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Autore: Darkshadows92    26/01/2013    3 recensioni
“Io trovo che questo sia un buon inizio” mormorò lei.
“Lo penso anch'io...non posso crederci che mi sarei perso tutto questo per semplice paura”
“L'importante è che ora siamo qui, insieme”
Lui appoggiò il mento sulla testa di lei.
“Strawberry...”
“Mhhhhh”
“Stai con me”
“Sai già la mia risposta”
“Voglio sentirla” rispose lui stringendola più forte a sé.
Lei arrossì e si scostò leggermente da lui, cercando di non perdere il contatto con lui.
“Sì” sussurrò lei con voce così bassa che a lui fu appena udibile.
Cit. cap. 10
In un mondo dove non esistono mew mew o alieni, come sarebbe la vita dei nostri personaggi?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

 

 

Ghish sorrise sollevandosi da terra, e porgendo la mano a Strawberry che l'afferrò.

“Certo che i tuoi genitori sembrano proprio dei tipi strani”
“Già, fanno sempre quest'impressione” sospirò la ragazza vergognandosi leggermente per quei genitori che l'adoravano e che ogni tanto la mettevano in ridicolo, ma alla fine erano sempre coloro che amava più al mondo.

Mentre pensava questo, il suo sguardo ricadde su una fotografia, l'unica presente in quella casa. Raffigurava due persone, una donna ed un uomo. La donna, era molto bella, aveva i capelli di un castano scuro, i suoi occhi dorati erano splendenti, sembravano brillare anche da una fotografia, somigliava molto a Tart e Ghish, l'uomo invece era estremamente somigliante a Pai, portava degli occhiali e il suo sguardo all'apparenza severo.

“Sono i tuoi genitori?” chiese la ragazza prendendo tra le mani la cornice argentata.

Ghish si avvicinò, sorridendo guardando quell'immagine.

“Sì, sono loro”

“Tua madre ti somiglia molto”

“Già, me lo dicono tutti”

“Perchè non parli mai di loro?”

“Perchè non c'è niente da dire, sono morti e basta” Fece il ragazzo alzandosi di scatto dal bracciolo della poltrona dove era seduto dirigendosi verso la sua camera.

Strawberry lo osservò andar via, sospirò, alzandosi anche lei dalla poltrona e riponendo la foto al suo posto, lo seguì.

Era nella sua camera, di spalle, immobile di fronte al letto. La ragazza entrò senza esitazione e senza dire nulla si sedette sul letto, guardandolo.

“Sono qui, quando vorrai parlare”

Il ragazzo le sorrise dolcemente, continuando a guardare fuori dalla finestra della sua stanza.

“Non parlo di loro da molto, troppo tempo”

La rossa non disse niente, sapeva che lui era pronto ad aprirsi con lei.

“Non andavo molto d'accordo con mio padre. Era troppo simile a Pai, severo, cinico e fissato sulle sue idee, tipico uomo di scienza. Ha trasmesso questa sua passione a mio fratello, ed era così orgoglioso che, almeno uno dei suoi figli avesse ereditato la sua intelligenza e la sua curiosità. Non lo era altrettanto di me. Mi definiva una nullità paragonato a Pai. A differenza sua, a me non fregava niente di quella robaccia, chimica, matematica o diavolerie del genere. A me piaceva dipingere, ho ereditato il talento di mia madre, e per questo lui mi definiva un buono a nulla. Avevamo litigato quel giorno. Mi avevano accettato in una delle più prestigiose scuole di disegno e pittura del paese, qui a Tokyo. Diceva che ero un sognatore, che non si poteva vivere di arte. Mia madre come al solito mi difendeva e così mio padre si arrabbiò anche con lei, ma non era niente di che, l'amava troppo per prendersela seriamente con lei. Ma quella discussione continuò anche in macchina, mentre tornavamo a casa dal ristorante, dove eravamo andati per festeggiare. Fortunatamente Pai e Tart avevano preso l'altra macchina, mentre io, guidatore inesperto, mi ero offerto di guidare, avendo mio padre bevuto troppo...”

Ghish si sedette di fianco a Strawberry che lo abbracciò, accarezzandogli i capelli dolcemente.

“é spuntato dal nulla...non ho fatto nemmeno in tempo a frenare ne niente...quel camion ci ha investiti, e in pochi secondi ha spazzati via tutto. L'ultima cosa che ricordo sono le grida strazianti di mia madre. Gridava il mio nome. Sperando che mi fossi salvato. All'ospedale ritrovai Pai, che mi comunicò quello che era successo. Mio padre era morto sul colpo. Mia madre era in coma. Morì la mattina dopo.”

