Fanfic su artisti musicali > District 3
Segui la storia  |       
Autore: Jessica James    03/02/2013    3 recensioni
"Scappiamo. Insieme. Verso qualche parte dove finalmente potremo amarci come vogliamo."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"E' proprio necessario?" chiesi, quando mi bendarono gli occhi.
"Sì, e dovrai pure mettere le cuffie."
"Ma così non sentirò nulla!"
"Appunto!" replicò Dan ridendo.
Mi aiutarono a salire quasi un centinaio di scale e rischiai più di una volta di cadere a faccia avanti.
"Non esiste un ascensore qui?" chiesi, togliendomi una cuffia.
"Sì, ma vederti inciampare è più divertente."
"Sei un babbano Dan!"
"Stai buona, siamo quasi arrivati."
"Dov'è Greg?"
"Sono qui." rispose da dietro le mie spalle, togliendomi anche l'altra cuffia, "Sei pronta Ash?"
Annuii e mi tolse la sciarpa che mi copriva gli occhi.
Ricordo l'ondata di emozioni che mi investì quando vidi mio padre sorridermi, seduto sul letto.
"Ciao bambina mia."
Ricordo che pensai che il mio cuore non avrebbe retto tutta quella felicità.
Ricordo le sue braccia stringermi, dopo tutti quei mesi di assenza.
E ricordo Dan e Greg, all'angolo della stanza, sempre così presenti e sempre più importanti.
 
 
Tre mesi dopo mio padre si era completamente ripreso e veniva spesso a trovarmi.
O meglio, a trovarci, dato che ormai aveva stretto amicizia anche con Greg e Dan.
"Mi piacciono molto, sai?" mi disse, un giorno, indicando con la testa Dan e Greg che giocavano a pallone.
"Già, anche a me.." sussurrai.
"Tutto bene?" 
"Mmh, si."
"Però c'è qualcosa che ti preoccupa, giusto?"
"Forse."
"Qualcosa tipo un ragazzo?"
"Ma ti pare?"
"Sicura?"
"...mmh."
"Oh cielo. La mia bambina si è presa una cotta!"
"Cosa? No! Dio, papà! Ma che..? No!"
Arrossii fino alla punta delle orecchie, sotto il suo sguardo divertito.
Abbassai gli occhi sulle dita e iniziai a giocherellare con le foglie sull'erba.
"E allora?"
"E' un amico di Dan, ultimamente stanno quasi sempre insieme. E spesso Greg si unisce a loro."
"E..?"
"E... niente, non è importante."
"Leily, sei gelosa di questo ragazzo?"
"Si. No. Cioè, non lo so. Non lo conosco nemmeno, so solo che si chiama tipo Nick... Mark.. non ricordo, qualcosa del genere."
"Prova a parlarne con i ragazzi. O se non vuoi, puoi andare con loro quando escono con lui. Magari se lo conosci ti sta anche simpatico."
"Ne dubito." borbottai, ancora imbronciata.
Mio padre rise e mi abbracciò.
"Mi mancava tanto, sai?" 
"Cosa?"
"Essere chiamata Leily. Sei l'unico a farlo." lo strinsi ancora più forte, " E' bello essere tua figlia."
Percepii il suo sorriso mentre mi rispondeva "E' bello essere tuo padre."
 
