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Autore: SweetMeGirl91    28/08/2007    27 recensioni
E se... Bra e Trunks, dopo l'ennesimo litigio tra fratelli, per sbaglio entrassero uno nel corpo dell'altro, scambiandosi i problemi di ogni giorno, cosa succederebbe? Dal secondo capitolo... un'altra sorpresa! Se volete scoprire di cosa si tratta... non vi resta che leggere e continuare a seguirci!
Genere: Commedia, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goku, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Vogliamo rendere noto ai lettori che questa storia, scritta a quattro mani da Me91 e Sweetgirl91, aveva in comune con la fic di Lorigeta "Io te, tu me", oltre all'idea generale, anche alcuni particolari che l'amministrazione ha giudicato essere non circostanziali. Ci scusiamo quindi con Lorigeta e con il resto dell'utenza dell'accaduto. In più ci dispiace di aver insinuato pubblicamente che Lorigeta non era stata molto corretta nei nostri confronti.


Avvertiamo che i capitoli saranno scritti in parte da Me91 e in parte da Sweetgirl91. Questo è stato scritto quasi esclusivamente da Me91, mentre il prossimo sarà scritto da entrambe. Buona lettura!


Scambio di ruolo


L’imprevisto

«Sei proprio un idiota, Trunks!»
«E tu una ragazza isterica!»
Come due furie, Trunks e Bra si chiusero ognuno nella propria stanza, sbattendo la porta. Un ennesimo litigio. Dopotutto erano fratelli.
La quattordicenne Bra si gettò sul letto e si strinse con rabbia il cuscino al petto.
«Che... insensibile!» ringhiò a denti stretti, ma poi scosse forte il capo e urlò, in modo da essere sicura che Trunks la udisse dalla stanza affianco:
«Ma che dico? Sei solo invidioso!»
«Piantala!» gridò Trunks anche lui seduto sul letto in camera sua.
Avevano litigato per un ragazzo. Già, un ragazzo della scuola aveva confessato a Bra il suo amore. Uno dei tanti, è vero, ma quello era il ragazzo più bello di tutto l’edificio! E aveva pure diciannove anni! Trunks aveva sentito Bra parlarne con l’amica Pan al telefono e, a telefonata conclusa (cioè una buon ora dopo) le aveva detto di lasciar perdere con quel ragazzo perché era troppo grande per lei. Inoltre Trunks lo aveva visto qualche volta in giro e gli sembrava solo uno spaccone. Bra naturalmente si era arrabbiata. Come si permetteva suo fratello di parlarle così? Lei poteva fare quello che le pareva, ormai era grande abbastanza. E chiaramente Trunks non era d’accordo.
«Ammettilo! E’ tutta invidia!» insistette Bra furiosa «Hai ventisette anni e ancora non hai una ragazza!»
«Si che ce l’ho!» ribatté Trunks alzandosi.
«E chi? Marron? Ma non vi siete lasciati la settimana scorsa per una banale litigata? Magari ce l’avevi la ragazza!»
«Beh, in ogni modo tu sei troppo piccola per queste cose!» ribadì Trunks rosso d’imbarazzo.
«Mi stai dando della mocciosa?» strillò Bra.
«E perché no?» rispose a tono Trunks.
Uno più furente dell’altro uscirono contemporaneamente dalle proprie stanze per affrontarsi in corridoio.
«Ho quattordici anni!» esclamò offesa Bra.
«Appunto! Sei piccola ancora!» fece Trunks incrociando le braccia.
«Ma... ma pensa per te! Magari sei tu quello che si comporta come un bambino piccolo! Un vero uomo sarebbe già andato da Marron a chiederle scusa!» ripartì alla carica la ragazza.
Trunks sembrò rimanere un po’ spiazzato a questa affermazione, ma si riprese subito:
«E una vera ragazza matura avrebbe saputo distinguere meglio gli imbecilli dai ragazzi per bene!»
Bra ringhiò furente:
«Trunks!» poi scattò:
«In effetti trovo che tu sia un vero imbecille! Penso di averci azzeccato, no?»
In quel momento spuntò Vegeta sul pianerottolo. La sua espressione scocciata non prometteva nulla di buono.
«Si può sapere cosa avete da urlare?!» sbraitò.
I due fratelli smisero per un attimo di guardarsi in cagnesco, per voltarsi verso il padre e abbassare gli occhi in segno di scusa. Ma a Vegeta non bastò:
«Non riesco a concentrarmi nei miei allenamenti se voi continuate a strillare in questo modo!»
Poi guardò il figlio e gli ordinò:
«Trunks, muoviti! In questo periodo hai battuto la fiacca! Vieni ad allenarti!»
«Arrivo, papà...» rispose mogiamente Trunks e trasse un mezzo sospiro rassegnato. Suo padre da lui voleva solo quello: che si allenasse in continuazione e diventasse sempre più forte.
«Invece tu, Bra...» questa volta Vegeta si rivolse alla figlia, sempre con quel tono autoritario, che però sembrò sciogliersi nel dire:
«... Tu vai da tua madre, in laboratorio. Ha bisogno di una mano.»
«Va bene papi.» rispose Bra sorridendo all’amato padre.
Poi la ragazza si allontanò, lanciando sguardi soddisfatti al fratello. E già, quando si trattava di Vegeta... era sempre Bra a vincere. Trunks la guardo storto. Si, in questi casi era sempre invidioso della sorella. Fu la voce di Vegeta a riscuoterlo:
«Trunks! Ti sei addormentato?! Muoviti ho detto!»
«Si, si...» e Trunks seguì il padre nella Gravity Room.

