Crossover
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Autore: BigFut    25/07/2004    15 recensioni
Questa è la mia prima FF, siate clementi!
NO!!! Non è vero, anzi, questa è la mia decima FF, festeggiamo! In più festeggiamo anche il fatto che questa fic. è arrivata seconda al concorso! Che bello! Forse il primo capitolo non fa molto ridere, specialmente a chi non ha visto The Ring, comunque mi sono divertito a strapazzare Samara, il fantasma. Più avanti aumenta il ritmo, è una crossover di:
Matrix, The Ring, Harry Potter, Venerdì 13(o 17?), IT, Mortal Kombat, l'odissea, Final Fantasy 8, il Signore degli anelli e tanti altri...insomma, un bel casino! ^__^ Commentare Please!
Genere: Avventura, Azione, Comico, Commedia, Demenziale, Fantasy, Horror, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Fantastici 9

Capitolo 1
Sette giorni
 

Era una notte buia e tempestosa(quanto mi piace iniziare così).
In un paesino del centro della Sardegna un uomo stava guardando una videocassetta. Vi comparve una donna, poi altre immagini molto stupide. Di colpo la videocassetta s’interruppe. “Aiò! Non ho capito un c***o di questo film!”. Squillò il telefono, “Ma che rompi palle ‘sti qua, non ti fanno vedere neanche i film in pace...Aiò chi è?”. Gli rispose una voce roca con uno strano accento americano “Tra sette giorni morirai”. L’uomo, che sapeva come evitare la sfortuna, si mise la mano in mezzo ai pantaloni gridando “Ma porca pu****a!!! Ma ti sembra questo il modo di rispondere al telefono!?!? Guarda che se succede qualcosa ti spacco!” “No deficiente, io sono Samara, un fantasma, hai visto il mio film?” “Ah si, ieri con Bacchisio...era Samara la pu****a, vero?” “No!” Samara stava pensando perché a lei capitavano sempre le vittime più stupide “Quel video che hai visto tre secondi fa!” “Ma tre secondi fa ero al telefono con te, non ho visto nessun filmato” “Si fa per dire tre secondi, per essere precisi ventiquattro, virgola tre periodico secondi fa” “Ah si, il video incomprensibile?” “Si, se hai visto quello, tra sette giorni uscirò dalla televisione e ti ucciderò, chiaro?!?!?” “Si, si, va bene ti aspetto, ciao”. Samara riattaccò. Era veramente scocciata, la sua amica Sakano(la versione giapponese) non aveva problemi di questo tipo. Poi lei era americana, perché doveva uccidere in Italia? Gli costava un patrimonio in interurbane, ma la cosa che la scocciava più di tutte era che quello stupido non aveva per niente paura, addirittura gli aveva detto che l’aspettava! Che faccia tosta.
Intanto Bainzu(l’uomo che aveva appena ricevuto la chiamata da Samara), si stava preparando. Era l’unico in tutto il paesello ad avere una televisione, poi il paese più vicino era a più di cinquanta chilometri. Nella sua testa iniziava a comparire un piano.
Una settimana e tredici ore dopo, Bainzu sentì bussare alla porta. L’aprì, stava piovendo, sulla soglia si trovava una ragazza tutta bagnata, con i capelli neri che le coprivano il viso. “Aiò entra, come mai tutto questo ritardo?” “Lo sai benissimo bastardo!!! Hai distrutto il televisore, sono dovuta uscire da quello della città più vicina, mi sono fatta cinquantaquattro chilometri a piedi sotto la pioggia, sei proprio un maledetto ba...” “Calma, calma, mica l’ho fatto apposta, è che un mio amico mi ha rotto la TV. Purtroppo per te però mi sono incasinato con l’assassino di ‘Non ho sonno’, il quale dovrebbe essere qui tra tre, due, uno...”.
Povera Samara, era li seduta in una strada piangendo, non era riuscita ancora ad uccidere nessuno, una volta si ammazzano tra amiche, uno si fa uccidere da quel demente di “Non ho sonno”. Quante altre cose gli sarebbero dovute capitare? Di colpo gli squillò il cellulare “Pronto?” disse lei “Ciao Samara, sono Sakano, come vanno gli omicidi? Io già trentadue persone tu?” “Oh anche io” “Trentadue?” “No io sessantaquattro” “Il doppio esatto, esatto?” “Eh si, guarda il caso!” “Ah scusa ma adesso devo andare ad uccidere un elettricista, ciao!” “Ciao”. Era disperata, ogni due, tre giorni si doveva confrontare con la sua migliore amica che uccideva a raffica, lei invece non era riuscita neanche in un omicidio. Ora era su un ponte, voleva suicidarsi, poi si ricordò di essere già morta. Era in mezzo ad una strada quando qualcuno guardò la sua videocassetta...

