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Autore: drewsvoice    13/02/2013    14 recensioni
Quando abbiamo terminato entrambi, colgo l’attimo. «Niall, posso chiederti una cosa?»
«Certo!» dice sorridente.
Prendo fiato. «Insegnami ad essere rozza come te.»
Lui aggrotta la fronte ed abbozza un sorriso. «Non so se prenderlo come un insulto, ma va bene.» accetta lui, stringendomi la mano. «Preparati ad essere una scaricatrice di porto, principessa.»
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Tesoro!» dice papà dall’altra parte della cornetta.
Mi appoggio allo stipite della porta della cucina e sorrido. «Pa’, come vanno lì le cose?»
«Bene, dai.» risponde. «Anche se mi manchi da morire.» aggiunge tristemente.
Sentendo il tono della sua voce, sospiro e abbasso lo sguardo. «Manchi anche a me papà, ma questa è la mia strada. Questo è il mio sogno, lo sai questo.» dico, chiudendo gli occhi stracolmi di lacrime. «Ti prometto che appena posso vengo, okay?»
Lui ridacchia. «Okay, tesoro. Come sono andate oggi le lezioni?» chiede poi, cercando di sviare in qualche modo il discorso precedente.
Afferro il pennarello blu della lavagnetta appesa accanto al telefono e ci giocherello un po’.
«Benissimo.» dico entusiasta.
«E con...» tossicchia fintamente, lasciando la frase a metà per qualche secondo. «E con quel giovanotto?» chiede imbarazzato.
Le guance mi si tingono di rosso, e ringrazio il cielo che nessuno possa vedermi. «Bene, perché?» chiedo a mia volta, divertita ed imbarazzata anch’io dalla questione.
«Ti.. ha toccata? Non so, ti ha-» comincia a blaterare, con tono preoccupato.
Alzo gli occhi al cielo. «Papà!» lo richiamo. «Non mi ha fatto nulla, anzi mi rispetta. E ti ricordo che sono maggiorenne, non sono più una bambina.»
«Lo so, me l’ha detto Zayn.»
Corrugo la fronte, confusa. «Che cosa ti ha detto Zayn?»
«Be’, mi ha detto..» lo sbattere della porta principale del mio appartamento lo interrompe. «Che succede, tesoro?» chiede.
Mi volto, preoccupata. «Non ne ho idea, vado a vedere. Ci sentiamo, pa’.»
«Okay, sta’ attenta.» mi raccomanda, al suo solito. «E sono sicuro che non ti mancherò!» si lascia scappare una risata, prima che di chiudere definitivamente la chiamata.
Perché non deve mai fare un discorso sensato?
Roteo gli occhi e mi dirigo in salotto.
«Niall?» lo chiamo, avvicinandomi alla finestra sulla quale è affacciato.
Lui non dice una parola e porta la sigaretta alle labbra, con lo sguardo assente.
Mi lecco le labbra e mi appoggio sul davanzale, guardando il cortile vuoto. «Vuoi raccontarmi?» lo sprono.
«No.» sussurra lui, con voce rauca.
Abbassa gli occhi rossi e spenti fuori dalla finestra e resta in silenzio, con la mascella serrata.
Allungo una mano, fregandogli la sigaretta. «Se non mi racconti, faccio un tiro.» dico seria.
Lui cerca di prenderla. «Ti fa male Zoe, smettila di fare cazzate.»
«Allora raccontami.» metto una mano sul fianco e avvicino ancora di più la sigaretta.
«Smettila Zoe.» mi supplica frustato.
«Prova a fidarti di me, posso capirti.» lo incoraggio, mordendo l’interno della guancia.
«Non puoi capirmi.» risponde subito, poi affonda una mano nei capelli. «Mi hanno respinto, non ho un lavoro Zoe! Lo vuoi capire? Sai cosa significa per me non avere un lavoro?» mi ringhia contro, con il viso paonazzo.
