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Autore: A l b a_    24/01/2013    2 recensioni
Era il 10 dicembre, quando Blair Waldorf afferrò le mani del suo Chuck Bass, con una forza mai avuta prima.
Intenta a tenerlo con sé il più a lungo possibile, terrorizzata all'idea di perderlo, per sempre.
Faceva freddo fuori, faceva freddo anche dentro i loro occhi, lucidi e ammaliati dai ricordi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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E i sogni, i sogni, 
i sogni vengono dal mare, 
per tutti quelli 
che han sempre scelto di sbagliare, 
[...]
E figlia, figlia, 
figlia sei bella come il sole, 
come la terra, 
come la rabbia, come il pane, 
e so che t'innamorerari senza pensare-

Roberto Vecchioni
 

- memories in the eyes-

Memory 2: Little Woman


Claire allora aveva trentacinque anni.
Si era sposata con un uomo di cui si era innamorata sin dal primo momento, un certo Harry Craige.
Aveva due figli, James e Rose, e una vita stupenda fatta di tanti sorrisi sinceri, torte di compleanno,limousine e enormi camere da letto. 
Adorava i suoi genitori, erano sempre stati il suo modello.
Soprattutto il padre, quel meraviglioso padre che era sempre stato all'altezza.
Aveva sempre avuto un rapporto speciale con Chuck, più forte di qualsiasi altro legame padre e figlia.
Da piccola Claire, lo seguiva come un'ombra e cercava di comportarsi come lui in tutto e per tutto.
Chuck da parte sua adorava la figlia, ed era orgoglioso del modo in cui lei lo prendesse come esempio.
Solo una volta gli era capitato di doverla fermare, quel giorno che per copiare il suo papà aveva provato a farsi la barba.
A quel punto Chuck aveva capito di dover porre dei freni se non voleva che la figlia si comportasse come un uomo.

Claire era cresciuta tra l'amore dei suoi genitori e splendidi lussi.
Aveva avuto un'infanzia perfetta, fatta di poesie e di grandi sogni.

"Papà!"
Aveva gridato una piccola Claire di quattro anni.
"Dimmi tesoro mio..."
Aveva risposto un al quanto orgoglioso Chuck.
Gli bastava guardarla per sentirsi importante.
Più la guardava e più capiva che forse nella vita non aveva sbagliato così tanto.
"Papà...ma quante sono le stelle?"
Chiese lei con due grandi occhi da cerbiatto curiosi.
Lui le si era avvicinato affettuosamente e l'aveva presa in braccio.
Si erano avvicinati alla finestra, e lui aveva guardato fuori.
" Claire, penso che nessuno le abbia mai contate tutte."
Claire era rimasta imbambolata a guardarle e poi si era rivolta al padre un po' indispettita.
"Ma come? Sono tante, saranno almeno tremilamilionidimiliardi infiniti."
Aveva risposto la bambina molto sicura di sè, quella sicurezza che aveva preso dalla madre.
"Oh si amore, anche di più."
Lei lo aveva guardato dubbiosa cercando di capire se il suo papà la stesse prendendo sul serio.
" Anche di più quanto? Tante quante i nostri soldi?"
Chuck l'aveva guardata ammaliato, era così...Bass.
"No tesoro, temo che questa volta le stelle superino i nostri soldi."
Lei l'aveva guardato delusa, ed era rimasta un attimo a guardare il cielo blu e immenso.
Era sempre stata meravigliata da quelle piccole lucine sparse per quella distesa blu.
Era scesa dalle braccia del suo papà e si era avvicinata alla scrivania.
"Non è possibile che nessuno abbia mai contato le stelle.
Sai cosa faccio papà? Le conterò tutte io....così diventerò famosa."
Aveva esposto la bambina, effettivamente precoce per la sua età.
Era illuminata e sicura della sua impresa.
Chuck l'aveva guardata dolcemente.
" Sono sicuro che ne sarai capace piccola mia. E quando le avrai contate tutte vieni a dirmi il numero esatto!".


Ovviamente Claire aveva smesso di contarle da molto tempo le stelle, non permettendo a nessuno però di rubargli quel piccolo sogno
condiviso con suo padre.

