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Autore: LeMuseInquietanti    30/08/2007    8 recensioni
SPOILER HP7SPOILER!!!!!!!! CHI NON HA LETTO HARRY P AND THE DEATHLY HALLOWS NON LEGGA NEMMENO QUESTA PRESENTAZIONE!!! Lilith non è una persona normale. In effetti è un vampiro, ma cosa c'entra con i Potter, i Weasley, i Malfoy? cosa nascondono i suoi occhi truci e la pelle diafana? perchè ha attaccato l'unica amica che avesse a scuola? E come è morto Newton? chi è il Maestro e chi L'erede?? in questo trentesimo capitolo molti misteri verranno svelati...leggete, se vi va! SPOILER HP7
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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CIAO, ALTRO CAPITOLO, è BELLO LUNGO. DITEMI SE HO STANCATO CON QUESTA FF. MI SA CHE PIACE A POCHI. LI RINGRAZIO EDVIGE88, MILLY92... milly, non so se ti accontento su scorpius... me ne sono innamorata ioooo!!, JHAA  E MADOX

 

DOPO IL NULLA

 

Giù.

Cadere sempre più giù.

Perdere la cognizione del tempo, della dimensione.

Un po’ come morire

Annegare

Non poter tornare a galla

Stai soffocando

E poi…

Il nulla.

Respirare il nulla, vivere nel nulla.

Con la speranza di non essere diventata tu stessa parte di nulla.

 

La circonda un vortice argenteo, non c’è altro attorno a lei, le lacrime vogliono scivolare dalle sue ciglia, ma non deve arrendersi, sarebbe come dichiararsi sconfitta e lei verrà sconfitta solo dalla morte. Perciò ingoia l’amaro veleno e accetta il futuro.

Una voce rompe il silenzio, all’improvviso, nell’istante infinitesimale tra un palpito di cuore e l’altro. Paura.

<< che cosa pensi, Rose Weasley? Ti spaventano le situazioni che non sai controllare? >>

Lei non sa chi parla, sta cadendo in un vortice argentato di luce e non le interessa nemmeno più di tanto cosa le potrà accadere. Solo vuole rimanere lucida, fino all’ultimo…

La mente è ciò che le resta. Certo, anche l’amicizia, almeno così sembra. Questione di attimi e sarà viva o morta. Adesso sembra scivolare in un limbo tra le due situazioni…

<< cosa sei? >> le richiede la voce ermafrodita. Non riesce a stabilire se appartenga ad un uomo o ad una donna. Non le importa nemmeno questo.

<< sono solo io >> pensa Rose, e la voce nella sua mente si espande in ogni dove, proprio come se avesse parlato. Merito del velo, o di qualunque cosa sia.

<< è troppo generico, Rose Weasley. Devi scegliere, o non ti rimarrà niente. Da qui non si esce in alcun altro modo >>

Rose spalanca gli occhi. Lontano, cadono comete scure, veloci squarciano l’argento del velo, non sa cosa possano essere, non le interessa. Sono biglie di notte simili a metere, o a stelle malefiche…

<< questa scuola mi fa paura >> sentenzia << sono morta per caso? >>

<< no, non sei morta. Ma finchè non sceglierai, non sarai nemmeno propriamente viva. Sei in mezzo, Rose >>

<< cosa dovrei scegliere >>

<< ciò che più conta per te >>

Rose continua a cadere. I ronzio della caduta le rimbomba nelle orecchie. È difficile pensare, ma in mente le passano le ultime parole di Malfoy.

<< ah >> dice la voce << capisco. Per te è importante appigliarti alle tue idee. E all’amicizia. Ma sei un po’ codarda, piccola. Dovresti diventare un po’ più cattivella, se vuoi sopravvivere nella società >>

Rose protestò << non voglio cambiare solo per prevalere nella vita. A me piace essere ciò che sono >>

La voce rise << saggia risposta. Ma ti accorgerai che nella vita il candore non può sempre salvarti. Ci sono cose che non si superano, con la bontà >>

Rose rispose autoritaria << allora potrò contare sulle mie idee e sui miei amici. Se per vincere bisogna essere malvagi, preferisco morire! >>

Una seconda risata << benvenuta tra noi, Rose Weasley >>

Rose si sente trascinata verso il centro della terra, le comete continuano a scivolare da ogni lato. Ora che le vede bene quelle non sono comete sono… quella è Tosca…

E poi, dal nulla la luce.

 

<< ahia! >>

 

Risatine a tutto spiano riempiono l’aria. È caduta su qualcosa di morbido, ma ciò non toglie che senta la schiena a pezzi e le ossa tutte ammaccate. La testa è pesante, ma il sol fatto di sentire dolore, di non essere più confinata nell’universo argenteo del nulla è per lei un sollievo. Stare in quel posto, in caduta libera la irritava. La sensazione di essere in trappola, come davanti alle fauci del serpente, era stata terribile.

Aprì lentamente gli occhi e vide una stanza dai contorni sfumati circondarla. E diverse paia di altri sguardi curiosi scrutarla senza ritegno. E risatine, si perdevano nell’aria. Il ronzio nella sua testa ancora non scompariva. Le dava fastidio quella luce.

Poi qualcuno le sorrise.

E lei si accorse di essere spiata.

O cavolo. O cavolo! O cavolooooo!

Rose aprì gli occhi e si raggomitolò su se stessa, cercando di dimezzare la sua altezza e contemporaneamente di alzarsi. Ne risolse solo un acuto dolore alla testa, ma non ci fece caso, l’imbarazzo che l’aveva avviluppata adesso stentava ad abbandonarla.

