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Autore: Kiarachu    27/01/2013    2 recensioni
AU: e se Megamind, Minion e Wayne fossero fuggiti dai loro pianeti, per trovarsi a Londra nell'epoca Vittoriana?
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Più si avvicinavano e più sentivano spezzoni di conversazioni: “…adesso caro mio direttore, ti faremo la festa!”, affermò una voce rozza e crudele.
 
“Non ho paura, e conosco l’arte del baritsu! Mettetevi in guardia, felloni!”, rispose una voce sicura, anche se leggermente tremante.
 
I due alieni video che l’uomo che aveva parlato era circondato da un gruppo di criminali, con mazze e bastoni.
Il gentiluomo era in posizione difensiva, col bastone alzato e pronto a colpire, ma era chiaramente in inferiorità numerica.
Infatti, uno dei malviventi lo colpì alla testa con una mazza, da dietro, e lui cadde a terra con un gemito.
 
Eiyuu si accigliò, e seguendo il suo istinto, estrasse la pistola dalla fondina, ed uscì dal nascondiglio, con Meen-yawn che gli stava vicino per difenderlo.
 
“Hei! Voi malviventi! Fermi lì, o sparo!” gridò il giovane alieno, puntando la de-gun, settata su “dehydration”, verso quello che sembrava il capo della combriccola.
 
La gang, sentendo il grido, si girò e il loro capo era già pronto a ridere, sentendo quella voce così giovane minacciarli.
Ma vedendo i due alieni, rimasero shockati, ed Eiyuu ebbe il tempo di colpire tutti, riducendoli a dei cubi luccicanti.
 
“Meen-yawn, raccogli quei cubi, che vado a vedere come sta quel poveretto”, il piccolo alieno disse al suo amico acquatico.
 
Il pescioide annuì, e raccolse tutti gli otto cubi, mentre Eiyuu si chinava sull’uomo steso a terra.
Esaminò il punto dove era stato colpito, tastando delicatamente con le dita la botta.
Tirò un sospiro di sollievo, quando vide che era solo una gran bernoccolo, e prese una fialetta di sali da una pochette di pelle che aveva attaccata alla cintura.
 
Girò delicatamente l’uomo, e passò la fiala sotto il naso, notando che aveva dei baffi castani.
Il gentiluomo gemette, strizzando gli occhi, e poi gli aprì, sbattendoli per mettere a fuoco.
 
“Sta bene, buon uomo? Ora è al sicuro…ho neutralizzato quei malviventi. Riesce a tirarsi su da solo, o vuole una mano?” Eiyuu chiese, con una nota preoccupata nella voce.
 
Il signore sbatté ancora gli occhi, per vedere se stava avendo un’allucinazione, perché aveva visto l’aspetto del suo soccorritore.
 
“Uhm…penso di riuscire a stare in piedi, grazie. Mh…indossi un costume e sei truccato, per caso? Scusa se chiedo, ma la tua pelle è blu ed hai una gran testa”, chiese confusamente.
 
Eiyuu sbatté gli occhi, e rise, mentre aiutava l’uomo a stare in piedi.
 
“No, no…questo è il mio vero aspetto, e anche se lei non ci crederà, non sono di questo pianeta. Sono un alieno, e vengo da un pianeta lontanissimo da qui, che ormai non esiste più. In realtà la mia intenzione era quella di rimanere nascosto ai terrestri per un po’ di tempo, ma ho avuto l’impulso di venire a soccorrerla. Spero di non averla shockata troppo”, il giovane alieno finì, sorridendo.
 
L’uomo aveva un’espressione stupita, ma non shockata, così sorrise, e disse, “Non mi hai shockato, figliolo. Sono il direttore della prigione di Londra, e ne vedo di cotte e di crude. Sono un poco stupito…non pensavo che ci potesse essere la vita al di fuori della Terra, soprattutto vita intelligente, e suppongo che il tuo cranio così sviluppato indichi un grande intelletto, vero?”
 
Eiyuu annuì, e rispose, “Adesso capisco perché quegli uomini ce l’avevano con lei! Volevano vendicarsi su di lei, perché, suppongo, erano stati in prigione, vero? E sì, ha ragione, durante il mio viaggio nello spazio dal mio pianeta alla Terra, ho constatato che ho un intelletto superiore ai terrestri, e vorrei utilizzarlo per aiutarvi e migliorarvi.”
 
Il direttore della prigione si stupì nuovamente per l’intuito del bambino ed anche per la maturità che dimostrava.
 
