Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: MissZombie    07/08/2007    4 recensioni
Una luce accecante.
Poi il buio.
E poi mille altri flash, potenti come i fari di un'auto prima di un terribile incidente frontale.
Il cuore che accellera impetuosamente il suo battito,
mozzando il respiro tra il petto e la gola.
Ogni sensazione che si amplifica all'altezza delle tempie,
le membra come atrofizzate.
La lotta contro il successo nonostante l'amore per le sue comodità,la musica e quattro ragazzi diciottenni alle prese con una realtà un po' diversa grazie alla loro nuova fotografa.
Abbiate pazienza,ma faccio schifo con le introduzioni ^^ vietato introdurre tag br doppi. Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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KAPITEL 3   .Leb Die Sekunde ; Zeit läuft .



Dein Leben sinnentleert, Deine Schatten tonnenschwer.
Und alles was Du jetzt brauchts, hast Du nicht.
Du suchts den Regenbogen.





Antje non era mai entrata in uffici così grandi, il suo lavoro si limitava a farla piazzare sotto un palco con la sua macchina fotografica,
non a seguire le band nelle sedi enormi di giornali tedeschi e assistere alle loro interviste..
Era decisamente una novità,e nonostante cercasse di nasconderlo e di soffocare con tutte le sue forze l'entusiasmo, lei amavo le novità e in quel momento,mentre seguiva quelle quattro figure davanti a sè lungo i corridoi degli uffici di Bravo, sguazzava nella sua frivola felicità.
"Non ho voglia di fare l'ennesima stupida intervista dove l'argomento principale sarà la nostra presunta verginità piuttosto che le nostre canzoni" esordì ad un tratto Georg,sbuffando e mettendosi le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri,mentre un'impercettibile ombra di indisposizione gli si dipingeva in volto.
"Dai,pensa che stasera potrai sfogarti sul tuo basso mentre suoniamo.." cercò di rassicurarlo Gustav,dandogli una sonora pacca sulle spalle in modo solidale.
"A me non dispiace fare queste interviste,lo trovo divertente." disse Bill,storcendo le labbra verso destra,pensieroso.
Il suo gemello gli diede un lieve spintone,ridacchiando "Ma tu sei una primadonna,ormai lo sanno tutti!!!" lo sfottè gentilmente, beccandosi una linguaccia come risposta.
Antje sorrise,e in quel momento si sentì tanto come seduta sul divano di casa sua,intenta a guardare qualche diario di mtv sulla band di turno,e una forte sensazione di disagio le si abbattè contro,facendola sentire come schiacciata a terra da una forza immensa.
Era lì dietro di loro,come un'ombra silenziosa pronta a scattare foto per immortalare ogni loro sorriso,ogni loro minimo e naturale gesto,raccogliendo frammenti delle loro vite e le venne spontaneo chiedersi se mai un giorno ci sarebbe entrata anche lei,in qualche modo,in quelle vite.
"Stupida,smettila di farti seghe mentali e fai il tuo lavoro,nemmeno li conosci" le rispose una vocina graffiante dentro di sè,e subito si sentì meglio.
Mentre i Tokio Hotel si incoraggiavano a vicenda prima di affrontare l'ennesima intervista della loro vita,entrarono in una sala grande tre volte la camera da letto di Antje;al centro troneggiava un lungo tavolo di vetro circondato da una decina di sedie girevoli di pelle nera, dietro ad esso la parete non esisteva,perchè sostituita da una enorme vetrata dalla quale si poteva vedere gran parte della città dall'alto.
"Ciao ragazzi,io sono Kristian,l'assistente della vostra truccatrice.." una voce maschile acuta costrinse la ragazza a smettere di ispezionare l'ufficio dove si trovavano per guardare quell'ometto basso dai lunghi capelli biondi e mossi e il sorriso degno di una pubblicità di qualche dentifricio,che stringeva tra le mani una valigetta di pelle nera.
