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Autore: 1rebeccam    07/02/2013    17 recensioni
'Ripeteva le stesse parole in un sussurro, continuando ad accarezzarlo e ad asciugargli le lacrime che gli scendevano dagli occhi serrati. Il respiro era sempre più affannato, mentre continuava a ripetere la sua cantilena disperata'
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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...Nasconde il viso tra le mani e i singhiozzi lo travolgono, senza che lui possa fare niente per combatterli.
Cosa dovrei dirti Kate? Come posso spiegarti… come posso dirti quanto male mi hai fatto?...




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Niente omicidi quella mattina, niente di urgente, solo una montagna di rapporti e fascicoli arretrati.
Kate si ritrova con lo sguardo sullo stesso foglio da un’eternità, la penna non ne vuole sapere di scrivere per poter finire quel lavoro noioso. Sposta l’attenzione sulla sedia accanto a lei e rivede lo sguardo terrorizzato di Rick davanti allo schermo della tv.
Scuote la testa, ha bisogno di un caffè.
Si alza e si ritrova faccia a faccia con la lavagna, sospira, prende il pennarello tra le mani e non può fare a meno di sorridere mentre lo rimette a posto e si dirige nella sala relax.
Il caffè sta scendendo fumante nella tazza, il profumo la inebria e il pensiero corre ancora a lui.
Ma che mi è saltato in mente di nominare Meredith? Lui ha qualcosa che non va, non vuole parlarmene ed io, invece di prenderlo con le pinze, sono entrata subito in modalità di difesa, ho subito pensato che la nostra relazione potesse essere come quella avuta con lei… e questa non è una paura di Castle, ma mia!
Versa lo zucchero nel caffè e si morde il labbro nervosamente.
Castle sta davvero male, ha davvero qualcosa che lo rode, ma avrei dovuto essere cauta, so benissimo cosa significa sentirsi sotto pressione per i sentimenti che tieni nascosti e non vuoi fare sapere al mondo… sono una stupida!
Appoggia la tazza sul tavolo con forza, tanto che un po’ del liquido si rovescia dentro al piattino, sbuffa e chiude gli occhi, cercando di rimettere insieme le idee.
Non sono stata capace di gestire la situazione, lui ha aspettato con pazienza che io fossi pronta, ha accettato tutto di me… come ho potuto dirgli che non faccio ancora parte della sua vita!?
Il telefono la riscuote, apre il messaggio che le è appena arrivato e si morde ancora le labbra.
‘Sei impegnata? Sei ancora arrabbiata? Posso salire… oppure vuoi scendere tu? Sono qui sotto… vuoi che me ne vada?!’
Scuote la testa. E’ tipico di Castle sentirsi in colpa e balbettare anche nella scrittura. Sorride e rimette il telefono in tasca.
 
La neve ricopre il marciapiedi per una decina di centimetri. Nonostante il sole, il freddo è pungente e lui ha il naso e la faccia rossi, nella fretta di uscire ha dimenticato sciarpa e guanti. Ha le spalle appoggiate al muro del distretto e guarda insistentemente il telefono, sperando che dia qualche segno di vita.
-Ti congelerai se resti fermo impalato senza muoverti.-
Si gira verso la voce e sospira. Kate gli sta andando incontro, con le mani in tasca e imbacuccata in una morbida sciarpa.
-Aspettavo una tua risposta, pensavo non volessi parlarmi.-
Si appoggia anche lei al muro, guardando davanti a sé il traffico cittadino, reso ancora più caotico dalla neve.
-Hai fatto troppe domande tutte insieme, era più facile rispondere a voce.-
Lui annuisce e abbassa lo sguardo.
-Ti chiedo scusa Kate, mi spiace, non so perché mi sono arrabbiato, ma quando ho sentito che parlavi di qualcosa che ti aveva detto Meredith, non ho capito più niente.-
Lei scuote la testa.
-No, è colpa mia, non avrei dovuto. Era solo un discorso tra donne e non dovevo metterlo in mezzo così, come niente. Sono io che devo scusarmi!-
Lui si volta a guardarla.