“Sì, è vero, quella banda era uscita da poco di galera, e volevano non solo farmi del male, ma anche entrare in prigione per liberare i loro compagni che sono ancora dentro. Ma quanti anni hai, se mi è dato di saperlo? E sarebbe una benedizione scesa dal cielo, se tu davvero migliorassi il nostro tenore di vita. E cosa intendi con “durante il mio viaggio nello spazio”? Ho un sacco di domande, ma la più importante adesso è: figliolo, che ci facevi, da solo, in una zona così malfamata?”, il rettore della prigione chiese, con un tono preoccupato.
 
In quel momento Meen-yawn tornò con i cubi nelle mani robotiche, e il gentiluomo strabuzzò gli occhi, vedendo quel pesce nella tenuta robotica: questo non se l’aspettava proprio.
 
“Signore, ho preso tutti i malviventi, come mi avete detto. Ho sentito quello che ha detto, e il mio Signore non era da solo, c’ero anch’io a proteggerlo, e stavamo cercando un posto dove sistemarci e nascondere la nostra astronave – il veicolo spaziale con cui siamo arrivati sulla Terra – per poi cominciare il lavoro scelto dal mio protetto”, il pescioide spiegò al direttore.
 
Il direttore si riprese dallo shock, e disse, “Ho capito, stavate cercando uno di quei magazzini abbandonati. Ma che razza di lavoro voi fare, ragazzo? E che cosa sono quei cubi luminosi? Ho la testa che mi gira…”
 
Eiyuu annuì alla prima domanda, e rispose, “Esattamente, la nostra navicella adesso è parcheggiata nell’isoletta boscosa al centro del laghetto del Parco Battersea, ed è resa invisibile, così è al sicuro. Ho dieci anni, e durante il viaggio abbiamo potuto vedere diverse cose grazie a delle sonde spedite sulla Terra dai miei genitori. Queste sonde trasmettevano…mh…fotografie in movimento su un apparato della nave spaziale.”
 
“Cose belle, ma anche orrende, e così ho deciso che non solo migliorerò la vostra vita grazie alla mia tecnologia, ma vorrei anche divenire un detective, per risolvere casi e proteggere gli innocenti. E quei cubi sono la banda disidratata dalla mia pistola”, detto questo, estrasse l’arma e per dimostrazione, la puntò verso un mattone che c’era per terra, riducendolo ad un cubo.
Poi Meen-yawn andò lì, e bagnò con qualche goccia il cubo, facendolo tornare come prima.
 
Il direttore era senza parole, e se prima gli sembrava tutto incredibile, dopo aver visto la dimostrazione seppe che era tutto vero.
 
“Accidenti! Ero scettico, ma vedendo quell’arma mi son ricreduto. Un detective, eh? E perché non un poliziotto ? I detective non son molto ben voluti, ne considerati dalle autorità locali. Io ho una gran considerazione di loro, sia chiaro, anche perché spesso risolvono meglio i casi loro, che la polizia di Scotland Yard…ma ti prego di non dirlo in giro.”
 
“Per quel che riguarda il posto dove stare, qui non è proprio la zona adatta, ma penso che l’abbiate già capito. Siccome ho un buon presentimento verso voi due, vi propongo un affare: possiedo una casa in disuso su Baker Street, dove potete abitare, ed uno di quei magazzini in rovina era della mia famiglia. Potete nascondere la vostra…nave spaziale nel magazzino, ed utilizzare lo spazio rimanente come studio investigativo.”
 
“Sia chiaro che non cederò a voi questi edifici gratuitamente, ma per il momento va bene così, dato che siete appena arrivati e penso che non abbiate un penny, o sbaglio? Quando risolverete qualche caso, potrete pagarmi coi soldi che guadagnerete, va bene?”, il direttore finì, sorridendo ai due alieni.
 
I due alieni si guardarono, ed Eiyuu fece un cenno con la testa a Meen-yawn, come per invitarlo a parlare in privato.
 
“Se non le dispiace vorremmo discutere di questo privatamente, aspetti”, disse il giovane alieno all’uomo baffuto.
 
Il direttore della prigione annuì, capendo perfettamente, ed i due alieni andarono un po’ in la a parlare.
 
“Secondo me c’è da fidarsi, e poi ci farebbe comodo avere un contatto dentro la prigione, quando sarò un detective mi farebbe comodo poter parlare con lui per consigli od altro, e anche coi prigionieri. Che ne pensi, Meen-yawn?” Eiyuu chiese con trepidazione.
 
Il pescioide annuì, e rispose, “Anch’io ho fiducia in lui, e sarebbe molto comodo per noi avere un buon posto dove poter abitare, invece che un magazzino.”
 
Così ritornarono dal direttore, e gli dissero che accettavano la sua proposta.
 
Il curatore della prigione tirò un sospiro di sollievo, e disse, “Molto bene, son contento di sentirvelo dire. Ho capito che tu hai una maturità ed una conoscenza più avanzata di noi terrestri, ma sei sempre un bambino. Se volete questa sera potete dormire a casa mia.”
 
