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Autore: LuLu96    10/02/2013    2 recensioni
"Non sono forte come i lupi o il Kanima, non sono veloce come loro, non ho i sensi sviluppati come i loro, non so maneggiare archi, balestre o armi varie come i cacciatori. Sono un'impiccio, ecco tutto. Ma ormai ci sono dentro, e la cosa non mi dispiace affatto, questa è la cosa che mi preoccupa. Dovrei correre per le strade urlando, cercando una via di fuga da tutta questa storia, invece di sentirmi come se io fossi il mostro, quello anormale, invece che loro." (Dal primo capitolo)
"Quell'uomo mi metteva in soggezione. Tutto in lui ispirava paura e rispetto. Era senza dubbio bellissimo: quegli occhi stupendi erano capaci di gelare e bruciare al contempo, potevano sciogliere come potevano far rabbrividire. Mi strinsi nell'abbraccio di Zac, in cerca di un po' di protezione. Non ero abituata a sentirmi in quel modo." (Dal quinto capitolo)
Stiles è in crisi, non sa chi è, cosa vuole, se è di aiuto o di impiccio per i suoi amici, cosa fare della sua vita. La sua vita, però, sta per cambiare.
C'è un nuovo arrivo a Beacon che sconvolgerà gli eventi.
E' la mia primissima fic, spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi girai e rigirai nel letto, ma niente, nonostante il dormiveglia non riuscivo a togliermi di dosso quella spiacevole sensazione di disagio. Improvvisamente sentii una mano calda sulla spalla che mi scosse bruscamente, nonostante il tocco delicato delle dita. Mi alzai di scatto spalancando gli occhi e trattenendo un urlo che certamente avrebbe svegliato mio padre. Mi voltai e l'unica cosa che vidi nel buio furono due occhi verde intenso che mi osservavano. Sbattei le palpebre un paio di volte ancora e riuscii a mettere a fuoco la figura di fronte a me.
Derek.
Strinsi i denti, leggermente alterato per il fatto che un maledettissimo lupo mannaro scontroso mi avesse svegliato nel pieno della notte quando il giorno dopo mi attendeva un piacevolissimo compito in classe di chimica. Guardai la sveglia: le 3. Ma eravamo completamente impazziti?
"Derek ma cosa diavolo ci fai qui a quest'ora?"
"Muoviti, ti aspetto in macchina" rispose quello ignorando completamente la mia domanda.
"Ma chi credi di...? E cosa diavolo pensi che...?" Sospirai facendo un gesto di stizza con la mano all'indirizzo del lupo che era sparito oltre le finestra. Sapevo che mi avrebbe sentito, ma io non avrei sentito lui, quindi fatica inutile. Rassegnato mi vestii e una volta in bagno mi gettai dell'acqua gelida in faccia. Mentre mi infilavo la felpa pensai al perchè Derek era venuto proprio da me e non era andato, che so, da Scott o da Isaac o da uno qualsiasi dei lupi. No, lui era venuto da me.
Delegai quel ragionamento, insieme a quello con cui analizzavo il modo in cui la conclusione del primo mi faceva sentire, ad un momento più propizio. Ero sicuro  che Derek avrebbe potuto sentire i battiti del mio cuore.
Scesi le scale e, con una smorfia e lentezza eccessiva, mi chiusi la porta di casa alle spalle. Raggiunsi la Camaro nera di Derek e mi sedetti al posto del passeggero. Senza una parola, il licantropo mise in moto e sfrecció via.
Ancora non mi dava spiegazioni, ma di certo non sarei stato io a chiedergliele! Figuriamoci! Quel lupo incapace di relazionarsi con il mondo non si meritava nemmeno che mi fossi alzato, e di certo io non l'avrei fatto di mia spontanea volontà se non fossi stato completamente cosciente che se avessi fatto altrimenti mi avrebbe staccato la gola 'con i denti', per citare una delle innumerevoli volte che mi aveva minacciato.
