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Autore: chiara05    13/01/2013    5 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ciao a tutti! ecco il primo capitolo, come sempre spero che vi piaccia. un bacione buona lettura!


Silenzio. Era tutto quello che Caroline sentiva. Si trovava nascosta dietro un grande tronco nella foresta dietro casa Salvatore ed i suoi sensi erano tutti concentrati per percepire il minimo rumore o movimento intorno a lei. Sapeva che lui la stava cercando.

Crack. Ed ecco l'errore del suo avversario, era solo un piccolo suono, un ramoscello che si rompeva sotto il peso di un passo leggero ma era stato sufficiente per permettere a Caroline di capire dove lui si trovasse e agire di conseguenza.

 

«Preso» esclamò Caroline saltandogli a dosso «dovresti fare più attenzione a dove metti i piedi o vincerò sempre io» continuò la ragazza sicura di sé. Un secondo dopo si ritrovò con la schiena sulla terra umida mentre lui la teneva bloccata per terra «e tu non dovresti mai distrarti e perdere la concentrazione Caroline» le rispose con un sorriso il suo rivale. «Va bene ma ora lasciami andare Stefan» e dopo queste parole il più piccolo dei Savatore la aiutò ad alzarsi in piedi.

 

Facevano quell'esercizio tutti i giorni, era una specie di nascondino dove a turno uno dei due doveva scovare l'altro nel bosco. Giuseppe Salvatore, il loro maestro, diceva che era necessario per acuire i lori sensi; e così ogni mattina i ragazzi si alzavano presto e, approfittando della fioca luce dell'alba, si allenavano per la caccia ai vampiri.

 

«Ora tocca a te cercarmi Care e ti avverto che non sarà un lavoro facile» il giovane aveva ancora stampato il sorriso sulla faccia. Era molto attraente rifletté Caroline guardando il suo interlocutore, aveva 18 anni, uno in più di lei, il suo fisico alto e slanciato era la dimostrazione di molti anni di allenamento e il viso dolce incorniciato dagli occhi verdi e profondi mostrava la sua intelligenza e bontà. Era come un vero e proprio fratello per lei, il suo migliore amico, uno dei pochi punti di riferimento che la sua vita le aveva concesso. Non come Damon, l'altro Salvatore, che due anni prima li aveva abbandonati per andare in Europa ad imparare nuove tecniche di combattimento, o almeno questo era quello che sosteneva lui mentre Caroline sospettava che i veri motivi fossero le ragazze europee, che avevano fama di essere molto disinibite, e la possibilità di allontanarsi da suo padre con cui aveva un rapporto complicato. Ma non aveva importanza perchè lei non aveva bisogno di nessuno, era autosufficiente, quindi il fatto che l'unico altro membro della sua famiglia l'avesse abbandonata era del tutto irrilevante per lei. Avrebbe avuto la notte, si concesse, per essere triste, quando nessun altro poteva vedere le sue debolezze.

 

«Terra chiama Caroline, dove hai la testa?» le domandò Stefan con affetto «oh niente mi stavo solo domandando dove potesse essere tuo fratello» rispose lei mascherando il suo turbamento con un sorriso.

«Lo sai, sarà nel letto di qualche giovane vedova» ridacchiò il ragazzo,

«O starà scappando da qualche marito infuriato. No non è possibile, lui non scappa mai» continuò lei.

«Ti sbagli, è scappato da noi» ora aveva perso tutto il suo buon umore, Caroline si maledisse per aver causato tutto questo, sapeva che Stefan soffriva terribilmente per la mancanza di Damon «Mi dispiace non avrei dovuto sollevare l'argomento» il ragazzo anche se con un po' di fatica mostrò di nuovo il suo sorriso «non dire sciocchezze, lo sai che mi puoi dire tutto. È solo che mi manca».

 

«Bè, da questa conversazione deduco che in questi anni tu non sia diventato proprio un duro fratellino» disse una voce forte e profonda alle loro spalle.

«Damon» esclamarono all'unisono i due ragazzi. Incredibile. Era proprio da Damon fare un'entrata di scena in modo così teatrale! Se non fosse stata così felice di vederlo sicuramente ne sarebbe stata irritata.