Claire aveva sempre adorato l'amore dei suoi genitori. Il mondo in cui si guardavano innamorati, sempre, anche quando litigavano.
Il modo in cui scomparivano ogni tanto e si rifugiavano a fare l'amore nei ripostigli, e poi tornavano spettinati e vestiti male, tenendosi per mano.
Il mondo in cui Blair accarezzava il viso di Chuck. I loro occhi che si contemplavano. Era meravigliata da tutto quell'amore.


Il primo vero ragazzo che ebbe era un ragazzo dolce, Albert Triston. Un ragazzo troppo dolce. 
Le fece passare una delle notti più belle della sua vita, lei gli dono per la prima volta il suo corpo. Ma iniziò nello stesso modo in cui finì.
Dolce e leggera.

Un anno dopo Harry, un ragazzo ricco, estroverso, ma con due grandi occhi malinconici.
Harry la faceva volteggiare, le faceva girare la testa e tremare di passione. La faceva innamorare della vita, dell'amore e del mondo.
La teneva giornate intere nella sua suite per amarla come lei meritava di essere amata.

Con Harry era stato un grande amore. Un'amore che era arrivato quasi all'odio a volte. Ma si erano rialzati, più forti di prima. 
Ripensandoci adesso, il gioco vale sempre la candela. 

Nonostante avesse trovato anche lei, con sua somma fortuna il grande amore, Claire rimaneva sempre un po' affascinata da quel legame dei suoi genitori,
che li portava a dormire abbracciati nella notte ,poco vestiti, all'età di ben sessant' anni.

Se non fosse stato che quello in quel letto era Chuck Bass e quella avvinghiata al suo corpo era Blair Waldorf, sarebbe rimasta sconvolta.

- Mamma, ma cosa vuol dire fare l'amore?-
Blair si girò di scatto pallida verso la sua figlioletta di appena 5 anni.
La guardò fissa e sconvolta cercando di rielaborare la domanda; ripensandoci arrossì.
- Vuol dire quando due persone di amano e stanno vicini vicini.-
Blair cercò di sembrare coinvincente, ma a Claire la spiegazione non bastava.
- Ma vicini quanto? E' vero che si sta senza vestiti?-
Blair non si sentiva pronta a quel discorso. Si era ripromessa di arrivarci preparata, ma quando avrebbe compiuto 10-12 anni. Non a cinque.
- Abbastanza vicini, e si......senza vesititi-
La bambina la guardò curiosa, si zittì un momento pensierosa e poi continuò.
- Perchè senza vestiti, fa troppo caldo?-
La madre non sapeva più cosa dire, così decise di essere il più possibile vaga!-
- No amore, e che così ci si ci può abbracciare meglio e poi si può sentire il cuore dell'altro.-
La figlioletta la guardò poco convinta, ma con gli occhi luccicanti per tutto quel romanticismo.
- Ma si grida?-
Blair diventò paonazza.
- SI..........perchè è divertente.-
Claire guardò a lungo la madre e poi si sedette con eleganza sulla sedia e dopo aver pensato a lungo si rivolse alla madre.
- Ora mamma capisco perchè sei sempre felice. Perchè il papà ti fa il solletico e tu gridi! E poi perchè ascolti molto spesso il suo cuore.-
Blair taque discretamente. Senza avere il coraggio di dire niente e poi, scoppiò a ridere.


Quello con i suoi genitori era sempre stato profondo e bellissimo.

Quando suo padre si ammalò, Claire inizialmente negò l'evidenza fingendo che non fosse vero. Si chiuse in camera per giorni ,
durante i quali rimase immobile davanti alla sua finestra che dava sul giardino.
Poi d'istinto decise di lottare con le unghie e con i denti per la vita del padre, quasi fosse la sua. 

In realtà, aveva lottato più di lui.
E la faceva arrabbiare, perchè Chuck quando aveva saputo di avere un cancro praticamente incurabile aveva rifiutato ogni medicina
ed era andato avanti aspettando la sua ora con molta tranquillità.

Si era lasciato morire.

Quando quella serà del dieci dicembre arrivò la chiamata, Claire, ripensandoci dopo, non  avrebbe voluto rispondere.
Suo padre era alla fine.