"Truccatrice?" chiese Tom,appoggiandosi lievemente ad Antje con una spalla,forse senza rendersene conto.
"Esatto..Gioie mie,sarete lieti di sapere che oltre all'intervista il nostro fotografo dovrà scattarvi alcune foto per decorare bene l'articolo che verrà pubblicato nel numero di gennaio!" esclamò Kristian,sfregandosi le manine in modo spastico,e si diresse verso un cordless rosso vivo posto al centro del tavolo,ancheggiando vistosamente.
"Classico esempio di frocio." le sussurrò Tom all'orecchio,e lei non potei fare a meno di scoppiare a ridere nel modo più discreto possibile.
"Ahhh,ridi!Allora non mi odi poi così tanto." constatò poi il rasta,sorridendole maliziosamente.
Subito lei fece un passo indietro,alzando gli occhi al cielo "Non farti troppe illusioni,Kaulitz." borbottò,contrariata.
"Non risponde..Per la miseria..Io sono solo il suo assistente,non sono in grado di truccare nessuno.." disse Kristian ripondendo il telefono al suo posto e appoggiando la sua valigetta sul tavolo,per poi aprirla e mostrarne il contenuto,ovvero la trousse di trucchi più fornita che Antje avesse mai visto in vita sua.
"Beh,io sono già truccato se è per questo.." si pavoneggiò Bill,sorridendo e posando una mano sul suo fianco destro,sistemandosi i lunghi capelli corvini striati di platino.
"Tu sì,caro,ma gli altri no..Guarda che brufoli" disse Kristian,prendendo tra le mani il viso di Tom e indicando un paio di foruncoletti sulla sua fronte. Il rasta fece una faccia schifata e si dimenò,fino a sfuggire dalla presa del loro nuovo "amico",mentre la fotografa se la rideva di gusto.
"Signorina!!!!" esclamò ad un tratto Kristian,avvicinandosi a lei e passandole un braccio attorno alle spalle,sorridendo amabilmente.
"Ho paura di rispondere.." sussurrò lei,facendolo scoppiare a ridere. "Suvvia non faccia la timida.. Sono certo che lei saprà truccare questi ragazzi al meglio." decise,trascinandola davanti alla trousse e tornando dai ragazzi per pescare il primo che avrebbe deciso di torturare,o meglio,di far torturare da lei.
"Ma..Kristian,io non credo di.." balbettò ancora, cercando una scusa degna di quel nome,ma l'ometto le piantò davanti Gustav,facendolo sedere su una sedia pressandolo per le spalle e le sorrise "Tranquilla gioia,sono certo che farai il tuo lavoro benissimo..TI PREGO!!!!" la implorò,mordendosi il labbro inferiore,preoccupato.
"Ma io.."
"Per favore,cara..Non voglio rischiare il mio posto di lavoro,ti pagheremo,ovviamente,devi solo truccare questi tre ragazzi prima che vengano intervistati..".
Povero Kristian,le faceva pena,in fondo sarebbe stata una paga in più e dare una pennellata di phard in faccia a tre musicisti sarebbe stato un gioco da ragazzi,perciò decise di accettare.
Si voltò verso la valigetta e prese il tubetto di correttore,che le sembrava la cosa più logica da usare per coprire qualche brufoletto,poi si voltò verso Gustav,che la guardava con gli occhi spalancati.
"Gustav..Non sono un'incapace,fidati,sarà una cosa rapida e indolore!!!" cercò di tranquillizzarlo,ma lui deglutì rumorosamente.
"No,è che..Sai..Io odio farmi truccare dai professionisti,e quindi sai,sono un po' nervoso.." si scusò,abbassando gli occhi.
"Dai,stai tranquillo..Farò in fretta e sarai uno splendore,promesso." disse lei,sorridendo.
Lui fece lo stesso,quindi lo prese come un invito a procedere e cominciò a coprire le imperfezioni della sua pelle con il correttore,tamponandolo poi con le dita per sfumarlo.
