Awakening
Risveglio
Parte 26
Sentì un leggero rumore come di vele sospinte dal vento. Forse un fruscio di abiti femminili.
Quel
suono gli era familiare, lui lo aveva sempre amato molto. Lo riportava indietro
nel tempo, al ricordo di Buffy al ballo di fine anno, quando lei si muoveva con
grazia fra le sue braccia. Gli parve quasi di sentire le note di Wild
Horses. Era un ricordo dolce
amaro, ma adesso prevaleva la dolcezza. Se avesse potuto dare forma a quel
suono, quello era l’unico ricordo che gli veniva in mente.
Il
fruscio setoso del vestito di Buffy che danzava con lui.
Fu quel leggero rumore a svegliarlo. In quello stesso momento, pensò che c’era qualcos’altro che doveva ricordare, qualcosa di molto importante, ma così come era arrivato, quel pensiero scivolò subito via. Aprì lentamente gli occhi e sollevò lo sguardo. Riuscì ad intravedere qualcuno che usciva dalla stanza. Per un attimo gli parve di vedere Buffy, o per meglio dire, gli parve di intravedere un angolo della sua gonna che spariva dietro la porta. Angel sorrise e pensò che sarebbe stato bello se lei fosse davvero lì. Pensò anche che doveva dire qualcosa a Buffy.
Però non aveva voglia di ricordare cosa.
Inspirò profondamente, e pur pensando che era
impossibile, le sue narici furono inondate dal profumo di lei. Il suo odore era
ovunque. Subito dopo però, ricordò che Buffy era andata via solo il giorno
prima. Sentire il suo odore non era poi così assurdo, ma ancora, quello non era
tutto ciò che doveva ricordare. C’era un pensiero nel retro della sua mente, che
tentava di farsi strada e di venire alla luce. Era un pensiero ovattato e
soffice, ma non riusciva ad emergere alla coscienza. Sapeva di dover ricordare
qualcosa, ma non ricordava cosa.
Gli venne però in mente una parola. Miracolo.
Non aveva importanza adesso, non aveva voglia di
esplorare quel pensiero. Preferiva la dolce indolenza del lento risveglio.
Poteva quasi sentirne il sapore. Ho
fame, pensò.
Allungò le gambe e si rese conto che parevano
inchiodate al letto. Posso muovermi,
pensò come se la cosa fosse sorprendente, ma immediatamente dopo pensò anche..
Certo che posso muovermi, ho sempre
potuto. Ogni movimento era però difficoltoso e sentì dei crampi lancinanti
in tutto il corpo. I muscoli erano intorpiditi, quasi come se fossero rimasti inattivi
da chissà quanto tempo. Aprì le mani e poi le richiuse a pugno, flettendo le
dita ripetutamente. Non gli importava del dolore, aveva bisogno di muoversi e
voleva cambiare posizione. Pigramente e senza fretta, fece lo stesso movimento
con le dita dei piedi. Facendo leva sugli addominali, ruotò poi il busto,
ponendosi su un fianco e chiudendo gli occhi, poggiò ancora la testa sul
cuscino.
Si rese conto di non avere addosso la camicia.
Strano, ricordava di averla la notte prima, ma anche questo non aveva
importanza. Per un attimo contemplò l’idea di dormire ancora un po’, ma poi
pensò che era meglio alzarsi a cercare del cibo. In frigo avrebbe sicuramente
trovato qualcosa. Era davvero affamato. Per qualche strano motivo, trovò che
l’idea del sangue fosse stomachevole.
Con gli occhi della mente, assaporò invece il
gusto dolce del gelato e dei biscotti con gocce di gianduia alla menta.
Buffy
Il pensiero andò ancora a lei. Non c’era da
stupirsi di questo, l’ultima volta che aveva assaggiato quei particolari
biscotti, lei era accanto a lui, fra lenzuola sgualcite in quel letto disfatto.
Buffy era più bella che mai con i capelli spettinati, il viso arrossato, gli
occhi che brillavano languidamente, appagati dopo aver fatto l’amore con lui.
Ricordò soprattutto la sua gioia.
Questo è
un sogno, sei umano da poche minuti e hai già in frigo i biscotti
con gocce di gianduia alla menta.
Ricordò anche il suono della sua voce assonnata.
È
perfetto.
..e lui ora non sapeva più cosa fosse importante.
Il bisogno di mangiare si mescolò con altre sensazioni e rimase sullo sfondo
della sua mente. L’unico pensiero costante era lei.
Sempre e solo lei.
Le sensazioni corporee erano intense ed insolite,
ma estremamente piacevoli. Lo incuriosirono. Credette addirittura che il letto
fosse inondato dai raggi del sole del mite novembre di Los Angeles ..e ancora pensò che c’era qualcos’altro
da ricordare. Sorrise quando un nuovo e bizzarro pensiero si presentò alla sua
mente, ancora non del tutto conscia del mondo circostante. No Doyle, non sveglierò Buffy per nessuna
ragione al mondo. Il demone Mohra è tornato? Bene, dovrò ucciderlo di nuovo, ma
dopo, adesso voglio dormire ancora un po’. Non fare rumore quando
esci.