<< benvenuta >> sussurrò un uomo giovane dal viso dolce.

Ella lo fissò inebetita, senza rispondere, anche se il suo interlocutore le pareva davvero gentile. L’uomo le sorrise. Dimostrava una trentina d’anni appena. Aveva capelli lisci color miele dall’aria soffice che gli ricadevano sul viso in una frangia elegante ed occhi d’ambra, dello stesso intenso colore di quelli di Giulio Cesare, il suo gufo. Era alto e la pelle diafana si era arrossata solo accanto alle guance glabre e all’apparenza morbide. Rose arrossì ancora di più quando si accorse di come era bello quel signore sconosciuto. Indossava un cappotto ampio e sotto un abito da cerimonia che si intonava benissimo al colore dei suoi occhi. Le diede l’impressione di un poeta di fine ottocento, gli ultimi disillusi romantici che in cuore sentivano tutto il peso di un’epoca che colava a picco.

<< stai bene? >> le sottili sopracciglia dello sconosciuto si erano corrugate in una espressione di preoccupazione. Le poggiò una mano delicata sulla fronte e le misurò la temperatura << ti fa male la testa, o provi dolori in qualche zona del corpo? >>

Rose arrossì e scosse il capo << no, no. Solo che… >>

<< non dirmi che non capisci! Abbiamo seguito con trasporto il tuo smistamento! >> rispose l’uomo con un sorriso << era scontato che tu fossi la prima Corvonero del nuovo anno! >>

La bambina parve rianimarsi << non sono… morta? >>

I ragazzi che facevano da sfondo, diversi dall’uomo solo per via dell’uniforme scoppiarono a ridere. Anche l’uomo si unì a loro << oh, certo che no! Era solo lo Smistamento inventato dal nuovo preside! Anche lui è stato un Corvonero, perciò dovresti essere fiera di come hai sostenuto la prova. Il velo ha scelto questa casa, vedendo l’indubbio ingegno e il senso del giusto che ti anima >>

La piccola si guardò intorno inebetita. In un angolo, Lilith Magicwand se ne stava immersa in una lettura ( le uniche scene in cui l’avesse vista erano sempre accompagnate da un tomo aperto a metà ) e quando si accorse di lei le fece un microscopico cenno con il capo. Gli occhi rimanevano vuoti e truci, ma ci si stava abituando Rose.

Poi ebbe un tuffo al cuore.

<< cioè… >> borbottò all’uomo bellissimo che le si trovava di fronte e si stava accertando che la caduta non le avesse fatto male. << io… sono… una… >>

<< si, una Corvonero! Benvenuta, Rose Weasley >>

Gli occhi della bambina divennero immediatamente lucidi. Finalmente aveva superato la sua prova. Lo smistamento poteva dirsi compiuto. E lei era soddisfatta. In fondo aveva sempre sognato di essere una di loro. Una Corvonero. Entrare nei circoli di speculazione filosofica e letteraria. O forse ora le scoppiava il cuore di gioia per non essere morta e stava proiettando la sua contentezza sulla scelta della voce.

La voce…

<< mi scusi >> disse Rose, cadendo dalle nuvole.

<< si? >> disse l’uomo con pacatezza

Rose arrossì << cos’era quella voce? >>

Lui sorrise << era la tua virtù che ti parlava. Voleva solo essere smascherata. In fondo, ognuno di noi sa chi o cosa vuole diventare, perfino per i più indecisi è così. Ognuno mentre cade, scivola nel baratro del dubbio e delle paure, capisce ciò che avrebbe dovuto fare, ciò che l’avrebbe salvato. Lo smistamento in fondo è un colloquio con se stessi. O almeno così lo vede il preside, e poiché il Cappello Parlante si ostina a voler solo cantare dobbiamo affidarci alla saggezza del nostro capo. A proposito, io mi chiamo Edgar Bauderlaine e sono il professore di Pozioni nonché il dirigente della casa di Corvonero.>>

<< ah >> commentò inebetita la ragazzina e qualcuno ridacchiò, ma cosa avrebbero fatto quelli più grandi, se fossero stati al suo posto? In fondo se avevano osservato tutta la scena, avevano trovato la cosa ridicola, tanti pivelli che scappavano urlando in una gabbia di luce. Eppure, lei aveva pensato di morire sul serio.

Un rumore si sentì da lontano, come se ci fosse uno scarico intasato. Il professore alzò gli occhi meditativo e fissò sorridendo Rose << ti consiglio di spostarti… sta per arrivare un altro Corvonero novello! >>

La piccola si scansò immediatamente da quello che assomigliava ad un mucchio di cuscini che racchiudevano le tinte buie della notte e fu richiamata da un ragazzo dall’aria lentigginosa, con i capelli rossi. Per un attimo le parve suo cugino Fred, ma doveva essere la sua controfigura perché sapeva bene che fosse di Grifondoro.

Oh, caspiterina! La prima Weasley ad infrangere la tradizione. Praticamente il dormitorio dei Grifondoro assomigliava alla bella copia della Tana a Natale. Piena di parenti, tutti, più o meno rossi. Rossi nella chioma e nello stemma sul loro cuore.

Fissò la stanza di Corvonero e si accorse che già parecchia gente la osservava ed i più le rivolgevano sorrisi o sguardi scettici. Un gruppetto di bambini, quelli del secondo anno, stavano sospirando, dopo aver visto la prova in quella che assomigliava ad una bolla di cristallo in cui ancora si vedeva il campo di battaglia appena fuori le mura, felici di non aver dovuto sostenere loro stessi l’anno prima la stessa prova.

