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Autore: Carotina91    12/01/2013    4 recensioni
Credevo che uccidere fosse la mia priorità, più importante di qualsiasi altra cosa. Non pensavo ad altro che sangue e a come torturare le mie vittime. Fino al giorno in cui ho conosciuto lui, Cato. Ci siamo odiati dal primo momento, sempre in perenne confronto. Ci sfidavamo di continuo io dovevo essere migliore di lui. Ma poi una notte è cambiato tutto...ho cominciato a guardarlo con occhi diversi, ma a lui non ho mai fatto capire niente. Quando ci sono di mezzo gli Hunger Games tutto il resto passa in secondo piano. Mi sarei offerta volontaria ma speravo che lui non facesse lo stesso, non potevo ucciderlo...non ne avrei mai avuto il coraggio, eppure il fato ci ha voluti entrambi in quella maledettissima arena...
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Enobaria, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clove's Pov


-Sei una favorita Clove, devi saper maneggiare ogni tipo di arma- Le parole di Brutus mi accompagnano mentre ogni giorno, sfioro un arma diversa dai coltelli. Lui allena i tributi favoriti, è crudele e aggressivo. Non capisco se è un modo di fare per spronarci o se è veramente lui. A volte penso che noi siamo solo topi, che ci tiene al guinzaglio, ma io non mi lascerò mai mettere i piedi in testa da nessuno, anzi credo che gli sono antipatica. Tanto meglio perché lui per me è solo un bersaglio, un corpo che cammina che presto forse ucciderò. –Clove c’è una persona che voglio presentarti- Enobaria mi riporta alla realtà, ripongo un coltello e la seguo in corridoio.

-Dove andiamo?- Di solito non le chiedo mai spiegazioni, ma oggi non so perché ma mi va di sapere, magari vogliono che elimini qualcuno. –Da oggi avrai un compagno d’allenamento, è speciale come te. Vedrai vi troverete bene insieme- Le sue parole non mi convincono affatto, non mi piace che qualcuno che non sia lei mi guardi allenarmi, spii le mie mosse o quant’altro.

–Perché devo allenarmi con qualcuno? Credevo di andare bene-

-E una tattica, che abbiamo pensato io e Brutus, voi siete i migliori dell’accademia- Sorride –Ma non dirlo agli altri ok? Potrebbero essere gelosi- Mi fa l’occhiolino invitandomi ad entrare nell'ufficio di Brutus. –Io non ho paura di nessuno, falli essere gelosi, sarà più facile farli fuori- Entro senza bussare lui non mi è mai andato a genio, è troppo presuntuoso e pieno di se. Beh d’altronde tutti nel distretto 2 si credono i migliori e invincibili, ma pochi lo sono.

-Benvenuta Clove, accomodati- Mi fa segno di sedermi su una sedia.
-Sei piuttosto gentile oggi, ma sto bene dove sono-
-Arrogante come tu solito- Ringhia guardando la donna al mio fianco.
-Smettetela voi due, a proposito dov’è Cato?-
-Arriverà, lui è migliore di te ragazzina, ha imparato tutto da me-
-Oh capisco, quindi è un buono annulla-

Faccio un sorriso sarcastico perché so che lui non sopporta quando gli dicono che è un incapace.

-Stai attenta a come parli altrime…-

Non finisce la frase che un bussare distoglie la sua attenzione da me. Mi giro e non lo do a vedere ma il mio cuore perde un battito, che sia il famoso Cato? È un ragazzo alto, muscoloso, ha un sorriso strafottente disegnato in faccia lo stesso che portavo il primo giorno quando arrivai in accademia. I suoi occhi sono di un azzurro chiaro, dovrebbero intimidirmi ma riescono solo a scaldare forse il mio cuore freddo…se solo ne avessi uno. Guardo Enobaria che mi fa l’occhiolino. Sgrano gli occhi tornando a fissarla arrabbiata. Questa specie di ragazzino dovrebbe allenarsi con me?