-Un discorso tra donne? Cosa vi siete dette esattamente?-
-Le ho chiesto perché il vostro matrimonio è finito.-
Lui sorride sollevando gli occhi al cielo.
-E lei ti ha risposto sinceramente che è andata a letto con uno dei suoi registi? O almeno uno è il numero di cui ero a conoscenza allora!-
Kate ride abbassando lo sguardo.
-Questo, in effetti, ha evitato di dirmelo.-
Lui sospira e strofina le mani per cercare di scaldarsi.
-Allora qual è la sua versione?-
-Che la conoscevi meglio di quanto si conoscesse lei stessa, mentre tu non le raccontavi mai niente di te, del tuo passato… e questo vi ha allontanati perché a lei non andava più bene, come se fosse un rapporto a senso unico.-
-E questo ti ha fatto subito pensare a noi. Anche noi siamo a senso unico?-
Lei alza le spalle continuando a guardare la neve a terra, Rick si stacca dal muro e le si mette davanti, le solleva il viso con le dita e sorride.
-Se a lei fa piacere credere che le cose sono andate così, lasciamoglielo credere, io lo ricordo in maniera diversa… comunque non mi va di parlare di lei adesso…-
La guarda dritto negli occhi e capisce che deve misurare le parole in  modo diverso.
-Sempre che tu non pensi che non voglio metterti al corrente di quello che accade nella mia vita… solo non mi va di parlarne adesso, in mezzo alla strada!-
Si appoggia di nuovo al muro e guarda il cielo.
-Domani è sabato, stavo pensando… se ti va… che potremmo andarcene da qualche parte, lontano da tutto e… magari riuscire a parlare tranquilli, con calma.-
Lei annuisce senza alzare lo sguardo.
-Pensavo la stessa cosa poco fa, volevo chiamarti per dirtelo, ma mi hai preceduto con le tue domande a raffica.-
-Bene, potremmo andare di nuovo agli Hamptons…-
Lei lo ferma scuotendo la testa.
-No, non lì, avevo in mente un altro posto.-
-Uh… organizzi tu? Mi piace! Dove vorresti andare?-
Stavolta è lei che si stacca dal muro per guardarlo in faccia.
-Tu non dovresti essere quello a cui piacciono le sorprese?-
Lui annuisce sorridendo.
-Sulla fiducia?-
-Esattamente Castle, sulla fiducia! Adesso vai a casa, metti dentro ad un borsone roba pesante e non dimenticare per nessun motivo guanti, sciarpa e cappello.-
-Vuoi portarmi al Polo Nord detective?-
Lei non risponde alla provocazione e si volta per rientrare al distretto.
-Ti passo a prendere tra due ore, fatti trovare pronto.-
Lui la ferma prendendola per il braccio.
-Come tra due ore, non devi lavorare oggi pomeriggio?-
-Ho chiesto il resto della giornata libera, potrei bruciare la pila di rapporti incompleti che sonnecchia sulla mia scrivania, se resto ancora qui!-
-Cominci a parlare come me, lo sai? Questo potrebbe essere inquietante… per la Gates…-
Solleva un sopracciglio sorridendo e lei gli attorciglia al collo la sua sciarpa.
-La rivoglio quando vengo a prenderti, non mi serviresti a niente congelato!-
La segue con lo sguardo mentre sale le scale del distretto e si dirige alla macchina, contento per la gita organizzata da lei, ma con il cuore ancora gonfio di quel malessere che ha sentito ultimamente.
Sono sempre stato bravo a ridermi addosso quando avevo solo voglia di sprofondare. Sono sempre stato bravo a comportarmi come un idiota solo per mascherare la mia tristezza… ma adesso non riesco più a gestire tutto questo, non con Kate… ha imparato a leggermi dentro e questo mi rende felice, perché significa che tiene davvero a me, che sono diventato davvero parte della sua vita, ma mi spaventa anche, perché potrei non essere tanto forte per affrontarlo.
