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Autore: Gold_Coast    20/01/2013    7 recensioni
-Perchè fai così, cosa ti ho fatto?- li chiesi
-Io ti odio- mi disse tranquillamente
-Perchè?- non li avevo fatto niente, non aveva un valido motivo per odiarmi
-Ti odio perchè non riesco ad odiarti- mi rispose
E pensare che era il mio allenatore di pallavolo.
NON E' LA SOLITA STORIA D'AMORE CHE DURA UNA SETTIMANA.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente mi svegliai, e notai che Londra quella mattina cera soleggiata. In cielo splendeva un bellissimo sole, una giornata bellissima, quelle che non capitano quasi mai, perché Londra è quasi sempre nuvolosa.
Non avevo scuola oggi poiché era sabato, così controllai l’ora e l’orologio segnava le dieci del mattino, mi alzai feci colazione e mi vestii pronta per uscire a fare compere.
Camminavo per le strade affollate di Londra godendomi un meraviglioso panorama davanti a me: il big ben. Qualcuno ad un tratto mi diede una spallata facendo rovesciare tutte le buste che avevo in mano.
-Idiota- dissi a denti stretti
-Stai attenta a dove metti i piedi- mi ringhiò contro, alzai lo sguardo su di lui, era un ragazzo sulla ventina, i ricci li ricadevano morbidi sul viso dandoli un aria incredibilmente tenera, e gli occhi sembravano due smeraldi, verdi, erano semplicemente bellissimi.
-Sei tu che mi sei venuto addosso coglione!- li risposi
-Ma vaffanculo- mi disse
-Vacci te- dissi, mi chinai per raccogliere le buste e poi me ne andai…pff chi credeva di essere un Dio greco?be, non c’era molta differenza però…insomma era un maleducato, con un carattere di merda da quanto ho potuto capire.
Finito il mio giro mi diressi verso casa per prepararmi un pranzo leggere poiché verso le due di pomeriggio avrei avuto gli allenamenti di pallavolo, e morivo dalla voglio di veder chi fosse il mio nuovo allenatore.
Mangiai una mela, perché il frigorifero era completamente vuoto.
Andai in camera mia per vedere se mi era arrivato qualche messaggio sul cellulare, e ne trovai uno di Letizia ‘Ciao bella passo a prenderti io e andiamo agli allenamenti insieme ok?xxx’
Letizia era un ottima amica, la considero una sorella, perché in questi anni abbiamo legato tantissimo, non so cosa farei senza di lei.
‘ok a dopo :) ‘ li risposo
Incominciai a prepararmi mettendomi i pantaloncini e una maglietta a maniche, piena di sponsor di ogni genere, dal meccanico alla farmacia, una cosa assurda; misi sopra una felpa e dei leggins, preparai il borsone con una bottiglia d’acqua i un litro, le ginocchiere e le scarpe.
Andai in bagno, mi tolsi il trucco e mi feci una coda alta mettendoci mille mollette, ecco questo era il difetto di chi giocava a pallavolo: mettersi mille mollette, perché non si sa mai, qualcuna può averne bisogno di una molletta, oppure mentre giocavi se ti ricadeva un ciuffo di capelli in faccia lo aggiustavi subito con una delle mille mollette, tutte ne mettevamo molte.
Sentì il campanello suonare così corsi giù in fretta e furia dalle scale, inciampando su me stessa e cadendo fratturandomi l’anca.
-Cazzo che male- urlai, cercai di aggrapparmi alla ringhiera della scala, e a missione compiuta andai ad aprire alla porta con espressione dolorante
-Caduta di nuovo Meg?- mi disse Letizia con un’ espressione divertita in volto
-Si, andiamo?- dissi prendendo il borsone
-Ok- mi rispose
 