“Io...Ghish, mi dispiace tanto”

“é stata tutta colpa mia. Strawberry. Se non fossi stato tanto arrabbiato con mio padre...se non fossi stato tanto distratto...forse avrei potuto evitarlo e loro sarebbero ancora vivi...”
Strawberry lo guardò negli occhi, scorgendo nuovamente quella tristezza che aveva notato il giorno che lo aveva conosciuto, si era chiesta cosa nascondessero quegli occhi così tristi così vuoti.

Calde lacrime scapparono da quegli occhi dorati. Le prime da molto tempo. Finalmente Ghish aveva trovato la forza di piangere. Non lo aveva fatto quando Pai gli aveva dato la notizia e, nemmeno al loro funerale.

Strawberry lo strinse di più a se, continuando ad accarezzargli dolcemente i capelli. Erano seduti sul letto del ragazzo, tra le lenzuola disfatte.

“Ghish, non è stata colpa tua. É stato un incidente, gli incidenti capitano, e noi non possiamo fare niente per evitarli”

“Io avrei potuto”

“No, invece. Non continuare a portarti questo peso, loro non vorrebbero”
Ghish si stese sul letto appoggiando la testa in grembo della ragazza, che ora gli accarezzava il viso, asciugandogli le lacrime col pollice.

“Grazie, Strawberry” mormorò lui, alzando lo sguardo dorato, incontrando quello scuro della ragazza.

Lei gli sorrise, avvicinandosi per catturare le labbra del ragazzo in un soffice bacio.

“Ti amo”

Il sorriso della ragazza si ampliò.

“Anche io”

Rimasero a guardarsi in silenzio per qualche secondo, finchè Ghish non sollevò la testa, e tirando la ragazza, facendola stendere di fianco a lui, con la testa poggiata sul suo petto.

Strawberry arrossì, ma trovava quella posizione piacevole e lentamente cominciò ad accarezzare la schiena del ragazzo.

“Mi fa piacere che resti qui, stanotte.”

“Anche a me”

“Strawberry?” la chiamò lui, lei alzò di nuovo lo sguardo incontrando nuovamente quello di lui.

“Sì?”
“Ho bisogno di te, voglio...” Non riuscì a terminare la frase, temendo di spaventarla. Non avevano mai nemmeno sfiorato l'argomento.

Strawberry però aveva capito perfettamente. Arrossì, nascondendo il viso sul petto di lui, aveva provato certe....sensazioni tutto il giorno, ed erano peggiorate da quando erano lì a casa sua, da soli.

Sapeva di volerlo. Non aveva dubbi sui sentimenti forti che provava per lui, sapeva perfettamente che la sua prima volta doveva essere con lui. Lo amava, lo amava davvero.

“Ghish”

“Dimentica quello che ho detto”

“No...io ti amo”
“Strawberry...” Lo interruppe posando due dita sulle sue labbra

“Anch'io ho bisogno di te...”
“Tu...sei sicura?”

“Sì, lo sono”

I due si guardarono per qualche secondo, gli occhi di Ghish ancora umidi di lacrime, si chiusero quando le labbra di Strawberry raggiunsero le sue, catturandole in un bacio, il ragazzo cambiò posizione facendo stendere la ragazza sotto di lui, portò le sue mani sui fianchi di lei, cominciando a massaggiarglieli piano, mentre lei appoggiava le sue sulle spalle del ragazzo, sentendo i muscoli irrigidirsi ad ogni suo movimento.

Ghish approfondì il bacio facendo scivolare la sua lingua su quella della ragazza che rispose timidamente all'inizio, per poi lasciarsi andare dimenticandosi della sua timidezza.

Ghish le sfiorò la felpa troppo grande, cercando con insistenza la zip, che sembrava quasi essersi nascosta apposta, trovandola infine, la tirò giù, sfilandole l'ingombrante indumento, trovò con sua sorpresa, che sotto, indossava semplicemente una canottierina bianca, quasi trasparente, senza reggiseno.

Ghish si staccò un attimo, per guardarla.

“Dio...sei bellissima”

Strawberry scuoté la testa, sospingendolo nuovamente verso di se, priva ormai di ogni imbarazzo, gli tolse la t-shirt che indossava, facendogliela passare per la testa.

Si fermò un istante a guardare quel corpo muscoloso sopra il suo.

“Ti piace quel che vedi?” le chiese lui con aria maliziosa. La ragazza ridacchiò, era tipico di lui fare certi commenti in momenti del genere.

“Sì, molto...” rispose lei, catturando nuovamente le labbra del ragazzo tra le sue, prendendo l'iniziativa approfondendo il bacio.

Le mani di lui scesero per fermarsi alle cosce della ragazza, le dita di lui giocherellavano con l'elastico dei pantaloni della tuta. La ragazza si sollevo leggermente, permettendogli così di sfilarli.

