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Autore: Maunt    12/01/2013    1 recensioni
Sara e Grissom si ritrovano a parlare con Catherine dei loro sentimenti e ciò li fa ragionare. Si ritroveranno poi in una situazione imbarazzante mentre parlano di come dovrebbero comportarsi.
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Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Catherine Willows, Gilbert 'Gil' Grissom, Sara Sidle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           Sara e Gil
Ero seduta sulla panca davanti al mio armadietto e avevo appena finito il turno. Mentre mi toglievo gli scarponcini pensavo a quello che mi stava succedendo in quei giorni, non riuscivo a togliermi dalla testa le sensazioni che provavo: ero euforica ma allo stesso tempo distrutta dall'angoscia. C'era un uomo che assillava i miei pensieri e mi provocava dei brividi piacevoli; lo incontravo tutti i giorni in laboratorio e passavo molte delle mie ore lavorative con lui, ogni volta che sorrideva o che incontravo il suo sguardo mi tremavano le ginocchia; il suo sorriso illuminava la stanza e il mio cuore, tutte le volte che passava fugace sulle sue labbra. Negli ultimi giorni mie era sembrato di scorgere qualcosa di diverso nel suo modo di guardarmi, ma quando tentavo di rimanere sola con lui per parlare trovava una scusa per allontanarsi.  Che uomo codardo, ma forse è la mia mente che spera che i suoi sguardi preoccupati fossero rivolti a me, che io fossi la causa della sua tristezza, che il suo evitarmi dipenda del fatto che prova qualcosa nei miei confronti. Ingenua Sara, come puoi pensare che lui sia attratto da te, lui non prova niente nel suo cuore di ghiaccio e di certo non rischierebbe tutta la sua cariera per te, infin dei conti è il tuo superiore. Eppure qualche giorno fa mi ero illusa, mentre esaminavamo la prova di uno stupro-omicidio mi era sembrato di vedere qualcosa nel suo sguardo; io in quel momento ero stordita, chiusa tra il muro e le sue braccia vicino ai miei fianchi, combattuta tra la voglia di avvicinarmi alle sue labbra e la consapevolezza di non poterlo fare; lui mi fissava e scorgevo nel blu dei suoi occhi il mio stesso desiderio di lasciarsi andare ai sentimenti; che vile, ma con più autocontrollo di me che ero dovuta scappare dalla forza magnetica del suo sguardo e dal profumo del suo respiro accelerato.
Improvvisamente qualcuno pronunciò il mio nome facendomi cadere dalle nuvole, mi accorsi di essermi cambiata le scarpe da un pezzo e di fissare immobile il pavimento, cercando di ricomporre la mia espressione mi girai verso la fonte della voce, era Catherine:
"Sara stai bene? Hai un aspetto orribile!" cercai di controllare il tono della mia voce mentre rispondevo:
"Sì tranquilla, sono solo un po' stanca" non convincevo nemmeno me stessa. Lei si sedette di fianco a me e mi guardò con dolcezza:
"Dai Sara si vede lontano un miglio che c'è qualcosa che ti turba, non riesci a nasconderlo bene" io sospirai:
"Sì è solo che..." non riuscivo nemmeno a pronunciare il suo nome,ma Catherine concluse al posto mio:
"Grissom" io annuii e cercai di trattenermi dall'urlare quelle parole:
"Non riesco a togliermelo dalla testa e ne soffro perchè ciò che provo io non sarà mai ricambiato lui!" non avevo resistito dallo sfogarmi, ora il mio battito accellerava e gli occhi cominciavano a bruciare, ricacciai le lacrime al loro posto, ma questo mi provocò un dolore atroce allo stomaco quasi come una pugnalata, mi lasciai sfuggire un gemito e Catherine prontamente mi mise una mano sulla schiena per confortarmi:
"Ti sbagli sai, tu non gli sei per niente indifferente. Lo conosco da molti anni e non l'ho mai visto guardare una donna come fa con te" mi sorrise come se le sue parole avrebbero duvuto farmi stare meglio, ma provocarono altre mille domande nella mia testa: Perchè allora si comportava così? Sapeva ciò che io volevo perchè negarlo a entrambi?
Avrei voluto urlargli tutto in faccia, ma avrei solo peggiorato la situazione:
"Stupido uomo codardo" borbottai a denti stretti; Catherine sorrise e mi parlò sinceramente:
"Sai Sara Gil è sempre stato chiuso al mondo delle relazioni sociali e per quasi cinquant'anni è rimasto solo, ha paura di sbagliare e ciò gli impedisce di lasciarsi trasportare dal cuore. Non odiarlo, prima o poi ammettera a se stesso e soprattutto a te che prova dei sentimenti forti."
