.
«Sì» e con una mano va a pescare dentro una sacca – schiacciata tra la sua gamba piegata e la parete del treno, senza scollare gli occhi da quello che legge – un paio di gigantesche cuffie di un mangianastri «Se però abbassate la voce, è meglio»
Sirius che rideva smette di ridere. E adesso, le paia di occhi che fissano la testa bionda sono quattro. Lupin resta un attimo a guardarlo con sguardo largo, poi fa un sorrisetto imbarazzato.
«Scusaci» dice gentilmente, prendendo posto.
E James sposta la sua più truce occhiataccia dal ragazzetto al suo compare, in uno sguardo che sa tanto di ma scusaci di cosa?
Peter, molto pacificamente, con un ultimo tremendo sforzo spinge il baule sotto il sedile e si abbandona stanco accanto a Ramoso.
«Sì» esordisce Sirius dopo un attimo di silenzio – e un’occhiata fotocopia di quella di James a Remus – in tono completamente piatto e non troppo ospitale «scusaci. Ad ogni modo, chi è che saresti? Non mi pare di averti mai visto, qua in giro»
James sorride soddisfatto, come se Felpato avesse dato voce ai suoi ramosi pensieri.
Testa-bionda, a questo punto, i suoi occhi giganteschi li solleva. E la sua faccina da tredicenne – ovale, liscia, con una testa perfettamente sferica, su un collo decisamente lungo – fa indispettire ancora di più Ramoso. Non c’è, in effetti, un motivo poi troppo fondato per quell’antipatia che, a pelle, sia lui che Sirius sembrano nutrire nei confronti di quel bimbetto. Ma il fatto della sua totale mancanza di attenzione nei loro confronti e quel pelo di strafottenza che sembra ostentare è irritante quasi quanto Lucius Malfoy che miagola a proposito della presunta superiorità della razza pura.
Gli occhi bruni di Felpato e quelli nocciola di Ramoso sono fissi sulla figurina in Lumberjack, in attesa di una risposta convincente.
«Ci credo che non mi hai mai visto» fa quella, stringendosi nelle spalle «A Londra non ci avevo mai messo piede prima di oggi»
Un sopracciglio inarcato per Sirius.
«Ah…quindi sei nuovo, ad Hogwarts…» non domanda, constatazione. E nemmeno troppo vitale.
Il no pronunciato con assoluta tranquillità e assoluto disinteresse, alle orecchie già prevenute dei due Grifondoro pare un ennesimo affronto.
«Come no?» fa James poco amichevolmente, con tono scettico «E perché sei su questo treno, scusa?»
«James…» mormora Lupin che si accorge dell’elettricità che circonda l’amico, quasi arruffandogli i capelli più del solito.
«Magari è cascato nel binario appoggiandosi per sbaglio al muro» azzarda Peter in tono scherzoso, ma nessuno coglie la parte divertente di quest’uscita.
«Sono di Friezerose» il biondino non pare assolutamente turbato ne dal tono di Ramoso, ne tanto meno dallo sguardo ostile di Sirius «Sapete? La scuola di magia di San Francisco» e sembra aver finito, ma poi ci ripensa, come se credesse necessario fornire qualche informazione in più per farsi capire «In California»
«Lo so dov’è San Franisco» replica James.
È arrivato il-momento-per-Lunastorta-di-intervenire; così, con un sorriso – un po’ imbarazzato per il comportamento degli amici – si sporge con una mano tesa verso il ragazzino.
«Remus Lupin, piacere»
Una rapida occhiata indagatrice del biondino prima che ricambi la stretta.
«Oloferne McNamara» un inaspettatissimo sorriso, anche se pare un po’ di circostanza, prima di fare roteare gli occhi sugli altri tre «Piacere mio»
Il silenzio che cala subito dopo è interrotto da Peter, che sventola appena la mano dicendo «Io sono Peter Minus»
Ancora silenzio, prima che Remus convinca Sirius a fare altrettanto, con una gomitata ben assestata, proprio in mezzo alle costole.
«Sirius Black» borbotta, sprofondando nel suo sedile, i capelli – neri e un po’ lunghi – che fanno presa sul rivestimento rosso.