 
Un paio di ore dopo, mezz’ora di autostrada e poche chiacchiere, Castle si guardava intorno incuriosito. Non avevano oltrepassato nessun cartello particolare che potesse fargli capire dove erano diretti e lei viaggiava nella corsia di sorpasso, dando ad intendere che lo svincolo per la loro uscita era ancora lontano. Aveva appoggiato la testa al sedile e si sentiva stranamente rilassato, come non lo era da giorni, quella sensazione opprimente si era alleggerita e riusciva a respirare a pieni polmoni, complice forse, anche il paesaggio bianco che abbracciava l’azzurro del cielo limpido.
Senza accorgersene aveva chiuso gli occhi e si era addormentato.
Kate lo guardava con il sorriso sulle labbra, aveva quell’espressione beata che non vedeva da giorni, stava riposando dello stesso sonno di un bambino innocente.
Mentre rifletteva nella sala relax, davanti a quel caffè che poi non aveva bevuto, si era chiesta cosa l’avesse portata a bussare alla porta di quell’uomo in una sera di pioggia, dopo che aveva rischiato per l’ennesima volta di morire.
Non era stato guardare in basso, mentre era attaccata al cornicione da cui sarebbe precipitata di lì a poco. Non era stata la paura di schiantarsi a terra e diventare un corpo senza vita. Non era stata la rabbia di non aver fermato l’uomo che voleva lei morta e che sapeva chi era il drago.
No, proprio no…
Il motivo per cui era corsa da lui, fradicia dalla testa ai piedi, era solo uno: il vuoto!
Non il vuoto che c’era sotto di lei, mentre la mano perdeva lentamente ed inesorabilmente la presa, ma il vuoto dentro al suo cuore.
Sentirlo lontano, dopo che lui le aveva detto ‘stavolta non starò a guardare quando ti farai ammazzare’ aveva creato nel suo cuore una voragine.
Mentre penzolava dal cornicione, desiderava ardentemente che lui corresse a salvarla, non solo dalla morte, ma più di tutto da sé stessa.
Castle però era stato di parola e quella volta non l’aveva tirata su, non l’aveva afferrata lui per il polso e questo aveva decuplicato la voragine nel suo cuore, per questo non aveva potuto fare altro che correre da lui, perché voleva essere salvata anche dal dolore, dalla solitudine, dalla rabbia… e l’unico che avrebbe potuto assolvere questo compito arduo, era solo lui: Richard Castle!
Com’era arrivata a questa considerazione?
Si era posta anche questa domanda, prima che il cellulare vibrasse e le mettesse davanti agli occhi le domande indecise di Castle.
La risposta che si era data, era ovvia. Era corsa da lui perché la conosceva bene, lui sapeva di cosa avesse bisogno. Era questa la cosa che l’aveva preoccupata dopo le quattro chiacchiere amichevoli scambiate con Meredith, ma ripensandoci, dopo la loro litigata, aveva avuto un’illuminazione: Castle sapeva tutto di lei, non perché negli anni trascorsi fianco a fianco fosse stato solo un curiosone irritante e insopportabile, ma perché con pazienza, con assiduità, con tenerezza e con piccoli gesti si era interessato a Kate, alla donna che si nascondeva dietro il detective Beckett, alla donna che avrebbe voluto essere protetta e amata, nonostante fosse lei quella armata.
Non aveva preso l’ascensore per andargli incontro, era scesa per le scale per continuare a riflettere sulle ultime ore e mentre gli si avvicinava, quando lo aveva visto infreddolito, appoggiato al muro con lo sguardo fisso sul telefono, aveva preso una decisione: ci sarebbe sempre stata per lui, anche se a volte avrebbe dovuto essere invisibile, proprio come aveva fatto lui con lei, doveva fargli capire che era interessata a Rick, all’uomo che si nascondeva dietro lo scrittore squinternato e superficiale .
Questo avrebbe fatto, non avrebbe sbagliato ancora.
Lei non è Meredith.
Doveva solo stargli vicino, come aveva fatto lui per anni.
Doveva solo farlo ridere, come aveva fatto lui da quando si erano incontrati; sapeva essere divertente anche lei quando voleva.