<< meno male che con noi ci sono andati piano >> fece un ragazzino dai capelli corvini. Rose si mise accanto a loro e questi gli sorrise con calore.

<< come va? Mi chiamo Damocles Belby piacere >>

<< oh! Il tuo nome mi è familiare >> commentò Rose con un sorriso << mi chiamo Rose Weasley, piacere mio >>

<< oh, sai il mio prozio ha inventato la pozione anti lupo ecco perché >>

<< già! Si, devo averlo letto… >>

Damocles sorrise e poi virò la conversazione sullo smistamento << hai avuto ottime osservazioni! L’anno scorso non hanno speso troppi soldi con gli effetti speciali! >>

Lei sbattè gli occhi << cioè? >>

<< beh >> disse Damocles smagliante << quelli erano incantesimi di illusione >>

<< beh, sembravano veri, gli animali che ci inseguivano! >>

<< e già! Li ha evocati il preside stesso! Ed i tuoi amici, com’era prevedibile, sono finiti a Grifondoro >> la informò.

La delusione e la gioia si fusero in un solo sentimento. << Albus e Diamante? >> chiese.

<< già. E quello pallidino, a Serpeverde >>

Ripensò a come si era comportata con Malfoy ed arrossì. Si sentiva davvero stupida, ora che la sua mente non doveva escogitare un piano di fuga per sfuggire dai dentoni del mostro serpentesco.

<< ah… buon per loro >> riuscì a dire. Non provava amarezza, ma per un pallido istante, aveva creduto che potessero essere tutti uniti, sotto un’unica bandiera.

Si guardò intorno e sentì qualcosa di freddo, la malinconia, invaderle l’anima. Eppure, allo stesso tempo era felice. Gli occhi di Malfoy le stavano ancora dentro… addosso….

<< grazie per l’informazione >> borbottò Rose e poi si voltò a dare un’occhiata alla sala di Corvonero. Assomigliava al quadro di Raffaello, La scuola di Atene: a giudicare dal panorama fuori dalla finestra, dove spiccavano lontane una serie di montagne centenarie, dovevano trovarsi in una torre. All’interno la camera aveva una forma circolare e era sorretta da archi a tutto sesto ad ogni lato. L’interno era colorato di argento e blu pervinca, dalle tende e a dei comodi divanetti terribilmente aristocratici. E poi, da un lato si vedeva un camino panciuto davanti al quale se ne stavano addormentati dei piccoli tavolini sparpagliati accanto ad alcuni puof e ai lati della stanza, dei grossi scaffali pieni di libri. Assomigliava ad un circolo di lettura o una scuola filosofica per davvero. Il cuore di Rose gradì quell’arredamento per nulla spartano ma al contempo pulito, armonioso. E fissò avidamente i tomi che le sorridevano dalla piccola libreria personale, quanto le sarebbe piaciuto fiondarsi a leggerne una pagina…

Il soffitto era decorato a mo’ di notte stellata, giocando come al solito sui colori dello stendardo, che troneggiava su una parete in tutta la sua imponenza. Ed infine, un simulacro sorridente sovrastava la sala nella sua arcana saggia, composta bellezza. Romena Ravenclaw indossava il diadema scomparso, o meglio quello che la sua stessa figlia aveva trafugato. Quello per cui Harry suo zio, aveva rischiato innumerevoli volte la vita.

Rose le sorrise e si chiese dove potesse essere finita la famosa Helena, il fantasma detto la lady Grigia di quella casa. Probabilmente l’avrebbe visto a pranzo, o chissà un altro giorno.

Poi studiò la zona da cui era caduta. Era un muro completamente liscio, solido. Come aveva fatto a scivolare in un tunnel e ritrovarsi là dentro?

La risposta le venne quando il muro si ritrasse per lasciar scivolare uno spaventato Newton Spellman seguito da Cassandra Pollks già lacrimante e in preda ad una crisi di panico. Qualcuno urlò che non era giusto, quella non era una Corvonero, di spedirla indietro. Rose fissò in cagnesco la persona che aveva osato prendere in giro la sua amica, ma si trovava di fronte a troppe facce per poter catalogare quella voce e darle un volto.

Il professore ripetè brevemente la spiegazione, Cassandra sembrava sul punto di volerlo picchiare per l’affronto subito. Intanto Tosca Mcmillar era finita a Tassorosso.

<< naturale >> pensò Rose, anche se aveva capito sulla sua pelle che della discendenza lo smistamento se ne infischiava pienamente. Newton poi scorse la Weasley ed il suo viso, tra lo scettico e lo spaventato, si rilassò in una espressione di letizia.

Le corse accanto e le strinse la mano << bravissima! Sapevo che saresti finita a Corvonero! >>

Lei ricambiò il complimento << grazie, anche se mio padre era sicurissimo che sarei stata una Grifondoro, sai come la prenderà quando gli manderò la notizia? Non mi vorrà più bene come prima >>

Cassandra, che a poco a poco tornava loquace le disse di non dire sciocchezze, che ogni genitore sarebbe stato fiero di lei. In qualsiasi situazione << tu ci hai fornito le coordinate per superare la prova >>

<< si, io, Newton e Malfoy… >> borbottò Rose, facendo una smorfia, nominando quel nome.

<< Delfina Brown è dei Serpeverde! >> disse una ragazza indicando la bolla.

<< beh, meglio così >> commentò acida Lilith << mi piace dare la caccia al topo prima di sbranarlo >>

Cassandra e Newton andarono a salutarla, felici di rivederla all’apparenza. Rose non aveva dimenticato, l’affronto verso suo padre.

