Oarf si sveglia, intontito. Sente che il suo corpo viene sballottato con malagrazia, ma ormai da tempo non bada più alle sue ferite fisiche: le condizioni del suo spirito sono ben più gravi.
Quando finalmente riesce a mettere a fuoco il mondo attorno a lui, capisce di essere nella sua solita gabbia, che a quanto pare gli uomini hanno messo in un carro di legno mentre dormiva.
Il drago grugnisce dal dolore mentre si alza sulle quattro zampe, barcolla un po', poi riacquista l'equilibrio. La zampa ferita gli duole da impazzire, ma non darà certo agli umani la soddisfazione di sentirlo mugolare.
Viaggia in quello schifoso carro per quelli che sembrano giorno, senza pause, finché la struttura, traballando un po', si arresta.
Le porte del carro vengono spalancate, e la luce del sole ferisce gli occhi sensibili di Oarf. La gabbia viene trascinata fuori, all'aria aperta, e subito il drago tenta di azzannare l'uomo più vicino attraverso le sbarre.
Quasi rovescia la sua prigione, e sente gli umani imprecare:
« Non vedo l'ora di liberarmi di questa seccatura! » brontola in più giovane.
Oarf mostra le zanne, per indicare che la cosa è reciproca.
Lo portano in un'ampio spiazzo: guardandosi intorno, il drago capisce che si trova in una base di umani, costruita quasi interamente in legno.
Due piccole figure si avvicinano: sono una ragazzina minuta dai corti capelli blu, e uno gnomo che le arriva appena alla vita; entrambi indossano abiti da battaglia e hanno una spada alla cintura.
La piccola umana si ferma davanti a lui e lo osserva estasiata, come se fosse un giocattolo nuovo; lo gnomo, invece, non sembr convinto.
« Come mai è rinchiuso? » chiede ai carcerieri di Oarf.
Lo stesso soldato di prima lancia un'imprecazione.
« Questa bestia è una maledizione! Non si lascia avvicinare da nessuno. Ha quasi ucciso un cavaliere che aveva provato a montarlo, il bastardo. »
Il drago ringhia appena, e l'uomo ha il buon senso di allontanarsi fuori dalla portata di un'eventuale fiammata.
« Ha delle cicatrici. »
« Certo che le ha. Ha già combattuto. » risponde un'altro umano, per poi raccontare della morte del suo Cavaliere.
Oarf non vuole neanche asoltare tali discorsi.
Il nano e la cucciola d'uomo si scambiano qualche parola, poi se ne vanno.
Il drago viene trascinato in un'Arena, e riescono a legarlo per la zampa ferita. Quall'affronto lo fa infuriare: cerca di addentare la catena per spezzarla, ma l'unico risultato che ottiene è di segnarsi la pelle coriacea.
Molti curiosi si sono radunati per osservarlo, poco distante, ma ad Oarf basta ruggire per farli scappare come conigli.
Anche i carcerieri se ne vanno, sollevati, e il drago rimane solo al centro dell'Arena, in compagnia della sua rabbia e dei suoi pensieri.
Quando finalmente riesce a mettere a fuoco il mondo attorno a lui, capisce di essere nella sua solita gabbia, che a quanto pare gli uomini hanno messo in un carro di legno mentre dormiva.
Il drago grugnisce dal dolore mentre si alza sulle quattro zampe, barcolla un po', poi riacquista l'equilibrio. La zampa ferita gli duole da impazzire, ma non darà certo agli umani la soddisfazione di sentirlo mugolare.
Viaggia in quello schifoso carro per quelli che sembrano giorno, senza pause, finché la struttura, traballando un po', si arresta.
Le porte del carro vengono spalancate, e la luce del sole ferisce gli occhi sensibili di Oarf. La gabbia viene trascinata fuori, all'aria aperta, e subito il drago tenta di azzannare l'uomo più vicino attraverso le sbarre.
Quasi rovescia la sua prigione, e sente gli umani imprecare:
« Non vedo l'ora di liberarmi di questa seccatura! » brontola in più giovane.
Oarf mostra le zanne, per indicare che la cosa è reciproca.
Lo portano in un'ampio spiazzo: guardandosi intorno, il drago capisce che si trova in una base di umani, costruita quasi interamente in legno.
Due piccole figure si avvicinano: sono una ragazzina minuta dai corti capelli blu, e uno gnomo che le arriva appena alla vita; entrambi indossano abiti da battaglia e hanno una spada alla cintura.
La piccola umana si ferma davanti a lui e lo osserva estasiata, come se fosse un giocattolo nuovo; lo gnomo, invece, non sembr convinto.
« Come mai è rinchiuso? » chiede ai carcerieri di Oarf.
Lo stesso soldato di prima lancia un'imprecazione.
« Questa bestia è una maledizione! Non si lascia avvicinare da nessuno. Ha quasi ucciso un cavaliere che aveva provato a montarlo, il bastardo. »
Il drago ringhia appena, e l'uomo ha il buon senso di allontanarsi fuori dalla portata di un'eventuale fiammata.
« Ha delle cicatrici. »
« Certo che le ha. Ha già combattuto. » risponde un'altro umano, per poi raccontare della morte del suo Cavaliere.
Oarf non vuole neanche asoltare tali discorsi.
Il nano e la cucciola d'uomo si scambiano qualche parola, poi se ne vanno.
Il drago viene trascinato in un'Arena, e riescono a legarlo per la zampa ferita. Quall'affronto lo fa infuriare: cerca di addentare la catena per spezzarla, ma l'unico risultato che ottiene è di segnarsi la pelle coriacea.
Molti curiosi si sono radunati per osservarlo, poco distante, ma ad Oarf basta ruggire per farli scappare come conigli.
Anche i carcerieri se ne vanno, sollevati, e il drago rimane solo al centro dell'Arena, in compagnia della sua rabbia e dei suoi pensieri.
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Look at... we!
Salve a tutti!
Ci scusiamo se il capitolo è un po' corto, ma...
...almeno l'abbiamo postato in fretta, no?
Speriamo di farci perdonare con il prossimo!
Baci,
l. e D.
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Ci scusiamo se il capitolo è un po' corto, ma...
...almeno l'abbiamo postato in fretta, no?
Speriamo di farci perdonare con il prossimo!
Baci,
l. e D.