Buffy
potrebbe svegliarsi.
Cercò una posizione più comoda e muovendosi,
spostò leggermente il mento verso il basso poggiandolo sul torace, anziché sul
cuscino. Quel pensiero ovattato e soffice, che forse solo per pigrizia non
voleva riaffiorare, improvvisamente si fece strada in lui e divenne una forza
impossibile da contenere. Il battito del suo cuore risuonò nel petto e scandì il
riemergere del ricordo.
“Sono vivo.”
Si svegliò completamente. Spalancando gli occhi,
ricordò esattamente cosa fosse accaduto la notte prima. Con uno sforzo inaudito,
usando tutta la sua forza si volontà, si tirò subito su, mettendosi a sedere sul
letto. Portò la mano sul cuore per assicurarsi che fosse tutto reale. Sì, il suo
cuore batteva ancora, non era stato un sogno. Lui era
vivo.
“Connor?”
Chiamò suo figlio, avrebbe dovuto essere lì, ma al
momento non riusciva a vederlo e, cosa al
quanto insolita, non riusciva neppure a sentire il suo odore. Corresse
subito quel pensiero, riusciva a sentirlo ma era diverso. Sorrise fra sé, pensando che
forse dipendeva dalla sua nuova
percezione. Era umano adesso, probabilmente il senso dell’olfatto era cambiato
rispetto a prima. Fu sopraffatto da un ondata di gioia improvvisa. Era umano, lui era umano.
Pensò di aver dormito a lungo, visto che era già
mattina, forse Connor si era già svegliato, e per non disturbarlo era andato a
studiare nella sua stanza.
Si guardò attorno. La stanza era illuminata dai
raggi del sole che filtrava dalle finestre spalancate, era ormai giorno fatto.
Forse è andato a lezione, pensò
Angel. Sicuramente è stato lui ad aprire
le finestre, ora sa che il sole non è più mio nemico. Si rese conto che quel
pensiero lo disturbava un po’, pensò che per oggi, solo per oggi, avrebbe anche potuto
saltare le lezioni. Era un po’ dispiaciuto che lui non fosse lì. Avevano tante
cosa da fare, da decidere, da discutere insieme, dovevano riprogrammare le loro
esistenze. Soprattutto dovevano riportare Buffy a casa. Subito. Dovevano
chiamare Londra, dovevano informare tutti, o forse era meglio prendere il primo
aereo e partire immediatamente? Non voleva dire a Buffy del loro miracolo,
parlando al telefono. Pensò di raggiungere Connor al campus, e sorrise al
pensiero di quanto sarebbe stato felice di pranzare con lui.
Sapeva anche dove, c’era un posto soleggiato
vicino al laghetto, dove Connor e Buffy pranzavano spesso
insieme.
Anche se
loro non l’avevano mai saputo, lui era stato lì a guardarli per ore, nascosto
fra le ombre degli alberi. Talvolta con malinconia, desiderando con tutto sé
stesso di essere accanto a loro, anche solo per condividere le risa. Talaltra
sorridendo, quando sentiva i loro discorsi e nel vedere quanto vicini fossero
emotivamente.
I quel momento, i pensieri
di Angel erano vorticosi. Era sopraffatto dalla gioia pensando a quante cose
potevano fare tutti e tre insieme, e di come le loro vite sarebbero cambiate.
Pensò addirittura che avrebbe anche potuto iscriversi al college con Buffy. Quel
desiderio gli era scoppiato nel cuore, quando Connor l’aveva proposto a Buffy.
Lei aveva rinunciato, forse per colpa
sua, per non lasciarlo solo, per non fargli sentire il peso della sua non
umanità, ma Angel sapeva che le sarebbe piaciuto moltissimo continuare gli
studi. Adesso potevano farlo, lui e Buffy potevano fare tutto quello che
volevano. Lui poteva studiare Legge e Buffy poteva iscriversi al corso di Belle
Arti, e magari continuare il lavoro di sua madre.
Mille pensieri correvano
veloci nella sua mente, e Buffy era presente in ognuno di
essi.
Si, era decisamente un ottima idea. La sua prima
uscita da umano doveva essere speciale. Una passeggiata con suo figlio sotto il
sole del campus, lo era sicuramente. Avrebbero pranzato insieme, e insieme
avrebbero deciso cosa fare. Vedeva già il suo sorriso, vedeva loro due
all’aeroporto mentre partivano per Londra ..e vedeva la gioia di Buffy, quando
lo avrebbe accolto fra le sue braccia, incredula di vederlo lì, illuminato dai
raggi del sole. Pensò anche che a Connor sarebbe piaciuto poter visitare Londra
con Tommy.
Più tardi avrebbe chiamato Oz per chiedergli se
era d’accordo.
Ogni pensiero era inondato
da un infinità di progetti per il futuro. Ogni progetto futuro era colmo di cose
belle da vivere. Ogni pensiero lo riempiva di felicità.
È
perfetto, pensò.