<< Enrik Lionheart è dei Grifondoro! La Finnigan dei Tassorosso >>

Le amiche di Delfina finirono tutte nella sua casa. Il figlio degli Zabini e Penelope Crossroad invece fu smistato tra i Corvonero. Ai Grifondoro andarono i gemelli Canon, a Tassorosso Sabrina Smith e Linton. Un altro Corvonero fu Stoker. Mclaggen, Baston e Hook finirono a Grifondoro, Rosier a Serpeverde seguito da Nott e Pucey. Tassorosso potè contare sulla Sprite e Goldstein. Lockett e Hell  smistati invece a  Corvonero.

Dopo che altri ragazzini trovarono il coraggio di gettarsi nel velo, la cerimonia terminò e i nuovi venuti vennero applauditi nella sala comune piena di gente con allegria.

Tutti davano pacche amichevoli, certo, tranne Lilith, che impassibile leggeva il suo libro.

<< allora, sapete come mi chiamo e qual è la mia professione. Ora passo alle cose serie. Io sono un direttore severo, non indulgo con voi solo perché tengo per la vostra squadra di Quidditch o perché in passato combattevo anche io, per vincere la coppa delle case. Io tolgo i punti a chi non si comporta in maniera decorosa e rispettosa, non mi aspetto da voi che righiate dritto e restiate mummificati per tutto il tempo, ma i tipi troppo espansivi non sono di mio gradimento. La scuola sapete bene che è divisa in quattro case, ma non bisogna lasciare che questo possa creare competizioni sbagliate e per nulla costruttive. Mi aspetto che vi sproni la possibilità di battere i nostri compagni nello sport o nella coppa della case, ma se vi aspettate una mano da me, dovete farmi vedere che studiate. Se mi risponderete in maniera corretta ed approfondita non sarò io a negarvi dei punti extra. Ma se fallite e vi comportate in maniera villana, non chiuderò gli occhi, ma adopererò ogni cosa di cui ho diritto per farvi redimere e comprendere l’errore. Così come il professore Longbottom, direttore di Grifondoro, Terenzia Sharkmouth direttrice di Serpeverde ed Elissa Horwook, direttrice di Tassorosso certamente agiranno verso voi e i loro studenti. Bene, sono sicuro che il preside provvederà a informarvi circa i dettagli rimanenti così non ci resta che scendere in sala Grande per un ottimo banchetto di benvenuto. Ah… dimenticavo… i prefetti e i caposcuola vi mostreranno dopo il banchetto come accedere alla sala comune, che è nascosta di solito e non di facile accesso come vi può essere parsa stasera. Beh, dovete rispondere correttemente ad una domanda di logica che cambierà ogni volta sia necessario… adesso, bando alle ciance! Anche i professori muoiono di fame! >>

Lilith sorrise e si mise in marcia, superando Rose, Cassandra e Newton. la Pollks fissava tristemente la piccola bolla di cristallo, ormai vuota.

<< che c’è?>> le chiese Rose, avvicinandosi.

Cassandra emise un singhiozzo << pensavo saremmo rimasti insieme per sempre, io e Dy >> fece con un filo di voce << invece questo cambia tutto… >>

L’amica le sorrise << ma no! Vedrai che rimarremo amici sia con lui che con Albus e Tosca magari potremmo conoscerla meglio… e Sc… >>lasciò perdere, quella sera aveva abbastanza di lui.

Il professore la prese per un braccio quando l’ebbe intercettata << il primo anno deve mettersi qui in prima fila, non vorrete perdervi il vostro momento trionfale nella scuola? >>

Le fece l’occhiolino, la bambina scosse il capo divertita.

<< dai Cassandra! Ci divertiremo! Vero Newton? >>

<< oh, si certo >> bofonchiò, anche se i suoi occhi vagavano lungo la fornita biblioteca della casa e non doveva aver inteso per davvero nemmeno una parola del discorso.

Il professore aprì una piccola porta parallela al muro dove il ritratto di Rowena se ne stava allegramente rilassata e fece spazio per permettere ai bambini del primo di uscire fuori.

<< ora seguite me, e non sentitevi tesi! Qui non mangiamo i bambini del primo, preferiamo i cervelli maturi! >>

Battuta da prof innamorato del lavoro, ma la bellezza di Bauderlaine sembrava supplire al suo senso dell’umorismo poco spiccato. Rose tremava leggermente e non capì quante scale dovette scendere, per raggiungere il piano terra. Ne contò più di tre, ma non era così sicura, poteva aver immaginato. Pensava ad Albus e a Diamante, e si, a dirla tutta si scopriva turbata anche per Malfoy. La cosa la lasciava senza parole, ed era difficile che una come lei potesse perderle.

Poi giunse davanti ad un grosso portone, e fu chiaro che per quella serata, non avrebbe potuto chiedere alla sua bocca un po’ di contegno: che restasse spalancata come in quel momento.

Quattro tavoli chilometrici se ne stavano ancora vuoti ad attendere dei commensali affamati che li riempissero. Piatti d’argento scintillavano in ogni dove, mentre nel soffitto, incantato come avea letto nella Storia di Hogwartz, assomigliava molto al cielo stellato della sua sala comune. Candele sgocciolanti volteggiavano a mezz’aria, irradiando luce arancione ovunque. Un piccolo leggio poi era messo di traverso ai quattro tavoli, e dietro di lui, imponente, ne spiccava un quinto mezzo occupato.

