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Autore: piccolaluce    27/01/2013    5 recensioni
Mi bastò guardare il suo viso, pochi secondi , il tempo di riconoscerlo e capire che non potevo scappare.. che ormai non potevo più.. sapevo la risposta , si poteva cambiare tutto e sarebbe successo.
Non avrei mai creduto di arrivare a questo , solo perché in passato non avevo avuto il coraggio di impormi e di fare quelle domande che sicuramente mi avrebbero impedito di ritrovarmi in questa situazione..
Tenere un segreto dento e già di per se difficile , lo diventa ancora di più se non puoi condividerlo con nessuno.. ed io non potevo davvero confidarmi con nessuno, non potevo permettere che qualcuno lo sapesse , dovevo farlo , lo dovevo fare per lui..
Genere: Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO 37 cn imm ..allontanamenti.. *Ciao, spero stiate tutte bene. Mi scuso per i ritardi, perdonatemi, è ciò che i meglio riesco a fare per ora. Il prossimo non si farà attendere. a giorni l'aggiornamento di "l'odore dell'addio" e "Why? Why me? Why us?". ATTENZIONE ALLO SPOILER SOTTO! E Rose? Che ne pensate? un bacio, piccolaluce*

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Rientrare in casa fu più facile di quanto avrei mai creduto possibile.

Non ci voleva poi molto. Un bel pianto era quello di cui avevo bisogno per poter tirare tutto fuori, per potermi sfogare. Non sarebbe stato facile, d’ora in poi, ma ce l’avrei fatta.

Rob era il mio problema. Odiavo definire mio figlio un problema, la realtà era che non lo era lui, ma lo era dirgli ciò che stava accadendo.

Con lui non avrei saputo mentire…

Mi alzai da quel dondolo come se non ci fossi mai stata, forse non ci ero stata davvero, non con la mente almeno. Come se volessi che venisse a cercarmi. Ma in realtà sapevo dall’inizio che non sarebbe mai venuto nessuno a vedere come stavo. Alice teneva davvero a me, nessun altro.

Rientrare in casa fu piacevole. Era calda, anche se dentro gelavo.

Ma non era la temperatura, non era nemmeno lo sbalzo da fuori a dentro. Era il mio cuore ad essere freddo, congelato.

Ma lui, lui non si sarebbe più scaldato.

Aveva deciso. Aveva preso una decisione cosi importante da solo : non avrebbe più sofferto.

Ne ora, ne mai.

<< Mamma! Eccoti! Ti avevo persa… >> l’unico uomo della mia vita.

<< Amore di mamma. Ero fuori con zia. Non dovevi preoccuparti. Tu… tu non mi perderai mai >> forse la mia non era una semplice esclamazione. Era una frecciatina. Rivolta a qualcuno in particolare, e proprio quel qualcuno sembrava averla recepita.

<< Ragazzi è pronto! Si mangia! >> ci richiamò Esme dalla cucina.

Aspettai che anche Alice facesse la sua comparsa e dopo aver accompagnato il mio bimbo al bagno per lavare le mani raggiunsi tutti al tavolo. Ci affrettammo prima che Esme si mettesse ad urlare. Ne dubitavo fortemente comunque. Sapeva urlare? Non ne era certa.

Due erano i posti liberi…

Per fortuna Rob scelse quello vicino al padre, frapponendosi così fra di noi, ma comunque troppo vicini fisicamente, anche se decisamente lontani.

Mi concessi un’occhiata veloce verso di lui. Sembrava turbato. Dopotutto era anche normale che lo fosse. Non era un mostro insensibile.

Era solo un egoista, ipocrita, falso, approfittatore, presuntuoso, immaturo, contraddittorio e e e e e… e basta!

Era soprattutto il padre di mio figlio. Di nostro figlio.

<< Papà, stasera guardiamo il re leone? >> ecco che incombevano i problemi.

<< Certo piccolo. Guarderemo ciò che vorrai >>

<< Si! Mamma? È bello, no? Piace anche a te… >> eh, certo!

<< Si amore è bello ma… io ho da afre con zia. Ti dispiace se non lo vedo? Vengo dopo però, promesso >>

<< Mm, va bene! >> Edward mi lanciò un’occhiata strana, ma ancora non aveva capito?

Alice ignara di tutto resse comunque il mio gioco senza dire nulla.

<< Bella, mi passi l’insalata? >> mi chiese Emm e feci come richiesto.

<< La passeresti anche a me? >> e da quando Edward mangiava l’insalata? Ma certo che la passo anche a te, se proprio la vuoi, no? No!

<< Mamma, papà vuole l’insalata >> Rob, non ti ci mettere anche tu!

<< Emm, stanno parlando a te >> mi sbrigai a precisare per evitare di fare qualcosa per lui.

Sentii lui sbruffare ma non disse null’altro.

<< Caro, come stai? >> si rivolse Esme al primogenito.

