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Autore: hangover    04/02/2013    1 recensioni
[...] "E tu cosa mi dai in cambio se scendo?" Chiese Harry con un pizzico di malizia nello sguardo.
"Ehm...un bacio?"
"Uno non mi basta. Ne voglio almeno mille."
"Mille? Ma mille baci una persona non puó darli neppure se passasse tutta la vita a non fare altro!"
"Iniziamo da ora. Chi ti dice che non avrai tutta la vita per darmi i restanti 999?"
Contenuti Larry e Ziam con accenni Zouis. Se il genere non vi piace, state alla larga.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“WEEEE ARE THE CHAMPIONS MY FRIEEEEEEEEND!” .Cantavamo come una banda di ubriachi nella macchina di Liam. Eravamo appena stati a cenare da KFC ed ora ci stavamo dirigendo al Man Bar. Non c’era molta distanza tra i due locali, però eravamo orgogliosi di mostrare a tutti la Mini Cooper nuova fiammante di Liam. Quest’ultimo trovò parcheggio proprio a pochi metri dalla destinazione. “Che culo!” esclamai io, contento di essere così vicini e di non camminare per la strada piena di umidità che mi avrebbe sistematicamente arricciato i capelli. Quella sera avevo scelto i miei vestiti con più cura del solito; speravo con tutto me stesso di ritrovare il riccio, Harry, o come cazzo aveva detto Niall che si chiamava. Quello che era successo con Zayn qualche ora prima mi aveva distratto dal pensarlo, però l’immagine di lui che ballava sotto le luci psichedeliche della pista, i suoi occhi che si contraevano in un occhiolino fugace ed il suo sorriso, si stava di nuovo facendo viva nei miei pensieri. Scesero dalla macchina Liam e Zayn, richiamati dal volume assordante della musica all’interno e impazienti di andare a rimorchiare. Il proprietario della vettura lasciò a me la chiave, per poter richiudere il mezzo una volta sceso. Avevo un po’ di paura a lasciare il veicolo. Anzi, erano più emozioni che si accavallavano le une sopra le altre. Da una parte c’era un pizzico di gelosia nei confronti di Zayn: dopo quello che avevamo fatto, mi urtava leggermente l’idea che lui potesse fare lo stesso con qualcun altro. Non che mi stessi innamorando di lui, ci mancherebbe. Ma sono fatto così: riconosco di essere possessivamente attaccato alle persone. Dall’altra c’era una sorta di ansia per il possibile incontro con Harry: e se non avessi avuto il coraggio di andargli a parlare? Se avessi fatto la figura del coglione? Avevo paura, lo ammetto. Mentre mi facevo tutte queste seghe mentali, mi accorsi che gli occhi celesti di Niall, seduto sul sedile anteriore mi erano addosso. “Lou, tutto ok?” mi chiese con un sorriso. Che cazzo, quel ragazzo si era di nuovo accorto che c’era qualcosa che non andava. Non risposi. Mi limitai a sospirare e a scendere dall’auto. Il mio amico fece lo stesso e chiusi la macchina premendo un pulsante sulla chiave. Eravamo all’entrata del locale. Prima di entrare nel campo di caccia ci specchiammo in una vetrina buia. Anche se l’immagine riflessa non era molto nitida, mi sentii uno sfigato nella mia t-shirt a righe guardando Niall che appariva almeno mille molte più attraente di me nel maglioncino di filo con lo scollo a V. Lo guardai con un po’ di invidia e poi vidi il suo riflesso biondo mettermi una mano sulla spalle. “Ehi, Louis, stai benissimo! Sono certo che te ne farai almeno quattro stasera!” mi disse Niall sorridendo e ammiccando con aria complice. Risi e iniziammo a incamminarci verso l’ingresso principale del locale. La musica si sentiva sempre più alta. “Lo spero,amico.” Risposi con aria un po’ sconsolata. Io non volevo farmene quattro,o cinque, o dieci. Me ne volevo fare solo uno. Quello. “Sono dieci sterline,per favore.” Pagammo il biglietto alla scontrosa signora della biglietteria e ci dirigemmo nel pieno del