Era rimasta tutta la notte sveglia, pensando a come comportarsi, cercando di accettarlo.
Ma la morte le sembrava qualcosa di troppo sconosciuto, troppo terrificante per poterlo accettare.
Odiava la morte perchè gli stava togliendo il primo uomo della sua vita.
Il suo più grande fra i suoi amori.
Come poteva accettare qualcosa che odiava?
Non poteva. 
L'unico che poteva aiutarla era il padre stesso.
Claire appena sorse l'alba si precipitò all'ospedale.

Fuori dalla porta della stanza vide la madre, davanti. Immobile.
- Mamma...-
Le disse dolcemente la figlia.
- Cosa ci fai qui?-
Blair si girò verso la figlia con gli occhi vuoti e stanchi. A Claire venne un forte impulso di piangere.
- Non ho il coraggio di...-
Fece una pausa per trovare la forza di pronunciare le altre parole.
-entrare. Ho paura di vedere i suoi occhi un po' più spenti.....-
Blair l'abbracciò di nuovo, senza che nessuna delle due fiatasse.
-Entro io, mamma....sto un po' io con papà.-
Blair annuì e Claire aprì lentamente la porta.

Ciò che vide nel letto era un blando ricordo del padre.
Era sciupato e con gli occhi estremamente stanchi e tristi.
Claire gli si avvicinò, gli diede un delicato bacio sulla fronte e si sedette sulla sedia.
Poi tirò fuori della borsa il loro libro preferito di Dickens, quello che quando era piccola lui leleggeva sempre, il libro che a Chuck ricordava l'infanzia.
Chuck si accucciò in posizione d'ascolto, per sentire la dolce voce di sua figlia che narrava una storia che gli portava tanti ricordi.
La guardò per tutta la durata della lettura. Era bella come la madre.

- Papà, ma Oliver Twist è un bambino povero.-
-Si tesoro.-
-E non ha i genitori.-
-No-
-E perchè?-
-Perchè i gentori non sempre vogliono bene ai figli-
-Quindi tu potresti lasciarmi, potresti smettermi di volermi bene?-
- Questo mai angelo mio, non smetterò mai di volerti bene. Sei insieme a tua madre la ragione per cui io vivo.-
Seguì un lungo abbraccio.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°B.°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

*Un sorriso enorme ai miei lettori*
Quelli silenziosi e quelli chiacchieroni.

Torno con il nuovo capitolo, scusatemi infitinamente per il ritardo, teoricamente infatti avrei voluto postarlo lunedì, e siamo a giovedì. 
Sorry.
Allora...
Questo capitolo come potete aver notato è incentrato sul Claire e sul suo rapporto con i suoi genitori, soprattutto Chuck.
E' stata veramente dura, soprattutto la fine, che sinceramente non mi convince molto neanche adesso.
La cosa difficile era cercare di creare un'erede Bass all'altezza dei genitori (cosa per altro non riuscita), e allo stesso tempo
rendere più dolci, ma non troppo Chuck e Blair, diventati genitori.
Il tema della famiglia tornerà nei prossimi capitoli, comunque.
Che dire? Io non ho molto altro da dire, se non avvisarvi che il peggio sta passando.
Sembra strano? Si perchè a mio parere il peggio è tutta questa "preparazione" all'accettazione di questa morte.
A parte questo, io miei cari voglio sentire cosa ne pensate voi! 
Quindi scrivetemi, tanto, tanto.
Per qualsiasi cosa, domanda che non volete porgere pubblicamente c'è sempre la possibilità di un messaggio privato!
Un bacio.
B.

 

Ringraziamenti:

Prima di tutto a Mary ( _Maria_), perchè mi ha aiutata tantissimo, mi ha dato degli ottimi consigli sul come strutturare la storia. (Ha scritto un messaggio infinito!)
Poi un altro ringraziamento va a Vic (everlastinglight), per il suo grande contributo.
Un bacione anche a Kat, la mia grande beta, che però non è riuscita a mandarmi un commento in tempo, ma che leggerò comunque e modificherò in caso...
Infine un abbraccio enorme a tutte le lettrici che mi hanno recensito e sostenuto con i loro meravigliosi commenti.  Fecalina - FrancyNike93 - Maddy Pattz - Raffy240. Grazie ragazze! 
 ♥

   
 
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