Il ”James Potter”, invece, non arriva. E Remus, ancora una volta deve sorridere per riparare alle mancanze dei suoi colleghi, e fare le veci di Ramoso.
«Lui, con quel broncio da primo anno, è James Potter»
«E cosa ci fai, di grazia» riprende Ramoso, ignorando Lupin «McNamara di Frieze-cosa di San Francisco…»
«Friezerose» puntualizza Oloferne.
«Quello che è…cosa ci fa uno un californiano sull’Espresso per Hogwarts, se non ti sei trasferito?»
L’altro inarca un sopracciglio.
«Nel senso» comincia con perplesso tono di domanda «che non sapete del gemellaggio?»

Goffredo non fa altro che saltellare su e giù dai sedili, instancabile, andando a dare testate amorose sul capo della sua padrona.
«Un gemellaggio?» Lily Evans fissa i suoi occhi verde-smeraldo in quelli color cioccolato di Isobel Whright, in un tono di voce un po’ alto, quasi incredula «Nel senso…nel senso che venite ospiti ad Hogwarts a studiare con noi per quasi tutto l’anno?»
Isobel sorride non proprio completamente a suo agio, annuendo. Patty Grant e la sua amica, dopo il salvataggio di Goffredo, l’hanno invitata a condividere con loro lo scomparto. Dal canto suo, Isobel, per timida e traballante nei nuovi rapporti com’è, avrebbe preferito che, quanto meno, il resto delle Comari fosse lì con lei. Ma King’s Cross – binario 9 e tre quarti – si è rivelata più grande e labirintica del previsto, e, tra la folla, non è riuscita ad individuare nemmeno la chioma leonina di Petronilla – inconfondibile testa tra mille altre.
«Esattamente» risponde con voce sottile, annuendo.
«Wow!» esclama Patty entusiasta «Che forte»
Lily si volta a guardarla un po’ stralunata, presa alla sprovvista da tutto quello zelo, poi sorride.
«Sì, potrebbe essere…» ma Patty la interrompe.
«Stati Uniti! La patria delle All Star, ti rendi conto?»
La rossa inarca un sopracciglio.
«Ma no, le All Star sono anglosassoni»
Un’occhiata allucinata della Grant.
«Ma cosa dici, Lily! Le All Star sono americane!»
«Mh…sicura? Secondo me…»
«Ah, sei una vergogna per l’intera popolazione babbana…»
Isobel non riesce a trattenere una risatina divertita.
Lily si volta a guardarla.
«Davvero sono americane?» ultima titubante richiesta di conferma.
Isobel ride ancora.
«Sì» annuisce «marca Converse, fondata nel 1908»
Patty sorride soddisfatta.
«Ignorante» sussurra gaudente a Lily, accarezzando Goffredo –che le è saltato in grembo – sul dorso. La rossa, presa la decisione di ignorare la sua amica, torna a rivolgersi a Isobel.
«Come hai detto che si chiama, la tua scuola?» chiede, davvero interessata. Le sembra una cosa buffa, per la verità. Per prima cosa perché non ha mai sentito di scambi culturali con altre scuole – che poi scambi non sono - ; in secondo luogo perché non ha mai avuto a che fare con americani doc, e questo le mette una strana quanto immotivato curiosità addosso.
«Friezerose» risponde Isobel.
«Dev’essere enorme!» interviene Patty, particolarmente presa da questa novità «Da quel che so, gli americani hanno delle gran manie di grandezza…» un attimo di silenzio, poi sgrana gli occhi e si copre la bocca con una mano «No, cioè…scusa…»
Isobel ridacchia, scuotendo il capo.
«No, non c’è problema» risponde, non potendo andare contro la tesi della ragazza «In effetti sì, è parecchio grande»
«Quante case siete?» riprende Lily.
Isobel la guarda interrogativa.
Occhiata che le viene rispedita indietro, esattamente uguale, dalle due inglesi.
«Nel senso» fa Patty, un po’ perplessa «che non siete divisi in casate?»
«Che io sappia…» comincia Isobel, prima di sgranare gli occhi, effetto lampadina che si accende ad un angolo della testa «Ah…intendete le Confraternite, forse…»
«Confraternite?» Lily inarca un sopracciglio.