“Sono scapolo, e un po’ di compagnia non mi guasterebbe. Poi domani sera vi farò vedere dov’è locato il magazzino, così potrete spostare la vostra nave spaziale. Sarei anche curioso di vedere com’è fatta. Poi vi porterei all’appartamento.”
 
“È un po’ da sistemare, ma ho come l’impressione che non sarà un problema per voi due. Ah…quasi dimenticavo! Non mi sono presentato: mi chiamo Gordon Baker, ed è stato davvero un piacere fare la vostra conoscenza, anche se è successo in circostanze non proprio piacevoli.”
 
“Ora…vorrei chiedervi che ne possiamo fare di questi…cubi…siamo ancora vicini alla prigione, e potrei portarli dentro, ma ci sarebbe il problema di spiegare come mai sono ridotti a queste condizioni. Ho capito che per un po’ voi vogliate rimanere nascosti, perché avete paura della reazione della gente.”
 
“La mia idea è questa: – e ditemi se non vi aggrada – in questo momento c’è una guardia fidata al turno di notte. È uno dei miei uomini di fiducia, e so che manterrebbe un segreto. Potremmo andare tutti e tre da lui, e spiegargli la situazione, dicendogli di inventarsi qualcosa per giustificare il ritorno della banda in galera”, Gordon finì guardando i due alieni.
 
Eiyuu sorrise a quell’idea, e anche al fatto che aveva trovato qualcuno di sveglio.
 
“È una magnifica idea, ed è vero che non vorrei farmi scoprire subito. Ma non m’importa, in ogni caso ho i miei mezzi di difesa, e c’è il mio amico che mi ha detto che mi proteggerà. Anche noi non ci siamo presentati, e siccome abbiamo fiducia in lei, le diremo i nostri nomi”, lui disse, guardando Meen-yawn, che annuì, contento dell’idea.
 
“Io sono Eiyuu Hatsumei, e sul mio pianeta ero il figlio del re e della regina della mia terra, ma qui sono solo un semplice ragazzo che vuole divenire un detective, ed aiutare la gente”, l’alieno blu affermò, con gli occhi che luccicavano al pensiero di migliorare la vita dei londinesi e anche della gente dell’Inghilterra.
 
“Io sono Meen-yawn, e sono il guardiano designato a proteggere il mio Signore. La mia razza abitava le acque fresche dei fiumi e dei laghi del nostro pianeta, e provengo da una famiglia che ha sempre servito e protetto i regnanti d’Aosei.”
 
“Solitamente il rapporto tra un Ittison e il suo protetto è più simile a quello di servo/padrone, ma vedendo la situazione qui a Londra, il nostro rapporto è più simile ad un’amicizia, perché abbiamo capito che bisogna avere fiducia tra di noi, per sopravvivere”, il pescioide finì guardando Eiyuu con dolcezza.
 
Gordon annuì, memorizzando i nomi, e disse, “Eiyuu e Minion. Stavo pensando che il tuo nome assomiglia molto alla parola inglese “minion”, che vuol dire seguace. È più un termine usato nella malavita, ma non so perché ho come l’impressione che sia adatto per te”, il direttore disse al pesce alieno.
 
“E tu eri un principe? In ogni caso hai ragione ad essere umile, dato che i nobili qui a Londra non son proprio ben voluti dal popolino. Beh, ora basta con i convenevoli. È tardi, meglio portare questi criminali dove devono stare, ed andare a casa mia”, Gordon finì, camminando verso la prigione.
 
I due alieni annuirono, ed Eiyuu ricordò un’altra cosa, quando il direttore Baker disse dei nobili.
Andarono nella prigione, dove incontrarono la guardia, che rimase shockata alla vista dei due alieni.
Prese i cubi e li mise in celle separate, isolate dal resto delle celle, e le bagnò, seguendo le istruzioni dell’alieno blu.
 
I malviventi si spaventarono di nuovo a vedere Eiyuu, e lui ne fu felice, perché pensò che così i criminali avrebbero avuto timore di lui.
La guardia disse che se gli avessero chiesto perché loro erano di nuovo in galera, avrebbe detto che il direttore era stato attaccato (che era la verità) e lui lo aveva aiutato a battere tutti i malviventi.
 
Non avevano paura che la banda dicesse la verità, perché nessuno gli avrebbe creduto, e avrebbero pensato ad un’allucinazione provocata da qualche droga o da alcool assunto dai membri della gang.
Il piccolo genio annuì, soddisfatto dell’idea, e ringraziò la guardia, che si chiamava Arthur Smith.
Poi andarono verso la casa di Gordon Baker, che era sempre su Baker Street, ed intanto parlarono d’alcune cose.         
  
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