Ghish la guardò nuovamente tirandole via una ciocca rossa dal viso, le baciò la punta del naso.

Lei lo guardò studiandone il viso, così bello, privo di imperfezioni, gli occhi dorati offuscati dal desiderio, le labbra umide e arrossate di baci.
Era sicura di voler fare questo con lui, perciò con decisione, fece scivolare le sue mani dalle spalle ai jeans, aprendo con sicurezza i bottoni, glieli fece scivolare via.

Ghish si chinò per baciarla di nuovo, le tolse anche la canottiera, fermandosi per ammirare il suo corpo senza ostacoli per la prima volta.

Strawberry arrossì leggermente perciò si alzò per nascondere il viso dandogli dei leggeri baci sul collo.

Lo stava facendo impazzire, perciò la sospinse nuovamente sul letto, ponendosi sopra di lei, pronto finalmente a concludere quel momento.

Si tolsero gli ultimi indumenti, e si guardarono negli occhi, ormai sicuri.

Strawberry alzò lo sguardo verso di lui, cercando di nascondere l'agitazione e la paura

Lui le sorrise, afferrando una delle sue mani stringendola nella sua, mentre con l'altra le accarezzava una guancia con delicatezza, quasi fosse fatta di cristallo.

Senza dire niente, catturò nuovamente le sue labbra, posizionandosi per bene sopra di lei e, con una spinta decisa, la penetrò. L'urlo di Strawberry, fu soffocato dalle labbra di lui.

“Non ti farà più male adesso” le sussurrò dolcemente, prima di ricominciare a muoversi dentro di lei, piano, con dolcezza, mentre lei si abituava a quella nuova sensazione e cominciando ad assaporare e a conoscere quella nuova e immensa sensazione di piacere, perciò dando ascolto al suo istinto, cominciò a muoversi con lui, e non soffocò più i gemiti e i sospiri di piacere.

Continuarono ad amarsi per ore, diventando sempre di più una cosa sola.

 

 

Era tardo pomeriggio, o forse sera, Strawberry non avrebbe davvero saputo dire. Aveva perso la concezione del tempo, e non le importava nemmeno ritrovarla. Voleva solo restare lì, immersa in quel silenzio, in quella sensazione di pace e tenerezza per il maggior tempo possibile. Fuori sentiva ancora il leggero scroscio della pioggia, segnale che a breve avrebbe smesso del tutto.

Abbassò lo sguardo, soffermandolo sul viso addormentato di Ghish,i ciuffi verdi dei capelli, gli copriva gli occhi, con un gesto della mano, li scostò. Non voleva perdersi niente di quel volto, così bello anche nel sonno. Era ancora steso sopra di lei, con la testa appoggiato sul suo seno, le braccia intorno alle spalle di lei. Lo sentì muoversi, segno che probabilmente a breve si sarebbe svegliato.

“Straw-Strawberry?” mormorò con voce roca, segno che fosse ancora in fase di dormiveglia.

“Sono qui, amore mio” sussurrò lei col sorriso sulle labbra. Sentì il cuore in petto gonfiarsi. Non lo pensava possibile, ma dopo quello che era successo, aveva sentito il suo amore per lui crescere in maniera spropositata, sentiva che avrebbe potuto scoppiare.

Il ragazzo alzò la testa di scatto, gli occhi ora aperti ancora velati dal sonno, i capelli arruffati e l'espressione mista a sorpresa e confusione.

Non disse niente, ma si sporse ricominciando a baciare quelle labbra rosse.

“A cosa lo devo questo?” chiese la ragazza guardando il ragazzo che ora, più cosciente le sorrideva malizioso.

“A come mi hai chiamato”

Lei arrossì “Ah...ti...ti è piaciuto”

“Non sai quanto, come non sai quanto ti amo”

“No, quello credo di saperlo”

“Non credo tu te ne renda conto, fragolina...”

“Dici?”

“Già, e ora, credo sia il caso di alzarci...se continuo a stare qui, non rispondo di me”

Si alzò senza preoccuparsi di coprirsi.

“Ghish! Copriti!”
“Che c'è? Ti vergogni?” le chiese malizioso.

“Solo un pochino!”

“Sei proprio buffa, su vestiti e raggiungimi in cucina” le disse mettendosi un paio di boxer e dei pantaloni della tuta, si diresse nell'altra stanza lasciando la ragazza rivestirsi in tranquillità.

 

Uscì dalla stanza in cerca del ragazzo, e lo trovò in soggiorno.

“Ma che ore sono?” chiese la ragazza, vedendo che fuori era già buio.

“Le sette” “Cosa? Le sette?”

“Già”

“Allora, che ne dici di mangiare qualcosa?” le chiese il ragazzo, mentre insieme riponevano nella sua scatola il gioco, abbandonato sul tappeto da troppo tempo.