 
Mancava una settimana a Natale, ero seduta sul letto di Greg mentre lo aiutavo con una nuova canzone.
"Posso portarti con me, domani, Ash?"
"Tipo porta fortuna?"
"No." ridacchiò, "E' che amo cantare con te, mi rilassa. E se tu fossi con me probabilmente andrebbe meglio. Potremmo fare un duetto!"
"Già, peccato che la prof non sia d'accordo con te."
Si passò una mano sui capelli, sbuffando, e venne a sedersi per terra, vicino al letto.
Lo osservai per un po', in silenzio, mentre canticchiava le parole della canzone, sussurrandole, con la sua voce dolce.
"Greg?"
"Sì?"
"Sei bellissimo, te l'ha mai detto nessuno?" 
Mi guardò, stupito, sbattendo le lunghe ciglia bionde e arrossendo leggermente.
Finse di pensarci un po' su prima di rispondermi, grattandosi il mento.
"Mmh, a parte mia madre no, nessuno."
"Allora sono contenta di essere la prima."
Sorrisi, sentendolo ridere.
"Ma tu sei di parte, è un po' come quando me lo dice mia madre. Cioè, mi vuoi troppo bene per pensare che io sia bello in modo... in modo.."
"In modo attraente?"
"Sì. E' Dan quello attraente... io sono solo..io."
"Simon!"
"Merda, mi chiami così solo quando sei incazzata.."
"Puoi dirlo forte! Come osi dire una cosa del genere del mio Greg?!"
"Cosa..? Hey, stiamo parlando di me!" esclamò, scoppiando a ridere. Mi sedetti sul pavimento, davanti a lui.
"Sono seria Greggolo. Sei bellissimo. E non sono l'unica a pensarlo. Sabato ero con Alyssa, e visto che le parlo sempre di voi ha voluto che le mostrassi una vostra foto. Ecco, le sei piaciuto. Si è tenuta la tua foto. Dovevi vederla, era tutta rossa mentre mi chiedeva di te."
"Chi è Alyssa?"
"La mia nuova compagna di stanza. Quella che viene da Bristol, dai, te ne ho parlato l'altro giorno!"
Non disse nulla, si limitò a guardarmi con le sopracciglia aggrottate. Mi avvicinai ancora, posandogli una mano sulla guancia.
"Non voglio mai più sentirti dire una cosa del genere. Sei bellissimo proprio perchè sei tu."
E in quell'attimo qualcuno bussò alla porta.
Greg mi sorrise prima di alzarsi per andare ad aprire. Si appoggiò alla porta e da quel punto non riuscivo a vedere chi c'era fuori.
"Ciao Micky!" alzai gli occhi sentendo quel nome. Ma stava sempre in mezzo quel ragazzo?
"Abbiamo in programma una partita di calcio fra mezz'ora, vieni con noi?"
"Certo! Ci vediamo al campo, ora ho da fare."
Quando chiuse la porta lo guardai incrociando le braccia al petto.
"Heey, non guardarmi così Ash. Sbaglio o fino a qualche minuto fa mi stavi dicendo che sono bellissimo?" mi disse, allargando le braccia per abbracciarmi.
"Esatto, finchè non è arrivato quel Micky a rovinare tutto!"
"Dal tono posso intuire che non ti va a genio..."
"Mi è indifferente."
"Non è vero."
"No, infatti, non è vero. Non posso nemmeno sentirlo nominare, non lo sopporto!"
"Un giorno di questi potresti venire con noi, così te lo presento."
"Non ci pensare nemmeno. Non voglio conoscerlo. Non voglio parlarci e non voglio nemmeno vederlo, chiaro West?"
"Okay Price, hai vinto." rise, alzando le mani in segno di resa.
"Parlando di cose serie.." continuò, aprendo l'armadio per prendere la tuta, "Ti va di venire da me per le vacanze?"
"A casa tua? A Essex?" , annuì e io sorrisi.
"Mi piacerebbe da morire. Però non posso. Il Natale è il periodo più duro dell'anno per noi. Senza mia madre in casa è straziante. Era la sua festa preferita. Era lei a fare l'albero, a decorare tutte le stanze. Ogni giorno cucinava torte o biscotti, e la casa era sempre così piena di amore. Da quando se n'è andata è tutto spento, vuoto. Triste. Non posso lasciare mio padre da solo proprio in quei giorni, gli farebbe troppo male. Però grazie, è bella da parte tua avermi invitata."
Mi lanciò uno dei suoi sorrisi più dolci. 
"Mi mancherai, Ashley."
"Anche tu, non puoi immaginare quanto."
 
