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Autore: Shi_Yurei    11/01/2013    1 recensioni
Storia partecipante al contest: "l'oscura faccia del bene" di Alcyone_ (risultato non ancora uscito)
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“Nell’antica cultura greca Artemide era una tra le dodici divinità maggiori. Dea della caccia e della luna nuova. Attento, non è da confondere con Selene, la Dea della luna piena, Ecate, Dea della luna calante, e Siria, Dea della metamorfosi. Viene anche considerata protettrice delle partorienti, poiché secondo il mito aveva aiutato la madre a far nascere il gemello Apollo, sebbene personificazione dello spirito femminile indipendente, il cui valore non dipende da ‘con chi’ essa sta, ma da ciò che ‘è’ e ‘sa fare’, oltre ad essere libera e tremendamente vendicativa.”
Che potrà mai centrare questo con l’avvento di una nuova figura, che si rivelerà essere una parente del giovane Harry, comparsa improvvisamente nella vita di questo?
“il bene ed il male non esistono, come per la vera ‘luce’, vi è solo una scala di grigio più o meno chiara.” Ricordalo “Perché ogni fine simboleggia un nuovo inizio...”
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo 2 _ Artemide Lilith Scarlet

Pioveva. Era tutto il giorno che tuoni e fulmini tormentavano il paese.
La pioggia grossa e fitta rendeva il paesaggio bianco, tanto da non riuscire più a distinguere nemmeno che ora fosse. Non si riconosceva più il mattino dal pomeriggio o dalla sera. Mentre quelle gocce d’acqua martellavano incessantemente tutte le vetrate delle case, anche le più riparate.

In una di quelle casette tutte uguali vi era un ragazzo che se ne rimaneva a rimuginare nella propria stanza.

-Ci aveva riflettuto per tutto il tempo, ma il risultato era sempre lo stesso. Lui si fidava di Lilith. Anche se era un vampiro. Anche se non la conosceva. Non voleva abbandonarla. Era forse il suo sesto senso a dirglielo? Non sapeva neppure questo, ma almeno quest’ultimo non l’aveva mai tradito.-

Continuò a guardare i vetri su cui scorrevano veloci e silenziose le lacrime di pioggia. Dietro di loro solo un paesaggio grigio e bianco.

-Come avrebbe fatto a dirglielo? Come avrebbe fatto a sapere quand’era il tramonto? Con un diluvio simile di certo lei, con solamente quel mantello a coprirla, non…-

Interruppe bruscamente i suoi pensieri. Corse fuori dalla camera e giù dalle scale, ricevendo i ringhi di disappunto di suo zio. S’infilò il primo impermeabile a portata di mano, prima di piombare subito fuori dall’abitazione. Prese a correre, come un disperato, in direzione del parco.

-Era da pazzi. Lo sapeva. Era da pazzi uscire di casa e correre sotto un acquazzone del genere. Per cosa poi? Lei non poteva essere là. Non sotto un simile temporale. Eppure non poteva fare a meno di pensarci.-

Le gambe erano divenute pesanti. Il fianco gli doleva, per non parlare del fiatone e degli occhiali completamente appannati e coperti d’acqua a causa della pioggia. Ma era finalmente arrivato al parco.

Avanzò all’interno del parchetto, fino ad averne una visuale quantomeno decente. Lì, in quel parco sgombro e tormentato dalla pioggia, la vide. Quella figura nera, indistinta a causa delle attuali condizioni degli occhiali, era lei. Che si dondolava silenziosamente sull’altalena, incurante della tempesta.

“Lilith” Era stato solo un sussurro, ma era stato sicuramente sentito.

S’era alzata, andandolo ad abbracciare di slancio. Passò qualche attimo prima che lo lasciasse, cominciando ad accarezzargli il volto; le mani erano più fredde del ghiaccio a causa della troppa acqua.

