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Autore: Iris_R_Chaucer    13/02/2013    0 recensioni
Un viaggio per una destinazione che le cambierà la vita.
Il suo nome è Michelle Duval.
E questa è la sua storia.
Un artista famoso in tutta Italia dal carattere burbero e scontroso.
Una ragazza allegra e spensierata, il cui sogno è dedicare la propria vita all'arte.
Una convivenza non sempre troppo semplice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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« Messere Michelangelo, io Michelle Duval la prego di diventare il mio maestro. Mi insegni tutto quello che sa riguardo la scultura e la pittura, per favore!».
Un plateale silenzio calò nella stanza. Michelle guardava l'artista con aria audace, le mani appoggiate sugli esili fianchi e un enorme sorriso dipinto sulle labbra più che convinta che la risposta che Michelangelo le avrebbe dato sarebbe stata affermativa.
Dal canto suo l'artista non riusciva a capire se la ragazza che gli stava di fronte fosse seria o se tutta quella situazione si trattasse di un allegro scherzo partorito dalla propria mente stanca...
No, era tutto vero.
«Tu mi stai chiedendo di prenderti come... allieva?» domandò giusto per avere la conferma di aver capito bene.
La giovane annuì freneticamente con la testa mentre il sorriso sulle sua labbra si fece, se possibile, ancora più grande.
Michelangelo tornò a sedersi alla sua scrivania spostandosi qualche foglio da davanti e facendosi quel poco di spazio che bastava per appoggiarvi sopra i gomiti «Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Tu, giovane ragazza, vorresti che io ti rendessi partecipe del mio sapere? Sai vero che le donne non possono svolgere questo genere di mansione? Sei consapevole del fatto che si comincia in tenera età a lavorare con le mani? Non mi è possibile accettare la tua proposta, e anche se lo fosse io non lo farei di mia scelta. Ora se non ti dispiace vorrei tornare al mio lavoro, ti pregherei quindi di andartene» l'espressione dipinta sul volto dello scultore mostrava la sua fermezza su quelle parole che aveva appena pronunciato. Non avrebbe cambiato idea per nessun motivo, e Michelle purtroppo se ne rese duramente conto, ma, quasi come Michelangelo, anche lei era testarda e non si sarebbe arresa così facilmente «La prego Maestro, mi dia una possibilità. Sono cresciuta in mezzo all'arte, potevo osservarla ma non ricrearla e non può immaginare quanto per me sia stato terribile. Studio l'arte della pittura e del disegno da quando ero piccola, da sola, non ho mai avuto la fortuna di avere un maestro, una guida. È per questo che oggi sono qui d'innanzi a lei e al suo smisurato genio. Amo l'arte, amo il bello delle cose e amo rappresentarle secondo ciò che il mio occhio percepisce. Le chiedo solo di vedere un mio dipinto e poi potrà decidere. Non mi reputi inadatta solamente per il mio aspetto femminile».
Il cuore di Michelle batteva all'impazzata e il silenzio era tale che sicuramente anche l'uomo seduto a qualche metro da lei lo poteva udire.
Sarebbe riuscita a convincerlo? Avrebbe acconsentito nel vedere un suo dipinto per giudicare così la sua dote?
Il respirò le si mozzò in gola quando vide Michelangelo sospirare e alzarsi nuovamente dalla sedia. Le si fece vicino e la squadrò per qualche istanto cosa che la agitò maggiormente.
«E sia. Ma dovrai realizzare il dipinto in una giornata e dovrai farlo davanti a me. Torna qui domani alla stessa ora. Troverai pronta tela, colori, pennelli e soggetto. Sappi solo che se diventerò il tuo maestro dovrai imparare anche a scolpire, arte che io reputo decisamente più importante della pittura. Ora va, e non voglio ripetertelo nuovamente». Michelle non potè credere alle sue orecchie. Un sorriso tornò a fare breccia sul suo volto mentre il cuore sembrava voler quasi saltare fuori dal petto e finire in mano all'artista « La ringrazio con tutto il cuore, Messere Michelangelo. La ringrazio davvero!» Gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia, ma, con fatica, riuscì a trattenerle.
Michelangelo le lancià un'ultima occhiata ma non aggiunse altro, si voltò e si allontanò dalla giovane dirigendosi, questa volta non allo scrittoio ma ad una delle grandi finestre che davano sulla piazza. Le mani strette dietro la schiena e lo sguardo perso a contemplare la vita del giorno.
La ragazza lo fissò per un ultimo istante, poi imboccò le scalette che l'avevano portata al piano di sopra e abbandonò la bottega del Genio ritrovandosi in pochi istanti nella grande piazza soleggiata di Firenze.
Alzò le braccia al cielo e si lasciò sfuggire un grido di gioia, ormai era fatta. Il suo sogno stava per realizzarsi.

Michelangelo rimase a quella finestra per alcuni minuti, fino a quando non vide la giovane dai capelli fiammeggianti giungere in piazza ed esultare.
Non riuscì a trattenere un sorriso, cosa assai strana per la sua persona, che si dipinse sulle sue labbra illuminandogli lo sguardo.
Quella giovane lo incuriosiva. Era la prima volta in tutta la sua vita che incontrava una ragazza così fortemente appassionata all'arte. Non era consueto vedere una femmina darsi alla pittura o alla scultura, nè tra le donne del paese nè tra quelle nobili. Le prime lavoravano troppo per riuscire a vivere, le seconde, invece, lavoravano troppo poco poiché a mantenerle ci pensava il ricco uomo che avevano avuto in marito o la ricca famiglia nella quale avevano avuto la fortuna di nascere.
Portò lo sguardo al cielo terribilmente limpido e constatò che era decisamente giunta l'ora di rimettersi al lavoro.
Abbandonò il suo piccolo studiolo e si diresse al piano di sotto dove l'imponenete statua del David a cui stava lavorando attendeva di essere finita.
Osservò il suo lavoro per qualche secondo, il marmo bianco riluceva e la figura che nasceva da esso pregava l'artista di essere portata a termine.
Nonostante la scultra fosse scolpita solo per metà, Michelangelo già vedeva l'intera opera finita. Davanti a lui non vi era un pezzo di marmo bensì una creatura viva in grado di parlare, di muoversi, di respirare e di vivere nei secoli. Abbozzando un sorriso davanti a tanta maestosità afferrò il martello e lo scalpellino e si mise al lavoro in attesa del giorno seguente, curioso di vedere se la testardaggine di quella ragazza era forse giustificata da un ben nascosto talento o se era una delle tante persone viziate capace solamente di dar aria ai propri pensieri.


  
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