«Non mi vedete da due anni ed è questa la calda accoglienza che mi riservate?» continuò lui vedendoli lì immobili «Ah come mi mancano le focose donne parigine!».

Superato il breve momento di shock Caroline gli si butto tra le braccia «lo sapevo che la storia dell'allenamento era tutta una scusa!» proruppe ridendo «non essere gelosa bambolina non ho trovato neanche una ragazza bella come te» ammiccò lui in risposta. Ed era effettivamente così ragionò, la biondina era sempre stata prima una bella bambina e poi una bella ragazzina, ma ora era diventata una splendida donna che sicuramente avrebbe incantato anche lui con i suoi splendidi occhi blu cielo se non l'avesse considerata una di famiglia. Aveva tanti vizi ma l'incesto non era uno tra quelli.

«E tu non vieni a salutarmi?» chiese al fratello, gli andò in contro e lo abbracciò.

«Papà sa già che sei qui?» gli domandò commosso Stefan «no, volevo prolungare il divertimento il più possibile» replicò prontamente, e avrebbe sicuramente fatto qualche battutina delle sue se il minore dei Salvatore non l'avesse interrotto «Damon sei appena arrivato quindi cerca di non farlo arrabbiare subito, è molto tranquillo in questo periodo» in tutta risposta lui aprì la bocca come per parlare ma la richiuse subito dopo, prese Caroline sotto braccio e si avviò verso la tenuta di suo padre.

 

* * *

 

«Sei tornato vedo» disse il patriarca Salvatore senza degnarlo neanche di uno sguardo. Era un uomo freddo e orgoglioso e Damon non si aspettava certo che facesse una festa in suo onore per il rientro a casa, ma nonostante ciò rimase un po' deluso per l'indifferenza dell'uomo che avrebbe dovuto amarlo senza riserve.

«Si padre, ho saputo che in questi ultimi mesi l'affluenza dei non-morti nella nostra città è aumentata notevolmente e sono venuto a dare un aiuto a Stefan e Caroline».

«La nostra città?» ribadì Giuseppe sprezzante «era sempre la tua città quando te ne sei andato lasciando due bambini a difenderla al posto tuo?»

«Non sono dei bambini, Stefan ha solo due anni in meno di me e Caroline tre, inoltre era un periodo fiacco e loro due se la sono cavata egregiamente anche da soli, ma adesso che le cose sono cambiate ed hanno bisogno di me sono tornato» affermò Demon senza battere ciglio «è qui che ti sbagli, non abbiamo bisogno di te, tornatene pure nel bordello da cui sei venuto».

 

Stefan e Caroline erano dietro la porta che origliavano la discussione, non avevano mai capito il motivo di tanta ostilità nei confronti del bel Salvatore, la ragazza sospettava che fosse la sua intelligenza e indipendenza; mentre Stefan non avrebbe mai fatto niente per contrariarlo, Damon spesso gli andava contro e spesso aveva ragione.

Decise di intervenire prima che le cose si facessero serie, bè più serie di così «con tutto il rispetto vi sbagliate Maestro» enunciò Caroline entrando nello studio di Giuseppe «Damon ha ragione, non sono mai stati così numerosi e una mano ci farebbe comodo, non solo per distruggerli ma anche per capire cosa tramano» grazie a questa intromissione si era guadagnata lo sguardo furente del capofamiglia «non è una conversazione che ti riguarda ragazzina. Ma forse hai ragione, è ora che mio figlio adempia al suo compito. Ci sarà un ballo questa sera dove troverete un vampiro alto e bruno di nome Jasper, ho ragione di credere che lui possa chiarirci cosa sta succedendo nella nostra città. Caroline, tu farai da esca e porterai la vittima in giardino dove Damon potrà estorcergli le informazioni. Mi raccomando, nessun civile dovrà scoprire che cosa facciamo noi in realtà. E ora andatevene, ho del lavoro da sbrigare» e con queste parole li liquidò.

