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Autore: vanexuccia92    10/01/2013    1 recensioni
"Nulla è mai come sembra."
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jacob Black, Rosalie Hale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rosalie:  Mi sembrava incredibile tornare a Forks dopo tantissimo tempo. Nel luogo in cui nacqui. Nel luogo in cui nacquero i miei genitori. Dove si conobbero ,amarono, e tragicamente morirono. Non avevo nessun ricordo della mia famiglia.  Della mia infanzia. Non mi era rimasto nulla che gli fosse appartenuto, eccetto una  fotografia che li ritraeva sorridenti, gioiosi, bellissimi ed  una catenina con un ciondolo particolarissimo, che custodivo in modo morboso, come se fosse il più prezioso tesoro esistente al mondo. Le uniche cose lasciatomi da loro.
Fantasticavo sempre su come sarebbe stata la mia vita con i miei genitori. Una normale famiglia felice. Invece il destino decise di essere crudele con me, portandomeli via.
Nessun reale ricordo mi legava a loro. Tutto quello che sapevo dei miei era il frutto dei racconti di Mark, il mio caro zio Mark.
I miei genitori morirono in un tragico incidente stradale, quando io avevo poco più di un anno. Fu proprio Mark a prendersi cura di me.  Mi accolse e mi crebbe come se fossi sua, pur essendo figlia del  suo defunto fratello. Un uomo straordinario mio zio, un po’ eccentrico e ossessionato dall'idea di giovinezza. Infatti,  preferiva, anzi, pretendeva che lo chiamassi “solamente Mark”.  Eh sì, perché zio era  troppo "da vecchio".

Vivevamo in una tranquillissima zona nei pressi di Niagara Falls. Un posto bellissimo e perfetto per chi, come me, amava stare in solitudine circondato dalla natura. Sottolineo vivevamo, perché, di punto in bianco,  Mark prese la fatidica  decisione di trasferirci. Me l’aspettavo una decisione del genere dal caro e buon Mark, poiché Niagara Falls non è che gli fosse mai piaciuta realmente , ma non avrei mai creduto che scegliesse proprio Forks come luogo in cui vivere e ricominciare tutto. Certo, era la nostra città natale, ma vi erano molti ricordi legati ad essa, tra cui la morte del fratello. Mio padre.  Non avrei mai pensato… Che tipo strano mio zio, scegliere di cambiare città e vita subito dopo una strana telefonata, ricevuta qualche giorno prima…  Ma nonostante ciò, gli volevo un bene grandissimo e non avrei mai voluto essere in nessun posto senza di lui.. anche se in quel momento mi stava facendo scoppiare i timpani..
"Ehii Mark, ti prego, sono ore che viaggiamo  su questo rottame ! Capisco che devi guidare e mantenerti sveglio ma, potresti abbassare il volume della radio ? O almeno,  potresti gentilmente smettere di cantare, ti prego ! Una campana è molto più intonata di te ! " . Gridai con voce stridula e con i denti serrati.
"Aaah,l'ho sempre detto che sei una vecchietta mia cara Rose, canta con me daiii ! IT'S MY LIIIFE, IT'S NOW OR NEVER.. I AIN'T GONNA LIVE FOREEVERR" . rispose con soddisfazione.
Povero Bon Jovi, pensai tra me e me, tanta fatica per fare una canzone che poi viene rovinata così. Ma che vita sarebbe stata senza le canzoni stonate di Mark ?
 "Zio, dai, quanto manca ?"...  Provavo sempre una certa soddisfazione nel chiamarlo zio, quando  faceva l’antipatico . E sapendo che non lo sopportava, prevedevo ogni sua reazione .
“ 3, 2, 1..”
" Ti ho sempre detto di non chiamarmi zio, mi sa di vecchio, ed io sono giovanissimo” . Disse con tono grave ed infastidito. “ Ma tu lo fai per dispetto, lo vedo quel ghigno maligno che c'hai in volto scimmietta !" Tornò dolce come sempre e rise con me divertito. Assomigliava tanto a papà che sorrideva felice nella foto. Ringraziavo costantemente il cielo di avere almeno lui. Riusciva, in parte, a colmare quel vuoto che sentivo dentro a causa della mancanza dei miei.
“Resisti Rose, manca pochissimo. Due orette circa”. E rise di nuovo col suo fare scherzoso. “Due ore ancora ?! Uffa!  Cerco di resistere, ma tu smettila di rovinare le canzoni altrui“ . “Bla, bla, bla, non ti sentooo vecchietta !” . Gli diedi le spalle con un sorriso, poiché sapevo benissimo che mi stava facendo un sacco di smorfie. Chiusi gli occhi, strinsi il ciondolo e tornai tra i miei pensieri


Mark: Stavo fingendo e la mia piccola ci credeva. Fingevo che tutto andasse a meraviglia. Un normalissimo zio e la sua normalissima nipote che decidono di cambiare città, per assicurarsi un futuro migliore. Questo le dissi quando all’improvviso presi la decisione di trasferirci.
Nulla è mai come sembra.
Guidavo verso Forks, ma avrei voluto fare inversione e scappare il più lontano possibile come feci tanti e tanti anni fa. Ma non c’era via d’uscita questa volta. Ovunque andassimo, in qualsiasi posto l’avrei portata, ci avrebbero trovati.
Cercai di nasconderla per 17 anni e ci riuscii, ma ci trovarono anche nella più sperduta montagna di Niagara Falls.
La stavo portando nel luogo in cui tutto ebbe inizio. Ma era il solo modo per proteggerla. Avrei fatto qualsiasi cosa per salvare la mia Rose.
Il Consiglio mi chiamò qualche giorno prima avvertendomi che il “momento” stava giungendo inesorabile e Rosalie doveva essere pronta.
La mia Rosalie. La mia bambina. Nessuno l’avrebbe toccata. Non l’avrei mai permesso. L’avrei protetta con la vita, come promisi a Rick, mio fratello. Sentii in quel momento un’altra fitta al cuore : il dolore della perdita di un fratello e la bugia che fui costretto a raccontare a Rose per proteggerla.
Mi voltai per guardarla. Eccolo, il senso della mia vita. Dormiva accoccolata sul sedile della macchina e stringeva la collana della madre.
Lacrime mi invasero gli occhi e tornai a guardare la strada per evitare di farmi vedere.
Pensai a quanto fosse simile alla mamma Eve. Stesso fisico perfetto, capelli neri, stessa dolcezza e caparbietà. Da mio fratello Rick prese gli occhi color azzurro cielo ed un letale mix di coraggio e testardaggine. Qualità che possedevo anch’io. Il sorriso della mia Rose oscurava il sole stesso. Era il simbolo della perfezione.
Un brivido freddo mi percosse, poiché conoscevo la terribile verità a cui Rosalie era legata. Qualcosa era celato in lei. Un fardello. Un peso. Un dono. Un potere, troppo grande, troppo pericoloso. Non doveva venire a saperlo mai. Questa storia non sarebbe mai dovuta venire a galla. Ma inconsciamente sapevo quello che stava per accadere : la battaglia per la sopravvivenza era appena iniziata.

E proprio  in quel momento, superavamo il cartello di benvenuto della città di Forks. 



-Vanexuccia's corner.
Ciao a tutti, è la prima volta che pubblico una storia. Sono un po' emozionata, ma finalmente mi sono decisa. Spero con tutto il cuore che possiate apprezzare questo primo capitolo. Ne seguiranno altri. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, bacinii :* :)
   
 
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