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Autore: hangover    11/02/2013    2 recensioni
[...] "E tu cosa mi dai in cambio se scendo?" Chiese Harry con un pizzico di malizia nello sguardo.
"Ehm...un bacio?"
"Uno non mi basta. Ne voglio almeno mille."
"Mille? Ma mille baci una persona non puó darli neppure se passasse tutta la vita a non fare altro!"
"Iniziamo da ora. Chi ti dice che non avrai tutta la vita per darmi i restanti 999?"
Contenuti Larry e Ziam con accenni Zouis. Se il genere non vi piace, state alla larga.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Chiamami!”. Sentimmo io, Zayn e Niall dall’ingresso di casa Payne. Josh stava andando via e Liam era andato ad accompagnarlo alla porta. Poco dopo, il mio amico si unì a noi, tra gli applausi e gli schiamazzi. “E bravo Leeyum!” commentai io dandogli delle pacche affettuose sulle spalle. Lui mi guardò con il solito sorriso timido prima di prendere una scatola di biscotti e di sedersi. Anche Niall sembrava contento della conquista di Liam e lo stesso si poteva dire di Zayn. “A che ora arrivano i tuoi?” chiese il biondino prima di bere un sorso di latte. “Oh, hanno trovato traffico… non si sbrigheranno prima delle sei di stasera” rispose Liam con lo sguardo un po’ perso. “Perfetto. Vuol dire che noi alle cinque e cinquantanove minuti leveremo le tende!” commentò Zayn ridacchiando. Io, in tutto ciò stavo giocherellando con il cellulare. Ignorai le svariate chiamate di mia madre ed i messaggi minacciosi di mio fratello, concentrandomi solo su Harry e su quello che (non) c’eravamo detti ieri. Solo tenendo in mano il telefono mi sentii pervaso da un moto di imbarazzo e di emozione. Probabilmente mi sarei vergognato a morte la prossima volta che lo avrei visto. Ma nonostante tutto, quel contatto così intimo e personale mi era piaciuto e sperai con tutto me stesso che anche Harry pensasse lo stesso. Mi aveva piacevolmente sorpreso il primo messaggio che mi aveva inviato: “Ho voglia di te.” Lo rilessi almeno dieci volte nel giro di un’ora, come se temessi che quelle sillabe potessero sparire da un momento all’altro. Sospirai altrettante volte pensando alle sue dita lunghe che componevano il testo sul suo Blackberry: forse sorrideva anche, con le fossette profonde e stupende ai lati delle labbra. Mi venne la voglia incondizionata di vederlo, magari di parlare di ieri, di cosa aveva fatto, di chi aveva visto. Ma poi mi venne in mente che probabilmente sapere queste cose non mi sarebbe poi piaciuto molto. Maledetta gelosia! Mi faceva sempre sentire la stretta allo stomaco con cui convivevo da praticamente sempre. Sentivo il fisiologico impulso di mandargli un SMS. Cosa gli avrei potuto scrivere? Non di sicuro il classico “Buongiorno ”. No, mi sapeva troppo di fidanzatini felici. Mi serviva il consiglio di un esperto. Niall non era abituato a scambiare corrispondenza con chi gli interessava; ci provava e poi ci andava a letto, semplicemente. Liam era un timido patologico e non sarebbe stato in grado di trovare le parole giuste per quell’occasione. Rimaneva Zayn. Si lui era sfacciato al punto giusto, ma se si impegnava sapeva essere un grande oratore. “Zay?” lo chiamai. “Dimmi Lou” rispose voltando la tesa verso di me. “Vieni con me fuori? Voglio fumare una sigaretta” gli chiesi con sguardo eloquente. Sapevo cosa avrebbe comportato chiedere consiglio ad un esterno alla storia: avrei dovuto raccontargli della nostra “conversazione” e chiedergli cosa avrebbe fatto lui al mio posto. Scattò in piedi e disse con un sorriso: “Agli ordini.” Misi una felpa per coprirmi e con una sigaretta in bocca andai a sedermi sugli scalini che separavano l’ingresso della casa dalla strada. Lui si mise vicino a me e poi mi chiese: “Cosa hai da dirmi, Tommo?”. Aveva capito che non volevo soltanto fumare. Presi un respiro profondo, mettendo via ogni minimo imbarazzo e ripetendomi che Zayn non mi avrebbe mai giudicato. E infatti, ascoltò il mio racconto senza batter ciglio, come se tutto ciò fosse normale. Annuiva concentrato. Aveva un’espressione accigliata, ma tenerissima. Non riuscii a trattenere un sorriso. se ne rese conto e mi chiese: “Che c’è?” “Niente. È solo che ti adoro quando sei così serio.” Rise e poi mi lasciò un baciò sulla guancia. “Ed io invece ti adoro quando sei imbarazzato: la tua vocina si fa bassa bassa!”