 

* * *

 

Caroline si stava preparando in camera sua con l'aiuto della sua domestica strega Jane Bennett, più che una domestica era un'aiutante tutto fare, senza contare che era la sua unica amica. Quella sera avrebbe indossato un abito blu con le decorazioni d'argento, ad ogni suo vestito Jane faceva una modifica, cuciva una specie di sacca all'interno dell'ampia gonna dove tenere i paletti, bastava un attimo per strappare la fragile cucitura e maneggiare quell'arma letale.

 

«Sei contenta? Questa notte non sarai costretta a girare per le strade buie e fredde ma andrai ad un ballo come ogni ragazza normale» disse eccitata la sua amica. Avevano la stessa età e non riusciva a comprendere come facesse Caroline a condurre una vita così dura e anomala, anche se la ragazza non si lamentava mai lei vedeva i lividi sul suo corpo e percepiva il languore della solitudine che la attanagliava e che, certe volte, non riusciva a nascondere.

«Non vado lì per divertimento cara Jane ma per scoprire cosa diavolo sta succedendo a Mistic Falls» le rispose automaticamente la bionda.

«Lo so, lo so, ma questo non toglie che sarai ad un ballo» replicò tranquillamente la strega mentre le acconciava i capelli. Dopo un attimo di silenzio proseguì «vorresti mai avere un'esistenza tranquilla e normale? Non ti stanchi mai di essere forte, di essere una cacciatrice?» Caroline si imbestialiva quando gli altri le porgevano domande simili ma sapeva che la sua amica era solo preoccupata per lei, così quando le rispose non c'era il minimo segno di durezza nella sua voce «No, è quello che sono. È vero, è una vita dura ma ho libertà che nessuna donna sulla faccia della terra può vantare e non devo temere che nessuno mi faccia del male o abusi di me perchè so badare a me stessa» ma sono anche una donna e spesso mi domando se passerò tutte le notti da sola nel mio letto freddo, ma questo non lo disse, in fondo non aveva mai incontrato nessuno che le facesse rimpiangere l'impossibilità di avere un compagno nella sua vita.

 

«Ho terminato» affermò con orgoglio la giovane Bennett «sei bellissima», e lo era davvero con quell'abito che metteva in risalto le sue forme generose e con delle ciocche che le cadevano sul viso in piccoli boccoli dando luce al suo splendido viso.

«Dimmi Jane, secondo te riuscirò ad attirare quel vampiro?» chiese conferma la giovane, «Credimi, questa sera nessuno riuscirà a toglierti gli occhi di dosso» le assicurò Jane con un occhiolino.

 

* * *

 

Ballare con Mr. Tompson era una vera tortura. Era un uomo single, giovane, bello e spaventosamente ricco, insomma lo scapolo perfetto, ma decisamente non sapeva ballare e Caroline temette di non riuscire più a camminare dopo che quest'ultimo le aveva pestato i piedi per la settima volta. Appena entrata gli uomini si erano spartiti i balli della serata segnandosi sul suo carnet di ballo dando ragione alla teoria di Jane che, quella sera, nessun uomo sarebbe stato in grado di resisterle. Damon e Stefan stavano perlustrando la villa e chiedendo informazioni per trovare Jasper; ammesso che Giuseppe Salvatore avesse ragione e ci fosse qualcuno da trovare, nessuno di loro sapeva come avesse fatto ad ottenere quella informazione. Maledizione! Esclamò nella sua mente, con questa erano otto, quella sera sicuramente avrebbe perso qualche dito.

 

«Permette Mr. Tompson? Non vorrei che la signorina rimanesse senza dita dei piedi» Klaus l'aveva notata appena entrato nella sala, era la creatura più bella che avesse mai visto e prima che se ne rendesse conto era andato verso di lei per vedere se davvero i suoi capelli dorati erano in grado di catturare la luce. Sarebbe rimasto semplicemente lì a guardarla ma quando il suo goffo cavaliere le pestò i piedi per l'ottava volta non riuscì a trattenersi e andò a rubarla allo scapolo più ricercato di Mystic Falls.