casino. La musica rimbombava ovunque. La serata era appena iniziata e già c’erano dei coglioni ubriachi che brancolavano sulla pista da ballo. Mi voltai per dire a Niall di andare a cercare Zayn e Liam ma appena girai lo sguardo c’era già un tipo che ci provava spudoratamente con lui e il mio amico sembrava non rifiutare le sue avances, dal momento che ballavano vicinissimi senza neppure essersi presentati. Perfetto, iniziamo bene pensai. Decisi di andare verso il bar, almeno avrei bevuto qualcosa. Ordinai un Margarita e lo sorseggiai lentamente. Mi guardavo nervosamente intorno, sperando di trovarlo. Niente. Di Harry nessuna traccia. Forse si è già appartato con qualcuno. Molto probabile, se non certo. Dal fiume di teste uscirono ridendo come matti Liam e Zayn. Mi videro e si avvicinarono a me. “Louis!” gridò Zayn, rubandomi il drink dalla mano e bevendone un sorso mentre Liam continuava a muoversi a ritmo della musica house che fuoriusciva dalle casse. “che cazzo fai fermo qui? Andiamo a ballare!”. Mi presero entrambi per mano e ci spostammo al centro della pista, dove a stento ci si poteva muovere tanto dalla gente. Mi misi in mezzo ai miei due amici a ballare. Liam dietro di me mi cingeva i fianchi con le mani e muoveva il bacino a ritmo con il mio, mentre Zayn aveva una sua gamba in mezzo la mia e ballava in modo provocante, ma non volgare. Io tenevo un braccio poggiato sulla spalle del moro davanti a me e l’altro dietro al collo di Liam. Mi stavo davvero divertendo e per un momento non pensai neppure al riccio. No, in quel momento volevo godermi al massimo la nottata. Avrei trovato qualcuno e ci avrei scopato. Non l’avrei più rivisto o sentito? E allora? Mica sono qui per trovarmi l’anima gemella. L’idea di volermi fare solo Harry mi era già svanita dalla testa. Forse era per quella musica che sembra ripeterti “scopa il più possibile e fregatene”. Continuammo a ballare rendendo i nostri movimenti sempre più sexy. Sentivo dietro il pacco di Liam premermi sul sedere e il mio strisciare sulla gamba di Zayn. Non ero nelle condizioni migliori del mondo (oddio, dipende dai punti di vista.) per eccitarmi. La canzone cambiò e così anche noi le nostre posizioni. Questa volta stare in mezzo toccava a Liam. Intravidi anche Niall poggiato ad una colonna con un altro tipo senza maglietta che sembrava se lo stesse scopando lì, davanti a tutti. Ma dopo un’occhiata più attenta mi resi conto che aveva ancora addosso i pantaloni. Vidi due ragazzi che si avvicinavano a noi con sguardi maliziosi. Notai che uno dei due disse qualcosa nell’orecchio dell’altro ed entrambi guardarono sorridenti Zayn che in quel momento si stava sbottonando alcuni bottoni della camicia. Quello stronzo si era già assicurato le prime due scopate della serata. Intanto i due tipi gli erano andati a ballare vicino e lui ridacchiava soddisfatto, ammiccando verso me e Liam. Quest’ultimo scrollò la testa, rassegnato. Mi tirò a sé e ballammo insieme. Mi mise una mano sul collo e i nostri corpi aderirono perfettamente, mentre giravamo intorno a ritmo della musica. Lo guardavo dritto negli occhi marroni e bellissimi. Le nostre fronti si toccavano e sentivo il suo respiro sulle mie labbra. Oddio, non può essere. Improvvisamente, mi venne la voglia incontrollabile di baciare Liam. Come se fare una sega a Zayn non mi fosse bastato! Ma cosa mi era preso quel giorno? Avevo gli ormoni così in subbuglio da voler baciare anche Liam. Stavo degenerando e resomi conto di ciò, mi allontanai per quanto la mano del mio amico premuta sui miei fianchi me lo premetteva. Liam sorrideva e mi sembrò un tantino brillo. Ma non poteva essere. Non aveva bevuto nulla! Continuammo a ballare come due idioti con la musica che mi entrava nel cervello facendo rimbombare anche i