«Ma quanto è americana questa cosa!» Patty batte le mani, unendole all’altezza della bocca, decisamente esaltata.

«Vedo» Petronilla aggiunge un paio di carte blu al mucchietto delle puntate.
Desdemona la guarda in tralice, come a pesare il grado di pericolosità di questa mossa.
«Io…» tentenna un po’, prima di allungare due carte a sua volta sul banco «…sì, vedo»
Rhonda sospira, evidentemente annoiata «Avete finito?»
Il silenzio che segue la domanda le dice che sì, le puntate sono finite «scoprite le carte»
Desdemona bofonchia quando Petronilla mette fuori Q e J di picche, contro il suo sei di fiori e K di cuori.
Rhonda fa da mazziere. Un cinque di quadri, un due di picche e un asso di picche. Poi un Q di cuori.
«Evvai!» esulta Desdemona.
E un K di picche.
Petronilla fa un mezzo sorriso divertito e gongolante.
«Evvai» dice con poca enfasi, ma con una mielosità mista a presa in giro che fa mettere su il broncio a Desdemona.
«Che palle» borbotta la biondina, incrociando le braccia e sprofondando nel sedile «questo gioco è una noia!»
«Perché perdi sempre» fa notare Petronilla, raccogliendo le carte.
«Non è vero!»
Il silenzio dell’amica la fa sbuffare un’altra volta.
«È che nel poker è tutta questione di fortuna…» borbotta a mezza voce.
Rhonda ride, cristallina.
«Dai Daisy, vuol dire che sei fortunata in amore!»
La risposta di Daisy muore sul nascere quando un ragazzo allampanato – viso pallido, naso lungo e capelli corvini – fa capolino della porta dello scomparto, gli occhi neri che scivolano in un’espressione severa a vedere chi c’è dentro.
Si guarda un po’ in giro, poi le pupille abissali cadono sulle carte che Petronilla – senza prestare troppa attenzione allo sconosciuto – sta raccogliendo in un mazzo più o meno ordinato.
«Severus» una voce di ragazza precede l’apparizione di una seconda figura, esile e chiara, con una massa perfetta di boccoli biondo-svezia, due paia di occhi azzurri dotati di un merletto infinito di ciglia scolorite «Tutto bene qua dentro?»
«Sì…» bofonchia il ragazzo «Solo…giochi da babbani, per un gruppo di mezzosangue»
La bionda storce il naso, infastidita.
«Ah già…beh, per questo non possiamo farci niente…»
La mancata reazione da parte delle tre ragazze che popolano lo scomparto tarda qualche secondo prima di farsi sentire.
Petronilla finisce di raccogliere le sue carte, e le infila nella loro scatola, con assoluta tranquillità.
Rhonda, dopo avere esordito con un ”salve” fin troppo allegro alla comparsa di Severus Piton – che l’ha oltretutto bellamente ignorata - , è rimasta a fissare i due con curiosità, ma non particolarmente toccata dai loro discorsi.
Desdemona sembra aver trovato molto interessante una ragnatela sul soffitto dello scomparto.
Narcissa Black lancia un’occhiata eloquente a Piton.
«Magari sono purosangue…» sussurra, tornando a guardare le tre.
«Magari» fa Severus senza espressione «Ma non c’è bisogno di perdere tempo a scoprirlo»
E, girati i tacchi, se ne torna alla sua ispezione da ormai ex-Prefetto.




Nota al capitolo: capitolo un po’ inconcludente, in effetti, ma è una sorta di seconda introduzione ai personaggi, diciamo. Non c’è un buon motivo per cui Severus e Narcissa abbiano dovuto fare una ronda per il treno, visto che sono al settimo anno e non sono più prefetti, ma mi serviva una scusa per farli andare in giro!
Per quanto riguarda l’audience di questa fic, sono contenta che ci siano ben 4 persone che hanno deciso di seguirmi, anche perché mi spinge ad andare avanti a scrivere (sia pure come passatempo).
In particolare ringrazio Avalon che ha commentato, a cui rispondo che sotto tono minaccioso mi sono data una mossa, e che il carattere vedrò di metterlo a posto, probabilmente con il prossimo aggiornamento. Alla prossima :P
  
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