Si, doveva muoversi subito. Avrebbe fatto una
doccia veloce e poi sarebbe corso al campus. O era forse meglio chiamare prima
l’aeroporto, e prenotare due posti per il primo volo disponibile per Londra? Tre, se veniva anche Tommy. Connor
adorava le sorprese e quella lo sarebbe stata sicuramente.
Tentò di alzarsi, ma pareva che le gambe non
volessero saperne di rimanere ritte. Tranquillo, deve essere l’effetto della
trasformazione da demone a umano. Non
essere impaziente, disse a sé stesso. Mentre si risedeva sul letto,
massaggiò i muscoli delle cosce e allungò le gambe, per riattivare la
circolazione. Distrattamente spostò lo sguardo verso il comodino e non poté non
vedere le numerose scatole di farmaci. Sperimentò un forte senso di déjà
vu e una leggera sensazione di panico si insinuò in lui. Aveva già vissuto
quella scena, fu durante uno dei suoi deliri febbrili. Prese alcune scatole in
mano e lesse. Xeltrox, Doximall. Non aveva mai sentito quei nomi, ma ricordava
perfettamente ciò che aveva visto nel suo delirio.
Le scatole erano identiche, i nomi dei farmaci
invece erano completamente diversi.
Antidotto
contro la solitudine. Perfetta felicità. Scaccia incubi.
Per un sereno risveglio.
Il
panico aumentò a dismisura, e come nel suo delirio, anche adesso gli venne in
mente un nome che lo terrorizzò. Jasmine.
Incurante
del dolore agli arti, si alzò ed esplorò meglio la stanza. Cosa sta succedendo? Chiese a sé stesso.
Quella non era la stanza in cui si era addormentato la notte prima, anche le
lenzuola sul letto erano diverse. Quella era la stanza che aveva visto nel
delirio, ed era la stessa stanza della visione di Connor. Ricordava come l’aveva
descritta e ricordava bene quando, fu la sera che lui parlò di Buffy, dicendo
che lei era sua madre. Connor era certo che loro due avessero visto la stessa
stanza.
A
piccoli passi si avvicinò verso la zona giorno, doveva uscire da lì, ma in quello stesso momento
sentì bussare
alla sua porta.
L’orologio davanti a lui, indicava le
8,15.
“Angel?
Sono io”
Quella
voce gli era familiare. Cordelia? No, non
può essere lei, è morta da anni.
Ascoltò
meglio e sentì qualcuno parlare nel corridoio. Si chiese se stesse ancora
sognando, era certo di aver già sentito quella conversazione. Sembravano le voci
di Cordelia e Buffy, ma loro non
potevano in alcun modo essere lì. Cercò di riorganizzare i pensieri, cercò di
farlo il più razionalmente possibile, ripercorrendo con la mente tutto ciò che
aveva sentito, da quando si era svegliato. Ricordò che gli era parso di
intravedere un angolo della gonna di Buffy, poco prima che sparisse dietro la
porta. La stessa che indossava nel sogno
di stanotte, disse a sé stesso. Possibile che stesse rivivendo il sogno da
una diversa prospettiva? Mentre nel sogno aveva osservato la scena dall’esterno,
adesso, anziché nel corridoio, lui vedeva la scena da dentro la stanza. Era però
certo che quello che sta vivendo ora, non fosse un sogno. Ancora a
piccoli passi e appoggiandosi al muro per sorreggere il corpo, si avvicinò di
più verso la porta.
Ciò
che vide subito dopo, lo fece arretrare terrorizzato. Qualcuno, con un vassoio
in mano, era appena entrato nella stanza. Qualcuno che non poteva essere
lì.
“Eccoci
qua, Angel. Buffy torna subito. Oggi colazione con Cordy.. sei
contento?”
Angel
arretrò ancora di parecchi passi, camminando all’indietro come volesse fuggire
da quella visione. Cordelia spalancò gli occhi incredula. Sottovoce disse solo
“Angel” poi il vassoio le scivolò dalle mani, e cadde fragorosamente a terra,
spargendo il suo contenuto sul pavimento. L’attimo dopo urlarono entrambi, e si
allontanarono muovendosi in direzioni opposte. Angel tentò di raggiungere il
letto, ma inciampò su qualcosa e si ritrovò seduto per terra, con la schiena
poggiata sul muro. Si rannicchiò su sé stesso, portando le gambe al petto e
poggiò la fronte sulle ginocchia. Non voleva vedere. Non voleva credere, che
ancora una volta, tutto fosse solo un sogno. Cordelia invece, senza mai
distogliere gli occhi da Angel, aprì la porta e urlò ancora.
“Aiuto,
qualcuno mi aiuti. Chiamate Buffy, presto..” Non
riusciva a credere a ciò che vedeva. Urlò ancora
“BUFFY"
Continuava
però a guardare Angel. Vide che era spaventato e non era certa di riuscire a
gestire l’emozione “Buffy sei ancora lì? mi senti? Angel è vivo, corri..
presto..” Pensò che le sue parole non fossero appropriate, ma pensò anche, che
era proprio ciò che voleva dire a Buffy. “Mi sentite? Qualcuno venga su per
favore.. Angel si è svegliato..” Quando sentì qualcuno correre su per le scale,
tornò sui suoi passi e si avvicinò ad Angel. Dietro a lei, ora c’erano Doyle,
Gunn, Fred e Wesley, ed erano letteralmente ammutoliti dallo stupore.
