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Autore: Ehylastylinsooon    13/02/2013    1 recensioni
Carlotta, una diciottenne che decide di vivere la vita a modo suo lasciando la casa dei suo genitori e cercando in tutti i modi di non chiedere aiuto a nessuno a parte la sua migliore amica.
Andrew, un trentenne con sbalzi d'umore che farà impazzire Carlotta in tutti i modi possibili.
Due ragazzi che, probabilmente, hanno passato un'infanzia del tutto identica, ma che crescendo hanno maturato due caratteri del tutto incompatibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Se volevate potevate arrivare anche a mezzo giorno, tanto! Ma insomma, quando vi

darete una raddrizzata ? Potrei licenziarvi tutti i giorni per i vostri ritardi, ma non lo faccio

per darvi una possibilità. Ringraziate il cielo e andate a mettervi i grembiuli, su! >>

Guardiamo Maria scandalizzate, una specie di puffo di un metro e 45 con i capelli neri

corvini corti sparati sotto il collo e il ciuffo viola, con uno strambo paio di occhiali sul quel

naso che a momenti neanche si vede per quanto piccolo. Per tre minuti di ritardo ci ha

urlato contro circa sette minuti. Più il tempo che ci fa perdere lei che quello ch perdiamo

noi.

<< Ci conviene muoverci. Ci pensi tu a sparecchiare? Io lavo il bancone >> Dico a una ancora

sconvolta Jess che annuisce incerta. La guardo saltellare verso i tavoli. Le ho sempre detto

che invece di fare la cameriera potrebbe fare la modella. Insomma, è stupenda. Alta un

metro e settanta buoni, capelli lunghi ricci rossi naturali, occhi verdi con macchie marroni,

labbra gonfie al punto giusto su un viso allungato stupendo. A volte mi sento una schifezza

di fianco a lei, ma poi penso che anche io nel mio non sono male. Insomma, non sarò come

lei, alta un metro e cinquantacinque scarso, capelli lunghi fino ai gomiti neri ondulati e occhi

grigi. E per questo che Jess mi chiama lupacchiotta, per via dei miei occhi. Le ricordano i lupi.

Continuando a fare discorsi di bellezza non mi accorgo di una voce che mi parla.

<< Scusa.. mi sente? E' per caso sorda? Ma Dio mio, che cameriere sconsiderate che

mettono al giorno d'oggi!>> Alzo la testa cosi tanto in fretta che penso mi schizzi via dal

collo e infatti sento un leggero strappetto sotto il collo. Starò per morire?

<< Scusi, non era mia intenzione! Vuole prendere qualcosa? >> Mi do dieci secondo per

osservarlo. Capelli sparati all'insù biondi scuri sul castano, occhi di un colore che sembra

caramello sciolto, labbra sottili ma gonfie al punto giusto e un naso perfetto. Avrà circa

trent'anni, non di più.

<
faccio in ogni bar. Entro, guardo chi non è attenta e vado la, giusto fare il guastafeste e

interromperla! Ma certo che voglio qualcosa, è un bar no?! >> Lo guardo decisamente

intimorita. Secondo me ha già fatto colazione. Certo, latte scaduto con una brioche allo

yogurt acido.

<> Lo dico con un certo tono di scherno

sopratutto dicendo signore. Mi guarda di traverso scocchiando le labbra. Aw.. Ehi Carly! Già

ti ha fatto la ramanzina, smettila.

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Sempre se ce la fa. E in fretta grazie, ho una riunione perchè sa, io lavoro.>> Abbiamo

guardato Aldo Giovanni e Giacomo ultimamente eh?

Il caffe in faccia glielo servo. Gli faccio un sorriso falsissimo e mi appresto a fare il caffè.

Vuole fare lo stronzo? Che lo faccia da un altra parte.

Gli servo il caffe e mi appoggio al muro guardandolo mentre si appresta a bere il caffe e

appena fa un sorso, urla.

<< MA CHE DIAMINE! LEI E' UN INCAPACE! MI HA USTIONATO LA LINGUA! Dov'è il suo

capo? Io la faccio licenziare, stupida smorfiosetta che non sei altro!>> Lo guardo per circa

tre secondi seria, poi non trattenendomi più gli scoppio a ridere in faccia mentre lui mi

guarda accigliato. Osa pure lamentarsi? Che feccia.

<< Sa, l'ho fatto per lei. Voglio dire, magari qualcosa di caldo scioglierà quell'acidità che ha

nello stomaco. >> Continuando a ridere mentre lo guardo cambiare la faccia di mille colori.

Mi punta un dito a tre centimetri dal naso e boccheggia per tre secondi << Il suo capo.