Rose vide seduto, ingolfato in una sedia troppo minuta per lui, il massiccio roccioso Hagrid, e accanto a questo la signora Olympe, elegante e bizzarra come al solito. Li salutò con gioia, anche se si rese conto, dalle occhiate sperse dei vecchi amici, che vederla senza Al tra i piedi e riconoscendo un professore che non era il caro Neville significasse che la brillante figlia di Ron ed Hermione aveva subito una sorte terribile: non era una Grifondoro.

Ella sorrise sprezzante e spavalda, mostrandosene fiera, e poi con gli occhi fece intendere di aver fretta e di sentirsi tesa, così continuò a camminare, accanto a Cassandra e Newton senza badare ad Olympe che già spettegolava con il fidanzato eterno sul possibile perché della scelta errata di Rose.

Ma per lei andava più che bene Corvonero. Non se la sentiva a dirla tutta, di dover nascondere il timore, quando lo provava. Voleva usare il cervello in tutto e per tutto, trovare i suoi limiti e superarli. E troppa temerarietà non poteva che nuocerle.

Presto ai Corvonero si aggiunsero i Tassorosso, seguiti da una folla festosa ed allegra di Grifondoro. I tre amici videro Al e Diamante sorridenti e attorniati da Jay e la sua banda, così al loro agio da far schiattare di invidia.

<< congratulazioni Albus >> disse Rose, andandolo ad abbracciare.

Il bambino sorrise << anche a te! Il tuo cervello non se lo sono fatti scappare, eh? >>

<< e come potevano! Anche Newton, non poteva che finire così! Ma Cassandra invece! Lei era da Tassorosso più che altro! Devo pensare che possegga davvero abilità segrete… >>

<< ti ammazzo Diamà!!! >> sbraitò la Pollks irata.

<< scherzavo! Congratulazioni vivissime! >> e Diamante, disinvolto, le diede un piccolo bacio, sulla guancia. Cassandra si fece scarlatta. James fissò la scena ridendo << ci sai fare! mi piace! >> sentenziò e Crystal sorrise, a settecento denti, ricorrendo alla sua aria più carismatica possibile.

Rose si guardava intorno con ansia.

<< che cerchi? >> le chiese Al, che aveva già scordato il litigio di solo mezza giornata prima

<< volevo vedere dove stava Delfina… >> mentì lei, arrossendo.

<< ah, certo… di’ pure che cercavi un certo albino di nostra sgradevole conoscenza… >>

James al contrario, non dimenticava facilmente.

<< piantala! >>

<< ehi! Sei tu che sembri in calore sorella! >>

<< cosa hai detto!! >>

Poi apparve. Sì, insomma, con gli altri Serpeverde. Scorpius Malfoy camminava in quel modo elegante e stranamente malinconico, come nella stazione di King’s Cross. Aveva gli occhi velati di quella che sembrava mestizia, o forse lei voleva vederla così?

Poco distante, lo marcava Delfina e il suo gruppo di papere, ma non le interessava.

Rose cercò il suo sguardo, Malfoy doveva pur sentire che lo stava chiamando.

Girati… girati… girati….

<< emh… >>

La voce di una donna irruppe tra i mille discorsi dei ragazzini nella sala. La babilonia di parole e gerghi fu rasa al suolo e sostituita dal sorriso disarmante di una giovane professoressa dai lunghi capelli ricci e neri, dall’aria zingaresca e molto affascinante.

<< salve a tutti! Mi chiamo Elissa Horwook e sono qui per fare gli onori di casa, prima del grande discorso del nostro caro preside. Benvenuti ai nuovi alunni e ben tornati a quelli di cui già conosco il cognome… e la fedina penale. Volevo solo augurarvi un buon anno e dirvi che nella foresta proibita abbiamo installato dei sensori anti uomo, così non vi passerà più per la testa di pascolare come un branco di vacche senza cervello >>

James sorrise << non è una forza? >>

Rose non rispose, arrabbiata com’era con lui.

<< e poi… il custode, il signor Idra, non gradisce che importiate i tiri vispi Weasley qui a scuola, e se vi becca ha tutto il diritto di farvi ingoiare una doppia dose di pasticche vomitose >>

<< io me la sposerei >>

<< Potter, i tuoi commenti mi lusingano ma interrompono i miei discorsi >>

Rose rise di cuore, James dvenne scarlatto. Un ragazzino del suo anno gli battè una pacca in maniera eloquente << ah! T’ha dato! >> rise

<< Longbottom, la smetta di esplicitare ciò che non può essere più visibile di com’è >>

<< d’accordo prof! >>

Il bambino sorrise alla piccola Weasley e questa ricambiò. Si conoscevano da una vita, e Franck per lei era un cugino come Teddy e Albus e quella carogna antipatica e assetata di tette. Le bastò poco per incrociare nella folla il padre del suo amico, professore di Erbologia nonché zio mancato, incenerire con gli occhi il povero Grifondoro.

<< odio avere papà tra i piedi! >>

James rise << pensa a quando verrà pure tua sorella, Alice >>

<< oh, destino crudele! Pss.. Rosieee!!! Come è andata la prova? Devi essertela presa male per lo smistamento >>

<< ORA BASTA! LONGBOTTOM! POTTER! VI SBATTO FUORI! >>

La folla scoppiò a ridere, specie alcuni Serpeverde. I due si decisero a fare silenzio solo allora. << l’anno scorso non ci trattava così, aveva una cotta per Teddy >> borbottò come conclusione Jay indicando la professoressa la cui voce tuonava spaventosa nella spaziosa sala. Al e Diamante si misero a sghignazzare, Rose invece rimaneva solenne e con il viso fisso verso la donna dai ricci capelli simile alle bohemien del secolo passato.