. Arrossii perché era vero. Sorrisi e poi conclusi la mia storia: “Secondo te cosa dovrei scrivergli alla luce di quello che è successo?”. Sospirò e alzò leggermente le spalle, mentre buttava il filtro della sigaretta. “Bè, inutile dire che tra voi si è venuta a creare una situazione abbastanza intima. Anche se è successo tutto per telefono, è comunque un qualcosa di estremamente personale. Quindi se fossi in te, io non ne parlerei subito. Anzi, farei proprio come se non fosse accaduto nulla di ciò. Ti farai vedere un po’ stronzo, ma almeno non debole. Personalmente, io non gli parlerei per messaggi,almeno per adesso, perché non ti aiuterebbe a capire le sue vere intenzioni e nemmeno le sue emozioni. Chiamalo. Fallo venire qui o vai tu da lui. È meglio parlargli faccia a faccia.” Concluse in la frase con tono anche più serio di quando l’aveva iniziata. In effetti, questa merda di tecnologia ci aveva fatto perdere il gusto di conversare e confrontarsi con le persone. “Quindi secondo te dovrei vederlo?” domandai con un po’ di panico. L’idea di vederlo mi innervosiva; ma sarei stato un vigliacco se mi fossi nascosto dietro il display di un cellulare e non l’avrei affrontato di persona. “Fidati, è meglio” acconsentì Zayn. Mi alzai all’improvviso e sospirai. Raccolsi tutta l’audacia che avevo e presi in mano il telefono. Fissai un momento lo sfondo; c’eravamo io, Liam, Niall e Zayn che sorridevamo. Non seppi mai bene il perché, però i loro sorrisi e le loro facce rilassate mi infusero forza e coraggio. Ok, Louis. È il tuo momento. Sbloccai la tastiera. Rubrica, lettera H. Ed eccolo lì, il suo nome e poco più in basso il suo numero. Mi voltai un istante verso Zayn, che mi fece un occhiolino d’incoraggiamento. Ricambiai il gesto con un sorriso prima di premere il tasto verde “Chiama”. Mi portai l’apparecchio all’orecchio. Uno squillo: niente. Due squilli: niente. Tre squilli: ancora nulla. Il cuore mi stava balzando fuori dal petto. Mi stavo seriamente scoraggiando ed ero lì lì per chiudere. Ma poi all’improvviso il “Pronto?” più bello del mondo mi fece cambiare idea. “Ha..Harry?” iniziai a balbettare come un deficiente “sono Lou…” “Si, ho capito chi sei!” mi disse lui con una risatina. Che idiota; avevo dimenticato che quando ricevi una chiamata ti compare il nome di chi telefona! Sembrava abbastanza tranquillo, al contrario di me. “Senti, Lou, hai qualcosa da fare oggi?”. Sentii i muscoli della mia faccia contrarsi in un sorriso meccanico, automatico. Mi aveva anticipato e mi aveva anche evitato di fare la figura del coglione. Volevo andare in mezzo la strada e gridare a squarciagola. “No!” dissi quasi urlando dalla gioia “vediamoci! Dove vuoi tu, qualsiasi ora. Voglio solo vederti.” Ok, forse il “voglio solo vederti” potevo anche evitarmelo. Zayn era dello stesso avviso, a giudicare dal modo in cui si mise una mano sulla fronte, quasi esasperato. “Voglio vederti anche io, Lou. Regent’s Park alle 4? Non c’è mai nessuno a quell’ora e possiamo stare tranquilli.” Rispose lui. Oddio, voleva vedermi anche lui. “Perfetto. A dopo!” dissi e riattaccai subito. Mi gettai al collo di Zayn, urlando come una adolescente che vede il suo idolo dal vivo. Lui mi guardò con un sorriso, quasi come se mi volesse assecondare. Urlavo, saltavo, gesticolavo, tutto davanti gli occhi sconvolti del mio amico. Forse non mi ero mai comportato in quel modo per un ragazzo. Ma lui non era UN ragazzo. Lui era Harry Styles. Non mi sembrava vero. Forse stavo davvero impazzendo. La porta della casa si spalancò ed uscirono accigliati Niall e Liam. “Ma si può sapere che cazzo sta succedendo?” chiese Liam, passando i suoi occhi castani e interrogativi da me a Zayn. “Niente, la principessina starà sul pisello di Styles questo pomeriggio” rispose secco il moro prima di rientrare in casa, socchiudendo la porta. Io intanto abbracciai anche Niall e Liam e loro risposero dandomi delle pacche sulle spalle. Non credevo alle mie