"La prima, per essere precisi."
Dopo un secondo di stupore cacciai nei meandri della mia mente quella vocina che mi aveva portato l'informazione. Probabilmente Derek sentì il colpo che ebbe il mio cuore, poiché mi lanciò uno sguardo di traverso per poi tornare a guardare la strada.
 
Era incredibile. Aveva la capacità di tenere in silenzio perfino uno come me, che non sono esattamente un tipo silenzioso.
"Dove diavolo stiamo andando?" Chiesi con la voce impastata dal sonno, abilmente proposto come insofferenza.
Nessuna risposta. Spostai lo sguardo dal finestrino al lupo. Ancora niente. Mi schiarii la voce per attirare la sua  attenzione, odiavo quando non venivo considerato.
"Alla centrale" rispose poi Derek, scocciato.
Alla centrale? "E perchè?" Chiesi spontaneamente, mentre ormai eravamo arrivati e il lupo stava parcheggiando. Si slacciò la cintura di sicurezza e fece per uscire.
"Ehi, ehi, ehi, aspetta! Rispondimi almeno!" La mia mano era spontaneamente volata ad afferrare il braccio di Derek per trattenerlo. Gli  occhi del lupo passarono più volte da me alla mia mano sulla sua immancabile giacca di pelle. Immediatamente la ritirai, alzandola insieme all'altra, in segno di resa. La mia mente -in particolare la stessa...cosa...che prima aveva prodotto quella vocina odiosissima- mi fece rivedere una scena avvenuta in precedenza esattamente come quella. Ma cosa diavolo era quello che si annidava nella mia mente e che sembrava aver registrato ogni cosa riguardasse Derek? Paura, ipotizzai.
Il mio ragionamento fu interrotto dalla voce del lupo:
"Seguimi" per un attimo lo guardai mentre usciva dall'auto.
Doveva sempre abbaiare ordini, quello? Stavolta fui più veloce a bloccare la Paura che mi voleva proporre un altro dato.
Scesi anche io dalla Camaro nera lucente e lo seguii nella centrale. Al banco sfoderó un sorriso il più convincente possibile e indicandomi disse che il figlio dello sceriffo doveva prendere dei documenti per suo padre, "ecco il distintivo di riconoscimento".
Cosa? Dove... COME aveva preso il distintivo di mio padre? Mi sforzai di sorridere alla donna al banco, che dopo aver esaminato il distintivo lo restituì a Derek e ci fece segno di entrare. Seguii il licantropo nella stanza fino a che non ci trovammo di fronte al l'archivio dove erano tenuti i dossier di tutti coloro che abitavano a Beacon Hills e dintorni.
Derek mi allungò metà del plico e iniziò a sfogliare la sua osservando ad una ad una le foto degli abitanti della cittadina. Sospirai e mi andai a sedere su una sedia dall'altra parte della stanza. Sfogliando vidi un fascicolo che portava il nome di Hale. Lo presi senza farmene accorgere, deciso a saperne di più sulla famiglia di Derek. Continuai a guardare tutte le facce che mi si paravano davanti  dentro i fascicoli, fino a che giunsi infondo alla pila, ormai rassegnato. Il piano di Derek ricalcava il mio, ma il lupo mi aveva anticipato. Aprii l'ultimo fascicolo e... Eccolo! O meglio, eccoli!
"Derek!" Lo chiamai mentre guardavo il cognome sul fascicolo: 'Montbrown'. Passai a Derek i documenti riguardanti il ragazzo, il cui nome era Zac, e tenni quelli della ragazza, la sorella, che invece si chiamava Jolene. Dopo un'occhiata veloce, mettemmo a posto il plico di fascicoli e uscimmo,  tenendo quello che ci interessava.
Durante il viaggio in macchina sia io che Derek rimanemmo in silenzio nonostante le migliaia di domande che mi ronzavano nella mente.
Proprio quando stavo per farne una a Derek mi vibró il cellulare nella tasca.
Scott.
