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Autore: headintheclouds    04/02/2013    0 recensioni
Agli attacchi di panico Luca era ormai abituato. Erano passati ben dodici anni dal primo. Aveva solo sei anni e pensava che stesse per morire. Dopo anni di terapia gli attacchi non erano finiti, ma lui riusciva talmente bene a controllarli che tutti credevano che fosse guarito. Ma quel dolore, era uno di quelli che non finiscono mai. Che ti danno una tregua ogni tanto, ma che ritornano puntuali a ricordarti che non potrai mai essere felice.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le sue grandi mani così tanto familiari, erano ormai prive di vita, ma mostravano ancora l’invano  gesto di un uomo disperato, pentito dell’ultima azione da lui compiuta nella vita. La corda stringeva ancora il collo, un tempo forte. Gli occhi gridavano ancora “Aiuto”.

Il respiro si fece affanato, il cuore batteva forte, la paura prese il sopravvento. Gocce di sudore scendevano lungo il giovane volto, le mani stringevano forte il cuscino. Caddero le lacrime. Cinque minuti. L’attacco finì presto questa volta, forse perche Luca aveva sentito i passi della madre avvicinarsi alla sua stanza. Se avesse scoperto che soffriva ancora sarebbe stata la fine.
-Luca sei sveglio?- chiese dolcemente la donna appena fuori dalla porta.
-Si, arrivo tra poco per la colazione- rispose il ragazzo con un tono sorprendentemente calmo. Lui stesso si stupì di essere riuscito a non far trapelare niente.
Agli attacchi di panico Luca era ormai abituato. Erano passati ben dodici anni dal primo. Aveva solo sei anni e pensava che stesse per morire. Dopo anni di terapia gli attacchi non erano finiti, ma lui riusciva talmente bene a controllarli che tutti credevano che fosse guarito. Ma quel dolore, era uno di quelli che non finiscono mai. Che ti danno una tregua ogni tanto, ma che ritornano puntuali a ricordarti che non potrai mai essere felice.

-Lulu mamma e papà litigano ancora!- disse Denise in lacrime. Luca lo sapeva bene, ed era impossibile non saperlo poiché le urla si sentivano fin nella sua stanza. Abbracciò la sorellina di appena tre anni e la fece giocare con uno dei suoi giochi, uno xilofono colorato che, egli sperava, nascondeva le voci dei genitori.

Luca si affrettò a vestirsi, raggiunse la cucina e fece colazione insieme agli altri. La madre lavava silenziosamente i piatti e la sorella sedeva imbronciata davanti alla tazza di latte ancora piena. Carlo aveva già portato le valige in auto e aspettava fuori fumando una sigaretta.
Partire per una vacanza al lago non dispiaceva a Luca, a differenza di Denise che non avrebbe visto le sue amiche e il suo ragazzo per tutta l’estate.  Lui invece non aveva amici né ragazza da lasciare, e quest’estate sarebbe stata per lui diversa da tutte le altre, ogni anno noiose e insulse.
Il viaggio fu lungo e fastidioso per tutti. Il caldo dava alla testa nonostante l’aria condizionata, e Denise non faceva altro che lamentarsi. La musica dance proveniente dalla radio che tanto ricordava a Carlo e Giada i magnifici anni ottanta, alle orecchie di Luca risultava fastidiosa, non che gli piacesse un particolare tipo di musica, per lui la musica –come il resto delle cose- era inutile e insignificante.
I quattro giunsero alla casa sul lago, che apparteneva ai genitori di Carlo, nel primo pomeriggio, stanchi e sudati, ma Giada costrinse tutti a fare comunque una passeggiata sulla riva. E fu lì che Luca la vide per la prima volta.
  
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