miei, per quanto sconnessi e assurdi, pensieri. Avevo caldo ed ero sudato. Approfittai del fatto che il DJ aveva cambiato canzone per dire a Liam di uscire a fumare. Annuì e andammo insieme verso l’uscita della discoteca. Sgomitai tra la folla e tra questa vidi Zayn che pomiciava beatamente con uno dei due tipi di prima. Sentii una fitta allo stomaco. La parte meno emotiva e possessiva di Louis me la fece subito passare, riportandomi con i piedi sul pavimento affollato del locale. Ci fecero un timbro sulla mano prima di permetterci di uscire. “Ti stai divertendo Lou?” mi chiese Liam aprendo il suo pacchetto di sigarette e sfilandone una. “Abbastanza.” Risposi secco accendendomi la sigaretta e aspirando profondamente. Finchè non avrei rivisto il riccio dagli occhi verdi non me ne sarei andato soddisfatto. “Qualcosa non va?”. Liam si avvicinò a me con la sigaretta accesa in mano. Aveva notato che il mio entusiasmo della mattina si era smorzato quasi del tutto. “No, Lee. È tutto ok. Sono solo un po’ stanco.” Seconda enorme bugia della giornata. Io non ero mai stanco, soprattutto il venerdì sera al Man Bar di Londra. Lui mi sorrise e mi abbracciò stampandomi un bacio sulla fronte “Se vuoi andiamo via. Io e te” propose con dolcezza. Io risposi all’abbraccio, indugiando tra le sue braccia. Lo adoravo, c’era poco da fare. Sapeva farti dimenticare anche le più profonde preoccupazioni. La sua stretta era calda e rassicurante e sarei voluto rimanere in quel modo per ore. “Tranquillo, la notte è ancora giovane dopo tutto.” Notai che la strada era quasi del tutto isolata e ogni tanto usciva qualcuno per fumare o per sbaciucchiarsi lontani dalla confusione della sala. “Ehm…ragazzi, uno di voi ha da accendere?”. Sentii una voce profonda alle mie spalle, che non era né quella di Zayn e nemmeno di Niall. Eppure l’avevo già sentita. Mi staccai dall’abbraccio con Liam e mi voltai con una mano in tasca, pronto per dare l’accendino a chi lo chiedeva. Merda. Rimasi per un attimo con gli occhi sgranati. Sentivo una gocciolina di sudore scendermi lentamente la fronte. Il cuore mi rimbombava forte nel petto, come la musica pompava nelle casse. Eccolo, finalmente. Era lì davanti a me. Harry Styles, perfetto come ieri, con una sigaretta in bocca e gli occhi verdi come due smeraldi puntati su di me. Forse me lo stavo immaginando. Pensai a quella teoria fatta da non so quale testa di cazzo che diceva che se pensi insistentemente ad una cosa, finirai per immaginartela. Stronzate. Lui era lì, reale. Indugiai un secondo, con la bocca semi aperta. Rivolsi un’occhiata a Liam, giusto per assicurarmi in qualche modo che lo vedesse anche lui, che non ero un malato visionario. Harry si passò una mano tra i capelli e poi disse: “Scusate, ho forse interrotto qualcosa?”. Gli passai il mio accendino blu e risposi con la voce più acuta del solito: “No, figurati! Io e Liam siamo solo amici” e sottolineai la parola amici.” Vero Lee?” chiesi al ragazzo in piedi alle mie spalle che mi fissava come se fossi diventato pazzo e paranoico da un momento all’altro. “Si,si. Certo!” annuì lui. “Ho un pochino di freddo. Forse è meglio che io rientri!” disse di nuovo Liam, stringendosi nelle spalle. Non poteva scegliere momento migliore per andarsene. Grazie Liam!. Intanto Harry, vestito con una maglietta bianca e sopra un cardigan blu scuro abbinato al jeans, aveva acceso la sua sigaretta e mi riconsegnò l’accendino. Sentii un brivido quando le sue dita per un secondo sfiorarono la mia mano. “Grazie mille, amico!” mi ringraziò. Lo vidi guardarmi con gli occhi ridotti a due fessure, con la fronte aggrottata di chi si sforza di ricordare qualcosa. “Ehi! Ma tu sei Louis! Il ragazzo con cui ho parlato ieri sera!”