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Autore: Kagome1495    31/01/2013    1 recensioni
Kagome perde il padre all'età di 13 anni. Sua madre, Kaede(qui una donna sui 40 anni), si chiude in se stessa e dopo comincia uscire con diversi uomini. A causa di questo Kagome soffre, soprattutto a causa dell'ultima relazione.
Si trasferiscono in una nuova città. Incontra nuovi amici, nuovi amori. Può superare il dolore con l'amore? Riuscirà a perdonare sua madre?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al di fuori delle gallerie il sole rifletteva i suoi raggi sul mare rendendolo come una distesa di stelle luminose.
-Non preoccuparti Kagome. In questa nuova casa ci troveremo bene. Nuovi oggetti, nuova vita...
Kagome con il mento appoggiato su una mano e le gambe incrociate sbuffò continuando a guardare fuori dal finestrino dell'auto.
La donna non ricevendo risposta dalla figlia continuò – e poi potremmo fare nuove conoscenze...nuovi amici, nuovi compagni...-
-Se i nuovi compagni sono come i tuoi vecchi non ho assolutissimamente intenzione di rimanere neanche un minuto.- la interruppe Kagome con uno sguardo di ghiaccio. Kaede tornò a guardare verso la strada con un'aria intristita.
Certo, non poteva mica darle torto. Negli ultimi 3 anni, dopo aver perso il marito, aveva avuto una lunga lista di relazioni che non erano andate a buon fine. Per non parlare dell'ultima. - Quante volte ancora dovrò dirti che mi dispiace?-
-Non so neanche se riuscirò mai a scusarti.- le rispose Kagome tornando a guardare fuori e immergendosi di nuovo nei suoi pensieri. Il vento che entrava le scompigliava un pò i lunghi capelli neri e questo, per quanto il viaggio fosse stressante, la rilassava un pò. Guardò il suo riflesso concentrandosi sui suoi occhi grigi. Quegli occhi così uguali a sua madre. Madre. Forse doveva definirla semplicemente “la donna al volante” visto il loro rapporto. Eppure tanti anni fa, quando ancora suo padre era in vita erano una famiglia felice. Poi dopo l'incidente, sua madre si era chiusa in se stessa, lasciandola sola e poi un giorno la sentì uscire di fretta dalla sua stanza. Affanciandosi alla finestra l'aveva vista salire in macchina tutta sistemata, vestita elengante e truccata. Da li erano cominciati tutti i problemi. Da allora sua madre tornava a casa ogni mese con un compagno diverso. Ma l'ultimo. L'ultimo era stato terribile.
Prima che Kagome continuasse l'orribile ricordo Kaede annunciò il loro arrivo.
Scese dalla macchina con una smorfia sul viso. Proteggendosi gli occhi dal sole con una mano, alzò lo sguardo sulla casa. Bella era bella. Ma sperava che almeno qui non dovesse patire ciò che aveva dovuto sopportare negli ultimi tempi.

-E' bella, non trovi?- le chiese Kaede – Credo che ci troveremo bene qui.-
Kagome la guardò con un sopracciglio alzato con un'espressione che diceva “ se tu lo permetti!” ma non disse nulla.
Entrarono in casa. Si trovò dentro un ingresso non molto grande ma neanche troppo piccolo. Un piccolo mobile stava sulla destra e sopra di esso, appeso al muro, uno specchio. Sulla sinistra vi era un appendi abiti. Le pareti erano di una tonalità calda pesca. Era carino, solo che puzzava di chiuso.
Procedendo per il corridoio c'erano tre porte sulla sinistra e due sulla destra e in fondo una scala che portava al secondo piano.
Kaede accese le luci mostrando una cucina un pò impolverata con delle lenzuola su dei mobili. Dopo aver posato alcuni scatoloni tornò in corridoio e mostrando le altre stanze disse – Questo è il soggiorno, questo il bagno e questo...è il mio laboratorio. Sopra invece c'è la tua stanza, la biblioteca e un altro bagno, più la camera degli ospiti.- Kagome guardò verso le scale con aria interrogativa poi si rivolse a sua madre.
-Mi stai dicendo che il secondo piano è mio?-
-Si. Visto che non sopporti avermi troppo in giro, almeno li avrai la tua tranquillità.- Kagome non rispose ma si diresse al piano superiore portando con se lo zaino e la valigia. Arrivata sopra si guardò un pò intorno. In fodo al corridoio c'era una finestra ma essendo chiusa non illuminava. Aprì la prima porta. Era una camera da letto spoglia e con una finestra. Proseguì dritto e aprì l'utlima porta a destra.
-Oh si! Se devo stare qui questa sarà la mia camera.- La stanza era molto spaziosa. Un grande letto faceva la sua bella mostra e accanto un pò più a destra di esso c'era una finestra, mentre di fronte una vetrata portava su un balcone, non molto grande ma di giusta misura. Posò le borse che aveva e si diresse in macchina a recuperare l'altra roba, ma prima diede un'occhiata alla stanza che sarebbe stata la sua biblioteca. Mentre scaricava altri scatoloni pensava che più che una biblioteca era la stanza degli hobby. Da suo padre aveva ereditato la stessa passione della lettura, ma lei amava anche disegnare e quando non ne poteva più del mondo reale si chiudeva nella sua biblioteca personale, rimanendoci anche per giornate intere.
Quando tutte le sue cose furono nella sua stanza decise che prima di disfare i bagagli avrebbe fatto un giro per la città.
Si fece una doccia rapida e indossò una gonnellina azzurra e un maglioncino bianco. Si spazzolò i capelli e si mise il giubetto. Quando mise un piedi fuori dalla porta d'ingresso urlò un IO ESCO alla madre, che affacciò la testa dalla cucina ma prima che potesse dire qualcosa la ragazza era già andata via.