"Tutto bene fin'ora?Io avrei paura ad essere in mano a quell'arpia!!!!" urlò Tom dall'altra parte della stanza.
"Quando toccherà a te ti caverò via gli occhi con le dita invece di coprirti i brufoli,Kaulitz!!" urlò la ragazza di rimando,poi sorrise gentilmente a Gustav prima di cominciare a passargli con una spugnetta un po' di fondotinta sul viso.
Lui strizzò gli occhi e serrò le labbra,e Antje non potè trattenere le risate,ci sarebbe voluta una foto,ma in mancanza della sua macchina fotografica si accontentò di imprimere nella sua mente quell'espressione,per poi ricordarla in futuro e sorridere.
Passò un pennello intriso di phard sul viso di Gustav e poi sorrise,invitandolo ad alzarsi.
"Allora non è stato così tremendo come pensavo..Grande!!!!" disse lui,allontanandosi e lasciando spazio a Georg,che si sedette sulla sedia e si riavviò i capelli,in attesa che la "truccatrice" iniziasse. Sembrava molto più tranquillo di Gustav,infatti Antje fece il suo lavoro più in fretta e in men che non si dica si ritrovò Tom stravaccato sulla sedia a guardarla,scettico.
"Tom,avanti,siediti bene e levati il cappellino e la fascia,così facciamo in fretta e voi sparite per un po' dalla mia vista per fare l'intervista.." gli disse,mettendosi le mani sui fianchi,ma lui non si mosse di mezzo centimetro,anzi,sul suo viso si dipinse quel maledetto sorrisino sghembo che lei odiava con tutte le sue forze,perchè era segno di una sfida.
"No,se vuoi,mi trucchi così." rispose,strafottente.
Antje pregò tutti i santi chiedendo di farla stare calma,quindi decise di rispondegli per le rime,in modo discreto.
"Se non te li vuoi levare vorrà dire che te li ritroverai sporchi di fondotinta,e a me non interessa se ciò accadrà,dopotutto hai più cappellini che mutande,scommetto." lo avvertì, facendolo sbuffare e costringendolo a toglierseli e lanciarli malamente sul tavolo.
Senza tutto quell'ambaradan in testa stava decisamente meglio,aveva un bel viso,i lineamenti dolci come quelli di Bill,e senza una stupida visiera a nasconderli era molto meglio,ma ovviamente non gliel'avrebbe mai e poi mai detto.
Si mise al lavoro,ma il continuo sbuffare e muoversi di Tom la costrinse a impiegare un quarto d'ora per truccarlo,e alla fine si ritrovò stizzita e nervosa per colpa sua,mentre lui si rialzava tranquillamente e si infilava la sua fascia nera e si calcava in testa il suo cappellino a strisce verticali avorio e nere.
"Bravissima tesoro,ora ragazzi andiamo,siete in ritardo per l'intervista." disse Kristian,battendo le mani e richiamando l'attenzione di tutti.
Tom indicò Antje "E' colpa sua se siamo in ritardo,ci ha messo un sacco di tempo per truccarmi." disse,fingendosi offeso.
Lei spalancò gli occhi,irritata "Kaulitz,stai zitto,è tutta colpa tua se ci ho messo di più per truccarti,razza di stupido!" inveì,ma Bill le tappò la bocca con un gesto rapido della mano.
"Shhh dai non litigate,lascialo perdere..Ci vediamo dopo l'intervista!" le sorrise,inclinando lievemente il capo di lato,poi seguì gli altri dentro la stanza per le interviste,sparendo dietro la porta e dalla sua vista.
Lei si avvicinò,curiosa di ascoltare l'intervista e speranzosa di riuscire a sbirciare un pochino da qualche fessura,per accontentare la sua curiosità,ma una mano la trascinò nella stanza di prima.
"Vieni cara,ti devo ancora pagare e mi devi aiutare a mettere a posto la trousse" ordinò Kristian,allontanandola dai Tokio Hotel,dall'intervista,e dalla sua speranza segreta di poter entrare,almeno un po',a far parte delle loro vite.