<< Bene mamma, adesso sto bene… >> era chiaro a tutti che stesse mentendo, ma appoggiamo comunque il suo tentativo. Il che, mi ricordava che avrei dovuto telefonare ad una certa persona. Rose, rose, che hai combinato?

<< -ella? >> mm, come? Dicevano a me?

<< Bella? Bella? Bella, l’acqua. Me la passi? >> lo ignorai bellamente come se non avesse detto nulla.

<< Eh, bella , l’acqua! >> ma non demordeva? Ma solo io potevo passargliela? Effettivamente la bottiglia era proprio di lato a me. Guardai quest’ultima. C’era solo un fondo. Avrebbe riempito si e no mezzo bicchiere. La presi e me la versai.

Ops! Oh, non l’ho fatto apposta! Mi dispiace. Mi giustificai mentalmente. Ma di cosa poi? Non mi dispiaceva affatto e non ero per nulla pentita. Ero certa che non avesse poi così sete.  Altrimenti gli sarebbe bastato allungare un braccio.

Il frigo era lontano dalla postazione di entrambi, sarebbe toccato ad Alice andare a prenderne un’altra. Al momento non mi interessava.

Sorprendendomi, fu proprio Edward ad alzarsi rabbioso. La prese e se la versò un secondo dopo con troppa irruenza. Non ne bevve nemmeno un sorso. Come avevo detto? Ah si certo, stava morendo di sete.

Non sarebbe finita bene. No, assolutamente.

La cena sembrò essere la più lunga della mia vita. Per fortuna, anche questa, come tutte le altre, volse al suo termine.

Per evitare Edward , mi fiondai prima sui piatti , -mai fare i doveri di casa mi aveva entusiasmato come adesso, e mai l’avrei creduto possibile- e successivamente scappai nella camera di Alice incurante di dove fossero loro. Se fossero stati in camera di Edward non ci sarei andata dopo, avrei dovuto trovare un escamotage per non infrangere la promessa fatta al mio piccolo.

Ma fortunatamente, conoscendo Rob –molto, molto, molto abitudinario- sapevo che l’avrebbe condotto in camera mia.

Era lì che dormivamo sempre tutti e tre. Era lì che era cominciata la nostra quotidianità, la nostra famiglia.

Era lì che mi avrebbe aspettata. Era lì che non avrebbe visto più altro che me e lui…

<< Ehi! Per quanto vuoi andare avanti così? Vi farete solo del male… >> lo sapevo bene, ma era ciò che di meglio sapevo, ed ero in grado, di fare al momento.

<< Anche se, se ne sono accorti tutti sai? Non ha mai mangiato una foglia di insalata! Ed è la prima volta che lo vedo alzarsi per prendere una bottiglia! Credo abbia sempre scelto quel posto proprio perché lontano da frigo… >> mi lascia contagiare e mi concessi di sorridere un po’. Ma poi deviai i miei pensieri verso qualcosa di un po’ più urgente.

<< Ali, che ne dici di chiamare Rose? >> in questo modo deviai anche ogni suo tentativo di riaprire l’argomento Edward. Non ce l’avrei fatta al momento

<< Beh, non ti nego che ci stavo pensando. Ma forse è meglio che tu lo faccia sola. Non credo voglia sentire me. Credo cerchi il mio appoggio e onestamente non so se saprei darglielo… >> confessò sincera.

<< No, non credo. È tuo fratello. Non ti chiederà di appoggiarla contro lui… >>

<< Io… non lo so. Non credo sia la cosa giusta. Non so se sarei in grado di schierarmi… >>

<< Credo che dovresti esserci invece. La conosco da poco e da poco conosco tuo fratello. Forse questo mi permette di essere neutrale. Mi sono legata ad entrambi. Non so cosa sia successo e non mi sento di prendere le parti di nessuno, ma… voglio sentire la sua versione. Voglio sapere come sta. Lei mi chiederà di te, vorrà sapere e voglio che sia tu a risponderle, a fare l’amica, ad essere sincera, a dire ciò che pensi senza rimuginarci sopra. Perché questo ti chiederà, di fare l’amica… >> non aspettai che rispondesse e prima ancora che lei annuisse io avevo già fatto partire la chiamata , posando il mio sguardo su quello di una bellissima ragazza bionda dagli occhi azzurri.

<< Ehi, Bella! >> sembrava entusiasta di sentirmi. Anche se aveva un tono abbastanza alto volevo che anche Alice sentisse, così misi il vivavoce.

<< Ciao Rose! Come stai? >>

<< Eh, come vuoi che stia? E tu? Tu che fai? >> eh, io? Io, come stavo?

<< Io vado avanti. Poi ti racconterò. Ero… ero qui con Alice! >> la buttai lì, ignorando le smorfie e la disapprovazione di quest’ultima.

<< Oh, Alice! Ciao… >> tutto era imbarazzante, tutto sembrava troppo difficile. Si poteva perdonare il tradimento? Forse…

Ma si poteva perdonare quando ad essere tradito era tuo fratello? Io, io l’avrei fatto?