<< beh… credo che ci siamo… il preside è pronto a parlare! Facciamo un applauso al… >>

<< CAPPELLO PARLANTE! >>

Un uomo alto e snello, con una lunga barba ed una chioma liscia striata di biondo pallido parve scivolare con grazia lungo la postazione dei discorsi, reggendo in bilico sulla testa la cosa più sporca e vecchia che la piccola Weasley avesse mai visto. Quello doveva essere il famoso preside, Xenophilius Lovegood, il direttore del Cavillo. Aveva occhi chiari e tondi, sovrastati da sopracciglia sottili e candide, il naso deciso e proporzionato ed un sorriso smagliate tra i baffi e la barba. Indossava una veste stravagante che lasciò molto perplesso il piccolo Al

<< ma… sbaglio o indossa un poster? >>

In effetti aveva scelto un abito su cui troneggiava lo stemma della scuola in caratteri cubitali, e sulla vita la tunica era stretta da una cintura che più che altro pareva un cordone per trattenere le tende di lato di un viola intenso. Anche i suoi occhi sembravano dello stesso, bizzarro colore. Doveva avere già superato i settanta, ma sembrava a suo agio in mezzo ad una folla di adolescenti bisbiglianti.

<< ecco perché la prova era un suicidio >> soggiunse la Brown, rivolgendosi ad una delle sue amiche. Rose s’accorse di conoscerla. Era Bacchide Romilda Flitt, una vera piaga.

Il preside sorrise alla folla, si sciolse con calore specie verso il professore Bauderlaine ed i suoi protetti, indugiando sui nuovi arrivati di Corvonero.

<< buona sera, signor Preside >> disse la professoressa Horwook sorridendo in maniera seducente. << salve Elissa, bellissimo discorso, soprattutto dal Potter in poi, in Alaska due o tre babbani devono non avervi sentito bene! >>

La folla rise, compresa la professoressa << beh, ragazzi miei, prima di qualsiasi parola è bene lasciare spazio ad uno dei personaggi magici più brillanti del nostro mondo. Non sono mai riuscito a replicare il suo cervello, anche se ci stiamo lavorando. La prova di quest’anno è stata elettrizzante dico bene fanciulli? >>

<< io direi agonizzante >> borbottò Al, e James e Franck scoppiarono a ridere, imitando le facce impaurite dei bambini durante la fuga dagli ologrammi impazziti.

Xenophilius fece apparire uno sgabello e si levò dalla testa il cappello lercio e rattrappito color pece. Lilith gli fece una piccola riverenza.

<< accomodatevi nei vostri tavoli, non sta bene ascoltare un così bravo cantante in piedi! >>

I caposcuola non se lo fecero ripetere due volte, così guidarono i vari gruppi al proprio tavolo.

<< a dopo >> dissero Al e Diamante, seguendo James e Franck come piccoli servetti.

<< ci conto >> sospirò Cassandra. Passeggiarono nella bella sala illuminata dalle candele e sotto la volta stellata e placida della prima notte di settembre.

I Corvonero si sedevano nel tavolo centrale, verso destra, tra i Serpeverde ed i Tassorosso. L’ultimo tavolo verso sinistra invece lo occupava la restante casa. Rose si accomodò tra Cassandra e Newton, con di fronte Lilith. Strano che gli unici spazi in tutta la lunga panca fossero proprio ai lati della ragazza. Non doveva godere di una buona reputazione. E chi poteva dar torto ai suoi compagni di sala? Aver offeso Ron era un’azione imperdonabile.

<< adesso, ecco il cappello e la sua nuova ballata! >> sorrise il preside. Scorpius Malfoy si era accomodato di fronte a lei. Che l’avesse fatto apposta? Li divideva solo lo sguardo truce di Lilith e una testa bionda non meglio identificata… oddio, non erano poi così vicini, in fondo.

Serpeverde scontato, l’aveva sempre saputo.

Lui non la vide. O forse non volle guardarla. Lo stomaco fece una capriola. << non mi interessa, facesse lui >> pensò, così decise di immergersi nello spettacolo del vecchio cappello lasciato su una seggiola morbida ricoperta di velluto cremisi.

Dal tavolo dei professori partì un applauso, sembrava più che altro un gruppo scelto di adolescenti troppo cresciuti. Solo Hagrid, Olympe e altri due signori si distinguevano. Per il resto erano tutte nuove reclute, ne aveva letto sui giornali durante l’estate.

La sala si unì all’ovazione, senza pensarci troppo.

<< grazie grazie! Vi amo! >> gridò il cappello. Parlava attraverso uno strappo, e si muoveva come ancheggiando da un lato all’altro piegando la sua punta lercia.

<< sicuri che il cappello non abbia sniffato? >> mormorò Lilith tra sé. Newton quasi si strozzò mentre la voce del cappello cominciava a cantare.

