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Autore: Daewen    01/09/2007    4 recensioni
Spoiler 7° libro!
Una serie di vicende o riflessioni dei vari personaggi. Quasi tutte prendono spunto dagli avvenimenti rivelati nel settimo libro. I pairings sono quelli scelti dall'autrice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Attenzione! Spoiler del 7° libro! Leggete a vostro rischio e pericolo!

x BlackRoseImmortal: Wow *___* che bella recensione!Molto accurata (e costruttiva, perché mi ha fatto riflettere)! Mi sono affezionata subito al povero Teddy, e mi sono impegnata parecchio nel descriverlo, sono davvero felice del tuo verdetto *___*
x Marelne: grazie =)
x Eneri_Mess: in effetti sembra un prologo. Comunque adoro questo personaggio, e penso proprio che scriverò ancora su di lui! Ho giusto in mente un paio di vicende... ma ora Teddy cede il passo ad un altro personaggio!(e comunque mamma Rowling è davvero cattiva T___T) Sono contenta che ti sia piaciuta anche l'illustrazione =)

Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto questa fanfic ai loro preferiti, GRAZIEEE!!!

Qualche precisazione sul precedente capitolo: le date che si leggono alla fine sono inventate di sana pianta, perché mamma Rowling più di tanto non ci fa sapere. Comunque, l'anno di morte è sicuro, la data di nascita di Remus pure e in teoria (se HP-Lexicon ha ragione) pure l'anno di nascita di Tonks.

Ora vi lascio al nuovo capitolo, che parlerà di... no, scopritelo da soli ^__^

Un deliberato abbandono

Mi piace un volto d'agonia
perché so ch'è sincero.
L'uomo non può contraffare lo spasimo
né simulare il rantolo.

Gli occhi si fanno vitrei ed è la morte.
Impossibile fingere
le perle di sudore sulla fronte
infilate dalla sommessa angoscia.
        Emily Dickinson (c.1861)

         Traduzione di Margherita Guidacci


Ed ora come diavolo avrebbe superato quell'ostacolo? Venne in suo soccorso il suo fedele elfo domestico, che quelle mura le aveva già superate: «C'è bisogno di un pegno di sangue, Padron Regulus» sibilò dolcemente Kreacher. Aveva ricevuto l'ordine di portarlo dove il Signore Oscuro aveva cercato di ucciderlo. L'ordine del suo padrone andava eseguito.
Il mago diciassettenne lo guardò sorpreso:«Un pegno di sangue? Non stiamo mica parlando di un salasso, vero?»
«Un piccolo taglio sarà sufficiente, Padron Regulus» lo rassicurò l'elfo.
«Ah, allora si può fare...» commentò il giovane, senza tuttavia procedere. Non che avesse paura, no. Non di tagliarsi. Nessuno era mai morto per un taglietto. Beh, quel Corvonero due anni prima c'era andato vicino, ma lo sapevano tutti che Piton a volte esagerava con quel suo... «Sectumsempra!» borbottò, puntando la bacchetta verso l'indice. Strofinò il dito sulla parete, nel punto indicatogli da Kreacher, e restò ad osservare, colmo di stupore riverenziale, la scomparsa di una buona fetta di muro dalla forma di arco a tutto sesto. Sapete cosa aveva fatto? Aveva dimenticato la tortura cui il Signore Oscuro aveva sottoposto Kreacher, ma non appena ne ebbe nuovamente coscienza lo stupore svanì, cedendo il passo all'odio selvaggio che gli aveva fatto compiere quel viaggio. No, no, aspettate, non quel viaggio. Quella pazzia. Era terrorizzato, signore e signori, maghi e streghe, l'ultimo discendente della nobile casata dei Black, “Toujours pur” e tutto il resto, era terrorizzato. Da cosa? Dal buio? Forse. Dagli Inferi che avrebbe presto dovuto affrontare? Probabile. Dalla morte? Sì.
Inspirò profondamente nel buio denso che sapeva di cadaveri bagnati e di acque scure, scure come nessuna pozione al mondo.
«Lumos»
Camminarono per un po', finché Kreacher non chiese al suo padrone di fermarsi. «È qui, Padron Regulus. La barca è nascosta qui. C'è una catena...»
Regulus non lo ascoltava più. Alzò le mani e trovò la catena. Avvicinò ad essa la bacchetta, ma la catena doveva essere invisibile. Borbottò qualcosa e finalmente poté vederla. Dovette fare tre o quattro tentativi prima di trovare il giusto incantesimo che gli permise di tirare a sé la barchetta dalle profondità del lago maledetto. L'elfo salì subito e lui lo seguì. Non sembrava in buone condizioni, ma se Lord Voldemort in persona ci aveva viaggiato... la barca iniziò a muoversi da sola, e Regulus trasalì. Era tanto vicino al minuscolo elfo che lui doveva essersene accorto per forza... oh, ma di cosa gli importava? Il groppo che gli si era formato in gola impedendogli di respirare correttamente era assai più preoccupante. Quella era la paura vera? Tutte le bravate che aveva compiuto da Mangiamorte non erano niente, in confronto a quella breve traversata. La barca li portò da brava a destinazione, tuttavia il ragazzo aveva già visto numerosi corpi morti. Inferi ovunque, come aveva detto Kreacher.
Scesero sull'isolotto al centro del quale troneggiava il temuto bacile, badando a non toccare l'acqua per non irritare troppo presto i cadaveri. Ora era più facile, si rese conto Regulus. Prese la bacchetta in bocca per avere entrambe le mani libere e cominciò a rovistare nelle pieghe della veste e del mantello. Sbuffò leggermente quando le sue dita sfiorarono il metallo, intiepidito dal calore del suo corpo. Tirò fuori un medaglione e lo porse a Kreacher con un sorriso mesto. «Prendilo» mormorò.
«Sì, padrone.»
«Quando il bacile sarà vuoto scambia i medaglioni, d'accordo Kreacher?»
«Sì, padrone» ripeté l'elfo, con voce atona.
«Ed ora ascoltami bene. Devi andartene senza di me, ok? Devi andare a casa e non dire nulla alla padrona, ok? Quello che ho fatto. Non dirle nulla. E distruggi il medaglione, quello di Lord Voldemort, d'accordo?»
L'elfo non aveva potuto far altro che annuire, perché lui era il suo padrone, il suo adorato padron Regulus.
Il giovane annuì a sua volta e riprese a rovistare nelle pieghe della veste fino a trovare una fiaschetta piuttosto antica. La immerse nel liquido più brillante di tutti gli smeraldi di questo mondo, raccolto in un comune bacile di pietra, e cominciò a bere, sorridendo fiducioso. Era tranquillizzante sapere di poter scegliere il proprio destino.
Quello fu il suo ultimo pensiero coerente, prima che il dolore lo attanagliasse.

Kreacher guardò il suo padrone soffrire le stesse pene che aveva sofferto lui, senza poterlo aiutare, perché voleva bene al suo padrone, che era tanto gentile con lui. Kreacher guardò il suo padrone avvicinarsi all'acqua, quando il bacile fu vuoto, e guardò gli Inferi afferrarlo e trascinarlo nelle acque nere, nere come nessuna pozione al mondo. Con mani tremanti sostituì i medaglioni e scomparve nelle tenebre. Gli ordini del suo padrone andavano eseguiti.

Un piccolo Post Scriptum: l'abbandono citato nel titolo non si riferisce a Kreacher, ma alla scelta di Regulus. Che si rivela un vincitore perché per una volta ha deciso il suo destino senza influenze da parte di genitori, Signori Oscuri, ecc.

  
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