Doyle
si avvicinò di più, ma rimase un passo dietro a Cordelia. Sottovoce disse solo
“Fred, chiama Buffy al cellulare.. presto..”
Angel
tentò di non sentire. Le urla di Cordelia lo avevano spaventato, e portò le mani
alle orecchie, mentre scuoteva la testa. Chiudendo gli occhi, nascose ancora il
volto poggiandolo sulle ginocchia, mentre le teneva strette al petto nel
tentativo di cancellare quell’incubo, da cui avrebbe voluto risvegliarsi subito.
Era stato drogato con quei farmaci? Perché, ancora una volta, era tutto solo un
illusione? Fra i singhiozzi continuava a ripetere sempre le stesse parole
cariche d’angoscia. “No, per favore, no.. basta adesso.. vi
prego..”
“Angel..
oh mio dio.. va tutto bene, sono io.. Cordelia.. Angel mi senti?" disse Cordelia
chinandosi davanti a lui “Non volevo spaventarti.. mi dispiace, ma sei al sicuro
adesso.. sei a casa..”
Guardò
alle sue spalle in cerca di aiuto, e vide Fred che scuoteva la testa preoccupata
“No Doyle, Buffy non risponde..”
Doyle
affiancò Cordelia e si chinò su Angel, poggiandogli una mano sul ginocchio.
Cercò di scuoterlo “Angel?” ma lui non rispose e si chiuse ancora di più nel suo
auto abbraccio. Non voleva parlare con dei fantasmi, voleva solo svegliarsi al
più presto. “Andate via per favore, voi non potete essere qui.. Vi prego..”
Cordelia e Doyle era commossi. Con le lacrime agli occhi, lei tentò di scherzare
“Angel? pensavo avessi un viso più riposato, sai? hai dormito così a lungo..
Ora, lo so che tutto ti sembrerà strano, è normale che sia
così..”
“Andiamo”
disse Doyle sottovoce, prendendo Cordy per un braccio e aiutandola ad alzarsi.
Quando si voltò a guardare alle sue spalle, lei comprese perché. Davanti alla
porta c’era Buffy, ferma immobile, col viso rigato di lacrime e gli occhi fissi
su Angel. Gli altri fecero spazio per farla passare, mentre Doyle con un cenno
silenzioso, fece uscire tutti dalla stanza. Si fermò solo un attimo accanto a
Buffy e mormorò. “Ha funzionato.. ora credo che abbia bisogno di te.. è molto
spaventato.. ma mi pare stia bene..”
Buffy
annuì come un automa, sebbene non fosse certa di aver sentito le parole di
Doyle, e cominciò ad avanzare lentamente. Le gambe si muovevano di volontà
propria, non era più sicura di avere il controllo del suo corpo, né delle sue
emozioni. Tutto ciò che vedeva era Angel, solo Angel. Tutto ciò che sapeva era
che doveva raggiungerlo subito.
Angel
seppe che lei era lì ancor prima di vederla, ancor prima di sentire la sua voce.
Sollevò la testa e i singhiozzi di prima, divennero sussurri sommessi.
“Buffy”
La
guardò per un lungo istante, poi sulle sue labbra comparve un sorriso “Sei qui..
sei tornata..”
Buffy
portò una mano alla bocca, per bloccare il pianto, ma fu inutile. Le lacrime
divennero uragano. Sentire finalmente la sua voce era un emozione così grande,
che non poté contenerla.
“Angel”
L’attimo
dopo volò fra le sue braccia, che l’accolsero subito. Calde e avvolgenti
braccia, sognate così a lungo, così tanto desiderate, ora la stringevano con
forza e lei vi si aggrappò stringendole a sua volta, per paura che lui potesse
allontanarsi ancora. Cingendo il collo di Angel, si lasciò cullare ancora e
ancora, mentre nascondeva il viso nel suo petto nudo. “Sei sveglio.. sei a casa
finalmente..” diceva lei, fra le lacrime, singhiozzando convulsamente. “Sei
tornata.. sei tornata da me..” diceva lui, mentre la cullava ancora. Poi prese
la mano di Buffy e l’appoggiò sul suo cuore. Voleva che lei lo sentisse battere,
e pensò che quello fosse il modo giusto per dirle che Angelus non gli avrebbe
più divisi.
“Non
dovrai andare via mai più.. ora fra noi le cose funzioneranno.. è un miracolo,
Buffy.. è successo subito dopo che mi ha lasciato.. dio, Buffy.. ho creduto di
impazzire, ma ora non ha più importanza.. ora sei tornata.. è arrivato un pacco
e dentro c’era.. ho letto la tua lettera.. dio.. Buffy, è un
miracolo..”