*

Ich bin hier irgendwo gelanded
Kann nicht mehr sagen wer ich bin
Hab die Erinnerung verloren
Die Bilder ergeben keinene Sinn





-Berlino.Columbiahalle.Ore 17:00-


Era incredibile. I ragazzi stavano semplicemente facendo il soundcheck e da dentro la Hall si sentivano echeggiare le urla dei fans di fuori,accalcati contro alle transenne,che
cantavano a squarciagola ed emettevano gridolini di gioia.
Antje sorrise,quelle urla scaldavano il cuore a lei,figuriamoci ai Tokio Hotel.
Da una parte poteva immaginare quanto felici potessero essere tutte quelle persone che erano in fila da interminabili ore,contenendo bisogni fisiologici e facendosi addormentare le membra per mantenere il loro posto davanti,eccitate perchè di lì a poco avrebbero sentito la loro musica entrare nei loro cuori..
Dall'altra parte,invece,si sentiva incredibilmente triste,come spesso succedeva,perchè si rendeva conto che il lavoro le aveva rubato l'adolescenza e le pazzie che tutte le ragazze della sua età facevano per,come esempio,seguire le band che adoravano.
Non sapeva cosa volesse dire essere fan,come quelle persone che in quel momento scalpitavano fuori dal Columbiahalle,o come quelle che si facevano kilometri e kilometri solo per un concerto o la speranza di incontrarli.
Non sapeva quali emozioni si provassero.
Non sapeva nulla,il lavoro le aveva portato via le piccole gioie che si provano a quell'età,l'aveva allontanata dagli amici veri,dall'amore,dalla famiglia.
Era sola,nuda davanti a un mondo pronto a sbranarla,e se ne rendeva conto giorno dopo giorno. E si rendeva anche conto che pure i Tokio Hotel si trovavano nelle sue stesse condizioni,forse erano un po' meno in pericolo perchè si sostenevano l'uno con l'altro,mentre lei era completamente sola.
Tutto questo le fece anche rendere conto che forse era per quel motivo che sperava di poter entrare a far parte delle vite di quei ragazzi:perchè erano estremamente simili a lei e nonostante volesse mostrarsi forte e indipendente,aveva un gran bisogno di confrontarsi con persone della sua età e di essere protetta.
"Che due cretini!"
La voce di Georg,amplificata dal microfono,risvegliò la ragazza dalla corrente di pensieri nella quale stava affogando e la costrinse a farsi forza per alzare lo sguardo fino al palco,stringendo la sua amata macchina fotografica professionale Canon tra le mani.
Tom e Bill erano schiena contro schiena,il primo che si dimenava in assoli improvvisati e alquanto improbabili,il secondo che canticchiava "It's raining man" sculettando vistosamente, entrambi ridendo di gusto e brillando di una luce propria,quella luce che solo loro potevano emanare,insieme. Erano una cosa sola,quei due: anima e corpo,divisi in una metà netta.
Antje sorrise,avvicinandosi a loro e scattando un paio di foto,immortalando le loro risate e la loro felicità,la loro spensieratezza,la loro voglia di vivere.
"Ehiii stavo ridendo come un cretino,non vale!Le foto ce le dovevi fare dopo il soundcheck!" esclamò Bill,indignato, con le braccia conserte e un sopracciglio alzato.
Antje scoppiò a ridere e gli fece una linguaccia,mostrandogli un piercing alla lingua uguale al suo.
"No,caro. Non voglio farvi foto sterili e noiose con voi in posa,io immortalo ogni piccolo istante dove voi siete VOI,siete veri!" rispose,sorridendo e voltandosi di scatto verso
Georg,che stava ridacchiando con Gustav prendendo in giro i gemelli,una gamba appoggiata alla grancassa della batteria e il basso in grembo,e scattò loro una foto.
"Beccati!" li prese gentilmente in giro la fotografa,ridendo serena e spostandosi verso il lato destro del palco,mentre i ragazzi scuotevano il capo e riprendevano il soundcheck.
Antje ne approfittò per fare altri scatti.
Lavorare con quei ragazzi si era rivelato molto più interessante e appagante di quanto pensasse:erano diversi da ogni band con la quale aveva lavorato,erano così veri,puri,pieni di energia e di vita che le foto sembravano nascere direttamente dalle loro essenze,tra ombre,luci e colori.
Quando il soundcheck finì,Bill si avvicinò ad Antje e le picchettò su una spalla con un dito,sorridendo.
"Quando potrò vedere le foto?" le chiese,curioso.
Lei sorrise. "Domani,promesso!Stanotte ci lavorerò su.." disse,incamminandosi verso i camerini,con il rumore dei tacchi degli stivali del cantante come segno che la stava seguendo.
"Stanotte?Cioè non dormirai quasi niente per sviluppare queste foto e farmele vedere?" chiese,stupito,affiancandola.
Lei alzò gli occhi fino a incontrare quelli nocciola e truccati di nero di lui,curiosi e onorati di un fatto come quello.
"Bhè non solo per fartele vedere,ma..sì." rispose Antje,stringendosi nelle spalle ed appoggiandosi al muro bianco fuori dal loro camerino.
Bill sorrise,eccitato "Adoro le tue foto,non vedo l'ora di vedere queste,davvero..Sono speciali."
Antje sentì le guance avvampare,e abbassò lo sguardo per un paio di secondi.
"Grazie Bill,davvero." rispose poi,rialzando lo sguardo e fissandolo in quello di lui.
Quegli occhi sapevano rassicurarla,sconvolgerla e ipnotizzarla allo stesso tempo,era incredibile.
Rimasero così,in silenzio,a guardarsi negli occhi,scoprendo l'uno un po' di anima dell'altra,finchè una voce stizzita non ruppe quel contatto.
