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Autore: _xLucynda    19/01/2013    1 recensioni
-tu sei la mia guarigione-
Il sussurro di Vivian si levò nella stanza come un battito d'ali.
Il ragazzo le sorrise con quei suoi occhi verdi,accarezzandole i capelli rossi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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-Tranquilla,loro possono aiutarti,sai bene che hai bisogno di aiuto,e qui possono aiutarti a risolvere i tuoi problemi- Quelle parole risultarono come una stupida parte recitata nei confronti di Vivian,che teneva lo sguardo basso,incapace di osservare l'edificio che l'avrebbe ospitata per un po' di tempo. "E se questo periodo durasse un anno? o due anni?" Quei pensieri  osceni affollavano la mente della ragazza,che ormai non badava alle rassicurazioni dei genitori. Quando finalmente si decisero a varcare la soglia della Clinica,Vivian teneva stretto il borsone blu elettrico in cui giacevano i suoi pochi averi. Non aveva portato tante cose,convinta che per restare in camera tutto il giorno,sarebbe bastato anche solo un pigiama. Difatti non aveva voglia di uscire per i corridoi e mostrare a tutti la sua faccia da psicopatica brutta,sfigata e triste. Le mura della Psycho Clinic erano tapezzate di Bacheche,nelle quali erano stati attaccati appunti di ogni tipo. Appena le bacheche finirono,la ragazza notò un'ampia sala d'attesa,zeppa di persone dalle facce sconvolte. Vivian si rispecchiò molto in quei volti vuoti,e si chiese se anche il suo avesse quell'espressione. -Signori Darkbloom!- una vocina irritante si levò nella stanza. Dopo pochi secondi,la fanciulla si rese conto che la 'vocina irritante' apparteneva ad un'infermiera armata di un Blocknotes alquanto bizzarro,difatti era pieno di nomi,tra i quali Vivian riconobbe il suo. -da questa parte,prego- la donna sorrise e i suoi denti bianchissimi si mischiarono col bianco delle mura. I signori Darkbloom si precipitarono seguiti da Vivian,che ormai si era rassegnata all'idea di marcire in quel posto lugubre. L'infermiera li condusse in un corridoio lunghissimo,lungo il quale si estendevano file di porticine di legno,piccole e piene di chiodi. "wow,sembra una prigione." pensò la ragazza entrando nell'ennesima porta alla quale era stato assegnato il numero '348'. I quattro entrarono,e per un millesimo di secondo,Vivian si sentì a casa. La sensazione sparì quando vide il letto bianco,simile a quei letti d'ospedale. Era tutto rigorosamente bianco in quella clinica del cavolo. Un vaso di fiori ormai secchi giaceva sulla finestra ricoperta di sbarre color legno,ed un armadio alto quasi un metro e cinquanta s'innalzava imponente sul lato destro della camera. -Beh,potete rimanere cinque minuti,dopo di questi,dovreste andarvene,la ragazzina ha bisogno di riflettere- di nuovo quella voce irritante. La ragazzina abbassò lo sguardo,mentre l'infermiera uscì sculettando. Il signore e la signora Darkbloom fissarono Vivian con occhi languidi,per poi scoppiare in lacrime. -Ci mancherai tesoro,ti verremo a trovare sabato,riguardati.- queste le parole che i due sussurrarono tenendo gli occhi fissi sul corpo esile che si ritrovavano davanti,per poi  uscire. Vivian avrebbe voluto raggiungerli,ma le gambe erano fragili e le impedivano di muoversi. Pianse,non una,nè due,ma un milione di lacrime riempirono il suo maglione color pesca. Si distese sul letto,nascondendo il volto fra le lenzuola pulite. Dopo aver fissato invana i fiori secchi e spenti come il suo sorriso,si addormentò,in preda all'angoscia che le stringeva il cuore. 

 

 

  
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