-Clove lui è Cato, d’ora in poi vi allenerete insieme- Brutus sembra quasi felice, guarda il ragazzino come se fosse una divinità, snobbando me.
-Tranquilla, non ti farò sfigurare con gli altri- Sussurra appoggiando un braccio sulla mia spalla. Lo guardo assottigliando gli occhi, tolgo la sua mano, odio essere toccata.
-Oh, tranquillo, non succederà mai- Lo guardo pregustando la sua fine –Sta per iniziare l’inferno, sicuro di essere pronto?- Non sai cosa ti aspetta Cato, non puoi immaginarlo.
-Non ho timore delle sfide, e tu ragazzina non mi fai paura-

Estraggo il coltello dalla cinta, faccio tutto in fretta la lama gli sfiora il collo, ma lui prontamente ferma il mio braccio.
Indietreggio fino a toccare il muro, la sua forza è impressionante. Brutus ridacchia forse si aspettava qualcosa da parte mia ma sapeva che Cato avrebbe reagito ad un mio probabile attacco.
-Non provarci mai più- Dice Cato alzandomi il viso con due dita –Non vorrei essere costretto a farti del male- Siamo ad un soffio dallo sfiorarci, i suoi occhi sono puntati nei miei, ci separa solo la distanza di un respiro.
-Va bene, voi due basta, dovete fare squadra non stuzzicarvi a vicenda- Sbuffa incrociando lo sguardo fiero di Brutus. –Che c’è?- Dice lui –Oh andiamo non mi dispiacerebbe vedere la ragazzina in difficoltà. Sento la rabbia salirmi in corpo, scanso il biondo facendolo cadere. Lancio il coltello in direzione di Brutus, è talmente veloce che lui non fa in tempo a schivarlo, la lama si conficca nel legno dietro di lui, un taglio appare sul suo viso. Si tocca la guancia guardando le dite sporche di sangue.

-Non chiamarmi più ragazzina, e quanto a te- Dico rivolta a Cato –Renderò la tua vita in un incubo- Prima che lui possa dire o fare qualcosa esco congedandomi, ho voglia di uccidere qualcuno. Esco di fretta dall’accademia cercando qualcuno da far soffrire, qualcuno da torturare. In cortile c’è una ragazza del corso avanzato sorrido perché lei mi ha sempre deriso Enobaria diceva di lasciarla perdere che è solo invidiosa delle mie doti. Perfetto mi sta fissando, mi avvicino si ho deciso lei è un ottima vittima per sfogare la mia rabbia.

Qualche giorno dopo…

-Dov’è quella dannata ragazzina??- Brutus sbraita contro i suoi allievi, Clove è di nuovo in ritardo. Si in realtà mi piace farlo incazzare. Enobaria cerca di calmarlo ma non ci riesce lui diventa una furia, io me la rido sotto i baffi. Cato sbuffa ha le braccia incrociate ed è appoggiato ad una parete della sala, gira lo sguardo verso il cortile ed è allora che mi nota. Sorride incrociando il mio sguardo, perché mi fissa?? Nessuno prima d’ora mi ha mai guardata e se l’ha fatto ha subito distolto gli occhi dalla mia persona. Odio essere fissata non mi piace, ma in lui c’è qualcosa che mi fa irritare, i suoi modi di fare, come parla o gesticola, mi manda in crisi. Vorrei tanto ucciderlo ora, ma Brutus me la farà pagare, noto che ha preso una spada dev’essersi accorto di me. Scendo dal muretto dove osservavo la palestra, gli vado incontro, siamo nel cortile l’uno di fronte all’altro, pregusto una bella mattinata.

-Ragazzina, quante volte ti ho detto di non arrivare in ritardo?-
-Tante ma…dovresti saperlo che non mi piace quando mi si impongono le cose-
-Ah si? Allora ti faccio vedere io chi comanda tu- Mi indica puntandomi la spada contro –Farai ciò che ti dico se solo ti azzarderai a disubbidirmi te ne farò pentire-

Rido di gusto mio dio davvero ci crede? –Certo come vuoi Brutus- Rido ancora, subito dopo torno seria guardandolo torvo –Obbligami-
-L’hai voluto tu ragazzina- Ha due spade lunghe e affilate, scatta verso di me ma io ho i miei coltelli, mi difendo dai suoi attacchi. Niente di più facile. Le sue mosse sono prevedibili Enobaria mi ha istruita bene, ma non devo mai essere sicura di me perché il nemico ha molti assi nella manica, e io non posso lasciarmi cogliere di sorpresa, anzi devo anticiparlo. Estraggo un terzo coltello nonostante ne ho già due, ma uno l’ho perso mentre mi difendevo. –E tutto qui quello che sai fare? Oh andiamo non abbiamo nemmeno cominciato- Brutus sbraita incitandomi a combattere. Devo ammetterlo come insegnate non è male anzi per un certo senso lottare contro di lui mi fa capire che ci sono nuove cose da imparare, che la strada è ancora lunga. Il mio punto di forza è la velocità lui in questo non può battermi.

-Eppure credevo che fossi il migliore, ma mi sbagliavo- Dico mentre infilo la lama del coltello nel suo ginocchio, cerca di non urlare ma il sangue fuoriesce mentre gli procuro un'altra ferita. Si accascia al suolo reggendosi con una mano, mi avvicino puntandogli entrambi i coltelli al collo. –Ti arrendi o vuoi farti deridere ancora?- Dico con una punta di sarcasmo nella voce.