 

Caroline era così presa dai suoi pensieri, e dal non avvicinare i suoi piedi a quelli di Mr. Tompson, che non si era accorta della presenza dietro di sé fin quando non udì la sua voce calda e roca. Quando si girò divertita per vedere chi aveva dato sfogo ai suoi pensieri si ritrovò davanti l'uomo più bello che avesse mai visto. Era alto, slanciato e riusciva a intravedere i muscoli attraverso la sua giacca. Aveva corti capelli ricci color del miele e guardando la sua bocca morbida e sensuale desiderò per la prima volta di essere baciata.

Era pronta a ringraziarlo per averle evitato il supplizio di una nona pestata ma quando i suoi occhi incrociarono i suoi si perse in quel blu che erano le sue iridi e non riuscì a proferir parola.

Davanti ad un Tompson attonito Klaus la prese tra le sue braccia e la trascinò in un valzer leggero ed elegante, sembrava che volassero.

Caroline era consapevole che lui la stava stringendo più del dovuto, che avrebbe dovuto allontanarsi un po' dal suo corpo ma non voleva, si sentiva incredibilmente bene e sicura nel suo abbraccio e quando lui, senza riuscire a trattenersi, avvicinò il viso al suo collo, fu pervasa da tanti piccoli brividi.

 

«Avete un profumo delizioso» disse Klaus rompendo il silenzio. Era sorpreso, doveva usare tutto il suo autocontrollo per non baciarla subito e portarla lontana da tutti, mai nessuno aveva avuto un tale effetto su di lui e ciò lo infastidiva.

«Grazie, e non solo per il complimento ma anche per aver risparmiato le mie povere dita» replicò lei sorridendo che nel frattempo aveva ritrovato l'uso della parola. Il vampiro fu abbagliato dal suo sorriso e si chiese se l'avrebbe guardato in quel modo se avesse saputo che in realtà era un mostro. Da dove era uscito quel pensiero? Lui non aveva mai rimpianti, mai, e sicuramente non gli interessava l'opinione di un'umana che era poco più di una bambina.

«Se devo essere sincero le mie motivazioni erano del tutto egoistiche, ho desiderato toccarvi appena ho posato gli occhi su di voi» quando pronunciò queste parole sentì il cuore di quella magnifica fanciulla battere più velocemente.

«Non so il vostro nome» riflettè ad alta voce Caroline. Come aveva fatto a non pensarci prima? Stava ballando con un perfetto estraneo, aveva abbassato la guardia e questo era davvero insolito, era avvinghiata ad un uomo che poteva benissimo essere il vampiro Jasper, in fondo non l'aveva mai visto a Mystic Falls. Ma no, si disse subito dopo, Giuseppe ha detto che era bruno, e non poteva quell'essere che sembrava un angelo essere malvagio, era impossibile.

«Perdonatemi avete ragione, il mio nome è ...»

«Dobbiamo andare bambolina» Cosa? Damon non poteva aspettare due secondi per interrompere il momento più bello della sua vita? Lo guardò per dirgli di andarsene, che era occupata ma quando incrociò i suoi occhi di ghiaccio si ricordò improvvisamente chi era. Era una cacciatrice e lei non poteva concedersi il lusso di qualcosa di normale e banale come ballare con l'uomo più bello del pianeta. Per la prima volta in 17 anni desiderò essere una ragazza normale.

«E' stato bello conoscervi, addio» proferì tornando a guardare quegli occhi che erano in grado di stregarla e si fece trascinare via da Damon.

 

* * *

 

Klaus era basito. Quell'umano qualunque con i capelli neri in un attimo aveva portato via quella dea con cui stava danzando. Voleva ucciderlo. Erano sembrati intimi, possibile che fosse il suo fidanzato? Ma perchè si faceva tutte quelle domande? Era forse geloso? Si, lo era eccome.

«Sei furioso, cos'è successo?» gli domandò sua sorella, una bella ragazza bionda.

«Non adesso Rebekah»rispose lui gelido «Con chi ballavi prima? Era molto bella» proseguì lei incurante delle rimostranze del fratello. Rebekah era senza dubbio la persona che più lo innervosiva e sfiancava «Dovresti andare a riprenderla» continuò notando la faccia di Klaus. Riusciva a capirlo con uno sguardo.