"Avete intenzione di restare a guardarvi nelle palle degli occhi ancora per molto?".
Bill sbuffò e passò oltre la spalla di suo fratello,entrando nel camerino.
"Ti piace Bill?" chiese Tom,appoggiandosi con una spalla al muro di fianco ad Antje e osservandola.
Lei alzò gli occhi al soffitto,poi li puntò in quelli di lui,stupendosi di quanto fossero simili a quelli del suo gemello.
"No,non mi piace Bill,e comunque dovresti imparare a farti gli affari tuoi." rispose,tranquilla,lasciandosi scivolare contro il muro fino a sedersi.
Tom fece lo stesso. "Perchè litighiamo sempre?" chiese.
"Non litighiamo Tom..Ci punzecchiamo e basta." rispose lei,alzando le spalle.
"Si, ma perchè lo facciamo e non andiamo d'accordo?Tu e Bill andate d'accordo..E anche con Georg e Gustav."
"Perchè tu sei una testa di cazzo." rispose ridendo lei,e zittendolo per qualche istante.
"Bhè ma che c'entra?" esordì lui poi,mettendo su il broncio.
Antje sospirò,massaggiandosi le tempie. "C'entra,c'entra. Se tu avessi voglia di parlare con una ragazza,invece di portartela solo a letto,e quindi di avere un confronto mentale con lei,uno scambio di opinioni eccetera,forse ti renderesti conto di quello che voglio dire.Invece ti limiti a scopare,mangiare,suonare,andare a dormire,e hai anche il coraggio di lamentarti se non andiamo d'accordo.." rispose.
Tom fece una smorfia "Almeno io le mie esperienze le faccio. Tu hai la mia età e lavori come una cinquantenne,non vivi la tua vita,preferisci nasconderti dietro cosa?Ah si,il tuo lavoro,ovviamente. Lavoro,lavoro,lavoro,e poi cerchi di andare d'accordo con chi popola la tua vita per un mesetto e poi sparisce,come noi,perchè speri di riuscire a sorridere un po' siccome hai perso tutte le persone che riuscivano a farti stare bene. Sai che ti dico,Antje Strauss?Impara a vivere la vita invece di attaccare chi non cerchi nemmeno di conoscere veramente per paura di affezionartici troppo e poi lasciarlo,perchè se non vivi il momento e non prendi la vita come viene,rischi di ridurti peggio di quanto tu ti sia ridotta fino ad ora."
Antje sentì un piccolo CRAC dentro il suo petto, e poi un piccolo e sordo urlo che le si diffondeva nella testa,sfiorandole il cervello e facendole tremare ogni singolo osso del suo corpo,mentre un dolore silenzioso e acuto le stringeva in una morsa unica cuore,stomaco e polmoni,facendole mancare il respiro.
"Vuoi andare d'accordo con me,Tom Kaulitz?" chiese,voltandosi verso di lui e fronteggiandolo con lo sguardo,cercando di reprimere le lacrime che pungevano come spilli dietro i suoi occhi scuri.
"Sì."
"Allora impara ad avere più rispetto nei miei confronti e a morderti la lingua quando sai che stai per dire qualcosa di sbagliato." rispose,alzandosi,poi entrò in camerino come una furia,raccogliendo le sue cose e infilandosi il suo doppiopetto nero.
"Cosa succede?" bisbigliò Georg a Gustav,che gli fece cenno di stare zitto,le sopracciglia aggrottate.
"Dove vai Antje?" chiese Bill,avvicinandosi a lei e appoggiandole una mano sulla spalla.
Lei si allontanò,gli occhi lucidi e le gote arrossate.
"Per oggi ho finito qui,vado casa..Buona serata." rispose,imponendosi di restare calma e indifferente,ma la voce era spezzata dalla delusione e dalla voglia di piangere,mentre una lacrima minacciava di uscire dal suo occhio destro,quindi si voltò e uscì,percorse il corridoio con grandi falcate e uscì nel retro del Columbiahalle,appoggiandosi ad un muro e lasciando,con un singhiozzo,che tutte le sue lacrime uscissero fuori e si sfogassero.
Pioveva a dirotto,le gocce fredde le colpivano il viso con violenza e il vento freddo la fece rabbrividire,ma poco importava.
Le parole di Tom le rimbombavano in testa,pesanti come macigni.
Facevano male,tagliavano come delle lame,perchè erano maledettamente vere,e odiava ammetterlo ma lui aveva ragione.
Non era MAI successo. Mai prima di quel momento qualcuno dei musicisti con i quali lavorava si era premurato di capirla,conoscerla,invece i Tokio Hotel erano diventati in meno di 48 ore i suoi primi amici dopo quelli che lei aveva abbandonato per il suo lavoro, e per quanto lei si sforzasse di odiare Tom,era il primo che aveva avuto il coraggio di sbatterle in faccia la verità,per quanto essa potesse far male,ed era stato il primo ad averle mostrato a parole di conoscerla nonostante tutto.
La folla dentro la Hall urlava,si sentiva persino da fuori. Quelle urla sovrastavano il pianto delle gocce di pioggia che si schiantavano contro il terreno e sovrastavano ogni pensiero di Antje,che si accasciò a terra e chiuse gli occhi,cercando di calmarsi.
Rimase lì un'ora buona,finchè non sentì le urla della folla amplificarsi,e alcune note di chitarra diffondersi fino alle sue orecchie.
Il concerto stava iniziando.
Non voleva rientrare,ma nemmeno prendere un taxi e tornare a casa.
Rimase semplicemente lì,sotto la pioggia,mentre la musica dei Tokio Hotel la investiva e la completava.
Non le importava se il giorno dopo si sarebbe svegliata con 40 di febbre,non le importava di nulla, perchè stava semplicemente vivendo il momento e prendendo la vita così come veniva,seguendo inconsciamente il consiglio che Tom le aveva dato sotto forma di insulto.


