La Libertà
Con
questa flashfic ho ottenuto [5]
punti per un totale di [11]
punti nella sfida
-
Partecipante al contest "Seven
Weeks 3 - Winter Edition"
indetto da Shark Attack sul forum di efp -
turno:
2
personaggio
base: Sasori
personaggio
aggiunto: Deidara
prompt:
Casa
Titolo: La Libertà
Introduzione: Aveva appena fatto amicizia con quella città, aveva appena imparato a conoscerne la gente, i luoghi, gli odori. E già doveva lasciarla. Era sempre così.
Irritato, uscì dalla roulotte sbattendo la porta, e si sedette sul gradino d’ingresso.
Deidara lo raggiunse. Lo conosceva come un fratello, capiva quali fossero i suoi sentimenti.
«So a cosa pensi», disse sedendogli a fianco e passandogli un braccio intorno alle spalle.
«A volte mi chiedo… se voi non mi aveste rapito diciassette anni fa, se mi aveste lasciato vivere un'altra vita…»
Genere: Slice of life.
Personaggi: Sasori, Deidara.
Contesto: Nessun contesto
Rating: giallo
Avvertimenti: flashfic.
«Cosa
stai facendo adesso?» Sasori guardò storto Deidara
che si toglieva le scarpe sgualcite e le infilava nella borsa a
tracolla. La notte era scrosciante di pioggia.
«Tu fai come me». Il ragazzo si infilò
in un vicolo, e in un attimo sparì alla sua vista,
inghiottito dai grattacieli.
«Muoviti fifone!»
Dopo essere rimasto pietrificato per alcuni secondi, Sasori si decise a
dargli retta. Slacciò in fretta le lunghe stringhe degli
anfibi e si ritrovò a pieni nudi tra le pozzanghere e la
sporcizia che imbrattavano quei rioni di periferia.
Si inseguirono tra i palazzi e le strade, immersi nell’acqua,
ma inebriati da un senso impagabile di libertà.
Corsero fino al loro rifugio sotto il cavalcavia, accanto al canale
industriale.
La loro roulotte galleggiava nel fango.
«Ciao papà», disse Deidara entrando e
liberandosi subito della felpa zuppa. Sasori lo imitò,
frizionandosi i capelli con un panno.
«Buonasera», fece un uomo sdraiato su un vecchio
materasso, «avete fatto provviste?»
Deidara tirò fuori dalla tasca della giacca un portafoglio,
contenente venti miseri dollari.
«Potevi tenerne almeno la metà»,
protestò Sasori in un soffio, dandogli un bacio sulla
guancia. Deidara fece una smorfia.
«Bravo figliolo. E tu Sasori?»
Il ragazzo gli porse un bracciale da donna, placcato in oro, e un paio
di guanti in pelliccia d’ermellino.
L’uomo accolse il suo bottino con un mezzo sorriso.
«Siete bravi entrambi. Ora preparatevi, domani
partiamo».
Sasori accolse quella notizia come una doccia gelida, più
gelida della pioggia che offuscava la periferia di Los Angeles.
Aveva appena fatto amicizia con quella città, aveva appena
imparato a conoscerne la gente, i luoghi, gli odori. E già
doveva lasciarla. Era sempre così.
Irritato, uscì dalla roulotte sbattendo la porta, e si
sedette sul gradino d’ingresso.
Deidara lo raggiunse. Lo conosceva come un fratello, capiva quali
fossero i suoi sentimenti.
«So a cosa pensi», disse sedendogli a fianco e
passandogli un braccio intorno alle spalle.
«A volte mi chiedo… se voi non mi aveste rapito
diciassette anni fa, se mi aveste lasciato vivere un'altra
vita…»
«Ohi, io non ero neanche nato quando sei stato
preso».
«E allora tuo padre, tua madre!» sbottò
Sasori, stanco della lentezza di comprendonio di Deidara.
«Lascia in pace la memoria di mia madre!»
ribatté Deidara con gli occhi in fiamme, picchiettandogli
l’indice sul petto.
Dopo essersi guardati in cagnesco per alcuni secondi, la tensione tra
loro tornò a calare.
Seguirono pochi minuti di silenzio, nei quali Deidara si accese una
sigaretta. «Vuoi?» Sasori scosse la testa.
«Mi chiedevo…»
«Beh, probabilmente saresti diventato qualcuno, avresti avuto
un’istruzione professionale, un impiego fisso, un ruolo nella
società, qualcuno che ti avrebbe detto cosa fare. Avresti
avuto una famiglia e una casa».
Sasori chinò la testa massaggiandosi il collo, riflettendo
seriamente sulle sue parole. «E sono tutte cose molto
buone».
«Ehi amico, mi prendi in giro?» lo
provocò Deidara afferrandogli le spalle e guardandolo fisso
negli occhi.
«Qui hai la cosa più importante. La
libertà Sasori, la libertà!»
E la libertà è sradicamento.
La libertà più selvaggia non fissa le radici in
una dimora.
Sasori sorrise, tirò su con il naso e volse lo sguardo al
cielo nuvoloso, lasciando che la pioggia cadesse di nuovo sul suo viso.
Finalmente lo capiva.
~ ♥
Silvar Tales con “Il Labirinto”☑ Originalità
☑ Grammatica
☑ IC Personaggio Base (attenta però che deve essere protagonista)
☑ IC Personaggio Aggiunto
☐Uso del Prompt (hai calcato molto di più il concetto di libertà rispetto alla “casa” richiesta, nominata solo una o due volte)
☐Gradimento personale (ormai ho compreso il tuo bisogno di ambientare le fic negli AU ed è una cosa che apprezzo, ma questa volta non mi hai convinta)
☑Bonus/Malus (prima nel turno precedente)
Totale: 5 punti