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Autore: Motyl    10/02/2013    1 recensioni
E se non fosse davvero finita ?
La vita a Hogwarts non più raccontata dal maghetto Harry Potter,
ma dalla più piccola dei suoi figli, Lily Luna Potter, che incorrer° in varie peripezie nel corso dei suoi anni a Hogwarts.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hugo Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Finalmente era arrivata la lettera da Hogwarts, ieri era stata una giornata così bella che la sera avevo stentato a prendere sonno per quanto ancora non riuscissi a credere di essere ufficialmente una del primo anno.
Con la mia famiglia, gli zii Ron e Hermione, Rose e Hugo, saremmo dovuti andare a Diagon Alley a comprare il materiale per Hogwarts quella mattina, così non avremmo dovuto fare niente all'ultimo minuto, dato che dovevamo comprare i libri per tutti e tre. Come concordato, quella mattina mi alzai presto e di buon umore.
Scesi in cucina per fare colazione, mia madre era già sveglia e appena mi vide entrare dalla porta mi fece un gran sorriso.
"Buongiorno streghetta!" scherzò.
"Buongiorno" risposi sedendomi vicino ad Albus.
"Cosa si mangia?" chiese Al alla mamma.
"Pancake... cibo babbano oggi!" disse.
"Buoni!" esclamò James che con un salto era atterrato direttamente davanti la porta della cucina.
"Sta attento James! Per l'amor di Dio!" lo rimproverò la mamma.
"Cos'è successo? Ho sentito un botto!" esclamò mio padre che era sceso di corsa per le scale con la camicia ancora in parte sbottonata.
"James ha fatto di nuovo quel salto giù dalle scale" rispose la mamma.
"James..." disse papà in tono di rimprovero.
"Scusate" rispose lui.
"Eccoli, i pancake sono pronti!" fece la mamma portando la padella al tavolo per riempirci i piatti.
Mangiammo tutti quasi senza parlare, mentre rileggevamo la lista delle cose da comprare per me, Al e James.
Trangugiata la colazione salii in camera mia per vestirmi, mi preparai per bene, mi pettinai i capelli e nel giro di venti minuti ero di nuovo giù che aspettavo gli atri.
Albus era seduto sul divano, allora approfittai e mi sedetti accanto a lui.
"Emozionata?" chiese
"Per cosa? A Diagon Alley ci sono già stata!" esclamai.
"Per Hogwarts intendo!" mi fece notare.
"OH! Sì, per quello sono emozionatissima. Ma almeno non sarò la sola, anche Hugo sarà uno dei novellini" risposi.
"Già, mi ricordo quando sono entrato al primo anno, è stato il più bello secondo me! La mia materia preferita è incantesimi, vedrai te ne innamorerai anche tu. Odierai la storia della magia, come tutti a scuola."
"Bene, prometti che mi aiuterai Al?" gli chiesi travolta da una strana sensazione.
"Certo io ci sarò sempre..." mi rassicurò.
"Grazie" dissi e mi alzai per abbracciarlo.
Un voce ci arrivò da lontano, "Andiamoooo! Ron e Hermione ci stanno aspettando!" disse il papà.
"Certo! Scendo subito" urlò James.
"Per l'amor di Dio, sbrigatevi!" urlò di rimando alla mamma e James.
Nel girò di dieci minuti eravamo già a Diagon Alley, anche se un po sporchi di metropolvere.
"Bene, da dove cominciamo ? Io direi che la cosa principale per una nuova strega è ..." disse mio padre.
"La bacchetta!" conclusi io senza lasciarlo finire.
"Sì! Andiamo. Ginny, vai tu con Albus e James?" chiese a mia madre.
"Certo ci incontreremo con Hermione e Rose ai Tiri Vispi Weasley.
L'emporio Tiri Vispi Weasley era il negozio che ai tempi della guerra contro Voldemort apparteneva allo zio George e allo zio Fred che ne io, ne i miei fratelli abbiamo conosciuto. Venne inaugurato dopo che anche il Ministero della Magia era stato costretto a riconoscere che Lord Voldemort era tornato, più forte che mai. In quel periodo di terrore Diagon Alley non era più la solita, le vetrine dei negozi erano ricoperte da manifesti di avvertimento, molte attività avevano chiuso e il clima era piuttosto lugubre.