-Oh, cara ragazza dei coltelli, mi hai davvero sottovalutato- Lo vedo sorridere, non mi rendo conto subito di ciò che accade ma lui si rialza come se non avesse più ferite. Con un pugno raggiunge il mio zigomo, non me lo aspettavo, sputo sangue e mi fa male. Si susseguono veloci pugni e calci, questa volta sono io che mi inginocchio tra l’erba fredda, noto Enobaria che sgrana gli occhi correndo verso di noi. Un altro calcio mi colpisce la schiena, la tempia mi pulsa un rivolo di sangue scivola lungo la guancia, vedo rosso. Mi scaglio contro di lui ferendolo con la sua stessa spada ma delle forti braccia mi allontanano dal mio istruttore.

-Brutus, basta- Enobaria lo prende per le spalle allontanandolo da me –La lezione è finita calmati ora-

Tutti sappiamo che è meglio non far incazzare Brutus perché quando succede difficilmente riesce a calmarsi. Io l’ho sfidato e ora sono qui distesa in cortile con il viso ridotto male, mi fa un male allucinante il braccio destro e il ginocchio. Sono stata sciocca, volto lo sguardo verso l’ingresso ed eccoli sono tutti li che ridono di me, di come lui mi ha battuta. Se solo riuscissi a rialzarmi saprei come vendicarmi di loro, di tutti loro.

-Ehy, tutto bene?- Noto Cato accanto a me, è stato lui ad allontanarmi dall’uccidere Brutus.
-Che ti importa?- Sospiro facendo una smorfia, anche respirare mi da fastidio, cerco di mettermi a sedere ma non ci riesco.
-Aspetta, ti aiuto- Le sue braccia mi circondano ancora una volta la vita, sbuffo contrariata cercando di reggermi da sola.
-Ce la faccio anche da me, non ho bisogno di aiuto-
-Ok, come vuoi- Mi da le spalle –Gli amici di solito si aiutano-
Rido anche se mi fa male tutto –Forse, ma resta il fatto che io non ho amici-
-Un giorno, avrai bisogno di qualcuno-
-Vuoi psicanalizzarmi per caso?-
-No, voglio solo capire-
-Capire cosa?!- Non capisco, cosa vuole da me?!
-Perché sei così scontrosa, e prima o poi lo capirò stanne certa- Fa per andare.
-Nessuno mi può capire, io ti odio, stammi alla larga Cato- Ora è lui che ride –Non posso, ricordi? Dobbiamo allenarci insieme. Ci vediamo, Clove-

Dio che rabbia, vorrei togliergli quel sorrisetto strafottente dal viso, io odio Cato. Perché Enobaria mi fa questo, perché devo allenarmi con lui? Oh se mi sentirà. Zoppicando cerco di tornare a casa, oggi ho fatto la più grande stupidaggine della mia vita, sfidare Brutus apertamente, è tipico di me. Non dovevo ma io non lo sopporto, sarei dovuta stare zitta. Sono ridotta male a fatica entro in casa, c’è un odore malsano qui. Da quando ho ucciso “lei” sono sempre sola. Sul pavimento accanto al camino c’è ancora una grossa macchia di sangue, è asciutta ma il fatto che non sono riuscita a toglierla dal pavimento mi fa pensare al giorno in cui è morta. Lei meritava di morire, di certo non avrebbe voluto una figlia assassina, lei avrebbe voluto un figlio maschio, per questo mi odiava,l’ha fatto fino a quando il suo cuore ha smesso di battere.

♬♬♬♬

Buonaseraaa!! Sono riuscita a postare ;) allora ringrazio chi legge, commenta, chi l'ha inserita tra i preferite e le seguite. Mh nonostante mi sono fatta un idea di com'è Clove non so se sono riuscita a descriverla benissimo o almeno bene. é la prima volta che scrivo su questo tipo di personaggio di solito ho sempre scritto storie sul genere romantico, sentimentale etc...La Clato è una cosa tutta nuova per me <3 Guardando il film (L'avrò visto tipo una ventina di volte xD) ho sempre pensato che ci fosse qualcosa tra loro, mi piace molto quando Clove urla "Cato" ma lui non arriva in tempo (nuuu :( Cmq ritornando a questo capitolo sinceramente non so se è uscito bene, ma il giudizio resta a voi. Ringrazio alix katlice di averla commentata, continua a seguirmi se vuoi! ;) Ok vi alla lettura ciao!

  
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