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Autore: Karrysmiles    01/02/2013    2 recensioni
Daphne Ludson e Logan Holse avevano appena firmato il loro patto con la morte.
Sopravvivere ricevendo fama e fortuna o morire e mantenere i propri principi?
-Congratulazioni, siete stati scelti come tributi per i 72esimi Hunger Games, ora stringetevi la mano!- esclamò lei.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due pacificatori ci fecero entrare nel palazzo di giustizia per salutare i nostri cari, forse per l'ultima volta. Mi scortarono in una stanzetta da cui si vedeva il mare.
Mi appoggiai allo stipite della finestra per poi sospirare godendomi per l'ultima volta quel paesaggio.
Mare, libertà.
Vorrei potermi buttare in acqua e nuotare lontano.
-Daphne- disse mia madre entrando improvvisamente nella stanzetta.
-Mamma!- dissi per poi abbracciarla.
-Daphne, tuo padre non sa ancora niente di questo, abbiamo poco tempo- disse lei accarezzandomi i capelli.
-Mamma...- dissi io con un filo di voce.
-Daphne puoi vincere, puoi farcela. E' come quando peschi con tuo padre, come quando sventri un pesce- disse mia madre con il terrore negli occhi.
-Mamma non è la stessa cosa, siamo 24, solo uno tornerà e di certo non sarò io- affermai io sperando che il nostro abbraccio non finisca
mai.
-Daphne puoi farcela, credi in te, sii determinata, io e tuo padre crediamo in te, non andartene come tuo fratello, non lasciarmi- disse mia madre scoppiando
in un pianto.
Mio fratello partecipò due anni fa agli Hunger Games, morì tre giorni dopo l'entrata nell'arena.
-Tempo scaduto- disse un pacificatore irrompendo nella stanzetta.
-Io credo in te!- disse afferrandomi le mani.
-Addio mamma- mimai io con le labbra mentre il pacificatore trascinava via mia madre dalle mie mani e da questa stanza.  
Guardai un'ultima volta il mare per poi avviarmi nella macchina che ci trasporterà fino al treno.
Entrata in auto Millicent continuava a blaterare su quanto ci troveremo bene sul treno e negli appartamenti dei trubuti ma nè Logan, nè io eravamo in vena
di darle ascolto, così annuivamo fingendoci interessati. Arrivammo finalmente al treno. Era grande e lussuoso.
Un lusso che non avevo mai visto in vita mia, per quanto queste cose luccicanti siano belle la realtà della mia morte imminente continuava a rimbombarmi nella testa.
Io e Logan ci accomodammo su di un divanetto nell'attesa di incontrare il nostro mentore, Puorette.
Puorette è la vincitrice dei 54esimi Hunger Games del nostro distretto, vinse grazie alla sua furbizia e al suo istinto di sopravvivenza. Entrò guardandoci con
durezza per poi sedersi sulla poltroncina davanti alla nostra. Il suo abito era semplice, niente fronzoli alla Capitol City,
o alla Millicent.
Mantenne il suo sguardo duro.
-Congratulazioni, state andando incontro alla morte- disse lei.
Grazie per il conforto morale.
-Ma potete comunque sperare di sopravvivere- aggiunse con un sorriso.
Io e Logan rimanemmo in silenzio. La studiai un po', non mi fido di lei. 
-Domani mattina parleremo di tecniche di sopravvivenza, adesso andate a riposare- continuò ancora.
Io e Logan ci alzammo all'unisono per poi guardarci negli occhi. I suoi occhi erano intensi e magnetici capaci di catturarti in pochi secondi.
Sarà sicuramente apprezzato da tutte le donne di Capitol per il suo fascino. I suoi capelli neri come la pece, il fisico scolpito... accoppiata perfetta.
Durante l'ora di cena mi abbuffai, mai mangiato così tanto.
Logan abituato a queste prelibatezze essendo il figlio del sindaco si contenne.
Finito di cenare mi diressi nella mia stanza per poi addormentarmi profondamente. Incubi, mi svegliai gridando. Sognai ancora i miei cari nell'arena,
non capendone il motivo visto che il tributo quest'anno sono io. Mi riaddormentai, questa volta nessun incubo.
A colazione dopo vari consigli da parte di Puorette arrivammo a Capitol City, il nostro distretto era vicino alla città quindi bastò un giorno per arrivare. 
Le persone vedendoci dai finestrini gridavano dalla gioia, mi sentivo come un pezzo di carne in macelleria mentre tutti lo ammiravano dalla vetrina.
Ci mostrarono il nostro appartamento, era anch'esso grande e lussuoso. Vidi vicino alla mia camera una ragazza a testa bassa,
con le mani dietro la schiena, i suoi capelli erano corti fino alle orecchie, la sua pelle grigiastra, il suo trucco di un nero carbone...
-Buongiorno- le dissi io.
Alzò lo sguardo per poi riabbassarlo velocemente senza aprire bocca. 
-Senzavoce- disse Logan avvicinandosi.
-Cosa?- chiesi io confusa.
-E' una senzavoce, persone a cui hanno tagliato la lingua per poi essere messe a servizio- disse lui.
-Ma è una cosa... terribile- dissi io.
-Qui tutto è terribile- disse lui secco per poi entrare nella sua camera.
La guardai un'ultima volta ed entrai anche io nella mia camera ormai disgustata da quello che avevo appena visto.


 
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