Le vetrine di Tiri Vispi Weasley, al contrario, attiravano i passanti con i loro colori vivaci e gioiosi. Quella di sinistra riluceva di strani oggetti rotanti che esplodevano, rimbalzavano e strillavano, quella di destra, invece, era coperta da un enorme poster viola stampato a lettere gialle lampeggianti, che recitava:
“Perché hai paura di Tu-Sai-Chi?
Meglio aver paura di NO-PUPU' NO-PIPI'.
La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!”
Dopo la morte dello zio Fred, il negozio era stato chiuso, ma poi lo zio Ron era riuscito a convincere suo fratello a riaprire. Questo era tutto quello che sapevo dell'Emporio, che mi era stato raccontato da mia madre.
Era uno dei pochi negozi che mi piaceva esplorare già dalla prima volta che misi piede a Diagon Alley.
L'interno del negozio era sempre pieno di clienti, di scatoloni di Merendine Marinare accatastati fino al soffitto, bidoni pieni degli articoli più insoliti e divertenti. Sul fondo vi era anche una stanzetta dedicata ai “Trucchi Magici Babbani" con espositori di giochi di prestigio, come carte, cilindri e corde.
Oltre alle Merendine Marinare vi si poteva trovare anche bacchette trabocchetto, le piume in versione Autoinchiostrante, Autocorreggente e Rispostapronta, i Sognisvegli Brevettati, la Polvere Buiopesto Peruviana, i Detonatori Abbindolanti, le Paludi Portatili, le Puffole Pigmee, le Orecchie Oblunghe, i filtri d'amore e i celeberrimi Fuochi Forsennati Weasley.
Ci salutammo e poi papà mi guidò fino al negozio di "Olivander". Anche lui aveva comprato lì la sua bacchetta, come avevano fatto anche i nonni, la mamma... Tutti avevano comprato le bacchette qui.
"Sai, mi ricordo benissimo la prima volta che venni qui, mi ci portò Hagrid, il guardia caccia di Hogwarts. Io entrai, il negozio era deserto, la prima cosa che mi colpì era il gran numero di scatole di bacchette impilate una sopra l'altra. Un uomo, mi guidò nella giusta scelta della mia bacchetta... Anzi no, mi disse che non siamo noi a scegliere, ma è la bacchetta a scegliere il mago. Penso che ricorderò per sempre queste parole" mi raccontò aprendo la porta per farmi passare.
Sentendo la campanella, che era sopra la porta suonare, un uomo, ormai curvo e sfiancato dall'età, ci venne vicino. Faceva un po paura.
"Signor Potter!" esultò quell'uomo riconoscendo mio padre.
"Signor Olivander!" ricambiò il saluto.
Poi lo sguardo dell'uomo un po ingobbito dalla vecchiaia si spostò su di me,
"Che dolce ragazzina! Questa deve essere vostra figlia... Somiglia molto a sua madre" constatò il vecchietto, rivolgendomi un gran sorriso.
"Sì, è proprio così" rispose il papà
"Speravo di arrivare al giorno in cui avrei potuto servire anche l'ultima dei suoi tre figli!" esclamò con voce gioiosa e un tono di voce così alto a cui, un vecchietto, non avrei mai  pensato che potesse arrivare.
"Sarebbe meglio metterci al lavoro a volte per trovare quella giusta si possono impiegare ore..." spiegò il vecchio mago.
Mi guardò un'ultima volta in viso e poi scomparse tra gli scaffali in cerca di una bacchetta adatta a me... Di una bacchetta che mi scegliesse. Proprio come aveva detto papà.
Tornò dopo qualche minuto con tre scatole in mano. Aprì la prima e mi mise in mano la bacchetta che c'era dentro.
Non sapendo bene cosa dovessi fare la guardai per qualche secondo, poi pensai che agitarla, come per fare un incantesimo, fosse la cosa migliore.
Agitai il lungo bastoncino di legno, verso un mucchio di fogli accatastati, ne uscii un rumore sordo e poi i fogli volarono per aria come spazzati via da una folata di vento.
"No... Evidentemente non è questa!" esclamò il venditore di bacchette guardando con aria torva il mucchio di fogli che poi avrebbe dovuto raccogliere. Tuttavia  non disse niente, rimise la bacchetta nella scatola e mi porse la seconda.
La agitai di nuovo stavolta puntandola verso un oggetto più pesante, una sedia, questa venne scossa da qualcosa di invisibile e poi, una delle quattro gambe si ruppe, facendola cadere per terra con un tonfo.