orecchie; non credevo in niente, tranne in lui. In noi. Ma che cazzo stavo pensando? Un noi, un Louis e Harry non esisteva ancora. E come poteva? Lo conoscevo da appena tre giorni. Forse non sarebbe mai esistito. Harry voleva solo portarmi a letto e poi buttarmi nel dimenticatoio, come ha fatto con tutti. E convivevo con questa consapevolezza sin dal primo istante che gli parlai. Ma c’erano comunque delle piccole cose che mi reindirizzavano verso la speranza che Harry Styles non fosse l’insensibile che tutti conoscevano: il sorriso dolce, gli occhi che si illuminavano di sorpresa per le banalità, le fossette così infantili ed anche così intriganti…si,insomma, a me sembrava una persona meravigliosamente perfetta. Mentre pensavo a tutte queste cose, andai in casa, indossai una semplice T-shirt ed un paio di jeans stinti, rigorosamente appartenenti a Liam. Non ci credevo più tanto alla cura dell’aspetto fisico: se lui mi voleva, voleva Louis Tomlinson e non i vestiti di marca che indossava. Erano ancora le tre meno venti. Il ticchettio delle lancette dell’orologio sulla parete della stanza di Liam mi stava facendo impazzire. Uscii dalla camera iniziando a vagare per la casa senza una meta. Nel soggiorno c’erano Zayn e Liam che guardavano la televisione e Niall giocava pigramente con il suo cellulare. Erano tutti avvolti dalla “depressione post-week end”. Tutti tranne me. “Ehi! Ma che vi è successo? Su con la vita!” esclamai io, incitandoli ad essere un po’ più attivi. Mi guardarono male tutti e tre prima di tornare a fare quello a cui si stavano dedicando prima. Sbuffai e mi buttai sul divano dove stava Niall: “Dai, Nialler! Facciamo qualcosa!” gli dissi. “E cosa vuoi fare?” domandò lui laconico. “Non lo so…potremmo parlare di cosa abbiamo fatto ieri sera al Man Bar! Non ci siamo ancora raccontati nulla!” ribattei io entusiasta. A sentir nominare il Man Bar, Liam si illuminò; a lui ieri la caccia era andata bene e voleva metterci al corrente. Niall invece mi guardò di traverso, per poi aggiungere: “Lou, hai dimenticato che io ieri vi ho salvati” ed indicò me e Zayn “dalla vostra rovina?”. Io e il moro ci guardammo e scoppiammo a ridere. “Rovina? E da quando baciare un amico porta alla rovina?” domandò Zayn senza smettere di sghignazzare. “Baciare?!? Forse voi non vi siete visti! Eravate avvinghiati come due polipi e se non vi avessi separati Dio solo sa cosa avreste potuto combinare!”. Iniziai a ridere ancora di più quando notai l’espressione incredula di Liam. Quest’ultimo disse: “Ma cosa mi sono perso?” con gli occhi sbarrati. “Te lo spiego io cosa ti sei perso” gli rispose serio Niall “i due signorini ieri hanno esagerato con l’erba ed avevano scambiato le loro bocche per dei gelati, tanto che pomiciavano!”. Io e Zayn ci stavamo piegando in due dalle risate. Liam era spaesato e poi, come per tornare a parlare di un qualcosa di normale, disse: “Io ieri invece ho conosciuto John…” “Ehm, Lee…si chiama Josh.” Lo corressi io. Ecco un altro che stava prendendo lo stesso vizio di Zayn e Niall: scoparsi la gente e poi dimenticarne il nome. “Oh, si è vero…Josh.” si corresse lui: “comunque, abbiamo parlato a lungo e…” “Leeyum, vogliamo i fatti! Non ci importa nulla se vi siete recitati i versi di Shakespeare!” intervenne allora Zayn con poco tatto. Liam sbuffò nella sua direzione e poi continuò: “abbiamo fatto sesso ed abbiamo continuato a parlare, finchè non è andato via. Tutto qui.” Bè, che Liam non fosse molto loquace lo sapevo e lo era ancora di più quando si trattava della sua vita privata. Continuammo a chiacchierare fin quando non chiesi a Liam di accompagnarmi a Regent’s Park, “dalla parte dello zoo”, aveva specificato Harry in un altro messaggio. Mi lasciò lì davanti, solo con me stesso. “Scappo a casa, altrimenti non credo di ritrovacela.” Mi disse, alludendo al fatto di aver lasciato Niall e Zayn nell’abitazione. Bene, sono solo io e le mie sigarette. Ne accesi una nell’attesa che Harry arrivasse. Fumai nervosamente, come se ogni boccata portasse via con sé un po’ di tensione. Qualche minuto dopo, ecco arrivare il mio riccio. Mio? Stavo cominciando a parlare come una dodicenne