. Il cuore mi stava per scoppiare. Dio,si ricordava di me. Allora non era poi così stronzo come diceva Niall. Mi preparai ad annuire e magari a fare qualche battuta ad effetto. Quando però lui aggiunse: “Si, Louis! Quello con l’amico carino! Zayn, dico bene?” mi sentii come se tutto l’universo mi fosse caduto addosso. Sembrava quella scena dei film in cui c’è prima la musica da idillio e poi all’improvviso si interrompe. Si era ricordato di me solo perché riteneva carino (o meglio,voleva farsi) il mio migliore amico. Brutto figlio di puttana. Lo avrei preso volentieri a calci nelle palle, però forse un giorno mi sarebbero servite, chissà. Presi tutto il self control che avevo e sospirai, fingendo un sorriso educato: “Dici bene. Però non posso assicurarti nulla, amico.” Gli dissi serio, muovendo il capo come per negare qualcosa. Non avevo in mente un piano; stavo improvvisando. Bene, allora le lezioni di teatro che avevo frequentato in secondo liceo stavano dando i loro frutti. “In che senso scusa?” mi domandò Harry accigliato. “Vedi, Zayn è già impegnato. È un tipo molto serio e non credo che tradirebbe mai il suo ragazzo.” Dio santo, non riuscivo a credere neppure io alle stronzate che stavano uscendo dalla mia bocca. Rimase visibilmente confuso, con la sigaretta quasi finita nelle mani. Era sexy persino quando aveva l’espressione di chi non capisce un cazzo di quello che sta succedendo. “Oh” articolò. E poi come ritornato in se stesso mi disse: “Bè, vuol dire che ci proverò con qualcun altro della compagnia.” Mentre pronunciava queste parole i suoi occhi verdi passarono in rassegna il mio corpo con un guizzo di malizia. Quell’altro della compagnia con cui ci doveva provare ero io? A giudicare da come mi aveva guardato e da come il suo sguardo aveva indugiato sul cavallo dei miei pantaloni, probabilmente era davvero così. Mi sentii pervaso da un’onda di eccitazione. Poi lui buttò la cicca della sigaretta , mi sorrise e girò sui tacchi. Dio mio, che culo che aveva. Rimasi a contemplarlo avvicinarsi alla porta che serviva da accesso al locale. Mi meravigliai di me stesso, di come ero passato dall’essere un completo coglione ad un autentico bugiardo e tutto in pochi minuti. Lo vidi voltarsi con una mano che teneva la porta per non farla chiudere. Gridò verso di me: “Che fai? Non entri?”. Ecco, stavo rifacendo la figura del deficiente come prima. Mi riscossi da quell’estasi in cui mi aveva fatto cadere il suo sedere e ridendo corsi verso di lui che mi disse: “Dopo di te, Louis.” Lo ringraziai ed entrai di nuovo in quel casino che normalmente si chiama discoteca e mi resi conto che lui era ancora dietro di me. Ad un certo punto mi venne a fianco e mi disse urlando per farsi capire tra la musica assordante: “Comunque, io sono Harry se non ti ricordassi quale fosse il mio nome! Ti ho evitato una figura di merda!” rideva mentre lo diceva e giuro di non aver mai visto un sorriso tanto armonioso come il suo. “Grazie mille!” gli sorrisi a mia volta. Avevo così tante domande da fargli. Con chi era? Voleva ballare? Voleva bere? Dovevo portarlo in un posto più appartato?. Calmati Louis, stai correndo troppo. Mai fidarsi degli sconosciuti, ricordi?. Lui mi precedette e disse, come se fosse un ordine, senza smettere di sorridere: “Balliamo.” Era così sicuro di se. Sapeva già che non avrebbe ricevuto un rifiuto da parte mia. Mi prese per un polso e mi trascinò in mezzo alla pista. Intravidi Niall su uno dei divanetti che si faceva baciare il collo da un ragazzo e Liam che beveva con un altro. Meno male, per lo meno non era rimasto solo. Zayn non lo vidi. Forse era sui sedili posteriori della macchina di Liam a combinare Dio solo sa cosa. Rivolsi uno sguardo ad Harry che ballava agitando le braccia e lui si avvicinò a me, per dirmi nell’orecchio: “Cos’hai stasera,eh? Il gatto ti ha mangiato la lingua?”