"Nemmeno questa..." constatò Olivander, corrucciando leggermente la fronte.
"Volevo evitare di prenderla signor Potter, ma quello che vedo mi porta a pensare che sia la scelta giusta..."
All'inizio il papà mi sembrava perplesso di fronte a quell'affermazione, ma fece solo un cenno ad Olivander per dirgli di non preoccuparsi.
"Eccola qui" disse in tono cupo e preoccupato.
Non era come le altre bacchette, questa era curva... strana, ma in un certo senso mi sembrava la migliore che avessi visto fin'ora. Era solo particolare, non capivo perchè il signor Olivander fosse così riluttante a darmela...
Mi porse delicatamente la bacchetta, quasi temendo che io potessi fargli del male. La presi e non appena fu a contatto con la mia pelle sentii uno strano tepore avvolgermi la mano e poi tutto il braccio.
Non ebbi nemmeno il tempo di agitarla che da questa provenne una voce, un canto bellissimo, ma non riuscii a capire cosa volesse dire, poi un vento caldo, troppo caldo per essere naturale, mi scompigliò i capelli.
Posai il bastoncino curvo sul bancone, ero stordita, ma in quel momento qualcosa dentro di me cambiò, mi sentivo bene, potevo dire di sentirmi completa.
Alzai lo sguardo sul mago anziano e su mio padre, vidi che si lanciavano occhiate preoccupate.
"Ho fatto qualcosa di male?" chiesi direttamente ad Olivander.
"No, certo che no. Adesso questa bacchetta è tua, ti ha scelta. E' una bacchetta molto pregiata, di noce nero con nucleo di corda di cuore di drago, una lunghezza di dodici pollici e tre quarti, abbastanza rigida..." sentenziò, quasi recitando un copione.
Non sapevo bene se essere perplessa anche io, o se dovevo essere felice... Mio padre e quell'uomo non smisero di lanciarsi occhiate d'intesa.
Solo quando finalmente uscimmo da quel negozio, mio padre si decise a darmi spiegazioni.
"Non devi preoccuparti, piccola" disse con voce dolce.
"Allora perchè vi guardavate in quel modo?" domandai.
"Perché vedi, questa bacchetta... Bhè, è la gemella di una bacchetta appartenuta ad una persona cattiva... Era una seguace di Voldemort, si chiamava Bellatrix. Ma io sono sicuro che sia stato solo un caso, che tu abbia ricevuto proprio questa bacchetta..." spiegò cercando di non allarmarmi.
"Oh mio Dio! Questa bacchetta apparteneva a lei? Lei voleva ucciderti... E io adesso ho la gemella della sua bacchetta..." dissi quasi nel panico.
"Adesso calmati. Il fatto che tu abbia ricevuto questa bacchetta non vuol dire che necessariamente diventerai una strega cattiva. Inutile negare, ovviamente, che i maghi cattivi e potenti esistano ancora, nonostante Voldemort sia morto. Ma quello che voglio farti capire è che al di fuori della bacchetta che possediamo, o della casa a cui apparteniamo, siamo noi a scegliere in quale direzione portare la nostra vita." disse solennemente e mentre parlava mi accorsi che stava ricordando qualcuno... qualcuno di importante per lui..
"Ok, se tu la pensi così... allora ti credo. Adesso possiamo andare dalla mamma?" chiesi.
"Certo" disse rialzandosi da terra e dandomi un bacio sulla fronte.
La giornata trascorse più o meno serenamente e fortunatamente non si parlò più della mia bacchetta. L' attenzione si concentrò sul gufo che la mamma e James mi avevano regalato, era molto bello, di un colore indefinito tra il beige e il marrone, ma era il migliore e anche il più giovane tra quelli del negozio. Decisi di chiamarlo "Marley", non fu una scelta approvata da tutti, ma in fin dei conti, il gufo era il mio!
Dopo aver comprato tutto il materiale che serviva, ritornammo a casa. Sfiancati da una giornata così intensa come quella che avevamo trascorso.


Spazio Autrice: Sorpresi eh!?? Sì, siccome sono troppo buona xD ho deciso di graziarvi e mi sono accontentata di una recensione per il primo capitolo. Questo è molto più interessante e avvincente, per cui... se non mi farete avere due recensioni per questo capitolo... Ve lo dirò molto serenamente... IL TERZO VE LO POTETE SCORDARE! Spero di aver reso l'idea u.u 
Peace&Love.
  
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