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Autore: chi_lamed    12/02/2013    1 recensioni
Un sorriso per Severus, poi un altro ed un altro ancora.
Per dimostrargli tutto l'amore che provo per lui.
Raccolta di one-shot che partecipa al Gioco Creativo n.13 "Un anno di sorrisi per Severus" del Forum Il Calderone di Severus.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Data: 11 febbraio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, triste
Personaggi: Severus Piton
Pairing: nessuno
Epoca:HP 7 anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Un sorriso amaro. E tanta voglia di andare via.
Parole/pagine: 551/3
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
 
Nota: Storia scritta per il Gioco Creativo n. 13 “Un anno di sorrisi con Severus” del forum Il Calderone di Severus (http://severus.forumcommunity.net/?t=53428833#entry372358836)



Lasciatemi andare

 
La notte fonda scorre senza sosta, procedendo a grandi passi verso l’alba di un nuovo giorno di sofferenza e solitudine.
Pineas sonnecchia con un occhio socchiuso. Lo so che osserva tutti i miei movimenti, sempre pronto a dirmi una parola di sostegno quando la situazione si fa più insostenibile del solito. In certi momenti è quasi peggio di Albus.
Cammino avanti e indietro per lo studio, per questa stanza che non mi appartiene, in cui mi sento sempre un estraneo appena vi metto piede. Non è di nessuno, appartiene ad una carica, un’entità che continua a persistere sotto spoglie diverse man mano che passano gli anni ed i secoli.
 
Qui non ci dovevo stare.
 
Qui non ci volevo stare.
 
Questo non è il mio posto.
 
Mi ci hai costretto tu, Albus. È a te che lo devo, prima ancora che a quel Voto Infrangibile che per qualche tempo mi ha legato a doppio filo alla morte.
Basta.
Fermo i miei passi.
Vorrei fermare anche tutto il resto: il mondo, il tempo, il respiro.
La mia vita.
 
Lasciatemi andare.
 
Appoggio la schiena alla pesante porta di legno, incapace di sostenermi da solo.
Com’è che d’improvviso mi sento così vecchio e stanco?
Il volto è tra le mani, le lacrime comunque non scenderanno. A volte la sofferenza è così tanta che le prosciuga prima, come il sole del deserto fa evaporare in un attimo le stille di rugiada che la notte stellata regala in uno slancio di generosità.
 
Lasciatemi andare.
 
Sono solo a combattere questa battaglia.
Solo, completamente solo.
Nessun conforto, nessun amico, nulla di nulla.
E come potrebbe essere diversamente, d’altronde?
Questo segreto che mi porto dentro è bene che resti solamente mio, fino al momento opportuno.
Questo segreto che mi devasta l’anima, giorno e notte, potrebbe in un futuro non troppo lontano rappresentare una vera salvezza per l’intero mondo magico e non solo.
 
E che allora segreto rimanga, se è per il bene di tutti.
Il bene di tutti, sì, tranne il mio. Ma a me non pensa mai nessuno, da sempre.
 
Cosa succederà quando tutto sarà finito?
Quando tutto sarà svelato?
Ogni tanto ci penso e quasi mi consolo.
È l’unica cosa che in questi momenti mi fa increspare le labbra in un sorriso, seppur amaro.
Già li vedo. Si pronunceranno grandi e articolati discorsi, parole vuote gettate al vento che, capriccioso, le disperderà come foglie d’autunno.
I sentimenti veri, se mai ci saranno, verranno invece narrati in silenzio. Raccolti dalle stelle, saranno sparsi come nuvole di petali su chi avrà sempre compreso ed amato.
 
 
Adesso però lasciatemi andare.
 
 
Ora posso.
Ora è davvero tutto finito.
Le forze se ne vanno altrove, finalmente.
Possono riposare anche loro, come me, dopo aver lottato valorosamente. Ce lo meritiamo, in fondo siamo stati capaci di trarre in inganno l’Oscuro, anche ora.
Lui crede di aver decretato la vittoria, ma ha invece appena sancito la propria sconfitta.
La bacchetta non è sua, non lo è mai stata. Ed i miei ricordi sono ancora tutti qui, pronti ad esser la chiave di tutto.
 
Adesso lasciatemi andare.
 
Ho consegnato ogni cosa.
Il mio pentimento, il mio dolore, la mia vita.
Ho reso tutto quanto possedevo, ho consegnato me stesso in un evanescente filo argentato.
Ho fatto il mio dovere.
 
Posso finalmente chiudere gli occhi.
 
E andarmene.

***


Angolino autrice: non era questa la storia prevista per oggi. Avrei tanto desiderato un sorriso più felice. Ma non sempre le cose vanno come vorremmo, no?
Oggi è così.
  
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