. Ah, con la bocca avrei voglia di fare altro stasera, pensai. “E da quando si viene a ballare per fare conversazione?” gli risposi avvicinandomi anche io al suo orecchio. Aveva un profumo inebriante. Rise. “Tu sei uno di quelli che passa direttamente ai fatti, non è così Louis?”. Mi stava provocando. E non so fin quando sarei potuto resistere prima di saltargli addosso. Volevo stuzzicarlo anche io. “Lo scoprirai prima o poi, Harry.” Gli risposi tenendomi sempre sul misterioso e alzando le spalle. Notai che rimase leggermente spiazzato dalla mia risposta. Ho lanciato un avvertimento, ora tocca a te raccoglierlo Harry. “ Puoi scommetterci.” ribattè. Mi riprese dal polso e mi tirò questa volta fuori dal caos. Mi portò in una stanza piccola e scura che fino a quel momento non avevo mai notato. “Dove siamo?” chiesi confuso. Davvero, non capivo in che razza di posto mi aveva trascinato. Ero talmente stordito dalla sua presenza che non riuscivo più a distinguere la realtà dalla fantasia. “Man Bar, Piccadilly Circus, Londra. Il numero civico non me lo ricordo, scusa.” Rispose sorridendo. Io non ci trovai nulla da ridere. I gemiti che provenivano da là dentro erano piuttosto ambigui. Che intenzioni aveva? Pensava di scoparmi lì in quella stanza che tutto era tranne che igienica e poi scaricarmi? Ah, no mio caro. Se intendi fare questo a Louis Tomlinson, bè hai proprio sbagliato persona. Mi fermai all’improvviso, lasciandolo di stucco. Feci un cenno con la testa e misi le braccia conserte, come fanno i bambini quando non vogliono fare qualcosa. Capì che non l’avrei seguito e così cambiò espressione. Si passò la lingua sul labbro inferiore e si accigliò. Senza che io me lo aspettassi, mi prese per la cintura e mi portò nell’anticamera della sala da ballo vera e propria, dove la musica si sentiva di meno. C’erano anche lì coppie che pomiciavano. Mi sbattè al muro e disse con le mani che mi tiravano il collo della maglietta: “Allora con te devo usare le maniere forti.” Se non l’avesse detto con un sorriso, avrei sostenuto che fosse una minaccia bella e buona. “Non ce n’è alcun bisogno, mio caro.” Gli risposi avvicinandomi con le labbra alle sue. Non l’avrei baciato. Non in quel momento, perlomeno. Volevo che si ricordasse di me come “Louis, il ragazzo che non ha scopato con me appena ci siamo conosciuti”. Ero intenzionato a rimanergli impresso nella mente. Lo volevo sedurre, lasciarlo con l’amaro in bocca per aver fallito nel suo tentativo. Aveva un atteggiamento troppo spavaldo, quasi arrogante. Però, Dio, se non lo rendeva sexy. A quel punto mi sfiorò il collo con le dita senza smettere di sogghignare. “Sai Louis, mi intrighi” affermò “non mi era mai capitata una cosa del genere.” “Cioè?” gli risposi io, facendo il finto tonto. Ero lusingato. Aveva detto che io intrigavo lui! Bene, è un buon inizio. “Che qualcuno resistesse più di cinque minuti senza accettare di scopare con me.” Mi rispose con semplicità. Ah, non sai quanto è stato difficile, mio caro! “Non sono abituato ad andare a letto con persone che conosco appena e poi andare a rimorchiarne altre come se nulla fosse.” Replicai con un sorriso. “Ehi, mi stai proprio facendo sentire in colpa per tutto ciò che ho fatto” ribattè Harry con un ghigno che era a metà tra il sarcastico e il malizioso. “Questo era il mio scopo.” Detto ciò, ammiccai e cercai di farlo allontanare da me in modo da potermi muovere. Se mi avesse seguito, voleva dire che la mia recita aveva funzionato. Approfittai del fatto che mi trovavo proprio vicino l’uscita, così sarei arrivato fuori e scaricare la tensione con una sigaretta. Lo guardai un istante e notai che l’occhiata fu ricambiata. Andai sulla strada e accesi l’ennesima sigaretta della giornata, quando