“Harry, che ci fai qui! È ancora pomeriggio, e poi con tutta quest’acqua! Forza, sbrigati, dobbiamo trovare un riparo, sembri un pulcino bagnato sai? Andiamo, andiamo, non c’è tempo da perdere!”

Cominciò così a spingerlo. Sino ad arrivare al sotto passaggio in cui due estati prima era stato aggredito dai Dissennatori. Una volta al coperto la donna, abbassandosi il cappuccio, prese a rimproverarlo. La preoccupazione ben chiara nella voce.

“Sei uno stupido! Andartene in giro con un tempo simile! Vorrei sapere che ti passa per la testa!”

“Senti da che pulpito. Se non fossi venuto saresti ancora là, sotto la pioggia. Da quante dannate ore sei sotto l’acqua? Guarda quanto diamine sei fradicia! Ti prenderai, come minimo, un malanno!!”

Lo abbracciò ancora, cogliendolo di sorpresa, abbassandosi sino a nascondere il capo nell’incavo della sua spalla. Sentiva che stava piangendo silenziosamente, mentre parlava con voce flebile.

“Sono un Vampiro, non m’ammalo mica così facilmente!...è passato così tanto tempo…anche loro mi rimproveravano spesso perché tornavo a casa fradicia di pioggia. Già, è da tanto che qualcuno non mi rimproverava per questo…”

Non riuscì a stare in silenzio. Gli scappò quel “Loro chi?” in un sussurro.

La sentiva ancora piangere, ma rispose ugualmente, anche se il suono era strozzato dal dolore.

“Mio marito… e mio figlio…” continuando con una nota di supplica “Harry, lasciami così per un altro po’, per favore, solo un altro po’. Poi ti riaccompagno dai tuoi zii, te lo prometto.”

“D’accordo” fu l’unica cosa che riuscì a rispondere. Ricambiando poi la stretta e prendendo ad accarezzarle il capo con dolcezza.

♥♠~~~~♥♠

Come gli aveva promesso l’aveva riportato a casa degli zii.
Non erano certo passati inosservati sotto a quel temporale. Aveva visto i vicini sbirciarli dalla finestra, probabilmente non l’avevano visto uscire.

L’accompagnò fin sotto il porticato, scompigliandogli maggiormente i capelli con la mano, avvisandolo che sarebbe arrivata domani mattina per portarlo in gita. Prima di girarsi e percorrere il vialetto.

Rientrò in casa, dubbioso del luogo in cui avrebbe trascorso il tempo la donna. Poteva solamente sperare che scegliesse un luogo asciutto e riparato quell’incosciente!

Si tolse l’impermeabile fradicio, appendendolo a far scolare, lascando anche le scarpe all’ingresso prima di salire le scale per andare a farsi una bella doccia calda. Sapeva che i suoi zii avrebbero voluto spiegazioni per la donna che avevano intravisto dalla finestra.


L’unica cosa che i parenti del moro erano riusciti ad ottenere era. “Verrà domani mattina. Se volete spiegazioni chiedetele a lei.”

♥♠~~~~♥♠

Era tutta la mattina che Petunia Dursley era appostata davanti alla finestra, aspettando con discrezione l’arrivo della donna.

Poi finalmente la vide arrivare. Senza alcun mantello, mentre l’abito ne metteva in risalto le forme mature del corpo.

Venne fermata dalla vicina dei Dursley, così che Petunia potesse far finta di andare ad occuparsi del giardino ed inserirsi nella discussione delle due.

“…sono davvero magnifici. Peccato che non abbia anch’io il tempo per coltivarli. La invidio molto sa?”

“Ma no, non sono nulla di speciale. Piuttosto deve essere dura avere successo col lavoro che fa. Riuscire ad emergere tra tutti gli uomini che ci sono, sarà stato davvero faticoso per lei. Se ha del tempo questo pom-“

“Oh buon giorno. Lei deve essere la donna che ha riaccompagnato mio nipote a casa.”
Proferì con finto tono cordiale e stupito, interrompendo così la vicina, mentre s’avvicinava all’angolo della staccionata dove vi erano le due.