Doveva solo farlo sentire al sicuro con il suo abbraccio, in silenzio, senza chiedere niente, come aveva fatto lui giorno dopo giorno.
Il resto sarebbe venuto da sé, proprio come era successo a lei.
Aveva percorso un sentiero tortuoso, aveva sbagliato strada un infinità di volte, ma alla fine era corsa da lui, trovando la strada di casa nel suo cuore.
 
Mette la freccia a destra e prende lo svincolo con cautela, perché la strada è costeggiata da montagnole di neve. Castle apre gli occhi e si stiracchia, guardandosi intorno.
-Accidenti, mi sono addormentato!-
Esclama con il broncio sulle labbra.
-Meglio, vuol dire che ti sei rilassato e hai riposato un po’.-
-Lo so, ma non ho visto che uscita hai preso, volevo indovinare il posto in cui mi stai portando.-
Continua piagnucolando facendola ridere.
-Fidati Castle, non voglio gettarti in un fosso e ricoprirti di neve, giuro che non ti succederà niente.-
Lui si volta a guardarla e sorride.
-So benissimo di essere al sicuro con te.-
Le dice piano e con sincerità, lei gli mostra uno di quei sorrisi che gli fanno diventare le gambe come due budini tremolanti e ringrazia il cielo mentalmente di essere seduto in macchina.
Più vanno avanti, più il paesaggio si mostra innevato. Un manto bianco si staglia davanti a loro, mentre Kate gira a sinistra e prende un sentiero a curve. Stanno salendo e ad un tratto Castle si batte il palmo della mano sulla fronte.
-Che cretino che sono!-
Lei lo guarda un momento e poi riporta lo sguardo sui tornanti della strada.
-Non è una novità che tu lo sia, ma cosa ti ha illuminato in questo senso?-
Gli chiede seria e lui sbuffa.
-Adoro il tuo modo sottile di essere spiritosa! Comunque… ho capito dove stiamo andando, alla casa di montagna di tuo padre!-
Lei ride divertita per la scoperta fatta.
-Tecnicamente è anche casa mia! Comunque si, stiamo andando alla casa di montagna di mio padre.-
Lui la guarda un attimo pensieroso.
-Non è che se la prende a male che mi ci stai portando… anzi… non è che magari lo troviamo lì, perché ha deciso di trascorrere un fine settimana tranquillo… non è che…-
-Non è che hai ancora paura di mio padre Castle?!-
Gli chiede lei interrompendolo.
-Ehm… no, ma non sarebbe carino… per lui dico, mica per me!-
Risponde gesticolando freneticamente e lei non può fare a meno di ridere, scala la marcia per poter prendere una curva a gomito molto ripida e quando si ritrova sul rettilineo lo guarda per un attimo.
-Gliel’ho detto che avremmo passato l’week end alla baita, non ce lo ritroveremo in casa all’improvviso, non credo che ci tenga molto a fare il terzo incomodo, tranquillo.-
-Ah lo sa… certo… ora si… che sono più tranquillo!-
-Non ci posso credere, hai davvero paura di mio padre?-
Rick non risponde, ma lei scoppia di nuovo a ridere e lui non può fare a meno di andarle dietro.
-Mi sento un po’ stupido, ma… non so, tuo padre è così… tuo padre!-
-Spiegazione esauriente Castle, a volte mi chiedo come fai ad essere uno scrittore!-
Risponde lei continuando a ridere per l’espressione stralunata di Rick.
Hanno già fatto un bel po’ di strada, quando finalmente scorgono le prime case. Il colore del cielo è diventato violetto dopo che il sole ha cominciato la sua discesa dietro la montagna e le luci in strada e dentro le poche case incontrate durante il tragitto, sono già accese.
-Ci fermiamo allo spaccio per comprare il necessario per stasera, poi domani con calma facciamo la spesa o meglio, andiamo al ristorante, ce n’è uno a metà strada tra qui e la baita, dove cucinano un arrosto di cinghiale fenomenale.-
Scendono dalla macchina e Kate si avvia all’entrata del negozio, quando lui la ferma.