 
 
Tornai alla Sylvia Teathre School il 28 Dicembre, prima di quando avevo previsto.
Avevo i nervi a fior di pelle ed ero sollevata che la scuola fosse quasi deserta.
Alyssa era a Bristol dalla famiglia, e sarebbe tornata la settimana successiva, perciò avevo la stanza tutta per me.
Mi sentivo così arrabbiata e triste. Ma soprattutto sola. 
Mi buttai sul letto, con la musica a palla nelle cuffie, stringendo i denti mentre  le lacrime mi scivolavano sulle guance, fino a quando mi addormentai.
Mi svegliai di colpo, sentendo il telefono squillare.
"Pronto?" risposi, sedendomi sul letto, confusa.
"Ash!"
"Greg? Ma che ore sono?" chiesi, guardando fuori dalla finestra e notando che era già buio. Quanto avevo dormito?
"Non lo so, le sette, credo. Stai bene Ash?"
"No. Si... sto bene, tu?"
"Non mi convinci Price, che succede?"
"Niente."
"Come hai passato la vigilia?"
"Prossima domanda?"
"Okay, mi arrendo. Che ne dici di passare il capodanno tutti insieme? Potremmo raggiungerti a Brighton, così papà Price non rimarrebbe solo."
"Noi chi?"
"Tu, io, Dan...e Michael."
"Allora sai già la mia risposta." risposi, gelida.
"Dai Ashley, non fare così."
"Lo sai che non voglio avere niente a che fare con lui e tu mi proproni di passarci insieme il capodanno? Mi prendi in giro?"
"Non puoi giudicare una persona senza conoscerla!"
"Non insistere Simon. E comunque non sono a Brighton."
"Dove sei?"
"A Londra." cominciavo ad innervosirmi.
"E' successo qualcosa con tuo padre?"
"Non mi va di parlarne. Non per telefono." lo sentii sospirare dall'altra parte del telefono, stava cercando di non perdere il controllo.
"Greg, scusa. Non mi piace trattarti male, è che... adesso ho tanto bisogno di un tuo abbraccio. Mi manchi."
"Anche tu Ash. Torno il primo gennaio, okay?"
"Non dovevi restare fino al 6?"
"Non voglio lasciarti sola tutti questi giorni. Ora devo andare, mi sta chiamando Olivia. Ti saluta!"
"Oh, ricambia da parte mia. Ci sentiamo. E, Greggolo.."
"Sì?"
"Grazie."
Quella sera decisi di passare nella biblioteca della scuola per prendere qualche libro da leggere. 
Dietro al bancone, come al solito c'era Ginny. Ormai mi conosceva bene, passavo spesso lì.
"Ciao Ash, posso aiutarti?"
"Mi hanno consigliato Aquila Solitaria, di Danielle Steele, sai dove posso trovarlo?"
"Laggiù, dopo i tavoli gira a destra. In fondo al corridoio, ultimo scaffale a sinistra."
La bibioteca era immensa e faceva impressione vederla così vuota.
Il rumore dei miei passi rimbombava lungo le corsie.
Quando raggiunsi lo scaffale che mi aveva indicato Ginny iniziai a scorrere i titoli.
Trovai Aquila Solitaria, lo presi dallo scaffale e nello stesso momento qualcuno tolse un libro alla stessa altezza, dalla parte opposta.
Mi ritrovai a fissare gli occhi color cioccolato di un ragazzo bellissimo. Rimasi senza fiato. E quando mi sorrise, arrossii notevolmente. Imbarazzante. 
"Posso vedere che libro hai scelto?" anuii e gli porsi il libro.
"Aquila Solitaria. Dovrebbe essere interessante."
Non spiccicai parola, non riuscivo a smettere di fissarlo, era maledettamente bello.
Strappò un pezzo di foglio, ci scrisse sopra qualcosa,  mise il foglio nel libro e me lo restituì.
Mi sorrise una volta ancora prima di sparire, lasciandomi stordita in mezzo a quell'infinità di scaffali.
Aprii il libro e lessi.
"Girl tonight you look so pretty, yes you do. Time Square can't shine as bright as you. I swear it's true"
.
 
@mickyslaugh
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > District 3 / Vai alla pagina dell'autore: Jessica James