“Esatto. Lei dovrebbe essere Petunia Evans. O scusi, è Petunia Dursley ora.”
Le rispose con un sorriso affabile in volto, mentre le porgeva la mano che venne stretta dopo qualche secondo da quella guantata della babbana.

“…ah sì, piacere. Mi dispiace, ma quello smemorato di mio nipote non m’ha detto nemmeno il suo nome.”

“Non c’è nulla di cui preoccuparsi. È stata una mia scortese dimenticanza il non essermi presentata a lei. Artemide Lilith Scaltre, piacere mio. Sono venuta a portare mio nipote via per la giornata. Stia tranquilla, ve lo riporterò questa sera.”

“C-come scusi? Suo nipote?”
Domandò Petunia, tirando indietro ed allungando il collo in un gesto inconscio di sdegno, ma soprattutto di superiorità.

“Esatto. Sfortunatamente sono rientrata, dopo aver trascorso diciassette lunghi anni all’estero, solo pochi giorni fa. Mi hanno così informata sia della tragica morte dei coniugi Potter, sia che avrei potuto trovare mio nipote, Harry James Potter, dalla sorella della madre, dandomi quindi anche quest’indirizzo.”

“È improbabile che non si sia insospettita non ricevendo nemmeno una lettera in diciassette anni. E poi perché non l’hanno affidato subito a lei?”

“Oh, ma Petunia cara, non è come pensi. La signora Scaltre essendo all’estero era molto più difficile da contattare e poi è molto impegnata. È un’importante affarista, per questo motivo non aveva mai saputo nulla, né si era insospettita della mancanza di corrispondenza. Essendo molto impegnata è normale che non l’avessero voluta disturbare. E farla preoccupare a seguito della morte dei coniugi Potter. È normale che abbiano pensato prima a voi che a lei. È già abbastanza difficile che una donna riesca ad affermarsi in carriera, non trovi anche tu Petunia cara?”
S’intromise la vicina che era stata interrotta ed esclusa dall’arrivo della donna.

Harry uscì di casa, avendo visto la vampira dalla finestra.

“Lilith!”

“Oh, Harry, vieni, vieni pure. Stavo informando tua zia Petunia che ti portavo via e ti riporterò questa sera, dopo cena.”

Mentre il moro s’avvicinava poteva vedere sua zia che cercava d’allungare ancora di più il suo collo da struzzo, con le labbra strette in una sottile linea.

“Allora noi andremmo. È stato un piacere conoscervi. Ah, Petunia, stia tranquilla, non intendo fare confusione con le pratiche dell’affidamento, quando manca solamente questo mese e mezzo. Quando Harry compirà 17 anni, me ne occuperò io. Fino ad allora faremo come oggi, sempre che questo non vi crei problemi.”

“N-no, nessun problema.”

“Oh, signora Scaltre, venga pure a prendere un tea da me quando vuole. La mia porta è sempre aperta per lei.”

“La ringrazio, lo terrò a mente. Se volete scusarci.”
Si congedò con un lieve gesto del capo, allontanandosi col ragazzo.

“Scaltre? E poi non sapevo che eri una così brava intrattenitrice Lilith.”

La prese in giro il moro. Vedendola gonfiare le guance indispettita.

“Si chiama diplomazia Harry. Diplomazia. Anche se preferisco gli affronti frontali mi hanno costretta ad impararla e, per quanto mi costi, devo purtroppo ammettere che si presta utile in…parecchie situazioni, come hai potuto notare da te.”

“E Scaltre?”

“Anagramma del mio cognome, è in Italiano, non se ne accorgeranno. Non ti aspetterai che dica il mio vero nome a dei babbani!”

“Potevi semplicemente cambiare il tuo nome Artemide, non dirglielo, oppure”

“Tsè, sono orgogliosa del mio nome io!!”