Lei
non era certa di comprendere le sue parole, erano sei anni che sentiva il suo
cuore battere, ma ora Angel la stringeva a sé e quel battito pareva una dolce
musica. Annuì, tenendo ancora la mano sul suo cuore. “Si Angel, lo so che sei
umano.. sono anni che sento il tuo cuore battere..” disse, poi sollevò lo
sguardo ai suoi occhi, e pur non sapendo come e quando fosse accaduto, le loro
bocche si cercarono, e si ritrovarono in un lungo bacio, che aveva il sapore
salato delle loro lacrime. Le labbra si muovevano come in una dolce antica
danza. Antica quanto il mondo. Lui affondò le sue lunga dita fra i suoi
cappelli, e l’avvicinò di più a sé, approfondendo il bacio possessivamente.
Buffy era uscita dalla sua vita solo il giorno prima, ma pensò che non la
baciasse da un eternità, tanto era il desiderio di lei. Lei assecondò la sua
dolce irruenza senza alcuna remora. Entrambi conoscevano già quel percorso, era
così familiare e giusto. Quelle labbra erano casa.
Lei
poi si spostò, guardandolo ancora, e non riusciva a smettere di accarezzarlo.
Tracciava ogni linea del volto, sfiorandolo con le dita come se volesse
imprimerselo nella memoria, per non dimenticarlo mai più. Lo baciò sugli occhi,
poi le guance, il mento e ancora le labbra. Lui si limitava a sorriderle,
godendosi le sue carezze, mentre la guardava con
adorazione.
“Hai
freddo?” chiese, quando si rese conto che non indossava la
camicia.
“Non
esattamente..” rispose lui, poi ridendo aggiunse “Ho fame però ..anche
se..”
“Oh..
certo.. vieni, non stare seduto qua per terra..”
Lo
aiutò ad alzarsi e si sedettero sul divano. Buffy pensò di lasciarlo solo un
attimo per andare a prendere qualcosa da mangiare, ma non riusciva a staccarsi
da lui. Si accoccolò ancora fra le sue braccia che l’accolsero subito. “..anche
se? cosa volevi dire?” – “ho difficoltà a camminare e non capisco perché..”
Parlarono contemporaneamente, ed entrambi risero.
“Prima
tu..” disse Angel, poi ridacchiò mentre la baciava “..ho fame, anche se.. non
sono certo che si tratti di cibo..”
Lei
sorrise, “Conosco la sensazione” disse “..è normale che senti difficoltà a
muoverti, sei stato fermo per sei anni.. anzi è meglio se.. se chiamiamo il
medico e la fisioterapista per..”
Lui
scosse la testa, non capiva le sue parole “Sei anni? Buffy.. ma cosa..?”
Buffy
però continuò e parlò velocemente, mentre si alzava per prendere una camicia. Meglio evitare le tentazioni, almeno per
ora, pensò. “Certo che hai fame, la tua colazione è sparsa per terra..
immagino che a Cordy sia venuto un colpo quando ha visto che eri sveglio. Erano
anni che aspettavamo che accadesse. Tutti noi.. io lo sapevo.. lo sentivo che
questa volta avrebbe funzionato..”
Il
sorriso sul volto di Angel scomparve “Buffy.. io non capisco.. Cordelia, Doyle..
e tutti gli altri. Loro erano qui proprio davanti a me, ma questo non è
possibile.. cosa sta accadendo? È tutto reale, lo sento che è reale, ma proprio
perché lo è, loro non dovrebbero essere qui..”
Lei
accarezzò ancora il suo viso, disegnando con le punta delle dita il suo
sopracciglio “Va tutto bene Angel, credo che.. credo che dovremo parlare. La
confusione che senti adesso è normale. Sei solo disorientato e confuso.. ma
presto, quando saprai, tutto ti sarà chiaro” Lo aiutò ad infilare la camicia, ma
non poté non vedere lo smarrimento nei suoi occhi. Lì vi era ben più che
confusione, lui era spaventato ed era vulnerabile. Ricordò come si era sentito
quando ritornò dall’inferno di Acathla, e come allora, anche adesso pensò di
proteggerlo dal mondo intero. Gli altri avrebbero certamente voluto vederlo,
parlare con lui, abbracciarlo, ma Buffy sapeva che non era il momento giusto.
“Vado giù un attimo, tu devi mangiare ..e devi riposare. Torno
subito..”
Lo
baciò sulla fronte e lui la vide sparire oltre la porta, lasciandolo con una
marea di domande a cui non aveva risposto. Mentre aspettava, guardò ancora
attorno a sé. Non vi era alcun dubbio che quella fosse la stanza del suo
delirio. In quella visione, lui era immobilizzato sul quel letto, senza poter
interagire con nessuno. Ricordò bene la desolante frustrazione che provò, quando
lei aveva fatto l’amore con lui, ma allora non era riuscito, né a vederla né a
toccarla. Chiuse gli occhi, cercando conforto nel silenzio interiore e aspettò
con ansia che lei tornasse da lui.
