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Autore: reggina    03/02/2013    1 recensioni
Olga, Tatiana, Maria, Anastasia: quattro granduchesse, quattro giovani ragazze che la guerra e la rivoluzione hanno trasformato in giovani donne.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
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"L'amore è luce e non ha fine. L'amore è una grande sofferenza.. È mescolato con il peccato in parti uguali. In amore si può sbagliare e attraverso le sofferenze si espiano le proprie colpe. Tutto è amore e nemmeno un proiettile può colpirlo."

(Granduchessa Tatiana Nikolaevna Romanov)


1918

Alessio si è appena addormentato. Il suo viso di bambino, schiacciato contro il cuscino, è ancora rigato di lacrime.

Sua sorella Tatiana, che siede a fianco del suo letto, mette da parte il lavoro di cucito per fargli una carezza. Premurosa, gli rimbocca le coperte e lo bacia come se fosse la sua mamma.

Mai come in questo momento quel soprannome, “la Governante”, affibbiatole scherzosamente dal fratellino e dalle sorelle più piccole le calza a pennello.

Il commissario Yakovlev è venuto da Mosca per portarsi via il papà.

Alessandra è stata combattuta a lungo dallo straziante dilemma: seguire lo zar o restare a prendersi cura del suo adorato "baby"?

In quegli attimi concitati Tatiana, la figlia più vicina ad Alessandra, le è rimasta accanto.

“Non continuate a tormentarvi! Qualunque cosa sarà decisa avrete il mio appoggio!”

Così Yakovlev si è portato via gli zar e Maria.

Per un secondo l'equilibrata Tatiana avrebbe voluto dire la sua su quell'uomo venuto da Mosca. Vorrebbe definirlo una scimmia piuttosto che un gentiluomo come ha fatto, da bambina, con il principe del Siam.

Sa per certo però che la reazione di questi uomini, così ostili al suo papà, alla sua mamma, alla sua famiglia ,non sarebbe così ilare e comprensiva come quella del principe che le portò dei regali la seconda volta che venne in visita in Russia.

Forse porteranno la mamma, il papà e Maria nel cuore della Siberia, passeranno dal villaggio dove è nato padre Grigori.

Afferra la Bibbia e inizia a leggerne qualche passo. Lei è rimasta a Tobolsk assieme ad Olga, sempre più depressa, e ad Anastasia che non perde mai il suo sorriso.

Alessio ha avuto un altro attacco. Si è fatto male giocando con la slitta.

Tatiana prega perchè il suo fratellino non sanguini, prega perchè quel mostro chiamato emofilia non lo porti in punto di morte proprio ora che è sola.

Sente addosso tutto quel pesante fardello di improvvise responsabilità eppure il forte senso del dovere e l'amore per la sua famiglia le permettono di restare lucida e di non abbattersi.

È stata un'ottima infermiera durante la guerra e non si è mai lamentata quando ha trascorso ore al capezzale del fratellino malato, seguendo le indicazioni del medico, riuscendo a mantenere il bambino di buon umore.

Gli occhi grigi di Tatiana si posano su una scatola che tiene in grembo. Dentro ci sono delle pietre colorate, della carta vetrata, una scatolina di fiammiferi e un pò di carta velina.

È un regalo di sua cugina Ella.

Una volta Tatiana si è seduta sul letto e ha provato a sfregare i fiammiferi sulla carta vetrata finché la bambinaia non l’ha fermata dicendole che poteva bruciare tutti nei loro letti.

Tatiana Nikolaevna si ritrova a pensare a quella cugina, che il tifo ha ucciso solo ad otto anni, come non le accadeva da tempo. Ricorda come Ella pregasse la zia Alessandra di "regalarle" Tatiana o Maria per sorellina. Ricorda quando lei ed Olga la mattina di Natale la cercarono sotto l'albero sicure che gli angeli l'avessero rimandata tra loro.

Ella è stata la sua prima amica, oltre la sorella. Fa rivivere il suo patetico desiderio di avere degli amici.