pochi istanti dopo eccolo comparire con i suoi capelli ricci ed il suo sorriso smagliante. Feci una performance da Oscar evidentemente. “Mi fai accendere, per favore?” chiese educatamente. Gli allungai l’accendino e per qualche secondo rimanemmo in un silenzio indescrivibile. Nella mia mente c’erano tanti di quei dubbi: avevo fatto la figura dell’imbecille? Forse quella sera avevo un pochino esagerato col fingermi una persona diversa da quella che sono in realtà? Avevo detto troppe bugie quel giorno e mi ripromisi di non dirne più almeno fino a lunedì. Mi guardai le scarpe, in imbarazzo. Temevo di parlargli; non so perché, ma quel ragazzo mi metteva in soggezione. Paradossalmente, l’avevo pensato tutto il santo giorno, fantasticando su quello che gli avrei detto, ciò che avremmo fatto e ora sono lì, davanti a lui, zitto, incapace di muovere un muscolo. Sono un codardo. Volevo rompere quel silenzio dicendo qualsiasi cazzata. “Allora, dimmi un po’. Cosa fai nella vita Harry?”. Non potevo trovare domanda più scontata e stupida. Mi guardò e mi rivolse un altro dei suoi sorrisi. “Credo quello che fanno tutti i comuni mortali” rispose facendo spallucce. Si, con l’unica differenza che sei bello come un dio. “E tu invece, Louis?” continuò. “Bè, a parte gestire la mia seconda identità, ho una vita piuttosto normale.” Risposi scherzando. “Wow, mi vuoi dire che tu sei una specie di Superman che salva le persone in difficoltà?” mi disse lui, sempre sorridendo. Mi si avvicinò. “Quindi sotto questa t-shirt nascondi la tua tuta da supereroe?” mi mise la mano destra sotto la maglietta e accarezzò la pelle del mio addome guardandomi negli occhi. Sentivo dei brividi percorrermi la schiena. Di nuovo mi stava provocando e questa volta non so se sarei riuscito a resistergli. Continuava a toccarmi. Mi stava facendo impazzire. “Lì non troverai nulla” gli sussurrai malizioso. Poi gli presi il polso e guidai la sua mano verso il cavallo dei miei pantaloni. “E qui invece?” chiese lui, sfiorando delicatamente la mia lieve erezione da sotto la stoffa. Continuava a sorridere e ad avvicinarsi a me. Non so quale forza sovrannaturale mi stesse ancora tendendo lontano da quelle labbra. Però dovevo resistere. “Qui ancora niente” dissi e tolsi delicatamente la sua mano dal mio pantalone, così come ce l’avevo messa. Mi allontanai e non potei fare a meno di notare divertito la sua espressione. “Cazzo, sei davvero incredibile!” esclamò ridendo amaramente. “Lo so, non sei il primo che me lo dice” replicai sfacciatamente. Mi voltai, come avevo fatto prima e decisi di avviarmi verso l’auto di Liam. Speravo che mi avesse seguito di nuovo. Arrivai alla macchina e nonostante il buio notai che sui sedili posteriori c’erano delle confezioni di preservativi. Evidentemente uno di loro si stava divertendo particolarmente quella sera. Mi appoggiai alla portiera e fumai di nuovo, nonostante avvertivo che i miei polmoni chiedevano pietà. Però ero ne avevo bisogno. Avvistai una figura camminare nella penombra. C’ero riuscito: Harry Styles aveva seguito Louis Tomlinson. Si mise di fronte a me e appoggiò una mano sul tettuccio della macchina. “Almeno dimmi se possiamo rivederci. Oppure i tuoi impegni da Superman ti tengono troppo occupato?” Mio Dio. Non solo l’avevo costretto a venirmi dietro, adesso mi stava chiedendo un appuntamento! Colpito e affondato. Non immaginavo nemmeno di avere queste doti da Casanova. O forse era solo esasperato dal fatto che ancora non aveva messo il suo cazzo nel mio buco del culo. “ Mmm… forse per te posso trovare un po’ di tempo.” Gli dissi con tono vago. La sua espressione mutò e parve essere più rilassato. “Bene, sono onorato!” sorrise e aggiunse: “domani hai da fare?” “no, possiamo bere qualcosa da Starbucks o dove vuoi. A me non fa differenza!”