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Autore: Glory Of Selene    12/02/2013    4 recensioni
C'è solo un viso dietro la maschera di Kakashi?
"Hatake Kakashi. Figlio della Zanna Bianca della Foglia, allievo del Quarto Hokage. Divenuto chunin a sei anni, jonin a tredici. Inventore del famoso Taglio del Fulmine, altrimenti detto Mille Falchi. E…
Conosciamo tutti queste cose, e anche di più, considerando tutte le varie leggende che circolano sul suo conto. Ma a lei, personalmente, sensei. È mai riuscito qualcuno a mettere davvero in difficoltà?
Probabilmente avrebbe mentito.
"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakumo Hatake
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una delle caratteristiche fondamentali di un ninja, insegnavano, è la freddezza. Mai farsi cogliere dalle emozioni, in missione come in guerra.
Lui era questo, un freddo. Poche cose lo infuocavano, poche lo commuovevano, poche lo esaltavano, poche lo abbattevano. La sua non era apatia, era freddezza. Non crudeltà: freddezza.
Esisteva un unico sentimento immune alla freddezza.
Kakashi si ricordava della paura.

Doveva essere forte. Era una consapevolezza, non un’imposizione.
Lui aveva molte consapevolezze. Troppe forse, per un bambino della sua età; ma era fatto così, non poteva smettere di pensare. Il pensiero, la mente, erano tutto per lui; e nemmeno se ne rendeva conto.
Suo padre mancava spesso da casa. Era un ninja, gli dicevano, tra i più forti al mondo: doveva andare in missione, per il bene del villaggio. Kakashi era orgoglioso di lui.
Sul volto del padre, non aveva mai visto la paura. Aveva visto la rabbia, il dolore, la felicità, ma il terrore, quello mai. Kakashi si guardava allo specchio, e vedeva un Sakumo bambino, che aveva paura. E allora voltava le spalle alla sua immagine, e tentava di dimenticarla.
Che cos’è, un volto?
Se l’era posta eccome, questa domanda, mentre osservava il cielo. I grandi lo paragonavano ad un libro; e lui aveva deciso che poteva essere d’accordo. Un foglio bianco dove scrivere emozioni e pensieri.
Kakashi era fatto così, non poteva smettere di pensare. Il pensiero, la mente, erano tutto per lui; e quando se ne rese conto, cominciò a diventarne geloso. La riflessione, quella la sua unica arma. Senza era vulnerabile. Scoperto. Nudo.
Vorrei poter dire che era notte – momento perfetto, davvero perfetto, per le decisioni importanti, quelle che cambiano la vita –, ma era mattino invece. Non pioveva, ma c’era il sole. Kakashi – questa la cosa che meglio si ricordava – si era svegliato, e suo padre non era a casa.
La stanza non aveva niente di strano. Soliti letti, soliti comodini, solito armadio.
Ma, per terra, abbandonato sotto una sedia, come se fosse stato una cosa di nulla importanza, c’era un panno nero.
La prima cosa che vide Kakashi, quella mattina, fu un panno nero.




Ciò che dice l’Autore

Dunque, a rischio di ripetermi, anche questa singola storia è un esperimento. È l’unica che la cara Edge non ha letto, anche perché inizialmente le storie erano sei, ma rileggendole ho visto che c’era qualcosa che non andava, e ho scritto questa per completare il tutto, così, di getto. Contiene molti rimandi alle riflessioni presenti nella quarta (il suo essere “un pensatore”), e descrive il momento in cui Kakashi ha deciso per la prima volta di coprire il proprio volto.
Spero proprio che vi sia piaciuta!
Glory.



  
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