Voglio parlare con il suo capo! Subito! >> E secondo lui, chiamo davvero Maria? Certo,

certo.. Scuoto la testa << Mi spiace signore, in questo momento non è al bar. Se vuole

lasciare un messaggio tenga, scriva. Prometto che glielo consegnerò >> Prendo carta e

penna e glielo porgo con aria di sfida. Lo vedo girarsi e cercare qualcuno. Cosa vuol fare? Lo

guardo aggrottando le sopracciglia. Allunga il braccio e tira per il gomito Jessica, che appena

si gira per dirgliene quattro rimane a bocca aperta e sbattendo le ciglia in modo civettuolo

inizia  a parlare << Mi dica signore! >> Lui mi guarda, sorride e si gira verso Jess << Scusi

signorina, sarebbe cosi gentile da chiamarmi il capo? Vorrei dirle una cosa, se non le faccio

perdere tempo ovviamente. >> Spalanco la bocca non credendo alla scena. Non doveva

andare a una riunione questo? Cerco di attirare l'attenzione di Jessica, per dirgli di non farlo,  

che cammina all'indietro balbettando alcuni certo , sicuramente. Sono spacciata, appena

vedo Maria arrivare sento un improvviso freddo e un tremore alle gambe. L'ho già detto che

sono spacciata? Bene, lo ridico. Maria si avvicina sorridendo cordialmente a quello che ho

soprannominato mister A che sta per acidità e chiede cosa c'è che non va. << Le volevo solo

dire, che questa cameriera - indica me con un braccio schioccando le labbra - mi ha fatto

ustionare perchè - mima delle virgolette con le mani - cosi mi si scioglierebbe l'acidità che

ho nello stomaco. Potrei denunciarvi per negligenza sa? Ma non lo farò. Cerchi solo di avere

cameriere più... gentili. >> WOW! Parla lui di gentilezza? Guardo Maria con uno sguardo

impaurito << M-maria, non è come sembra, io.. cioè, è che lui detto.. e poi lui ha ..>> Mi

mette una mano come a dire stop a due centimetri dalla bocca e tiene gli occhi chiusi <<

Carlotta, sono stata brava con te per più di nove mesi. Prendi la tua roba... e fuori di qua! Ho

sopportato abbastanza, non ti voglio più vedere qui, dico mai più! Neanche a prendere da

mangiare. Dammi il gembruile e FUORI! >> Faccio un salto indietro e abbasso la testa. Non ci

posso credere. Apro e chiudo la bocca per due o tre volte, mi sfilo il grembiule guardo Jess e

prendo la mia borsa e le mie cose per poi trascinarmi fuori dal locale. E adesso? Sono

fregata. Sento gli occhi pizzicare e mettendo una mano sotto l'occhio lo sento bagnato.

Perfetto. Vedo mr. A uscire dal bar e aggiustarsi la cravatta e mi devo tappare la bocca per

non dirgli di non impiccarcisi. Mi guarda e sorride avvicinandosi. << Sa, dovrebbe imparare a

non fare la furba con gente che non conosce. Con suo permesso. >> Fa per allontanarsi e

parlo tenendo bassa la voce << Sei uno stronzo. In dieci minuti della tua vita stai rovinando

la mia. E' tanto divertente?>> Mi guarda accigliato e per un attimo - ma proprio un attimo -

sembra non saper cosa dire. << Non mi sembra di averle detto di darmi del lei. No

comunque, non mi diverte. Ma lei dovrebbe capire che un lavoro, va sempre preso sul serio.

Qualunque cosa si faccia. Ma non mi sorprende che lei non lo sappia, cos'avrà, 16-17 anni?

Forse anche di meno.. Si vede sa, che non è ancora maturata. >> Indica con fare disinvolto il

mio petto e il mio corpo un pò piccolino, per un attimo non mi rendo condo della frecciatina

e quando lo capisco inizio a sentirmi piano piano arrossire. Mi chiudo veloce il giubbotto

accorgendomi che era aperto e gli punto un dito contro il naso che lui prontamente scaccia

con la mano << Lo ripeto : stronzo. Ora me ne andrò, al fine di non rivederti - alzando la

voce dicendo TI - spero mai più. Ah comunque, avresti dovuto capirlo che è merla. >>

 << Eh? >> Lo guardo un attimo prima di parlare.

<< SUCA COGLIONE >> Mi metto a ridere mentre lo guardo spalancare gli occhi e quando fa

per aprire la bocca mi giro e corro via. Si meritava di peggio. Pensa ad averlo come capo!

Sarebbe un suicidio direi. Mi torna subito in mente che tutto quello che è appena successo è

un enorme disastro. Ho perso il lavoro. Come devo fare adesso.. Mi dirigo con una lentezza

esasperante come se fossi uno zombie verso la fermata del bus. Certo che fa proprio freddo.

Vedendo una stamperia mi ci dirigo decidendo di andare a casa in un secondo momento,

cosi posso fare delle copie del mio curriculum e portarle da qualche parte. Sperando che

qualcuno accetti una diciottenne incapace e con la bocca sempre aperta.
  
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