. L’importante è che ci sia tu. Annuì. “Siamo d’accordo Louis. Domani pomeriggio sei mio. Alle cinque allo Starbucks di Oxford Street.” Quando disse “sei mio” il mio cuore ebbe un balzo. “A domani, Harry” e mi voltai per aprire la portiera della macchina, senza pensare che magari potesse essere chiusa a chiave. Proprio ero sul punto di mettere la mano sulla maniglia, lui mi disse: “Ehi! Intendi liquidarmi così?”. Che cosa si aspettava? Un bacio? Bè, a giudicare da come mi guardava con desiderio le labbra, credo proprio di si. Dai, una bacio cosa sarà? Glielo posso anche concedere. Sorrisi e mi avvicinai poggiando le mani sul suo collo caldo. “Così va meglio…” rise lui. Gli stampai un bacio delicato sulle labbra, quasi come quelli che si danno tra bambini di dieci anni. Mi staccai subito e lui non ne fu contento. Si riavvicinò e socchiuse le labbra. Come facevo a resistere al richiamo di quella bocca che sembrava urlare il mio nome? Gli passai delicatamente la lingua sul labbro superiore, fin quando lui non si decise a permettermi di entrare e toccargli la lingua. Ci baciammo piano, forse per cinque o sei minuti. Percepivo le sue mani toccarmi i fianchi ed era come essere tornati indietro nel tempo, al mio primo bacio. La fragilità, la lentezza nei movimenti erano le stesse. Ed anche la speranza che quel momento non finisse mai era uguale. Ci staccavamo solo pochi istanti, per prendere aria. Sembrava quasi che le nostre bocche fossero magneti che si attraggono gli uni verso gli altri. Lo avvicinai di più verso di me, quasi come se stesse per scappare via. Ma da come rispondeva ad ogni tocco della mia lingua contro la sua, dal modo in cui le nostre labbra schioccavano rumorosamente, sapevo che non l’avrebbe fatto. Ad un certo punto, avvertii che le luci dell’auto dove ero poggiato lampeggiarono e sentii le risate ed i passi di persone che si avvicinano: erano arrivati Liam, Zayn e Niall. Mi staccai delicatamente dalla sua bocca e gli sorrisi. Harry si voltò seguendo il mio sguardo, poi si rivolse a me e disse: “Credo proprio che la nostra serata finisca qui.” E rise sempre tenendomi stretto a lui dai fianchi. Accompagnai anche io la sua risata. “Saluta il tuo amichetto Lou! Ce ne andiamo a casa!” urlò Liam sghignazzando, mentre gli altri due lo squadravano dalla testa ai piedi. Speravo con tutto me stesso che non avesse notato la presenza avvolta nel buio di Zayn. A quel punto dovetti davvero salutare Harry. Mi spostai dalla portiera dove mi ero posizionato per permettere a Liam di salire. Poi gli diedi un bacio sulla guancia e gli dissi semplicemente:“Ci vediamo domani.” Mi diede una pacca sulla spalla e rispose: “A domani Superman.” Risi mentre lo guardavo allontanarsi. Rimasi un attimo lì, a fissarlo mentre si voltava per sorridermi un ultima volta prima di rivederci il giorno dopo. Ero felice. In quel momento tutto mi appariva estremamente semplice. Nessun tipo di bevanda alcolica mi aveva dato quella sensazione. “Tommo! Muovi quelle chiappe sfondate ed entra in macchina! Mi sto congelando persino l’uccello!” gridò Zayn tra le risate degli altri due. Salii a bordo ignorando la “finezza” del mio amico. Appena chiusi lo sportello, partimmo alla volta di casa Payne per raccontarci le nostre avventure della serata. Il nostro venerdì sera continuava sempre a casa di Liam, dove ci fermavamo a dormire anche il giorno dopo. Ero troppo euforico, tutto lo stress sembrava essersi volatilizzato. Afferrai Niall che era seduto dietro con me e lo abbracciai, mentre Zayn e Liam cantavano a squarciagola una canzone oscena. “Carenze d’affetto, Lou?” mi domandò il biondo sorridendo. :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
  
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