≈◦ ≈ ◦ ≈
“Allora?”
chiese Doyle con impazienza, “È tutto ok? Buffy.. noi vorremo vederlo.. parlare
un po’ con lui..”
Buffy
si aggirava fra i mobili della cucina, aprendo e chiudendo velocemente le ante
dei pensili. Cercava qualcosa di veloce da preparare, non voleva lasciare solo
Angel a lungo. “Si, viste le circostanze, tutto sommato credo che stia bene, ma
per ora è meglio se lo lasciamo tranquillo. È confuso e disorientato, vedere
tante persone tutte insieme.. non credo sia una buona idea..”
Doyle
annuì “Certo.. è giusto. Senti, ho avvertito un po’ tutti quanti, spero non ti
dispiaccia. Giles, Faith, Tara e Xander arriveranno stanotte, ma credo che tua
madre stia già correndo qui. Ha detto che passava a prendere tuo padre e
sarebbero poi venuti insieme.. ma hai ragione, troppo trambusto adesso non è
certo l’ideale.” Doyle aveva parlato velocemente, era evidente che fosse
commosso e aveva parlato a nome di tutti. Gli altri erano lì, in silenzio e
commossi come lui. Anche Cordelia era senza parole, sottovoce disse soltanto.
“L’importante
è che quest’incubo sia finalmente finito..”
“Ho
chiamato anche Lorne” disse timidamente Fred, appoggiata al braccio di suo
marito. Lei e Wesley si erano sposati due anni prima, e Fred sorrise mentre
teneva in braccio la loro piccola di appena un anno. Wesley annuì e aggiunse
“Willow e Oz hanno detto di non preoccuparti per Connor, andranno loro a
prenderlo a scuola. Sarebbero andati comunque per Tommy, poi pranzeranno con
noi.. erano.. beh, erano molto commossi. Willow mi ha detto di dirti che.. beh
insomma te lo dirà lei.. sono cose fra amiche.. cose fra donne..”
Fred
sospirò, cullando la bambina che si era appena svegliata “Oh andiamo.. quante
storie, Wes. Willow ha detto che ora puoi strapazzare Angel in santa pace..
insomma, hai capito, no?”
Tutti
risero, forse più per il fatto che Wesley era arrossito, che per la battuta di
Fred. “Non credo che serva alcun incoraggiamento esterno..” disse Cordelia
“Insomma.. sono sei anni che.. non credo che staranno li a prendere un thè con
biscotti..” Intercettò un sguardo strano di Doyle e ridendo disse “Ok, ok.. sto
zitta.. ma qui stiamo parlando di Angel e Buffy, giusto? ..io li conosco bene.
Prima si danno da fare in quel senso.. e poi.. solo poi.. parleranno.. insomma è
normale, dopo tutto.. voglio dire.. sei anni sono sei anni.. l’astinenza.. è
dura da sopportare.. e..”
“..e
meno male che dovevi star zitta” disse Gunn affettuosamente, strizzando l’occhio
a Doyle. Ancora risero tutti, mentre Buffy li guardava con occhi pieni di
gratitudine.
“Grazie
ragazzi” disse commossa, poi rivolgendosi a Fred e a Wesley disse ancora
“Avvertite Willow e Oz di non.. di non dire nulla a Connor.. voglio.. voglio
essere io a..”
Non
riuscì a continuare perché di nuovo le lacrime rigavano il suo viso e non c’era
nulla che potesse fare per fermale. Pensò che fosse meglio sfogare lì la sua
ansia, che non davanti ad Angel. L’incubo in cui aveva vissuto per sei anni,
pareva finalmente dissolto, ma ancora prevaleva la paura e l’incredulità. Tirò
su col naso e si ricompose. “Scusate.. è solo che.. è ancora tutto
così..”
Incrociò
lo sguardo con Cordelia e l’attimo dopo lei era accanto a lei. Si abbracciarono
“È
finita, Buffy.. quest’incubo è finito..”
Lei annuì, poi sottovoce chiese “Prima non ho detto esattamente la verità. Angel
sta bene, ma non è al massimo della sua forma. Cordy, forse è meglio chiamare la
neuropsichiatra e anche Nina. Ho visto che ha difficoltà a camminare e anche
emotivamente è.. è molto scosso. Ci pensi tu? ma avvertimi prima, non voglio che
salga nessuno, fino a che Angel non se la sente di vedere altre persone. Ha
bisogno di pace e silenzio.. direi che è più che scosso.. è spaventato.. e non
vorrei che.. tentasse ancora di rifugiarsi in quel sonno
che..”
Aveva
chiesto a Cordelia perché si fidava ciecamente di lei. In tutti quegli anni,
loro erano diventante molto più che sorelle. Buffy sapeva bene cosa avessero
fatto lei e Doyle per riportare indietro Angel e non c’erano parole che
potessero esprimere la sua gratitudine. “Ok” disse Cordelia “Prendetevi tutto il
tempo che vi serve.. non salirà nessuno.. tranquilla.. parola di
Cordelia..”
Si
avvicinò anche Doyle, “Ho sentito, Buffy.. ma credi davvero che serva l’aiuto
del medico e di Nina? Voglio dire, sappiamo bene che questo era un coma mistico.