-Aspetta, vuoi che resti in macchina? Insomma se ci vedono insieme…-
Lei china la testa di lato e lo guarda maliziosa.
-Magari non ti conosce nessuno in questo posto sperduto!-
Lo prende per mano sghignazzando e lui alza gli occhi al cielo.
-Sempre più spiritosa, sono quasi commosso!-
Beckett si munisce di cestino e cominciano a guardarsi intorno.
-Che vuoi per cena di leggero detective?-
Le chiede con una punta di ironia nella voce e lei gli sbatte il cestino sullo stomaco, dicendogli tacitamente che deve tenerlo lui e stare zitto, mentre rovista tra gli scaffali.
-Per prima cosa il caffè!-
Dice in tono solenne con il dito sollevato per aria e lui annuisce.
-Non sia mai che entri in crisi d’astinenza proprio mentre siamo sperduti tra le montagne…-
Risponde lui sghignazzando e lei lo trapassa da parte a parte con un raggio laser partito dagli occhi che lo costringe a schiarirsi la voce tossicchiando. Riprende il suo cammino tra gli scaffali e butta nel cestino qualcos’altro, mentre lui segue ogni suo movimento.
-Gelato cioccolato e menta.-
Sussurra andandole dietro. Un altro prodotto, un’altra occhiata.
-Latte e preparato per cioccolata in tazza…-
Corruccia la fronte mentre elenca la spesa nel cestino.
-Panna…-
A questo punto solleva la testa a guardarla, mentre lei procede svelta davanti a lui a passare in rassegna il resto degli scaffali.
-Sei sicura che questa roba sia abbastanza leggera?-
Kate si gira di colpo tanto che lui le sbatte contro.
-In mezzo alla neve necessito di roba coccolosa!-
Gli risponde, incatenando gli occhi ai suoi.
-Comunque qualcosa di sostanzioso dovremmo prenderla… ti piace il pane abbrustolito con olio, sale e pepe?-
Lui abbassa la testa per rispondere affermativamente e lei prende un bel filone di pane e lo mette dentro al cestino.
-I condimenti li abbiamo in dotazione alla baita, lo scalderemo nel camino, sento già il profumo!-
Lo dice quasi saltellando e lui la guarda estasiato. Ad un tratto si blocca, segno che ha avuto un’altra illuminazione.
-Camino? C’è anche il camino?-
-Credevi che saremmo morti di freddo? E’ una baita Castle, certo che c’è il camino, un camino enorme…-
Risponde lei vedendo i suoi occhi luccicare.
-Oh… Kate ti prego, con il camino non possono mancare i…-
Si ferma perché qualcosa gli arriva in faccia, prima di cadere dentro al cestino, mentre Kate ride di gusto alla sua espressione stravolta.
-Volevi per caso dire che con il camino non possono mancare i marshmallows?-
Lui guarda dentro al cestino e si rende conto che la cosa che lo ha investito in faccia è un’enorme busta di cilindretti colorati e sorride come un bambino.
-Esattamente, volevo dire proprio questo…-
Lascia la frase a metà perché anche lei ha l’espressione di una bambina e gli ha bloccato il respiro, tanto è bella.
Abbassano lo sguardo contemporaneamente e continuano a ridere.
-Vedi Kate? Siamo in sintonia in ogni momento noi due!-
Le sussurra all’orecchio, mentre lei mette nel cestino una bottiglia di distillato alla ciliegia.
-Questo liquore lo fanno in zona, è buonissimo e anche parecchio forte…-
Lui solleva le spalle come a dire che così deve essere e lei guarda dentro al cesto.
-Allora riepiloghiamo: caffè, gelato, cioccolata e latte, panna, pane, qualcosa di forte da bere per scaldarci, i marshmallows… che altro manca?-
Lui si mette un dito sulle labbra con fare pensieroso.
-Mhh… vediamo… ah si, un mazzo di carte!-
Lei corruccia la fronte.
-Un mazzo di carte? Vuoi giocare a carte?-
Lui solleva un sopracciglio e la incastra tra il suo corpo e uno scaffale.