Il corpo straziato di Alessio si muove dolorosamente. Tatiana, alta ed aristocratica, nonostante la prigionia, si avvicina a lui premurosa.

Alessandra ha scelto lei perchè sa che Tatiana ha la testa da leader. Che è l'unica in grado di prendersi cura di Alessio e delle sorelle.

E anche gli altri lo sanno. Tatiana, invece, non sa più molte cose.

Si chiede sempre più spesso quando riabbraccerà mamma e papà. Forse tra un mese, forse quando Alessio starà meglio anche loro li raggiungeranno.

Si chiede perchè, per ragioni di stato, lei da "vera figlia dello zar" sia passata ad essere "figlia dell'odio".

Si chiede perchè il regno del suo papà sia fondato proprio su tutto quell'astio. Aveva solo quattordici anni Tatiana Nikolaevna quando si è trovata di fronte alla violenza per la prima volta. Al Teatro dell'opera di Kiev il primo ministro Stolypin è stato freddato davanti ai suoi occhi terrorizzati, a quelli increduli di Olga e dello zar.

Tatiana si sente scioccata e confusa proprio come allora sebbene di anni, ora, ne abbia venti.

Smette di farsi domande. Ortino, accucciato ai suoi piedi, russa rumorosamente e la fa sorridere: Olga si è lamentata tante volte perchè a Carskoe Selo ha tenuto il cane a dormire nella loro camera.

Ortino è un regalo davvero speciale. Un regalo di Malama, ufficiale della cavalleria imperiale russa, che Tatiana ha incontrato in ospedale quando era ferito.

C'è stato un grande affetto tra di loro. Ortino è il secondo cucciolo che ha regalato a Tatiana quando il cagnolino che le aveva donato prima è morto.

Ortino è l'unico legame che le è rimasto con quel soldato benvoluto anche da mamma e papà. Una volta Alessandra le ha anche detto che il giovane era più bello di qualsiasi principe straniero. Allora Tatiana ha capito che la sua mamma non la spingerà mai in un matrimonio senza amore.

Non è ancora una sposa Tatiana ma si sente già mamma. Per il suo fratellino e per le sue sorelle.

Passa così le giornate: ad accudire Alessio, a cucire i gioielli imperiali dentro le fodere dei corpetti, ad obbedire agli ordini dei carcerieri.

Le sue riviste di moda sono ormai piene di polvere.

Le ragioni di stato l'hanno trasformata in una donna equilibrata e orgogliosa.

È un aprile pieno di pioggie e con poco sole. Conta i giorni di solitudine e di coraggio Tatiana, giorni in cui le sue ansie, la sua forza, la sua autorità vengono portate allo stremo.

È stanca ma avanza, comunque fiera ed elegante come al solito, quando un mese dopo scende alla stazione di Ekaterinburg.

La snella e aggraziata figura esotica della granduchessa sembra una bambina incerta mentre i piedi sprofondano nel fango della Siberia. La schiena si incurva sotto il peso della valigia marrone che si trascina dietro e Ortino guaisce, lamentoso, tra le sue braccia.

Sembrano lamenti di morte. Tatiana sbianca un momento, poi rinviene. Deve essere ancora padrona della situazione.

Deve essere ancora un sostegno per tutti.

*** **


Ella: Principessa Elisabetta d'Assia del Reno. Unica figlia di Ernst Ludwing fratello della zarina Alessandra. Morì ad otto anni dopo essersi ammalata di tifo durante una vacanza in Polonia assieme alla famiglia dello Zar. In un primo momento si sospettò che fosse stata avvelenata e che il veleno fosse destinato a Nicola II

Padre Grigori: Grigori Rasputin. Monaco siberiano che ebbe un forte ascendente sulla famiglia reale e sulla zarina Alessandra in particolare. La sua presenza a corte causò nuove "antipatie" alla famiglia reale.

Ortino era il cane di Tatiana. Fu ucciso assieme alla famiglia ad Ekaterinburg. Il soldao che glielo regalò si chiamava Dmitri Yakovlevich Malama che morì durante la guerra civile russa nell'agosto del 1919.

   
 
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