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Autore: Gillian_Lightman    29/01/2013    3 recensioni
Dopo circa cinque minuti raggiunge la via dove abita Gill, ed accosta di fronte a casa sua; sta per scendere, ma si accorge di una cosa, di un qualcuno: cè un uomo che sta infilando una busta nella cassetta per la posta di Foster.
Lightman socchiude le palpebre, sforzandosi di capire perché quell’ individuo gli sembri familiare…dopo qualche secondo non ce n'è più bisogno, perché quello si volta, e lo può vedere chiaramente in faccia:....
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Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Choices.
 
“Capito, grazie”.
Cal riattacca il telefono e si accascia sul divano. Rimane immobile a fissare il vuoto per una manciata di minuti, poi estrae una bottiglia di Scotch dal mobiletto e ci da dentro.
Quando ha già vuotato il quarto bicchierino ed il suo fegato sta iniziando a protestare, finalmente decide di lasciar perdere e tornarsene a casa.
Senza salutare nessuno, Gillian compresa, scende nel parcheggio del Lightman Group, sale in auto e se ne va.
Varcata la soglia di casa si rende conto di non avere la più pallida idea di cosa fare; in questo momento dovrebbe essere a lavoro, ma decisamente non ne ha la testa. Ora che è a casa potrebbe lavorare al suo libro, quel libro di cui ancora non aveva parlato a nessuno, e che necessitava tanto di essere iniziato…ma in questo momento c’ era solo un chiodo fisso, che gli impediva di muovere anche un solo dito. Così rimane lì, in cucina, in piedi, frastornato, e incerto sul da farsi.
Dopo qualche secondo, sfortunatamente per lui, sbuca Emily, che oggi aveva terminato le lezioni un’ ora prima, ed era tornata direttamente a casa.
“Hei papà, come mai non sei a lavoro?”
“Ciao Em. Oggi ho staccato prima anche io.”
“Che succede? Hai un’ aspetto orribile…e gli occhi rossi! Hai bevuto?”
“Senti…piccola impicciona…” inizia Cal strascicando la voce e rendendola acuta “perché non vai a fare i tuoi compiti o qualsiasi altra cosa facciate voi ragazzi che io non voglio sapere per nessuna ragione al mondo?”
“E’ successo qualcosa con Gillian?”
“Fila Emily!”  impreca Cal, portandosi istintivamente una mano al petto.
La mossa non sfugge ad Emily, che con un balzo si fionda in avanti “Non faccio il tuo lavoro ma qualcosa ho imparato” grida infilando una mano nella tasca interna del giaccone, prima che il padre possa fermarla.
Sorpresa ne estrae una lettera, e quando legge il nome sulla busta, rimane esterrefatta.
Con gli occhi sgranati fissa il padre “Le…le hai scritto una lettera?”
“No” replica lui con una fitta al cuore.
La ragazza rimane a fissarlo, incerta, come se volesse il suo permesso per leggerla. Lightman la guarda: oramai tanto valeva che la leggesse anche Emily, forse lo avrebbe consolato. Si siede sul tavolo della cucina e accenna un si alla figlia, che lo imita, e poi inizia la lettura.
Nel frattempo Cal mantiene lo sguardo basso, cercando di immaginarsi quali domande potrebbe porgli la figlia e in che modo lui potrebbe risponderle. Le aveva dato il permesso di leggere, a questo punto non restava altro che dirle tutta la verità, altrimenti la cosa non sarebbe servita a nulla!
Dopo qualche minuto, quest’ ultima rimette la lettera nella busta, e si volta verso il padre, che però per la prima volta nella sua vita non riesce a decifrarne lo sguardo…forse perché è troppo agitato per poter giocare al dottore delle menzogne.
“Come la hai avuta questa lettera, papà?”
Cal la guarda intensamente:
“Mentre andavo a prendere Gillian a casa sua lo ho visto che gliela metteva nella cassetta delle lettere, e prima che lei uscisse la ho presa…non so che mi è preso, ho agito senza nemmeno pensarci, ho agito con il mio stupido istinto”
“Quindi lei non l’ ha ancora letta?”
“No…ma l’ appuntamento è per stasera alle otto, faccio ancora in tempo a rimettergliela a posto senza che se ne accorga, così potrà raggiungerlo”.
Emily assume un’ espressione incredibilmente grave, quasi colpevole, e pronuncia l’ ultima cosa che Cal credeva di poterle sentir dire:
“No non farlo papà, buttala via”.
Cal rimane bloccato per qualche secondo, cercando di capire se ha sentito bene: “C-Cosa? Buttarla via? Ma sei matta?! Ha il diritto di sapere, chi sono io per fare una cosa del genere?”
“Papà, lo so che sei innamorato di Gillian, lo so benissimo! E se le dai quella lettera, se la legge, è probabile che la perderai per sempre…e non voglio che accada, perché è l’ unica donna al mondo che potrebbe impedirti di rimanere solo.
Io presto me ne andrò di casa, e tu rimarrai senza nessuno...ti resta solo Gillian, e credo che tra voi possa veramente esserci qualcosa. Ma se lei legge la lettera e decide di andare su quella terrazza, tu non sarai mai più felice. Passerai il resto dei tuoi giorni vedendo la donna della tua vita costruirsene una insieme all’ uomo che più detesti su questa terra, e la cosa ti ucciderebbe.
Voglio bene a Gillian, e mi sento terribilmente in colpa…ma voglio molto più bene a te papà, a te che hai sacrificato la vita per me,  mamma, per Gillian, per la nonna…hai passato l’ intera vita a salvare quella degli altri, ed ora ti meriti finalmente un po’ di felicità! Perciò almeno adesso, almeno una volta nella tua vita, ti prego, pensa a te stesso, butta via quella lettera, e invita Gillian a cena!”
Dopo questo lungo discorso senza pause, Emily riprende finalmente fiato, e guarda suo padre, in attesa di risposte.
“Non posso farlo” conclude semplicemente lui “E’ una scelta che spetta a Gillian”.
“No, per favore papà, almeno per questa volta pensa a te stesso…vorrei davvero tanto vederti felice. Giurami che butterai via la lettera, e che porterai Foster fuori a cena”.
Cal la guarda negli occhi “Non è tutto…io ecco, avevo un dubbio, e ho chiamato Ben oggi…”
Così le racconta del favore che a chiesto all’ amico, e degli esiti che aveva condotto quella ricerca. Emily è esterrefatta.
“Ti prego, ti prego papà, pensa a te stesso…almeno questa volta”.
Detto questo, Emily abbraccia il padre, e poi esce di casa, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Dopo qualche minuto di accurata riflessione Cal guarda l’ orologio: le sei e mezza.

Riprende la lettera e se la nasconde in tasca, poi afferra il cellulare e compone un numero; dopo qualche secondo Gillian risponde alla chiamata “Hei Foster, scusa se me ne sono andato senza salutare ma Emily non stava molto bene…ecco…stasera ti andrebbe di uscire a cena?”
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TAN-TAN-TAAAAAAN. Colpo di scena, Cal per una volta ha deciso di pensare a se stesso e nascondere tutto a Gillian! Riuscirà il nostro eroe nell’ impresa? Scopritelo nella prossima puntata!
---Ok fare il presentatore in questo modo fa davvero schifo LOL. Semplicemente spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi andrà di lasciare una recensioncina C:

Jenny
  
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