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Autore: Girasolefelicissimo    28/01/2013    2 recensioni
Un Demone che si affeziona ad un umano? Sembra strano, non è vero? Sopratutto se quel Demone è Amaimon, uno degli otto Re di Gehenna.
"Può un Demone far sentire al sicuro una persona?" Si chiedeva qualche volta.
"Amaimon la osservava. La pelle candida come la neve, i capelli biondi e gli occhi chiusi, mentre respirava lentamente. Il suo calore, sentiva il suo calore su di lui, lui che era gelido.."
Potrà sembrare una storia romantica e sdolcinata, certo, ma ciò che non sapete, e che questa storia, ha anche un bel po' di azione, con un pizzico di mistero e horror.. Senza dimenticare il nuovo personaggio..
"-Ooh.. Quindi è quella la ragazzina, eh?- Sghignazzò, per poi alzarsi. -Allora, mi divertirò un mondo..-"
Cosa vorrà mai questo personaggio da Natalie?
(Avviso ai lettori: questo è un seguito della storia "Il lato tenero di Amaimon" ma per leggere questa storia, non c'è bisogno di leggere anche la precedente.)
Genere: Azione, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il lato tenero di Amaimon.'
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Subito si fiondò sul fratello per  liberare Natalie, ma Azazel con un sol movimento del braccio cacciò una folata di vento che lo respinse via.
Amaimon sbattee con la schiena contro la finestra della ragazza, mandandola in frantumi. Si rialzò, rimanendo seduto sui pezzi di vetro che stracciavano appena i suoi vestiti, osservando quel maledetto che tirava i biondi capelli di Natalie. Lamia gli arrivò da dietro, tenendolo fermo per le spalle, per fargli osservare la scenetta.
Le strappò una ciocca dei suoi capelli.
Emise un urletto, tentava di fargli lasciare la presa graffiandogli la mano, ma sembrava che per lui fosse solo un solletico.
Amaimon, reagì subito, alzandosi e scaraventando giù dal palazzo la demoniessa che gli teneva le spalle, si scaraventò nuovamente verso di lui, evitò la sua folata di vento e gli diede un pugno sul ventre, in modo tale che lasciò Natalie, facendola cadere e il verde la prese in braccio. Gli lanciò nelle cosce due stalagmiti in modo da bloccarlo al suolo e saltò fuori dalla finestra, iniziando a correre via da quel luogo, tenendo la ragazza stretta a sè.
Si fermarono sul tetto di un palazzo abbandonato. 
Posò la ragazza, e la guardò attentamente per assicurarsi se quello schifoso del fratello non le avesse fatto del male. 
Natalie si fiondò tra le sue braccia, trattenendo a stento le lacrime. -Cosa facciamo..?- Chiese, tirando su la narice e tenendo la testa poggiata sul suo petto. Il verde, ricambiò l'abbraccio, accarezzandole i morbidi capelli. -Non preoccuparti.- Rispose, stringendola più forte. Voleva proteggerla e si era ripromesso che non le sarebbe più accaduto del male. -Ti proteggerò io.-
Natalie accennò ad un "Si" sforzato. 
 
Con una mano, spalancò il maestoso cancello,  la ragazza dormiva tra le sue braccia e iniziò ad incamminarsi verso la villa del fratello.
Non era ancora rientrato, per fortuna. Adesso si stava dirigendo verso le camere degli ospiti, dove far dormire la piccola Natalie, non poteva farla tornare a casa o quei due l'avrebbero attaccata nuovamente. La portò in una camera e la fece distendere sul letto, coprendola per benino con il piumone.
In silenzio, senza far rumore, uscì dalla camera, chiudendo piano la porta e appena chiusa qualcuno poggiò la mano sulla sua spalla, stringendola.
-Amaimon..- Sussurò Mephisto. -Devi dirmi qualcosa o sbaglio?- 
Il verde deglutì, pensando a cosa dovergli dire.
 
Si svegliò, stanca e assonnata. Strinse la mano nelle calde coperte rosa cipria per poi alzarsi col busto per osservare l'intero ambiente: era in un letto matrimoniale, difronte a lei attaccato al muro c'era una cassettiera gigante in bianco latte con sopra mille peluche dai vari colori, sopra c'era un grande specchio con i bordi pieni di adesivi, alla sua destra, sempre in fondo al muro c'era un armadio gigante, anch'esso in bianco latte ed a ogni porta sopra c'era il disegno di una margherita, ai piedi del  letto c'era un grosso tappeto peloso con due tonalità di rosa e alle sue spalle c'era una grossa vetrata. Un grosso prato si estendeva con al centro una piccola statua di elefante.