Or son passati più di mille anni

Dal tempo in cui nobilmente ebbi origine

La terra a quel tempo era ancor un bosco vergine

Landa di gioie e pregiudizi capaci di far danni

E son decenni che la guerra è finita

Sconfitto il nemico respira di vita

E il magico mondo in cui aveste natale

È tornato un luogo da difendere, da scoprire e da amare

Così come fecer quei sommi signori

Che al problema dell’istruzione risposero decisi

Al tempo in cui i Babbani nascondevano i cuori

Combattendo i loro demoni con olio bollente e mortali infusi

Per difendere i maghi da una lotta spietata

Per tramandare i segreti di una comunità spezzettata

Crearon quei sommi una scuola in cui i ragazzi ammansire

All’arte dello studio della magia e del divenire

Aprendo i loro cuori alla fratellanza ed alla cavalleria

Alla pura ambizione,al cervello e alla sapienza

Ogni loro dote doveva trovare una via

Per trasformarsi da mera potenza in pura scienza

Ognuno dei savi era incline ad apprezzare

Virtù differenti da accrescere e spronare

E Sir Grifondoro, il nobile cavaliere

Dalla spada fendente incapace di temere

Voleva studenti di prode carattere e cuor puro

Coraggiosi nel midollo, di animo duro

E per Corvonero era il puro intelletto

E il bramar la conoscenza più che altro diletto

A far la differenza, a dividere le menti

A scegliere i più brillanti tra gli studenti

E l’altero Serpeverde amava l’ambizione

il trionfo ciò che conta, sopra ogni altro onore

la purezza per di più nel sangue richiedeva

così solo i migliori il superbo mago sceglieva

e la buona Tassorosso, dal cuore enorme

raccoglieva nella sua casa il principio dell’amicizia e dell’amore

svegliava nei suoi adepti la collaborazione che in altri dorme

per insegnare che spesso un amico vale più di mille denari

narrati i criteri adesso capite

perché divisi in case vi ritrovate

ma vi sprono a lasciar da parte questo smistamento

negli affari di cuore se vi unirà il vento

il legame di amicizia non deve mancare

tra case rivali, il passato vi deve insegnare

restate uniti nei giorni di sole e nelle avversità

vogliatevi bene e l’alleanza non si distruggerà

e se avete voglia di una canzone seduta stante

ricordate le mie parole quelle del Cappello parlante!

 

La canzone terminò tra scrosci di applausi ed il cappello si inchinò come fosse ad un concerto per davvero. Rose non poteva smettere di sorridere, in fondo non era troppo sciroccato, quel vecchio cantante da salotto!

<< però… potrei chiedergli se vuole mettere su una band >> scherzò Cassandra, battendo le mani.

<< oh, beh, hai visto com’è stato buono con noi? Credo gli piacciano i Corvonero! >>

<< o forse a te piace questo gruppo e ti pare che abbia una predilezione per noi! >> commentò Newton, toccandosi la pancia << ho una fame! >>

Il preside si mise in testa il cappello ritornando buffo come da principio. << ed ora, dopo aver udito le parole del caro vecchio cappello, possiamo fare quattro chiacchiere tra noi. Prima di tutto, la foresta proibita è una dimora da dover proteggere in cui risiedono creature che vogliono restare nell’ombra e non amano la compagnia umana, a meno che non si conquisti la loro fiducia. Quindi, meglio per voi che ne stiate alla larga, anche se potremmo organizzare delle escursioni con l’aiuto di Rubeus Hagrid. Attenzione anche alle creature che risiedono nel castello, alcuni non credono nella loro esistenza, eppure anche alle persone rinnegate, o agli animali in questo caso, bisogna concedere del rispetto. E poi, beh, credo sappiate che abbiamo modificato il regolamento sull’iscrizione a scuola, e adesso abbiamo ampliato il numero di posti per il nuovo anno. Poi, cosa debbo dirvi? Le lezioni cominciano domani alle nove precise e si concludono solo alle sei di pomeriggio, tranne quelle di astronomia che si svolgono, è naturale, il mercoledì sera. Diamo il benvenuto anche a questa ragazza, Lilith Magicwand, che ha superato nel corso dell’estate una prova ed è stata integrata al quinto anno di Corvonero dopo aver studiato in casa le pratiche base della magia pre GUFO.

Poi, che dirvi? Sono felice di conoscere i futuri brillanti maghi della nostra comunità, le promettenti donzelle e i baldanzosi furfanti che già scorgo dai vostri faccini. E che gioia ritrovare i miei amici di sempre, quelli di cui, come ha già detto la cara Elissa, già rimembro la capacità di mentire e farla franca anche quando combinano guai. Voglio solo augurarvi un buon nuovo anno, e pregare Merlino che nessuno di voi faccia esplodere la scuola >>

Qualcuno rise, anche Rose si lasciò piegare dal preside Lovegood. Le piaceva quell’uomo, sapeva parlare e rendersi quel tantino bizzarro per non risultare antipatico.

<< e poi, non so, non mi viene in mente niente, vi manderò una lettera o appiccherò un avviso se mi verrà in mente qualcosa di nuovo. Quindi concludo con un… BUON APPETITO! >>

Sui tavoli apparve cibo a non finire. Rose non aveva mai visto tanto ben di Dio in un solo metro quadrato e il suo stomaco subito capì di gradire. Partì all’arrembaggio con un cosciotto di pollo e senza pensarci su se lo ficcò in bocca.

Il suo sguardo finì per incontrare gli occhi di Malfoy. Il cosciotto le andò di traverso, il ragazzino se la stava ridendo di gusto

<< non mangiare troppo, o dovremo rosolare te!>> le gridò. Delfina scoppiò a ridere, mangiando in modo impeccabile un filetto di carne magrissima.

<< non lo acco h l ta h re >> fece Cassandra, che si era riempita la bocca con delle invitanti patate fritte in modo da far scoppiare a ridere anche Newton accanto a loro.

<< così anche tu sei nuova eh? >> fece il bambino, rivolto a Lilith

<< mh >> fu quanto rispose lei, gli occhi truci e vacui sempre minacciosi.