Nina che può fare? Ricorda che Angel ha ancora tutto il suo potere di
guarigione, e per quanto riguarda la confusione emotiva, beh.. credo che abbia
solo bisogno di tempo.. di tempo, di te e di Connor..”
“Ma
è umano adesso..” rispose Buffy “Mistico o no.. il suo corpo è umano, ed è un
corpo mortale ora, un corpo che è rimasto inattivo per anni. Ha sicuramente
bisogno di fisioterapia e forse anche di qualche farmaco che lo aiuti a
rimettersi su. Una visita medica, dopo sei anni di coma, mi pare il minimo.. lo
so che Angel è forte e so che recupera in fretta, ma voglio essere certa che
stia bene.. comunque possiamo prendere un appuntamento, forse non è necessario
chiamarle subito.. ma voglio che faccia dei controlli medici al più presto.”
Fred
e Wesley concordavano. “Assolutamente si, deve fare tutti i controlli medici al
più presto.. e non solo per il coma. Non dimentichiamo che il suo corpo è in
vita da secoli e..”
Buffy
si fermò un attimo a riprendere fiato, prima aveva parlato velocemente e ora un
pensiero orribile attraversò la sua mente. Interrompendo Wesley, disse “Anche
noi Slayers guariamo in fretta, ma siamo esseri umani, siamo mortali, e qualche
volta abbiamo comunque bisogno del medico.. e per Angel adesso è lo stesso.
Ricordate Darla? È tornata umana e mesi dopo è morta per la stessa malattia che
la stava uccidendo quattrocento anni fa.. ad Angel non deve accadere nulla di
tutto questo. Cordy chiama subito la dottoressa.. dille che Angel si è svegliato
dal coma..”
Poi
pianse ancora, questa volta fu Doyle ad abbracciarla. “Scusate..” disse Buffy
“..è che non riesco ancora a credere che stiamo organizzando la riabilitazione
di Angel. Non riesco a credere di averlo di nuovo qui con noi. Non riesco a
credere che Connor potrà finalmente sentire la voce di suo padre. Io ho paura
che sia solo un sogno.. ho paura che succedeva qualcosa e che svanisca
tutto..”
“Cosa
avete fatto al mio dolce zuccherino? Chi è il cattivone che l’ha fatta
piangere?” Disse Lorne, entrando nella hall e precipitandosi ad abbracciare
Buffy. “Avanti piccola, il tuo amico verde è qui. Su, niente lacrime.. sarei
arrivato prima, ma ero occupato ad organizzare una certa festa.. insomma, il
bello addormentato che si risveglia dal sonno eterno, magari col bacio della sua
principessa.. è un evento da festeggiare.. in città non si parla d’altro.. il
mondo demoniaco è in fermento.. tutti sanno del grande risveglio. Quando ha
chiamato Fred, io sapevo già tutto..”
Buffy
lo abbracciò “Lorne.. lui è.. è spaventato ed è..” Poi si staccò dall’abbraccio
e allarmata chiese “In fermento? Che vuol dire in fermento? Parli della W&H?
Lorne? puoi dire al mondo demoniaco,
che se solo provano ad avvicinarsi ad Angel, dovranno vedersela con una slayer
incazzata. Molto, molto incazzata.. passa la voce la voce al Caritas.. e non sto
esagerando.. stanotte arriva anche Faith.. dovranno vedersela con due slayers,
se solo provano ad avvicinarsi qui..” Serrò i pugni minacciosamente, poi disse
ancora “Lorne.. tu intanto lancia l’incantesimo anti
demone..”
“Tranquilla,
pasticcino.. lo sanno tutti che Angel è intoccabile.. sono in fermento perché
hanno paura, ecco perché. Hanno una stramaledetta paura di voi due, insieme
siete invincibili.. e ora che Angel è tornato, qualcuno teme la sua ira. Si, la
W&H, ha più paura di Angel che dell’inferno.. Lilah e Lindsey si guarderanno
bene dall’avvicinarsi qui.. ma l’incantesimo anti demone posso farlo anche
subito, se serve a farti sorridere” Poi la guardò intensamente, e mentre leggeva
la sua anima sussurrò “Lo so che è spaventato, ma passerà presto. Ora devi
andare da lui, credo che stia entrando in quella fase.. come la chiamate voi?
Insomma.. credo stia rimuginando in silenzio. La solitudine è l’ultima cosa di
cui ha bisogno ora..”
Poi
sorrise maliziosamente “..inoltre credo che abbia fame, se capisci cosa
intendo..”
Come
se si fosse ricordata solo in quel momento, Cordelia interruppe Lorne e ridendo
disse “Oh,
dimenticavo.. prima ho fatto un macello con il vassoio..”
Buffy
avrebbe tanto voluto vedere la prima reazione di Cordelia, ma pensò che col
tempo, sarebbe stato Angel a raccontargliela. Rise anche lei. “Si Cordy, ho
visto.. infatti sono scesa per questo. Ha.. ha fame..” Quando poi incontrò il
sorriso di Lorne, arrossì vistosamente. “Lorne? adesso basta, Ok? Non esagerare.