Si alzò dal  letto, poggiando i piedi scalzi sul morbido tappeto, e sempre a piedi nudi si avvicinò alla porta. Inizialmente guardò solo fuori attraverso la fessura, ma in seguito abbassò anche la maniglia, uscì fuori, vedendo un lungo corridoio, dove per terra c'era  un tappeto rosso e alle pareti c'erano appesi dei quadri. Titubante se uscire o meno mise fuori solo un piede, guardando attentamente a destra e a sinistra per vedere se arrivava qualcuno e subito vide una figura in lontananza: alta, snella e completamente vestita di bianco. Si richiuse dentro d'istinto e raccolse la chiave che c'era sulla cassettiera, la infilò nella serratura e chiuse a chiave la porta.
Indietreggiò e sentii dei passi sostare davanti alla porta, seguiti da un toc toc.
Si tappò la bocca con una mano, guardandosi attorno per una via di fuga.
-Signorina?- Parlò la voce estranea da dietro la porta. -Va tutto bene?- Chiese, ma non ebbe nessuna risposta. Sospirò. -D'accordo signorina, se ha bisogno di me sono in salotto a gustarmi una buona tazza di tè!- Le disse, mentre si allontanava dalla porta. Titubante, si avviò verso la porta, girò la chiave verso destra e lentamente la tirò verso di sè. Si affacciò nuovamente guardando prima a destra: nulla, nessuno in vista. Poi guardò a sinistra e vide a pochi centimetri di distanza dal suo viso il preside che la fissava con un sorriso smagliante. -Aaah, sapevo sarebbe uscita!- Si allontanò di poco per fare un piccolo inchino.
L'istinto di Natalie era quello di rinchiudersi dentro sbattendo la porta e nascondendosi sotto le coperte, ma non lo fece, rimase lì imbambolata a fissare il preside che le parlava, tentando di capire che cosa fosse successo. -Perchè sono qui?- Gli chiese subito, appena esso si rialzò dal suo inchino.
-Oh, Natalie!- Arrivò Amaimon, con delle varie schifezze racchiuse in sacchetti colorati tra le braccia. -Stavo per venire a portarti da mangiare.- Le disse, sostandosi in mezzo ai due.
-Amaimon, prima di tutto non puoi far nutrire questa signorina con certe porcherie,- Disse sorridendo, per poi mostrare un lieve turbamento. -Secondo, non sei autorizzato a svaligiarmi la dispensa.- Tossì, cercando di placare quel piccolo momento di rabbia. -Oh.. E cosa dovrei farle mangiare?- Chiese il verde. Mephisto sospirò, per poi posare lo sguardo sulla ragazzina.
-Signorina Rooney, sarei lieto di spiegarle tutto, davanti a un caldo e piacevole tè.- Indicò di seguirlo lungo il corridoio, mentre lanciava un'occhiataccia al fratello, facendogli capire di  posare tutto il cibo che aveva rubato dalla sua dispensa. La ragazza, seguii a stento il Preside, poichè era ancora assorta nei suoi pensieri.
Le avevano detto tutto. Le avevano detto che doveva rimanere lì poichè adesso la sua vita era in pericolo, che adesso era sorvegliata finchè Azazel e Lamia non si stufassero di darle la caccia o, non sarebbero morti. Teneva tra le mani quella calda tazza di porcellana e osservava il preside che sorseggiava come se nulla fosse il suo tè, e Amaimon che si rimpilzava di biscottini.
Guardava entrambi e subito capii, che anche il preside, John Faust era un Demone. Non se ne era mai accorta in tutti questi anni in cui era alla True Cross Accademy, anche le poche volte in cui lo intravedeva o veniva convocata nel suo ufficio, non aveva mai notato quelle orecchie lunghe e appuntite o di quei canini.
Era circondata dai Demoni, ma non nè aveva paura, anche perchè dopotutto, era sempre stata al fianco di Amaimon, il primo Demone che aveva incontrato.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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