<< prendi un po’ di carne >> la invitò Cassandra, sorridendo. Lilith scosse il capo << no, grazie, io… mi avete disgustato per mangiare >>

Rose inghiottì il boccone, guardando il piatto.

Poco dopo la portata del dolce, James, Albus Diamante e Franck li raggiunsero al tavolo, ridendo e trattenendosi la pancia piena << allora, cugina non è bello questo posto? >>

Rose sorrise perfida << oh, si, peccato che certa gente tenti di rovinare il mio primo giorno facendo allusioni stupide e puerili >>

<< se parli di me, io non alludevo niente. Era un dato di fatto. Lo difendi e poi te lo stringi. Quando vi sbaciucchierete? >>

<< Malfoy non è cattivo >> dissero Al e Diamante senza pensarci << è solo un po’ introverso >>

James strinse gli occhi. A me non piace per niente.

<< beh, comunque ora che è a Serpeverde non ci sono problemi, dovremo incrociarlo solo a lezione, non ci sarà da sudare troppo >> chiuse Rose, chiedendosi perché Lilith non mangiasse. E perché, lo smistamento di Malfoy fosse stato così scontato ed ingiusto.

Aveva il cervello di un Corvonero…

<< mhh, Rose se non hai più fame me lo mangio io questo pasticcino al cioccolato! >> esclamò Franck con la lingua da fuori per l’acquolina

<< ah, sempre a mangiare pensi! >>

Alla fine della cena, Rose si sentiva gonfia come una mucca incinta. I caposcuola, sotto richiesta dei professori, condussero i ragazzi alla propria sala comune, dicendo che era vietato far entrare persone che non appartenessero alla casa. La sala comune dei Corvonero era in una torre nel lato ovest della scuola di magia e stregoneria. Era celata da una porta di legno antichissimo senza alcuna maniglia. Il caposcuola, Anthon Curie, un ragazzone alto e longilineo capo della squadra di Quidditch della casa, spiegò che avrebbero dovuto rispondere ad una domanda speciale, ogni volta che uno degli studenti volesse ritornare nella sua casa.

Il legno arcano della porta luccicò quando vi si fermarono accanto. In quel dunque il muro fu trapassato da una donna bellissima ed eterea

<< è lei! Il fantasma di Helena Ravenclaw! >>

La giovane donna era stupenda e sorrise ai nuovi venuti con fare grazioso << benvenuti giovane menti! Spero potremo socializzare presto, ora scusatemi, ma ho un appuntamento con il preside Lovegood >> e si dileguò.

<< è sul serio bella, peccato che sia trasparente! >> sussurrò Damocles alle orecchie di Rose. Se l’era ritrovato accanto all’improvviso e l’aveva spaventata << eh già! >>

Il legno poi fece la sua domanda, con una voce profonda e vibrante

<< cosa c’è tra il dire e il fare? >>

Il caposcuola ci pensò su un po’ << beh, direi una è! >>

<< ah, mi hai fregato! >> rispose il legno, e si aprì di lato.

<< adesso filate a letto! I dormitori delle ragazze sono a sinistra della statua di Rowena, a destra quelli dei ragazzi. Beh, decidete voi come dividere le stanze, sono tutte da quattro, se avete bisogno di qualcosa contattatemi pure>> e si dileguò, verso il suo gruppo di amici

Cassandra prese per il colletto l’amica << ci mettiamo in camera insieme, vero?? >>

<< oh! Ma certo che si! >>

Newton si mise in camera con Lockett, Hell e Stok

er, tre bambini dall’aria vispa che lo avrebbero di certo spronato. Il suo amico era molto simpatico, ma altrettanto riservato, un po’ come Teddy Lupin. A proposito, doveva farsi raccontare la tresca da Victoire prima o dopo.

Lei e Cassandra si unirono ad altre due ragazzine Penelope Crossroad e Artemide Zabini e presero una camera circolare che dava sulle montagne, poco più in alto rispetto al livello della Sala comune.

<< ci piacerà, qui >> sorrise Cassandra

<< oh, puoi dirlo forte >>

Alla finestra apparve un piccolo barbagianni di loro conoscenza, scorse Rose e le fece segno di aprire il vetro. La bambina si sentì già avvampare di rabbia, quello era Icarus indubbiamente.

Ed aveva un biglietto, attaccato ad una zampetta

<< ciao piccolo! Tu si che sei bravo, non il tuo padrone! >>

Il barbagianni la beccò e poi attese, arpionandosi ad un comò.

Era un biglietto di Scorpius. Piccolo, deciso. Irritante

 

Il pollo deve piacerti molto, eh? complimenti per lo smistamento.

S. M.

 

Rose non sapeva come prenderlo, ciò la solo irritava. Però una piccola parte di lei apprezzava quel bigliettino.

 

Prese carta e piuma e scrisse sul retro

 

Buona notte anche a te, sporco Purosangue! P.S. preferisco le uova di Serpente, ma se non ci sono mi accontento del pollo!

 

<< salutami il mio Giulio>> disse al piccolo barbagianni prima di lasciarlo volare via.

Icarus le beccò la mano e si librò nella notte fresca e stellata del primo settembre

<< tu non me la racconti giusta >> sentenziò Cassandra.

<< beh, non me la racconto giusta nemmeno io >> concluse, ficcandosi sotto le coperte

Da domani, iniziavano le cose serie.

Nella mente canticchiò << Conoscere oltre misura è il più grande tesoro dell’uomo >>

 

Continua… SE NON VI PIACE LA FACCIO FINITA CON QUESTA FF, DITEMELO VOI

MARIA, UN BACIO

 

  
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