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Autore: ziogio    12/02/2013    1 recensioni
"14yrs old": come dice il titolo stesso è semplicemente una descrizione di alcune cose che possono far stare male un adolescente, perché sì, può star male anche lui.
La storia è semplicemente un racconto della vita di Joseph, del perché lui sia scappato di casa, del perché lui odi se stesso.
La storia probabilmente non resterà di un rating fisso, perché non so cosa scriverò, è sicuramente una lettura non adatta a chiunque, sarà abbastanza volgare in tutti i suoi capitoli e spesso violenta, non credo sia doveroso un rating rosso, non al momento.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cap.2: La scuola

 

 

Sei ancora qui? Ne hai di voglia eh, sembrerebbe che anch'io sia qui quindi dovrò pur trovare qualcosa da scrivere... ti avevo accennato del mio odio per i miei compagni, forse è giunto il momento che inizi ad argomentartelo.

Come ti ho detto nella scorsa “puntata” sto scrivendo da casa di un amico, non so quanto duri prima di scaricarsi questa dannata penna, cercherò di essere il più breve possibile.

Io, come d'altra parte ogni adolescente, ho sempre odiato la scuola, i professori mi sembravano come dei minidiavoli infernali pronti ad assegnarti due come forconi nel culo, pensavo che la loro vita fosse ridotta a vivere in mezzo a compiti, spiegazioni e rincoglionimento totale, dato il loro spesso molto basso livello di furbizia.

Una professoressa però, quest'anno, è diversa... sembra... davvero interessata a quello che succede ai suoi studenti, sembra quasi che le piaccia parlarci e che adori leggere i nostri temi, mio fratello la conosce, si chiama “Rosvaldo Simona”, insegnavano insieme.

Un giorno la consegna di un tema era “Amicizia”, avessi veramente scritto cos'è un amico per me ora sarei su di una sedia davanti ad uno psichiatra forse, ma ho narrato di una persona conosciuta online che mi ha aiutato ad accettare una “cosa”, quel qualcosa che mai nessuno mi aveva permesso di dirgli, quel qualcosa che mi stava rovinando ogni secondo per il quale stavo in questa merda di vita, lui è riuscito a capirlo dal discorso che avevamo intrapreso, mi ricordo che il cuore mi batteva a mille poiché non avevo mai avuto tanta paura in una chat, tutto sommato era online, no? E allora perché mi stavo preoccupando?! Beh, era ovvio, quella chat avrebbe cambiato tutto, il mio modo di rapportarmi, il mio modo di “trattare” questo “enorme segreto”, il mio modo di considerare un amico, il mio modo di considerare un amico online, tutto, avrebbe cambiato tutto.

Una persona che conoscevo da due ore mi ha aiutato di più che tutta la mia famiglia messa insieme in due anni, ma con calma ti racconto tutto, non avere fretta.

 

Dopo aver fatto tutto sto trambusto in chat però sembravo, giustamente, strano... mio padre mi disse: “Che hai?” e a scuola tutti ripetettero la domanda, che fare? Dirglielo davvero?

A scuola ci ho pensato bene, ma sono arrivato alla conclusione di avere dei compagni rincoglioniti che non avrebbero fatto altro che insultarmi... ma aspetta... lo facevano già! Che cambiava se glielo dicevo? Magari avevano più motivi per farlo ma tanto a loro cosa vuoi che importi dei motivi.

Va bene dai, chiedo alla persona online che fare, tanto ormai mi interessa solo quello che dice lui, ovviamente risponde: “Diglielo”, ok, ok lo farò. Il giorno dopo a scuola dico ai miei amici di venire un attimo perché devo dirgli una cosa. Glielo dico: “Sono gay”. Mi mandano a fanculo e se ne vanno indignati. Beh, poco importa, mi son liberato di persone inutili.

 

Però un problema selvatico appare, un mio “amico” chiama mio padre: “Giorgio ha bisogno di parlare con uno psicologo”, ma farti i fatti tuoi? Ma mio padre ovviamente annuisce e prenota un appuntamento per la settimana prossima... e ogni giorno chiede: “Tutto bene?”, “Mi vuoi dire qualcosa?”, ma come? Il tutto passerà dov'è finito? Passerà anche questo, passerà tutto, basta che non mi rompete le palle con la vostra dannata ipocrisia. Hanno iniziato tutti: “Va tutto bene?” “Tutto a posto?”, tutto a posto, certo, se la smetti di chiederlo.

 

Ti vedo nervoso”, no ma davvero? Mi avete rotto con i vostri stupidi dubbi sul perché un mio amico vi abbia chiamato, ok?
Un mio amico che tra l'altro amico non è. Altrimenti avrebbe evitato di fare tali stronzate, dopo tra l'altro essere rimasto indignato come gli altri. Mi ha fermato nell'intervallo: “Scusa, non volevo fare figuracce con gli altri, ma a me non interessa, amici?” gli ho gentilmente risposto “Vai a fare in culo”. Si è pure offeso.

 

Beh, ovviamente, data la mia grande voglia di scrivere continuamente ogni cosa che mi affligge come se servisse (non si è mai dimostrato utile), ho scritto anche questo in un tema che la Rosvaldo ha letto, mi ha chiamato fuori dalla classe per parlarne e mi ha detto: “E' anche importante riuscire a dire: Io sono così”, l'ho fatto, ma non è che ci ho ottenuto granchè, ma non mi interessa.

 

Ah giusto, mi son dimenticato di dirti che, questo amico “dispiaciuto” è quello da cui sto ultimamente, i suoi genitori sanno anche il perché ma non si lamentano, va bene così, non mi importa, basta che non sto con degli stupidi ipocriti come i miei fratelli, sono a casa di questi qui da almeno tre giorni e mi chiamano di continuo, però lo stanno facendo davvero, se ne stanno fregando, nelle chiamate dicono: “Sappiamo che torni quindi va bene così, probabilmente hai solo voglia di sfogarti”, sì è esattamente così, pensa al futuro, pensa a come andrà bene, fai pure.

 

Il giorno prima delle vacanze di Natale la Rosvaldo mi chiese se volevo parlarle fuori da scuola, è passato ormai un mese dal momento in cui tutti lo son venuti a sapere (la fantastica magia del “Non dirlo a nessuno”) e voleva sapere come andava, finalmente qualcuno che capisce che non sto bene? Può essere vero? No. Le rispondo che non voglio parlarle, di lasciarmi in pace. Perché ho rifiutato? Non lo so neanch'io.

 

Giorno dopo giorno, ora dopo ora ogni tipo di insulto mi viene rivolto contro ogni tipo di insulto... il mio amico e i suoi genitori erano fuori, vorrei non aver mai preso quella lametta. Ma invece aumentai la forza con cui premerla invece che decidere di posarla; non una, non due, tre volte. Tre tagli netti sul braccio destro visibili agli occhi di tutti, non erano nascosti. Reazioni? “Oh, ma perché l'hai fatto? Non serve a niente tagliarti!”, “Vuoi parlarne?” ecc...

Non serve a niente? E allora perché una persona così famosa come te (in base a reputazione scolastica) mi sta parlando? Solo perché ho quei tagli sul braccio, solo perché ora non sono più invisibile ma ho un po' di taglietti a dosso, lo rifarò, oggi. Torno a casa e faccio la stessa cosa sul braccio sinistro, guarda quanto sono belli, il sangue brilla, meno male, non ho preso la vena, altrimenti rischiavo grosso.

  
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