innamorata. Riprenditi, Louis. “Ehi” mi salutò con un sorriso, prima di tirarmi a sé e baciarmi, facendomi cadere la sigaretta dalla mano. Rimasi per un momento spiazzato: “Ma sei impazzito?” dissi mentre mi guardavo intorno. Per fortuna non c’era nessuno. Lui rise e mi rispose tranquillamente: “Scusami,ma è da ieri sera che volevo farlo.” Ecco che uno stormo di farfalle invase il mio stomaco. Ero sul punto di vomitare. Sentivo le mani sudarmi e diventarmi appiccicose. “Lou, ma non senti freddo?” Freddo? E come faccio ad averne se tu sei così vicino a me?. Gli feci un cenno negativo con la testa. “Bene, perché io ne inizio a sentire parecchio. Camminiamo, voglio farti vedere un posto.” Chissà di che posto si tratta. Ci incamminammo e la tentazione di abbracciarlo e di tenerlo per mano era fortissima. Regent’s Park quella domenica pomeriggio era solo popolato da volatili in cerca di cibo e da qualche raro amante dello sport che faceva jogging. Ma non feci molto caso a chi o a cosa c’era attorno a me. Poteva anche esserci Barack Obama che dichiarava la guerra all’Europa, ma in quel momento non mi importava nulla. Perché c’era lui. Lo osservai con la coda nell’occhio e iniziai a percepire molti dettagli dei suoi comportamenti. Già amavo il modo in cui camminava, i movimenti che facevano le sue grandi spalle ad ogni passo, le curve sinuose dei suoi ricci solleticati dalla leggera brezza pomeridiana, i suoi occhi fantastici che ogni tanto mi squadravano, come per assicurarsi che io fossi ancora lì. Non me ne sarei andato per nulla al mondo. Gli sfiorai leggermente il braccio per poi scendere verso la mano. Gliela strinsi forte e poi gli sorrisi timidamente. Lui mi sorrise e disse: “Allora ti piace proprio tenermi la mano, eh?”. Annuii. Non immagini quanto, Harry. Pochi passi dopo arrivammo sulla riva del lago del parco. Ma, ad essere sincero, non avevo mai visto quello scorcio così bello dove mi trovavo un quel momento: c’erano dei rami di salice che incorniciavano il limpido specchio d’acqua. Ci fermammo proprio lì e ci sedemmo sull’erba profumata. “Ecco. Questo è dove vengo quando voglio rimanere da solo con i miei pensieri.” Esordì Harry osservando il panorama. “Si, ma adesso non sei da solo. Ci sono io qui.” osservai, non riuscendo a capire dove voleva andare a parare. Si voltò verso di me con un sorriso. “Sai perché ho voluto che tu vedessi questo, Louis?” “No. Perché?” “Perché il fatto che tu l’abbia visto significa che tu conosca un qualcosa di me ….come dire? Intimo,ecco.” Davvero non capivo che cosa volesse dire. Lo guardai con espressione confusa e poi aggiunsi: “Cosa intendi con questo?”. Rise e mi disse: “Mi riferisco alla nostra conversazione telefonica, se così la vogliamo chiamare. Non ti conosco da molto, però mi è bastato poco per capire quanto tu sia riservato. Nonostante ciò, tu hai condiviso con me un parte molto personale di te stesso. Ed io voglio fare lo stesso con te. Visto che non sono molto timido da un punto di vista sessuale, lo sono però su altre cose. Spero che tu mi abbia capito.” Si, lo avevo capito. Sentii gli occhi diventarmi terribilmente gonfi. Iniziavo a sentire le lacrime venire su, incontrollate. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da una persona che nemmeno conoscevo tanto bene. E non resistetti neppure all’impulso di baciarlo. Mi lanciai sulle sue labbra e iniziai ad assaporare la sua bocca che fino a pochi secondi prima aveva pronunciato parole meravigliose. Sentivo sotto le mie mani i suoi capelli folti e morbidi. Mentre lo baciavo, aprii un pochino gli occhi e vidi il suo viso contratto in un’espressione che esprimeva tutta la concentrazione che ci stava mentendo in quel bacio. Era a dir poco sublime. Mi staccai un poco e gli sussurrai all’orecchio: “Grazie, Harry.” Lui mi sorrise dolcemente e poi riprese a baciarmi. Beh… quel pomeriggio l’avrei ricordato sicuramente come uno dei migliori della mia vita. ::::::::::::::::::::::::::::::::. Ho scritto questo capitolo ascoltando Little Things. Non lo so se mi ha ispirato positivamente, giudicate voi! Baci ___hangover
  
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