*

Il signor Luigi Rossi stava guardando una videocassetta che gli aveva donato un suo amico. Ne aveva capito ben poco, c’erano delle immagini sconnesse. Appena finì la videocassetta squillò il telefono. Si alzò dal divano, si diresse verso il tavolo del salotto e alzò il ricevitore “Pronto?” disse lui molto tranquillo “Sette giorni” disse una voce roca al telefono “Sette giorni che?” “Tra sette giorni morirai” “Ancora minacce?!? Se non la finite chiamo la polizia e vi faccio denunciare, basta!” “Ma io...” “Ma io niente, non voglio più sentire cose di questo tipo, punto e basta” dicendo questo ripose il ricevitore al suo posto e si mise a guardare un film di spionaggio. Samara era inebetita, mai nessuno si era permesso di parlare con quel tono. Sentiva la rabbia crescergli dentro, sapeva che avrebbe ucciso quell’uomo a qualunque costo.
Sette giorni dopo, Mario Rossi combatteva per difendere il titolo italiano di wrestling. Dall’altra parte sarebbe dovuto salire lo sfidante, invece salì una ragazza, vestita di bianco con i capelli che le coprivano il viso. Quest’ultima disse “Il tuo sfidante sono io combatti, o muori!!!” “Ok”.  La povera Samara non sapeva a quello a cui andava incontro. Volò una trentina di volte fuori dal ring e se non fosse che era già morta, non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Aveva perso. Il naso era più che rotto, gli occhi erano neri ed era coperta di lividi. Se ne andò via con una borsa del ghiaccio sulla testa gridando a ogni passo “Ahi, ohi!”.

*

Sassari, parco giochi. Dei bambini stavano giocando a calcio. Si ma che c’entra? Niente, però ci sta bene no? 

Il signor Luigi Verdi era un medico stimato e rispettato in tutta la città. Conosceva il nome di qualsiasi tipo di medicina, per questo era diventato ricchissimo. Possedeva una costosissima villa e uno schermo ultrapiatto che aveva appeso al soffitto. Un giorno decise di guardare una videocassetta che aveva trovato in un angolo nascosto di casa sua. Appena finita suonò il telefono al quale rispose “Si?” “Sette giorni” “Vuoi una visita tra una settimana?” “No tu...” “Oh che voce roca, ci vorrebbe un bello sciroppo, che ne pensi se ti diamo il...” “Non mi serve nessuno sciroppo!” “E allora cosa vuoi” “Tra sette giorni morirai” “Grazie altrettanto” “Bastardo, non è una barzelletta!” “Ah no?” “No è la verità!” “Ti irriti troppo, ti ci vorrebbe un calmante, forse il...” TU, TU, TU, TU, TU, TU “Beh perché ha messo giù? Questi pazienti…”
Passati i sette giorni il signor Verdi stava camminando per casa, quando vide che la tv si era accesa, così si sdraiò sul letto, c’era un pozzo dal quale uscì una bambina. “Che brutta!”. La bambina alzò la testa e disse “Bello tu!”. Ormai la sua faccia occupava tutto lo schermo, poi le mani uscirono dalla TV e subito dopo la testa. “Belli questi effetti speciali” il signor Verdi ammirava la scena, per migliorare l’effetto si era messo gli occhiali 3D. Quando Samara fu quasi tutta fuori dal televisore si accorse che quest’ultimo era appeso al soffitto. Luigi schivò la ragazza per un soffio, la quale cadde a capofitto sul duro granito che componeva il pavimento. Lo schianto fu seguito da un SCRACH, SCRACH(Il rumore delle varie ossa che si rompevano). “Oh poverina, ti sei fatta male?” “Ah!” “Qui ci vuole una bella visita”. Il giorno dopo Samara era come nuova, a parte per i 1450 euro in meno. In più ora doveva prendere ogni dodici minuti uno sciroppo schifoso. DRIIIN Squillò il cellulare, “Pronto?” “Ciao Samara sono Sakano, come vanno gli omi...” TU, TU, TU Samara gettò via il cellulare, adirata come non mai.
Nei giorni successivi ne capitarono di tutti i colori, trovò occupato(immaginatevi trovarvi sul cellulare: “Samara, ho chiamato alle...), gli capitò Valentino Rossi, così lo inseguì in moto, ottenendo una frattura multipla e gli capitarono due ragazzi che copiavano la cassetta in continuazione per passarla all’altro. Samara doveva chiamarli in continuazione dicendo “Sette giorni” e sentendosi rispondere “C’è l’hai già detto due minuti fa”. Infine in preda ad un esaurimento chiamò una persona dicendo “Watzup!!! Cioè scusa ho sbagliato volevo dire...”. Così Samara finì il credito, si ritrovò davanti al giudice supremo dei mostri: Edgar Allan Poe. Quest’ultimo disse “Male Samara, non sei riuscita ad uccidere nessuno, per questo pagherai” fece un cenno con il dito. Da un angolo uscì Shang Tsung di “Mortal Kombat” che la mise K.O. con un solo colpo e gridò “Ora la tua anima è mia!!!”. Samara sentì un dolore lancinante, poi si levò in aria, vide il suo corpo steso a terra, stava morendo, poi divento tutto scuro.

P.S. Forse l'inizio non è il massimo... ma tra poco prende un bel ritmo! ^__^

  
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