“A me sta bene, ho una fame!”

“Bene, che si mangia?” chiese il ragazzo sorridendole.

“Dovrei per caso cucinare io?”

“Beh...io sono leggermente negato”

“Chi cucina di solito?” chiese la ragazza immaginando già la risposta.

“Il ristorante qui vicino” le rispose il ragazzo con un sorriso a trentadue denti.

“Vuol dire che nessuno cucina? Nemmeno Pai?”

“Ma tu lo conosci mio fratello?” chiese Ghish.

“Beh...già””

In effetti Pai non sembrava il tipo portato per la cucina, si ricordava quel giorno in cui Kyle aveva chiesto a lui di tener d'occhio il forno in mancanza di Ryan ed essendo tutte le ragazze impegnate. Beh, al suo ritorno il povero cuoco aveva trovato Pai che guardava con aria interrogativa una teglia di biscotti carbonizzati. Alla domanda di Kyle sul perchè avesse aspettato tanto a spegnere il forno la sua risposta era stata. “Perchè? A me sembrano ottimi”

Oppure vi era stata quella volta, in cui lui e Ryan, si erano divertiti a fare gli scienziati pazzi, facendo esplodere i loro esperimenti, al povero Kyle era venuto quasi un infarto vedendo metà della sua cucina bruciacchiata. L'unico commento di Pai alla fine fu “Ho dosato male gli ingredienti” mentre Ryan si lamentava per lo stato dei suoi meravigliosi capelli.

No non era decisamente la persona adatta, anzi avrebbe sicuramente avvelenato qualcuno al suo primo tentativo.

“Non lo lascio nemmeno avvicinare ai fornelli”

“E tu? Perchè non lo fai tu?”

“Micetta...”

“Ah già...”
Anche Ghish aveva tentato, certo che lo aveva fatto, anche se invano, visto come poi era andata a finire. Aveva provato a cimentarsi nella cucina italiana, cercando di preparare un piatto di spaghetti con le vongole. Inutile dire che la pasta era scotta e le vongole...beh diciamo che il povero ragazzo ignorava che dovessero essere immerse in acqua per un po' di tempo prima di cucinarle...era stata pasta con vongole e sabbia infine.

Decisamente gli uomini di questa famiglia erano impediti ai fornelli.

“D'accordo allora, preparerò qualcosa io, vedrai ti preparerò una cenetta deliziosa”

Il ragazzo le sorrise, pregando in cuor suo che Strawberry sapesse qualcosa di cucina.

 

“Allora che si mangia?” il ragazzo si fermò sulla porta, vedendo la rossa sporca di farina dalla testa ai piedi, sul viso e sulla tuta qualche schizzo di salsa, il tavolo tutto impasticciato.

“Cosa è successo qui dentro?” chiese lui entrando nella stanza guardandosi intorno.

“Ho preparato l'impasto per le pizze!” esclamò entusiasta la ragazza.

“Ahhh...e dimmi, hai fatto da mattarello umano?”

“No...solo che ci ho litigato un pochino”
“Beh certo era ovvio”

“Vedrai, saranno ottime!”

“Scommetti che io le farò meglio di te?”
“Bene!”

 

Qualche ora dopo...

 

“Allora che ti avevo detto?”
“Devo ammetterlo sono buone.Ma smettila di vantarti, mi dai sui nervi”
tagliò corto il ragazzo, che aveva già dovuto subire mille prese in giro da parte della ragazza, e una specie di danza della vittoria. Di certo non sapeva quanto potesse essere competitiva.

“D'accordo... ma ammetti che non sopporti che io sono più brava di te!”

“Strawberry!” urlò il ragazzo alzandosi, facendo quasi rabbrividire la ragazza.

“S-sì?”

“Stai facendo la bambina cattiva!” le disse con un fare malizioso che la fece sorridere.

“Ah...davvero?”

“Già, credo che avrai bisogno di una bella lezione...”

“Cioè?”
Il ragazzo si avvicinò a lei e sollevandola di peso se la coricò sulle spalle.

“Hey ma che fai razza di bruto!”

“Comportati bene”
Strawberry scoppiò a ridere, e lasciò che Ghish la riportasse di peso in camera da letto...

 

 

 

 

 

 

Ok....forse fa leggermente pena...ma che ci devo fare, non sono brava a descrivere certe cose.....

Comunque spero vi piaccia e colgo anche l'occasione per ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo, Amy Dickinson, Melinas e Sana96, grazie a tutte, mi hanno fatto molto piacere le vostre opinioni!
 

Un bacione anche a chi ha solo letto, a chi ha aggiunto la storia alle seguite, preferite e da ricordare.

 

Black rose92
 


 

  
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