“Lilith… posso chiederti se Scarlet è il tuo cognome da nubile o?”

“Nubile. Non è un cognome che possa abbandonare. Anche mio marito la pensava così.”
La voce era divenuta sempre più tenue, come lo sguardo perso e distante che fissava l’anello all’anulare sinistro, mentre lo accarezzava e lo faceva girare attorno al dito.

“L-Lilith, tuo marito e tuo figlio sono-?”
Riuscì ad arrivare fino a lì, non oltre. Non a chiedere se erano morti o uccisi. Non ad emettere un singolo suono.

Era bastato uno sguardo. Un dolore sordo che lo implorava di non chiedere ancora nulla. Mentre era rimasto bloccato, immerso in quei dolorosi occhi viola screziati da rubini. La sua espressione marchiata a fuoco nella sua mente. Anche quando riuscì ad abbassare lo sguardo, nascondendolo dietro la frangia, continuava a vedere l’immagine di quel sorriso mesto sotto a quegli occhi strazianti.

Improvvisamente si sentì tirare le guancie, per vedere il volto della donna con le guance gonfie, come se fosse seccata.

“Per tutte le Lune Harry, ti devi divertire, mica affliggere!”
Lo rimproverò prima di lasciargli le guance ed abbracciarlo accarezzandogli con dolcezza la zazzera mora.
“Andiamo a divertirci ad un lunapark! Almeno per oggi lasciamo qua, a casa dei tuoi zii, le preoccupazioni ed i dolori, d’accordo? Dobbiamo solo pensare a divertirci. Tu hai me ed io ho te. Per il momento non abbiamo bisogno altro, no?”

Il moro annuì leggermente, mentre si lasciava coccolare dalla donna. Dimenticandosi tutte le cose sgradevoli.

Anche la giornata sembrò passare in una folata di vento. Le risate, Lilith che lo trascinava da una giostra all’altra, le sfide alle bancarelle, gli abbracci, le foto ricordo, le loro facce buffe, a volte i capricci d’entrambi su che giostra rifare per prima, in cui l’aveva sempre vinta lui.

Fino a che non giunse troppo velocemente il momento di rincasare. Ma con la promessa che sarebbe tornata anche il giorno dopo, e quello dopo ancora.
Per una volta era impaziente che arrivasse il nuovo giorno. Per una volta era riuscito a dormire quasi per l’intera notte prima che gli incubi tornassero.

♥ ♦ ♣ ♠
…Continua…
♥ ♦ ♣ ♠




Angolo della Sadica Sanguinaria

Salve gente, mi spiace, ma non ho ancora deciso il periodo d'aggiornamento. Tutta via non potevo non postare Novilunio oggi visto che anche la notte esibirà il suo novilunio di gennaio ^_^  scontato lo so, ma non ho potuto resistere a far combaciare i due noviluni, spero d'aver fatto felice qualcuno ^^ (P.S. comunque aspettatevi anche nei mesi a seguire il giorno di novilunio un capitolo, almeno fino a quando la storia non finità XP)
    
Che dire del capitolo? Bhe Lilith ha fatto conoscenza con Petunia e s’è ingraziata la vicina XD avete mai notato quanto i vicini siano curiosi e vogliano sapere tutto di tutti per poi poter spettegolare e spesso mettersi anche in mostra? Ebbene a Petunia è stato ricordato questo fatto, come di doversi tenere buona i vicini in futuro XD

Vi spoilerizzo il titolo del prossimo capitolo che sarà: Dursley

E direi di terminare ringraziando coloro che hanno letto, ma soprattutto commentato! Statemi bene (spero semmai di veder aumentare il numero di commenti magari XP ricordate che con pochi minuti del vostro tempo potete fare felice un’autrice ^_^) comunque se volete chiedere chiarimenti o mi volete dire il vostro parere sono qui e la cosa è molto gradita non preoccupatevi. Non so ancora a quando, ma bye xXx

  
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