Sapevo che ciò che lei diceva era vero, ma non riusciva a farmi stare meglio, gli occhi iniziarono a bruciare nuovamente mentre qualcuno interruppe la discussione:
"Oh eccoti qua Catherine, c'è un nuovo caso..." Grissom si era accorto di aver interrotto qualcosa; era l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento, sentivo le lacrime che stavano per emergere e decise di fare qualcosa, mi alzai di colpo e misi gli scarponcini nel armadietto cercando di metterci il meno possibile:
"Ci vediamo domani Cath" mi diressi verso la porta e una folata di vento mi portò il suo profumo eccole lacrime, esplosero dai miei occhi senza un freno:
"Sara stai bene?" chiese lui, che domanda stupida:
"Certo" risposi quasi singhiozzando lo superai senza guardarlo negli occhi, la sua espressione era tra l'imbarazzato e il preoccupato. Corsi via per il corridoio mentre le lacrime scendevano lungo le mie guance, sperai di non incontrare nessuno e dopo aver superato il laboratorio del DNA girai a destra trovandomi davanti al suo ufficio, lanciai una fugace occhiata all'interno, pessima idea perchè un'altra coltellata trafisse il mio stomaco e nuove goccie sgorgavano dai miei occhi. Finalmente arrivai al parcheccio e cercando le chiavi della macchina mi accorsi di averle nella borsa che si trovava appesa nell'armadietto, tutta colpa tua Gil! Cercai di riprendere il controllo perchè ora oltre all'amore, nei suoi confronti provavo rabbia e irritazione: chi era Gil Grissom per rovinarmi così la vita? Non aveva alcun diritto su di me eppure a quanto diceva Catherine aveva liberamente preso la decisione che per noi non ci sarebbe stato un futuro senza considerare ciò che io volevo. Respirai profondamente un paio di volte e mi diressi verso la strada per prendere un taxi.
                                                                                         nel frattempo:
Guardai Sara allontanarsi di corsa davanti a me, ero rimasto stordito dalla reazione che aveva avuto nel momento in cui ero entrato nella stanza. Sperai con tutto me stesso che le lacrime che avevo visto spuntare dai suoi dolci occhi marroni non fossero causate da me, ma guardando l'espressione di Catherine sapevo di sbagliarmi. Avevo così tanti dubbi nella testa da farla scoppiare, ero consapevole in parte che Sara nutriva dei sentimenti nei miei confronti, ma non avevo idea di ciò che provassi io per lei; negli ultimi mesi avevo notato che qualcosa era cambiato in me: molte volte mi ritrovavo a fissarla senza un motivo e senza farmi notare, evitavo inconsciamente il contatto delle mie mani con le sue anche nei piccoli gesti come passarsi un'oggetto, e un senso di leggerezza mi cullava quando riuscivo a rubare uno dei sorrisi che lei non mi rivolgeva. Tutto ciò mi faceva presumere che i miei sentimenti erano mutati, ma non mi ero mai sentito in questo modo e non sapevo definire ciò che mi stava accadendo. Mi rivolsi a Catherine:
"Ma cosa gli è preso? lei mi guardò con durezza e sputo parole dolorose:
"Grissom ma come è possibile che non ti rendi conto che Sara è innamorata di te! E sono sicura che anche tu provi lo stesso per lei, smettila di essere egoista e lasciati andare!" cercai  di rispondere perchè non mi aspettavo che la mia amica potesse rivolgersi a me in quel modo:
"Catherine io non sono l'uomo giusto per lei" si alzò di scatto e sbuffando si avvicinò a me e gurdandomi negli occhi disse:
"Potresti lasciarlo decidere a lei questo!" dopodichè si allontanò lasciandomi da solo immerso nel mio dolore. Questa era la conferma che ciò che temevo era vero, ormai non potevo più tirarmi indietro era troppo tardi perchè lei soffriva per me e io anche. Avevo paura dei  miei sentimenti e sapevo che di questo passo l'avrei persa definitivamente, ma come potevo essere così ardito da confessare,  sperai che l'infatuazione di Sara serebbe passata se io avessi non le dato corda, decisi che il giorno dopo avrei messo in chiaro le cose una volta per tutte.
  
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