«Basta così, Trunks. Andiamo a mangiare.» Vegeta quindi spense tutti i macchinari e si diresse alla porta della Gravity Room con un asciugamano sulle spalle. Poi uscì.
Trunks, lentamente, afferrò il suo asciugamano e si pulì il viso madido di sudore. Quando si scostò l’asciugamano dal viso rimase qualche istante immobile a fissarlo tenendolo in mano. Era completamente bagnato. Trunks si sentiva sfinito, praticamente come sempre dopo ore di allenamento... dopo cinque ore di allenamento. Sospirò immaginandosi invece Bra ad aiutare sua madre ad aggiustare qualche circuito o a revisionare vecchi macchinari. Anche Trunks, naturalmente, lavorava alla Capsule Corporation, ma il più delle volte doveva sostituire sua madre quando era fuori per lavoro e quindi occuparsi del laboratorio. Presto avrebbe preso le redini dell’azienda, ma ancora era troppo presto. In più questo weekend sua madre sarebbe rimasta a casa, perciò non necessitava dell’aiuto di Trunks, anche perché farsi dare una mano da Bra, che iniziava a districarsi abbastanza bene tra quei circuiti e quei computer, era più che sufficiente. Quindi a Trunks toccava sorbirsi le sgridate di suo padre in queste occasioni e doveva assecondarlo partecipando agli allenamenti con lui. Non che gli dispiacesse così tanto, in fondo erano gli unici veri momenti dove suo padre si concentrava completamente su di lui... Trunks sapeva che suo padre gli voleva bene, glielo aveva anche dimostrato in diverse occasioni, ma da quando era nata Bra... ecco, lui era passato nettamente in secondo piano.
Con rabbia gettò l’asciugamano a terra e si diresse fuori dalla GR.

«Uff...» sbuffò Bulma togliendosi i guanti sporchi di grasso e polvere «Questo aggeggio non vuole proprio saperne di funzionare!»
Bra riemerse da sotto il robot che stavano revisionando e si alzò in piedi dicendo:
«Ci sarebbero da cambiare tutti i circuiti posteriori. Inoltre ho notato che la parte anteriore è semifusa!»
«Sì, è vero.» concordò Bulma slacciandosi il camice «Però ci penseremo più tardi. Meglio accendere il forno per riscaldare la cena. I nostri due Sayan saranno affamatissimi!»
«Già...» mormorò Bra iniziando anche lei a slacciarsi il camice sporco d’olio e di grasso, mentre sua madre usciva abbastanza di fretta dal laboratorio.
Bra posò il camice su una sedia e sospirò fissando il vecchio robot di fianco a lei. Si ritrovò a pensare a Trunks. In quel momento, probabilmente, aveva terminato l’allenamento con suo padre e si stava andando a lavare. Stranamente, lei lo invidiava. Vegeta si curava sempre di allenarlo al meglio in modo che diventasse sempre più forte. Invece lei? Lei, addirittura, aveva imparato a volare aiutata da Pan, alla quale aveva insegnato Gohan. Tutto questo perché Vegeta non voleva allenarla. Prima perché era troppo piccola e ora... Bra iniziava a pensare che suo padre non voleva allenarla solo perché era una femmina. Non era un guerriero. Non che le interessasse così tanto diventare forte e combattere, era solo che le sarebbe piaciuto saper fare qualcosa, ecco. Certo, aveva forza da vendere, dopotutto era una Sayan, in parte. Eppure sapeva che se si sarebbe allenata di più sarebbe diventata fortissima, in modo che suo padre sarebbe stato fiero di lei. Proprio come era fiero di Trunks. Già, forse non lo dava troppo a vedere, ma Vegeta, secondo Bra, adorava Trunks. Lui era il degno erede, in fondo. Era molto forte e, fin da tenera età, riusciva a trasformarsi in Super Sayan. Ecco, un altro punto a suo svantaggio: Bra non poteva trasformarsi. Il perché nemmeno lei lo conosceva, ma certamente questo la faceva rodere di rabbia. Molte notti si trovava a immaginarsi lei con i capelli dorati, circondata da un’aura d’oro splendente... come molte notti si era immaginata un maschio. Nonostante la sua vita le piacesse, nonostante fosse molto bella, nonostante molti ragazzi cadessero ai suoi piedi, non solo perché era bella, ma anche perché aveva un forte carattere ed era pure molto intelligente... nonostante tutte queste cose, a volte desiderava proprio di essere nata maschio. Perché i maschi spesso erano favoriti, spesso erano loro a prendere le redini dell’azienda dei genitori. Bastava guardare Trunks, no? Non solo sarebbe stato a capo della CC, ma avrebbe anche continuato ad allenarsi con Vegeta, diventato ancor più forte.
«Che rabbia!» ringhiò Bra stringendo i denti e si allontanò furente verso l’uscita del laboratorio.

