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Autore: rora02L    09/02/2013    2 recensioni
Molte storie parlano di un uomo mostruoso che trova l'amore, come "La Bella e la Bestia" o "Il Gobbo di Notredame". Alcune storie finiscono bene, altre male.
Ma non c'è mai stato un amore ricambiato per una ragazza mostruosa, brutta e deforme, malata e sola...
Questa è la storia di Giselle, rinchiusa in una torre da troppo tempo. Quando si guarda allo specchio, non vede un'adolescente che cresce e diventa una donna, ma un mostro deformato che non sarà mai amato.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non ho che un sogno ...

Zitti
ed ascoltate
quel che vi dirò!
Un segreto incanto svelerò
ogni desiderio può
il pozzo soddisfar
se l'eco vi risponderà
lui vi accontenterà!
Vorrei...(vorrei)
un amore che
sia tutto...(sia tutto)
per me...(per me)
io sogno...(io sogno)
la felicità
che un giorno...(che un giorno)
verrà!...(verrà)
Quel giorno...(quel giorno)
so che mi dirà
amore...(amore)
son qua!...(son qua) 
 

    Con leggeri ma veloci passetti sulle mie ballerine lilla, arrivo in fretta alla porta di legno, massiccia e autoritaria, ma di un colore verdastro vecchio.
La apro, tirando forte con entrambe le mani.
Si sposta lentamente, ma alla fine riesco ad apire un varco per far entrare mia madre: non potremmo essere più diverse.
La vedo davanti alla porta, con il solito cesto di vimini pieno di cibo e altro, tutte cose per me.

Ha una pelle chiara come l'avorio, dei lunghi capelli lisci e biondi come il grano e due occhioni azzurro chiaro, belli come il cielo.
Lei, quando aveva la mia età, era la donna più bella del Regno e, per me e mio padre, lo è ancora.
Ha un corpo aggrazziato e flessibile come quello di un cerbiatto e pochissime rughe che tradiscono la sua età.
Ho sempre desiderato essere come lei, fin da piccola.
Ma non ha senso desiderare per sempre di essere come un'altra persona.
A me, piacerebbe anche solo assomigliarle. Mi basterebbe.
"Ciao, figliola ... ti ho portato da mangiare e ..." esclama in modo teatrale, mentre estrae dalla cesta qualcosa.
Solleva la mano, che stringe un volumetto rillegato in pelle.
"Un libro nuovo !" conclude lei, sorridente. I miei occhi si illuminano per la felicità.
"Oh, grazie mille, madre ... non dovevate prendervi questo disturbo ..." dico, cominciando ad accarezzare la copertina verde smeraldo del libro, incantata.
Il titolo, stampato a caratteri gotici in oro, è: "
Le mille e una notte."
Lo conosco ... è una raccolta di storie dall'Oriente ... sarà fantastico conoscere nuovi luoghi esotici e fare amicizia con personaggi fantastici come Aladin ...

Stringo il libro al petto e continua a ripetere "Grazie", mentre mia madre apparecchia sorridente.
Vado a mettere il libro sullo scaffale dove tengo gli altri, che dovrebbero essere circa dieci.
Accarezzo dolcemente le loro copertine. Siete i miei unici amici veri ...
Mia madre richiama la mia attenzione con un colpo di tosse:" Giselle, il latte è pronto ... vieni, se non vuoi che si raffreddi."
"Subito." rispondo obbediente e torno al mio tavolino tondo con due sedie basse, quasi da bambina.
Mi siedo al mio posto, coprendo la sedia con la mia gonna.
"Hai dormito bene, per una volta ?" mi domanda mia madre, mentre mangia un pezzo di pane bianco con della marmellata di more.
"Sì !" esclamo io, pulendomi con la lingua la bocca sporca di latte. "Ho fatto quel sogno ..." continua, con tono sognante ...
"Oh, tesoro ... lo sai che non ..." mi dice lei, ma si blocca per non ferirmi.
Finisco io per lei: "Che non accadrà mai, giusto ? Sì, lo so ... ma ... se non può accadere nella realtà, almeno mi consolo con i sogni !"
"Sì, ma non vorrei che venissi delusa in futuro ..." continua mia madre, mentre sparecchia e mette a lavare i piatti e le tazze nella vasca piena d'acqua in qui mi lavo la faccia ogni mattina.
"Non importa ... e poi, i libri sono gli unici amici che ho !" ribatto io, alzandomi dal tavolo per lavare le stoviglie.
Un miagolio sdegnato mi ricorda che non è così.
Un gatto nero sgraziato, con una cicatrice sull'occhio sinistro, si presenta sull'unica finestra della mia stanza.
Mi guarda con i suoi occhioni gialli, contrariato ed offeso dalle mie parole.
"Lupin !" escalmo io, andando ad accarezzarlo. Lui si sposta con un'altro miagolio, ma di poco.
"Dai, non fare così ... lo sai che senza di te mi metterei a parlare con i personaggi dei libri ..." dico, cercando di farmi perdonare.
E sembra che funzioni, perchè Lupin si lascia accarezzare.
Lui non è proprio il mio gatto, ma è come se lo fosse. In verità, è randagio, vaga per la foresta poco distante dalla mia torre.

Vorrei essere anche io libera e selvaggia come te ... ma ...
Vado a lavare i piatti, a metà tra il mondo dei sogni e quello reale. Lupin mi accompagna, zampettando accanto alla mia gonna.
Ri penso al sogno che ho fatto, per la decima volta. Due occhi, da uomo. Blu come la notte, stupendi e intensi.
Mi guardano. Poi, un volto gentile da cavaliere e un sorriso disarmante.
Il mio principe ... Sospiro, pensando a lui. Non so come si chiama.
Ma so che viene sempre a farmi visita nei sogni. Quanto vorrei che si innamorasse di me ...
Accarezzo Lupin mentre mia madre riprende le sue stoviglie, ora pulite grazie a me.
Non mi ero nemmeno accorta di aver finito. Chissà come si chiama ...
Mia madre apre la porta, tirandola con tutta la sua forza.
"Ora io vado, tesoro ... torno tra qualche ora." dice, salutandomi. Sento il cavallo della madre che batte gli zoccoli a terra, snervato.
Si chiama Tunder, è il cavallo più stupendo del mondo, con quel suo manto nero e la criniera scura come la pece.
Un vero cavallo enorme e possente, potente e veloce come un lampo.
Un giorno ti cavalcherò, Thunder ...
Guardo mia madre cavalcare nel mezzo del bosco, dritta e orgogliosa, mentre i suoi capelli d'orati scintillano nel cielo, seguendola.
Sorrido e inizio a pensare a come impiegare la giornata.
Lupin si stiracchia, sbadigliando. Ha finito tutta la sua scodella di latte ed ora è soddisfatto.
Si accuccia tra le mie braccia sul letto a baldacchino rosa dove dormo e leggo, mettendosi tra me e l'immagine illustrata di un principe azzurro di un libro che leggevo sempre da piccola.
"Miao !" si lamenta, perchè non lo sto cococlando.
Sorrido e lo accarezzo, grattandogli ogni tanto la pancia e dietro le orecchie.
"Ti piace ?" chiedo al gatto, indicando con un cenno del capo l'immagine.
Lui si struscia sul mio braccio e fa le fusa, felice e non curante della mia domanda. Ridacchio e guardo il principe.
Forse è troppo bello per essere vero ...

 

 


Dedicato a Sara ...
Grazie mille, sognatrice innamorata ! <3
  
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