«Credo che lo farò» annunciò lui e andò a cercare la sua fonte del desiderio.

 

* * *

 

Mentre Caroline stava ballando con quello sconosciuto Damon aveva scoperto da una giovane debuttante chi fosse il vampiro che cercava e questo, senza neanche tanti sforzi di persuasione, aveva cominciato a cantare.

 

«Per chi lavori?» domandò brutalmente Damon facendogli scorrere la verbena sul braccio nudo «Questo non posso dirtelo» esclamò Jasper tra un urlo e un altro.

«Allora questa serata sarà mooolto lunga» disse il maggiore dei Salvatore prima di far scorrere il ramoscello tossico sulla guancia del vampiro. Stefan e Caroline rimasero in disparte, odiavano quella parte del lavoro, soprattutto Stefan.

Dopo aver bruciato anche l'altra guancia il non-morto decise di confessare.

«Non so perchè siamo qui, loro non ci rendono partecipi del piano generale. Il mio compito è quello di perlustrare la zona e riportare la situazione attuale della città a Lui. Nient'altro» affermò ansimando.

«Chi è Lui?» chiese Caroline genuinamente curiosa.

«Niklaus Mikaelson. Lui e la sua famiglia sono tornati» a queste parole la ragazza rabbrividì. Aveva sentito parlare di loro, era per causa loro che conducevano quelle vite e Klaus era il bersaglio numero uno, era colui che doveva assolutamente eliminare.

«Come facciamo a trovarlo?» continuò dopo qualche secondo di silenzio.

«Ma lo hai già fatto» spiegò lui con un sorriso diabolico «hai ballato con lui per buona parte della serata» Mr. Tompson era un vampiro? Ma era incredibilmente goffo e sgraziato! Era impossibile. Una gelida consapevolezza si fece strada dentro di lei. Il suo angelo era Niklaus, quell'uomo magnifico e misterioso che le aveva fatto provare sensazione che non avrebbe mai pensato di provare era l'essere più spregevole sulla faccia della terra. Aveva un senso, in fondo Lucifero era l'angelo più bello.

«Caroline» la spronò Damon. E lei, con questi tristi pensieri, pugnalò il vampiro bruno.

 

* * *

 

Quel dannato Jasper si era fatto catturare. Se non l'avesse ucciso il ragazzo che gli aveva portato via la sua dea, che aveva capito essere Damon Salvatore, l'avrebbe fatto lui stesso. Era così concentrato sulla conversazione che non si accorse subito che il cacciatore era insieme ad altre due persone. Dalla distanza in cui si trovava non riusciva a vedere chiaramente chi fossero, sospettava che uno fosse il fratello, Stefan Salvatore ma non aveva nessun indizio sull'altra figura seminascosta dietro ad un albero.

Niklaus Mikaelson lo udì rispondere. Si, l'avrebbe ucciso, e lo avrebbe fatto in quell'istante se la donna nascosta dietro l'arbusto non fosse emersa dall'oscurità per pugnalare il suo seguace. Per la prima volta in più di mille anni restò senza fiato. Caroline, così aveva chiamato la sua dea. Caroline Forbes, cresciuta da Giuseppe Salvatore come una guerriera pronta ad annientarlo. Il suo sogno si era velocemente tramutato in un incubo.

 

* * *

 

Giuseppe Salvatore era seduto nel suo studio a festeggiare la riuscita dei ragazzi bevendo un bicchiere di bourbon quando arrivò una folata di vento che spense tutte le luci facendolo piombare nel buio totale.

«I tuoi figli hanno scoperto qualcosa? È tornato davvero?» gli domandò l'ombra.

Una settimana prima entrando nel suo studio buio un uomo, o una donna, nel buio non riusciva a identificarlo e portava una sciarpa sulla bocca per camuffare la voce, gli aveva dato delle indicazioni per scoprire cosa stesse succedendo a Mystic Falls. Giuseppe non si fidava di lui, ma non aveva potuto ignorare l'aiuto che gli forniva.

«Qual è la prossima mossa?» lo interrogò dopo averlo aggiornato.

«è semplice» rispose l'altro «andiamo a caccia».

  
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