Erano le tre di notte. Il laboratorio era buio e silenzioso. Solo una luce: un computer in un angolo e un lieve ticchettio su di una tastiera.
Trunks stava rielaborando un progetto che aveva dovuto lasciare in sospeso per allenarsi con il padre. Se non lavorava di notte, in quei giorni non aveva mai tempo. Sbadigliò assonnato e bevve un altro goccio d’acqua dalla bottiglietta lì vicino. Un rumore lo fece sobbalzare. Percepì avvicinarsi un’aura famigliare e si rilassò. Era Bra.
«Che ci fai qua?» scattò Trunks tornando ai suoi calcoli.
«Potrei rivolgerti la stessa domanda.» rispose Bra incrociando le braccia «Io non riuscivo a dormire e ho pensato di fare quattro passi, quando ho avvertito qui la tua aura.»
«Io sto lavorando.» disse Trunks continuando a scrivere al computer.
«A quest’ora.» fece Bra guardandolo storto.
«Si, a quest’ora, visto che non ho mai tempo di venire qua.» rispose Trunks duramente.
«Capisco...» Bra sembrava scocciata.
Trunks se ne accorse, allora si alzò in piedi guardandola.
«Ti pare che sia quel che voglio?» chiese con stizza il ragazzo.
«Non so di cosa tu stia parlando.»
«Certo che lo sai. Pensi che io sia contento di stare in quella Camera Gravitazionale, vero?»
Bra divenne rossa di rabbia e sbottò:
«Infatti, è quel che penso! Invece di aiutare la mamma, quando lei è a casa tu ti diverti!»
«Ah, io mi diverto, eh?» Trunks strinse forte i pugni «E’ questo quel che pensi, non è così?!»
«Sì, in effetti, sì!» rispose furiosa Bra.
«Tu non capisci!» gridò Trunks e allargò il braccio sinistro di scatto. Per sbaglio colpì la bottiglietta dell’acqua che cadde a terra, rovesciando tutto il contenuto sul pavimento. Trunks non se ne curò e si piazzò davanti alla sorella, bagnandosi le pantofole con l’acqua.
«Tu non sai niente!» riprese con rabbia Trunks.
«Oh, no, ti sbagli!» urlò Bra «Più che altro sei tu che non hai capito nulla di me!»
Mentre litigavano il liquido a terra prese ad espandersi fino a raggiungere un cavo scoperto di un macchinario acceso...
«Bra, tu non... aaaaaaahhh!» Trunks si interruppe all’improvviso perché fulminato da una forte scossa elettrica. L’acqua sotto i suoi piedi aveva fatto da conduttore. Il ragazzo cadde addosso a Bra che si fulminò a sua volta, poi il flusso di corrente si interruppe improvvisamente perché il cortocircuito aveva fatto spegnere tutto. I due fratelli, quindi, rimasero stesi a terra, entrambi svenuti, nel buio più totale.

Continua...

Come vi è sembrata l'idea? Dal prossimo capitolo ne vedrete delle belle! Aspettatevi di tutto! Lasciate anche un piccolo commento per dirci come vi è sembrato. Al prossimo capitolo tutti i ringraziamenti! Ciao SweetMeGirl91

  
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