Abbasso la testa e fisso le ballerine blu che calzano i miei piedi, sospirando.
Spengo velocemente la sigaretta sul davanzale in marmo e lo abbraccio.
Il suo petto tremante si lascia avvolgere dalle mie braccia. Dopo qualche minuto lui sembra calmarsi.
«Posso aiutarti.» lo rassicuro poco dopo, staccandomi da lui.
«Non voglio i tuoi soldi, Zoe.» dice serio. «Non potrei ridarteli.» aggiunge.
Alzo un angolo della bocca. «Non m’importa.»
Lui scuote la testa. «A me sì, invece.»
Mi dondolo sui piedi, imbarazzata dalla frase che sto per dire. «Io ci sono comunque, se ti serve aiuto.» sussurro.
Lui apre le labbra in sorriso e mi abbraccia. «Lo so e... grazie di tutto.» mi bacia i capelli.
Lo spingo via, divertita. «Troppa dolcezza, vai piano!» dico, dirigendomi verso la mia camera.
Lui scoppia a ridere e annuisce. «Hai ragione, principessa.»
Mi volto verso di lui. «Pensavo avessi imparato una volta per tutte il mio nome.» roteo gli occhi, facendolo ridere.
Sto per chiudermi la porta della mia camera alle spalle, quando lui si avvicina.
«Sei pur sempre la mia principessa!» esclama ironico.
«Ti ho detto di andarci piano!» urlo dalla parte opposta della porta, ormai chiusa.
 
 
Chiudo il libro di scatto, sistemandomi meglio sul piumone, e alzo gli occhi verso la figura di Niall immobile alla porta.
«Sexy!» commenta, indicandomi. «Ci facciamo un giro?» chiede subito dopo.
Annuisco e mi alzo. «Certo.» accetto sorridente, evitando di rispondere al commento precedente.
Poi prendo un vestitino e guardo il biondino, in attesa che esca.
«Dovresti uscire, sai?» gli faccio notare, ironica.
«Vuoi uscire con quello?» mi domanda, fra il divertito ed il preoccupato.
Alzo le spalle. «Sì, perché?»
Lui si avvicina e lo rigira fra le mani. «C’è freddo fuori per indossare questo, Zoe.» mi fa notare.
Poi si gira verso l’armadio aperto e prende un maglione ed un paio di jeans.
«Perché non usi questi?» mi chiede, porgendomeli.
«Non sento freddo, davvero.» cerco di dissuaderlo.
Lui racchiude le mie mani fra le sue. «Sei congelata, scherzi?»
«Va bene.» mi arrendo, riponendo nuovamente il vestito.
Lui posa i vestiti sul mio letto ed esce.
Guardo il maglione grigio di lana appoggiato sul letto, mentre tutti i ricordi di mamma mi affliggono.
Lo stringo tra le mie dita affusolate, respirandone il profumo, e lo porto al petto.
Scuoto la testa e allontano i pensieri, cambiandomi velocemente.
 
 
Affondo le mani nel cappotto, guardando meravigliata la piazza che mi si presenta davanti.
«Non sei mai stata qui?» mi chiede Niall.
Faccio qualche passo e mi guardo ancora attorno, meravigliata. «No, Londra è abbastanza grande.»
Lui annuisce e infila una mano nella mia tasca, prendendomi per mano.
«Ma che cos-» sto per chiedere spiegazioni ma lui mi trascina dietro a sé, fermandosi davanti ad un venditore di hot dog.
«Allora, due-» sta per dire Niall, ma lo fermo.
«Perché due? Io non ne voglio.»
Lui si volta completamente verso di me. «Zoe, ne sei sicura? Guarda che sono buonissimi!» fa per convincermi lui.
«Sicura.» mi impongo, imbarazzata sotto lo sguardo curioso del venditore.
Lui sospira e ne compra uno.
Ci sediamo in una panchina poco distante, affacciata sul mare e un po’ meno popolata.