Anche Derek vide la chiamata e mi guardò... Interrogativo? Sì, direi di sì.
"Scott, che è successo?" Dissi subito rispondendo al telefono.
"Gerard! Gerard controlla il Kanima!" 
Spaventato mi voltai verso Derek, sicuro che avesse sentito tutto. Mi strappó il telefono dalle mani:
"Come lo sai?"
"È stato qui! Ha minacciato mia madre e... Derek?"
"Stiamo venendo lì" il lupo chiuse la chiamata, mi lanció il telefono sulle gambe e fece un'inversione da pilota di rally.  In meno di cinque minuti fummo davanti a casa di Scott. Derek, dopo uno scatto a velocità lupesca, spiccò un salto entrando nella finestra lasciata aperta. Lasciai cadere le spalle e con un sospiro tirai fuori dalla tasca dei jeans le chiavi di casa MacCall. Stando attento a non fare rumore aprii e chiusi la porta e in punta di piedi salii in camera di Scott. Lui e Derek stavano parlando a bassa voce, mentre Scott raccontava all'altro cosa era successo. Sentii metà del racconto, ma da quella intuii anche quello che non avevo ascoltato. Gerard aveva ucciso Matt e così preso il controllo del Kanima. Aveva poi minacciato Scott di uccidere sua madre se "io non gli consegno te, Derek. E a quanto pare Allison lo appoggia." Terminò il mio migliore amico con tono sconsolato e tremendamente triste. Gli assestai un'amichevole pacca sulla spalla. In cambio mi sorrise, ringraziandomi.
Derek lanciò a Scott uno sguardo che non avrei saputo decifrare, a metà il dispiaciuto e il sospettoso. Anche se non avrei saputo dire su cosa Scott avrebbe potuto mentire.
"Anche noi abbiamo trovato qualcosa" dissi a Scott per distrarlo dal pensiero di Allison.
"Ah sì? E cosa... un momento. Come mai eravate insieme? Sono le 4.30 del mattino..." Osservó Scott decisamente sospettoso, stavolta ne ero più che certo.
"Derek aveva bisogno di me per poter entrare in centrale, anche se effettivamente non sarebbe cambiato niente se ci fossimo andati nel pomeriggio, quando io non stavo dormendo BEATAMENTE" sottolineai l'ultima parola per far notare il malcontento a Derek. E che diavolo, se non fosse per lui io adesso sarei comodo comodo nel mio letto a dormire! Beh, sì, più o meno.
Con quelle parole mi guadagnai un'occhiataccia e un ringhio da Derek. Gli feci una smorfia e mi rivolsi di nuovo a Scott.
"I due ragazzi che abbiamo visto ieri" dissi passandogli il fascicolo dei Montbrown. Aprì quello della ragazza e mi sporsi sulla sua spalla per osservarne il viso con più calma. I capelli rosso fuoco le incorniciavano il viso e le scendevano fin sotto le spalle. Aveva tratti delicati, la pelle chiara, le labbra rosse e carnose, morbide, perfette. Avrebbe potuto assomigliare ad una vecchia bambola di porcellana, se non fosse stato per gli occhi. Erano di un verde intenso, ma non scuro come quello di Derek -ignorai il fatto che sapessi di che colore erano gli occhi Derek-, era più chiaro. Mentre quelli del lupo ricordavano il verde scuro della foresta, quelli della ragazza erano più... più...liquidi, sì, si poteva dire così. Più chiari, ricordavano le acque di un lago di montagna.
Scott archivió la scheda di Jolene e prese quella di Zac. Osservai anche il volto del ragazzo: erano davvero fratelli? Se lei aveva i capelli chiari, quelli di lui erano scuri, se lei aveva la pelle chiara, la sua era olivastra, se gli occhi di lei erano chiari, quelli di lui....  Non si vedevano. Aveva uno strano flash sugli occhi, come succedeva ad ogni lupo.
"Trovato" mormoró Scott.
   
 
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