***
-Tu lo sai che Thomas oggi se ne va e arriva un allenatore nuovo?- chiesi
-Oddio no, non vedo l’ora di vedere chi sarà, però un po’ mi dispiace per Thomas, ci segue da quando avevamo sei anni a malapena- mi disse leggermente triste
-Si va be ma anche a me dispiace, però è bello cambiare, insomma, niente più sfuriate, niente più pallonate nella schiena se sbagliavi, cioè è il paradiso- dissi entusiasta, lei rise di gusto
-Ma che ne sai?magari questo che arriva è peggio- disse, io feci spallucce –E poi quanti anni ha questo?- continuò
-Denise mi ha detto sulla ventina- risposi indifferente
-Oh, quindi giovane, sarà piuttosto imbarazzante credo-
-Già- risposi
Arrivati alla palestra, entrammo negli spogliatoi, salutai tutte con un bacio sulla guancia e un abbraccio, erano le mie sorelle, una squadra per giocare bene deve conoscersi bene, sapere che mosse potrebbe fare l’altra e così via. Mi misi le ginocchiere e le scarpe, e uscimmo tutte dallo spogliatoio contemporaneamente, chiacchierando e scherzando come delle sceme.
Letizia era la più simpatica del gruppo, secondo lei faceva delle battute squallide, non so il motivo, ma le battute squallide fanno sempre ridere.
Il nuovo allenatore non era ancora arrivato così incominciammo a montare la rete e tirare fuori le palle da uno scatolone e metterle nei carrelli, quelli della spesa che avevamo rubato due anni fa.
Vedendo ancora che non arrivava nessuno incominciammo a giocare a pallavolo, mi misi in quattro, cioè in attacco.
Letizia mi alzò una palla perfetta, così con grande fatica feci un grande salto e schiacciai la palla nell’angolino in fondo al campo, facendo rimanere tutte sbalordite, e avendo segnato un punto esultai con le compagne che avevo nella mia squadra, battendogli il cinque.
Mentre stavo ancora esultando, sentimmo un applauso, e ci girammo tutte in quella direzione, aspetta, aspetta, aspetta. Quello era il ragazzo che mi ero scontrata quella mattina, ma che ci faceva qui?
-Lei è?- chiese Denise
-Il vostro nuovo allenatore, bell’attaco…?- disse
-Megan- risposi
-Megan- ripetè lui, con un sorriso, sulle sue guance comparirono delle fossette
-Dai su continuate io vi guardo- ci disse
Continuammo a giocare, ogni tanto facevo qualche errore per distrazione, poi esultavamo perché facevamo punto, diciamo che il nostro esultare era andare al centro del campo in cerchio e fare qualche pettegolezzo sul nuovo allenatore, che sicuramente sentiva.
Dopo una buona mezz’oretta ci fermò.
-Bene ragazze, quanti anni avete?- ci chiese
-ne abbiamo tutte diciassette- rispose Letizia
-Ok, io sono Harry- disse –Voi?- ci chiese
Tutte si presentarono con un gran sorriso
-Bene io direi di fare degli spostamenti in campo, per esempio, Meg, passa in seconda linea, in sei, in mezzo- mi disse, avevo sempre odiato quel posto, tutte le palle che tirava la squadra avversaria andavano sempre in mezzo, in sei.
Sbuffai e andai nella mia postazione un po’ scazzata
-Qualcosa non va?- mi chiese lui con aria di sfida
-No- dissi mentendo
-Ti ho messo lì per vedere come te la cavi in difesa- mi spiegò, io annuì aspettando che assegnasse i posti anche alle altre, e come previsto cambiò i posti a tutte
Incominciammo a giocare, eravamo tutte un po’ impacciate, non avendo mai provato quelle postazioni, era difficile abituarsi
-No no stop- disse urlando Harry –Megan perché non hai preso la palla?- mi domandò
Io non seppi rispondere, insomma, non l’avevo vista
-Ma non vi hanno insegnato le cadute?- ci chiese
Tutte scuotemmo la testa in modo negativo, Harry si avvicinò a me, mi prese per un finco, io sussultai a quel contatto, mi prese la mano, e piano piano mi fece scivolare a terra, facendomi vìfare una caduta perfetta, quella posizione era davvero imbarazzante.
Finito l’allenamento andai a casa pensando che il nuovo allenatore, Harry, mi stava antipatico, e credo che il sentimento fosse reciproco.




scusatemi per il terribile ritardo >.<
mi dispiace D:
ringrazio le tue magnifiche persone
che hanno recensito lo scordo capitolo ** grazie <3

   
 
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