Lui mette i piedi sul legno, con le gambe piegate, e appoggia il fianco sullo schienale.
Lo guardo e sorrido, convincendo me stessa a mettermi a gambe incrociate.
Lo fisso, mentre mangia. Potrei quasi dire che è dolce con il cappello ed il naso rosso.
Lui ridacchia, facendo colorare anche le guance dello stesso colore del naso. «Ne vuoi?» mi porge il panino.
Guardo da un’altra parte e mordo il labbro inferiore.
«Perché mi arrendo così facilmente?» domando retorica, prima di dare un morso al panino.
Lui scoppia a ridere e da un morso alla parte opposta.
Quando sta per finire manca l’ultimo boccone.
«Vuoi?» mi chiede, ridendo sotto i baffi.
Annuisco e mi avvicino, lui fa lo stesso e me lo spiaccica in faccia.
Boccheggio per qualche secondo e prendo il tovagliolo che avvolgeva il panino, pulendomi.
Lui si allontana di qualche centimetro e poi si mette a correre.
Mi alzo e lo rincorro fra le bancarelle, in cerca di vendetta.
Ad un tratto lui si blocca, facendomi sbattere contro la sua schiena.
«Ti odio.» dico affannata per la corsa.
Lui ridacchia e prende una felpa grigia. «Cazzo, quant’è bella!»
La guardo. «Non ci posso credere!» esclamo, indicando la scritta.
«Non ti sentiresti figa ad andare in giro questa felpa?» mi chiede lui, sorridente.
«Niall, c’è scritto‘I’m Irish, bitches.’!»
Lui fa le spallucce. «Infatti. Dai, compriamola!» mi prega, euforico.
Butto la testa indietro e rido. «Va bene.» prendo la mia misura e la porgo a Niall, che paga entrambe le felpe.
«Dovrei imparare a dire di no alle tue cazzate.» dico, coprendo poi le labbra dopo la parolaccia.
«Awn, la mia presenza fa già effetto.» mi avvicina a lui, circondando la mia schiena col suo braccio.
Lo allontano e roteo gli occhi, divertita ed infastidita allo stesso tempo. «Ma smettila!»
 
 
«Allora, uno.» inizia a contare Niall dalla parte opposta della porta. «Due, tre.» apre la porta, velocemente.
Faccio un passo indietro e lo fisso, scoppiando subito in una fragorosa risata.
Lui fa lo stesso, tenendosi la pancia. Il viso gli si colora leggermente, mentre si piega in due dalle risate.
Mi mordo il labbro. «Non andrò mai con in giro con questa, sappilo.» dico, indicando la felpa che ho addosso.
Lui si calma e, ancora con i palmi appoggiati sulle ginocchia, mi fissa. «Ne sei sicura?» chiede retorico, imprimendo le labbra divertito.
Il campanello suona, così corro ad aprire.
«Chi-» sto per domandare, ma resto senza parole. «Cosa ci fai qui?» sussurro senza fiato in gola.



Bonjour!
Prima di tutto, mi scuso per eventuali errori come sempre.
Quindi, ricapitolando:
-Niall non ha un lavoro e Zoe lo rassicura.
-La felpa è fjkdgbw, io la comprerei assolutamente AHAHAH.
-Secondo voi chi è alla porta? Voglio mettervi alla prova. (?)*faccina malvagia*
Spero vi piaccia, davvero.
Argomenti al di fuori del capitolo e della storia:
Avete preso Believe Acoustic? Aspettate.. questa è la sezione 'One Direction' AHAHAHAH.
Va be', ci sarà sicuramente qualche Belieber, dai c: lol.
Poi.. IL NUOVO SINGOLO DELLA DEMS, io muoio.
A Marzo ci stanno troppe cose kfjdbgk.
Va be', adesso vi saluto bellissime kjfbgks.
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, zaaao c:.
@xhemakesmehappy su twittah, yo jksfbgks.
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