-Lei come vorrebbe giocare per 48 ore di fila in un posto sperduto, solitario e pieno di neve, detective?!-
Kate resta incollata ai suoi occhi, si morde il labbro e sospira.
-A… Risiko?!-
Scoppiano a ridere e lui le dà un bacio sulle labbra, prima di dirigersi alla cassa, dove una donna sulla sessantina, rotondetta e con fare gioviale li accoglie con un sorriso.
-Mi è consentito dire che siete un piacere per gli occhi?-
Loro si guardano straniti e la donna continua mentre digita il prezzo della panna.
-Belli, innamorati e in sintonia… ho sbirciato mentre facevate la spesa, sapete?-
Dice loro con un sorrisetto malizioso. Kate si aggrappa al braccio di Rick e ci appoggia sopra la testa.
-Grazie!-
Risponde con un sorriso radioso e lui si china a guardarla stupito, si sarebbe aspettato che si schiarisse la gola imbarazzata, invece lo ha preso alla sprovvista. Sorride e le posa un bacio sui capelli sentendo uno strano calore nel cuore.
Qualche attimo dopo la donna solleva lo sguardo e osserva Castle attentamente, come se lo stesse studiando.
Eccola… mi ha riconosciuto!
-Ma lo sa che lei è la copia sputata di uno famoso?-
Esclama all’improvviso, loro sollevano le sopracciglia e Castle sorride.
-E chi sarebbe questo… ‘famoso’?-
-Eh… la memoria non mi aiuta più, non ricordo il nome, ma scrive romanzi gialli, mi pare… aspetti.-
Si guardano preoccupati, dove può essere andata abbandonando la cassa al proprio destino? Torna un attimo dopo con un libro tra le mani, mostra la foto del retro copertina e segna la faccia ritratta con un dito.
-Eccolo, che le dicevo… sembra lui… è spiccicato!-
Lui la guarda divertito e decide di stare al gioco, stranamente contento che non lo abbia riconosciuto veramente. Prende il libro in mano e osserva la foto attentamente.
-Caspita tesoro, guarda, la signora ha ragione, gli somiglio proprio!-
Dice appoggiandosi la foto accanto alla faccia.
-Pensa, sono il sosia di…-
Guarda la copertina del libro e finge di leggere attentamente.
-Ehm… come si chiama? Castle… Richard Castle… strano io non l’ho mai sentito, non leggo molto sa.-
Dice alla donna restituendole il libro.
-Io ho letto qualcosa, è bravino, cattura l’attenzione, prende il lettore.-
Kate guarda sott’occhio l’espressione sempre più divertita di Castle.
-Davvero? Mhh… a me non sono mai piaciuti i gialli, troppa violenza, morti ammazzati… non conciliano sicuramente il sonno!-
Rick tossisce per mascherare una risata che non è riuscito a contenere. Pagano il conto, prendono le buste con la spesa e salutano cordialmente la cassiera, ma prima che possano aprire la porta, la donna richiama la loro attenzione.
-Fossi in lei parteciperei ad uno di quei programmi, sa, quelli che cercano i sosia delle persone famose, mi creda farebbe un bel po’ di soldi… è troppo spiccicato a lui!-
Castle solleva la mano sorridendo.
-Ci penserò seriamente signora, grazie!-
Escono dal locale in silenzio, posano le buste nel bagagliaio e Kate lo guarda seria. Gli passa le dita sulla faccia e si avvicina per guardarlo meglio.
-Ma lo sai che la signora ha ragione… sei proprio… spiccicato!-
Scoppiano a ridere  e si abbracciano.
-E poi questo ‘famoso’ è pure bravino… cattura l’attenzione, prende il lettore… posso ritenermi soddisfatto!-
Lei solleva la testa e lo bacia.
-Sbrighiamoci, ci vogliono ancora 15 minuti e tra poco sarà buio pesto.-


Angolo di Rebecca:

Capitolo più leggero.
Kate riflette sulla lite e sui suoi 4 anni insieme a Castle e capisce che non deve fargli pressione.
Rick sembra più tranquillo...
Grazie come sempre a tutte <3

 
  
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