Smettila di leggermi.. smettila di leggere entrambi..”
“Entrambi?”
Chiese Gunn “Può leggere a distanza?.. beh, Lorne.. questa cosa è
inquietante..”
“Si
Gunn, me e Angel.. sta leggendo entrambi..” rispose Buffy, poi rise rivolgendosi
ancora a Lorne.. “Lo so che stai leggendo anche Angel.. ma c’è una cosa che non
sai di lui.. Angel è molto riservato, e non ama le persone che non si fanno i
fatti loro.. ti è chiaro o devo digitartelo? Tu non hai mai incontrato Angel
nella vita reale.. non lo hai mai visto arrabbiato. Lorne? Smettila di
leggerci..”
Lorne
annuì “È vero, non ho mai parlato con lui in modo diretto, ma credo di
conoscerlo bene. Ho letto la sua anima un infinità di volte, anche insieme a
Tara, ricordi? ..e poi ho letto la tua.. e lì, lui è di casa. Credo che in
questo momento, stia cercando proprio te.. ed è affamato. Sai una cosa
pasticcino? Gradirebbe tanto del..”
Gelato,
pensò Buffy annuendo a Lorne. Aprì il frigo e cercò ciò che sapeva essere lì,
sperava solo che Connor non avesse fatto man bassa, quelli erano anche i
biscotti preferiti di suo figlio. Quelli
con gocce di gianduia alla menta.
Lei ne aveva mangiati così tanti in gravidanza, che Connor aveva finito con
l’adorarli. Ormai, ben cinque anni
fa, pensò Buffy sorridendo. “Eccoli qua” disse trionfante, non appena li
trovò. “Ehi, aspetta un momento, quelli sono di Connor..” disse Doyle “lo sai,
conosci tuo figlio.. è capace di distruggere la casa se qualcuno tocca i suoi
biscotti..”
“Connor il distruttore” disse Fred ridendo. Era un
sopranome che aveva inventato lei, e tutti concordavano che fosse davvero
appropriato per il piccolo Connor O’Connor.
“Credo che per il suo papà farà un eccezione.. e
non sarà la sola che farà. Qualcosa mi dice, che Angel riuscirà a sedare la sua
irruenza.. a volte sono così simili..” disse Buffy
ridendo.
L’atmosfera
intorno a loro, nonostante le lacrime di prima, nonostante ansie e paure
comprensibili, era decisamente gioiosa. Buffy salutò e tornò da Angel. A Lorne
disse “Per la festa.. che ne dici di domani pomeriggio? Organizza in giardino..
Angel deve stare al sole il più a lungo possibile. È rimasto rinchiuso in quella
stanza per troppo tempo.. ha bisogno di sole, di pace .. e tutti noi.”
Si,
alla Angel Investigation si respirava aria di festa, di cambiamento.
Di
Rinascita.
Di
Risveglio.
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≈ ◦ ≈
Alcune
note:
Awakening
è
il titolo di un episodio di ATS (quarta stagione episodio 10. Awakening –
Risveglio) ma qui il suo significato è diametralmente opposto a quello
originario. Qui il risveglio è tutto per Angel, mentre Angelus muore per
sempre.
Wild
Horses è
la canzone che sentiamo in un episodio di BTVS (terza stagione episodio 20. The
Prom - Il ballo). Subito dopo, Angel lascia Buffy e parte per Los Angeles, dando
il via ad ATS.
Tutto
il capitolo, e più in generale, tutta la fanfic, fa riferimento ad un episodio
della prima stagione di ATS. 1.08
I will Remember you
(Il
ritorno di Buffy
è l’orrendo titolo
in italiano)
Per
descrive la reazione di Angel, non appena vede Cordelia, ho preso spunto
da
un episodio di ATS
(3.11 Birthday
- Buon compleanno Cordelia)
Inizialmente,
nella prima parte del risveglio, i pensieri di Angel sono misti e confusi, nel
senso che in parte filtra l’esperienza della sua vita vissuta in tutti quegli
anni, ma una parte di quei pensieri fanno parte della sua vita reale non
vissuta, sebbene lui ancora non lo sa con esattezza. Vive ancora sospeso
fra le due realtà. I suoi ultimi ricordi, prima di cadere in coma, sono tutti
relativi al giorno in cui fu umano, ed è normale che senta il sapore del gelato.
Spero di essere riuscita a descriverlo bene. :)
~
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Anticipazioni
del successivo capitolo.
..Intanto
Angel andava su e giù per la stanza, sembrava un anima in pena. Aveva pensato ad
un sacco di cose, cercando di dare un senso a ciò che stava vivendo. Con gli
occhi della mente, aveva ripercorso a ritroso gli ultimi mesi della sua vita. Da
quando era stato ferito dal demone Selmunth, la sua esistenza era cambiata
radicalmente e ogni passo che aveva scelto di fare, lo aveva portato esattamente
al punto in cui si trovava adesso..