****************




E anche questo capitolo è andato ^_^
Ho voluto incentrarmi più sui pensieri di Antje e descrivere la sensazione di disagio che prova stando con quei quattro ragazzi che invece sembrano essersi subito affezionati a lei,insomma la paura che prova nei loro confronti e nei confronti della vita in generale,perchè si rende conto che ha bisogno di aprire gli occhi..
Nel prossimo capitolo invece mi concentrerò più sui Tokio Hotel,ma non svelo nulla di nulla.
Mi scuso per il ritardo con il quale posto,ma oltre a dover fare a botte in continuazione con la mia ispirazione,da domani sarò per un po' di giorni da mia cugina al mare(eh si,anche i cadaveri come me hanno bisogno di un po' di sole a volte =P),quindi per almeno una settimana niente quarto capitolo..
Spero di trovare tante recensioni al mio ritorno,che mi piacciono tanto *.*


Grazie a chi invece fino ad ora ha commentato la mia:

Juliet: Sei sempre la solita,tu e il tuo Tomi =P Non ti garantisco che il bacio arriverà,mi piace mantenere l'alone di mistero(o più semplicemente non lo so nemmeno io XD).. Però se accadrà dai,scriverò facendo finta che Antje sia te =* Ti adoroh.

Judeau: Noo io adoro i tuoi excursus gemanistici,poi se sono su Berlino come quello che mi hai fatto *.* Io amo quella città,me ne sono innamorata,è da vivere veramente,sotto ogni sfumatura,in ogni sua parte,dettaglio..E' Berlino,diamine XD Grazie per i complimenti comunque,fatti da te sono ancora più apprezzati ^_^ Kuss

FrankieLou: Tesora,grazie mille =) Lo so,lo so che i Tokio Hotel proprio non ti piacciono(tranne Rette Mich =P)..Quindi un grazie grande il doppio <3

MyLadyOfSorrow: E la vedrai Berlino con me..Manca poco a dicembre,se ci pensi,dai..Non vedo l'ora nemmeno io *.* E non dire cazzate,l'alunna non ha superato la maestra... Perciò
Weißt du daß ich dich hasse? che la maestra continui a commentare anche se ora è in campeggio <3 Perchè i suoi commenti sono quelli più attesi. Ich liebe dichhhh.

RubyChubb: Ehhh anche io adoro la fotografia,e uno dei miei tanti sogni sarebbe anche fare il lavoro che fa Antje in questa ff: fotografare le band durante i loro concerti..E' un modo per immortalare le loro emozioni,e rivederle sulle foto..Grazie x la recensione *.* Sappi che sei il mio idolo,sei un genio e voglio presto il continuo della tua =P Kussss

mary: Grazie mille,sono contenta che la storia ti piaccia ^^ Fammi sapere se ti è piaciuto questo capitolo anche se è un filino più triste. Kuss

Elychan: Nono,tu non hai visto la mia di camera..Ogni volta che entra qualcuno mi dice che sembra che ci abbiano buttato dentro una bomba e poi abbiano richiuso la porta alle loro spalle XD Per quanto riguarda Tom..ehhh non è tanto lui che non digerisce lei,ma viceversa..Ma chissà che le cose non cambino? Kuss


Un GRAZIE enorme anche a chi ha commentato la mia oneshot Weißt du daß ich dich hasse?
Kuss
  
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