Kagome passeggiava lungo il canale quando delle risate di bambini attirarono la sua attenzione. Decise di avvicinarsi e si ritrovò in un parco gioco. Era pieno di verde, una grande fontana in funzione era posta al centro e alcune coppiette erano sedute nel bordo. Kagome fece una smorfia prima di continuare a dare un'occhiata. Dei bambini stavano giocando sull'altalena e a quella scena un sorriso nostalgico le apparve sulle labbra. Papà! Papà! Più forte! Voglio volare!
Poco distante c'erano dei ciliegi e decise che sarebbe stato un ottimo posto per leggere. Mentre si sedeva tra le radici di un grosso albero, tirò fuori il libro che aveva in borsa. Non usciva mai senza scorta. Ancora prima di poter iniziare una voce attirò la sua attenzione.
-Ciao! - la salutò una bambina di circa 6 anni con un sorriso.
-Ciao a te.- ricambiò Kagome con un altro sorriso.
-Io sono Rin! Tu come ti chiami? E perchè sei seduta qui tutta da sola? E' pericoloso per noi ragazze andare in giro da sole non lo sapevi?- domandò la piccola emozionata.
-Io sono Kagome e sono seduta qui perchè volevo un pò leggere, ma a te chi a detto che le ragazze non devono andare in giro da sole?- chiese divertita Kagome.
- Il mio fratellone. Lui dice che non devo mai uscire da sola, perchè altrimenti i cattivi mi prendono.- rispose Rin facendo una smorfia.
-Il tuo fratellone ha ragione e devi dargli retta, con chi sei adesso?-
-Con la mia mamma- rispose indicando una donna con dei lunghi capelli neri che le guardava con un sorriso seduta poco distante da loro. -E' quella li. -
-E' molto bella.- disse Kagome tornando a guaradare la bambina. - Io mi sono appena trasferita e non conosco nessuno qui, per questo sono da sola.-
-E la tua mamma? Non c'è?- chiese ingenuamente Rin.
-E' a casa.- rispose Kagome con sguardo triste – Sta sistemando le nostre cose. Comunque quanti anni hai?- domandò tornando con un espressione più allegra.
- Io ho..sei anni! Tu? -
- Io ne ho 16. -sorrise Kagome
-Allora hai la stessa età del mio fratellone!- ma prima che potesse aggiungere altro la madre si avvicinò richiamandola.
-Ciao- salutò la donna cordialmente -Rin. E' tardi dobbiamo tornare a casa. - disse alla figlia sorridendole dolcemente. -Spero che non ti abbia disturbato.-
- Salve. Oh no. Non si preoccupi. Se tutta la gente che abita qui è come sua figlia credo che mi troverò bene – scherzò Kagome.
- Ti sei appena trasferita vero? Vedrai che non è male come posto.-
-Si. Abito nella casa azzurra dietro l'angolo. - sorrise la ragazza.
-Oh! Ma allora sei tu la nuova vicina!- rispose felice la donna. -mi piacerà avere una vicina di casa bella e giovane come te!-
-Cosa? Davvero? Voi abitate li vicino?- domandò sorpresa Kagome.
-Noi abitiamo nella casa accanto.- annunciò felice Rin saltellando. -Torni a casa con noi allora?- chiese speranzosa. Ma Kagome non si fece pregare e fece la strada di ritorno insime a loro.
- Ehi Kagome! Abbiamo lo stesso colore di capelli hai visto?- Disse contenta Rin alzando una ciocca di capelli neri.
-E' vero. E i tuoi sono molto belli.- sorrise Kagome.
-La mamma me li spazzola tutti i giorni.- disse soddisfatta Rin.
-E tu fai sempre i capricci!- rispose la donna facendo arrossire la figlia e procurando la risata di Kagome.
- Uffa non è vero. Kagome domani giocherai con me?- chiese la piccola con occhi da cerbiatta.
- Mi dispiace Rin domani devo andare a scuola.- rispose Kagome gardando lo sguardo triste della bambina. -Però ti prometto che non appena avrò del tempo libero giocherò con te.-
Il sorriso di Rin si riaccese.- Allora è una promessa! E non puoi rimanciartela!-
- Siamo arrivate.- annunciò la donna sorridendo. - Allora a presto Kagome.-
-Arrivederci signora! Buona serata.- salutò cordialmente
-Oh su! Non sono poi così vecchia! Chiamami Izayohi!-
-O-ok! Allora Ciao Izayohi. Ciao Rin!- disse mentre si incamminava verso casa.

  
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