Ma infondo la mia domanda non aveva senso. Dipendeva da persona a persona.

C’era chi perdonava il proprio amore, un tradimento alla propria persona, quindi…

E poi, non avevo detto che non avrei preso parti? Che avrei ascoltato entrambe le versioni? In un modo o nell’altro era come se mi stessi schierando. Perché sembrava impossibile che Emmett avesse frainteso. E poi, se fosse stato tutto vero, se fosse stato tradito, ciò dava una qualche giustificazione al suo comportamento nei confronti di Rob. Come l’avrei giustificato se fosse stato tutto un errore?

<< Ciao Rose! >> Alice si mostrò più dolce di quanto mi potessi aspettare.

<< Okay, lo sento da qui quant’imbarazzo c’è nell’aria. Ne siete sature. E prima che possiate dire qualsiasi cosa, ci terrei a dire che Emmett è un cretino. So che dopo non en avrò più occasione, e ci terrei davvero a dirlo adesso! >> non potei evitare che Alice partisse in quarta in difesa del fratello e nemmeno avrei voluto in realtà.

<< Ah, lui sarebbe un cretino? E tu? Tu, cosa sei? Ti senti pulita? Sei… sei… ah! Ma lo sai cosa abbiamo passato? No, non lo sai! Bella te l’avevo detto che non avrei dovuto esserci… >> prima che si alzasse e che io le rispondessi, Rose la richiamò.

<< Sai che c’è? C’è che lo sapevo che non mi avresti fatta parlare >> Alice fece retromarcia e si accomodò sul suo letto.

<< No, sai tu che c’è? Te lo dico io. C’è che si è creato un sacco di casino. C’è che mi fidavo. C’è che mio fratello è impazzito. C’è che Rob è andato di mezzo. C’è che ha pianto. Ha ferito lui, ecco che c’è! >> sembrava impazzita e niente e nessuno avrebbe potuto fermarla. Ma Rose al sentir nominare il mio bimbo abbassò l’ascia di guerra e chiese di sapere di più, di essere informata.

Le raccontammo ogni cosa. Dell’aggressione e di ciò che era accaduto mentre lei non c’era. Io per renderla partecipe, Alice per ferirla e farla sentire in colpa.

Non sapeva nulla di Emmett, del ricovero. Si capiva quanto fosse dispiaciuta e mortificata per quanto successo. Si sentiva la causa, la causa di tutto, soprattutto per ciò che era avvenuto al mio piccolo. Io la rassicurai subito, ma Alice non fu d’accordo. Come se, se lo meritasse. Solo dopo che anche lei si fu sfogata cominciò a rilassarsi e a voler sentire tutta la storia.

<< Io non ci posso credere… >> furono le ultime parole dopo la telefonata appena conclusa e prima che ci salutassimo per la notte. Chi l’avrebbe mai detto?

Era incredibile. Ma questo dava manforte alla mia idea di voler ascoltare sempre entrambe le parti. Senza, chissà che sarebbe successo. Ancora non era finita, non era finito nulla.

Arrivai alla mia camera, conscia che fosse troppo tardi. Sicuramente Rob dormiva solo nel lettone. Entrai in punta di piedi per non svegliarlo. La prima cosa che vidi fu la televisione accesa, stranamente la luce no. Rob non dormiva ancora al buoi senza qualcuno accanto.

Chiusi la tivù e mi andai velocemente a lavare e mettere il pigiama.

Al ritorno mi accorsi di ciò che prima mi era sfuggito : Rob non era solo. Dormiva con Edward.

Quella scena mi intenerii, troppo. Più di quanto avrei voluto. Presi il mio iPhone e scattai una foto. Assicurandomi di aver spento il flash. La fioca luce della lampada bastava.

Volevo immortalare quel momento. Un momento dolcissimo che mi sarebbe mancato e che sicuramente non mi sarebbe ricapitato.

Mi misi ai piedi del letto, indecisa sul da farsi.

Li guardai, bellissimi nei loro dolci lineamenti, uno un po’ bambino, l’altro già uomo, ma comunque stupendi, allo stesso modo.

La stessa espressione rilassata e un po’ corrucciata. Una frutto dei pensieri di bambino –i problemi di un gioco- l’altra dei pensieri di un uomo –dei problemi della vita-.

La bocca semi-aperta, la stessa bocca. Certe volte ancora mi chiedevo come avesse fatto a non capre…

Erano due gocce.

E fu guardando queste due gocce d’acqua che Morfeo decise di venirmi a trovare per portarmi con sé. Forse non era il momento adatto, non lo era sicramente il posto, e senz’altro non lo era la compagnia, ma senza poterlo impedire, tra i miei amori mi addormentai.

 

Spoiler :

<< Papi, mami, ve lo date un bacio, mm? >>

<< Mami, dallo un bacio a papà… >>

<< Mamma. Perché non vuoi baciare papà? >> come lo spieghi? Come?



   
 
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