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Autore: Nitor_Thryside    13/02/2013    2 recensioni
Riuscirà il mitico James Potter a conquistare la bella Lily Evans? Scopritelo con tante risate in questi 10 capitoli che vedranno il povero 'Innamorato Sventurato' protagonista e idiota indiscusso.
#1: Mazzo di fiori
#2: Torta al cioccolato
#3: Biblioteca
#4: Felix Felicis
#5: Partita di Quidditch
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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«Come sarebbe a dire che le hai regalato dei Crisantemi di Fuoco!?»
«Sono nei guai, non è vero, Lunastorta?»
«Puoi dirlo forte, Ramoso!»
«Non è possibile! Non puoi essere così cretino! La Evans non può farti questo effetto!»
«Felpato, se non la smetti di latrare a quel modo ti scuoio vivo!»
«Oh ma davvero!?»
«Sì, lo giuro sul Boccino d’Oro.»
«Allora devo preoccuparmi!»
«Io non me la riderei così tanto, brutto cagnaccio che non sei altro!»
«Cagnaccio a me!? L’unico, meraviglioso ed inimitabile Sirius Black!? Ti faccio vedere io, Bambie!»
«Ragazzi, piantatela!»
Questa, più o meno, era la situazione nel dormitorio di Grifondoro, dove due Malandrini stavano facendo imbestialire un pericoloso Licantropo prossimo alla trasformazione e disperare un grassottello Animagus che cercava di completare la difficile relazione sulle molteplici funzioni di un Bezoar.
Sirius e James guardarono Remus come se lo vedessero per la prima volta, poi lo reputarono non importante e tornarono ad azzuffarsi.
Quando Peter strillò come una femminuccia per via di un libro che gli aveva quasi fracassato il cranio, il Lupo Mannaro pensò di dover intervenire prima che quei due finissero davanti al tribunale del Ministero per sbaglio. Un levicorpus sibilato tra i denti e i due poveri sventurati si ritrovarono a fare a botte a testa in giù.
Remus roteò gli occhi e agitò la bacchetta davanti ai loro nasi con aria minacciosa. «Se non la smettete subito vi rovino le vostre belle facce.»
La minaccia sortì il suo effetto e gli Aminagi ammutolirono all’istante, cosicché ottennero di essere malamente rimessi a terra. Gli occhiali di James si spezzarono e il ragazzo fu costretto ad aggiustarli con la magia, Sirius imprecò poco finemente e giurò vendetta per la prossima luna piena.
«Ma seriamente, Rem, perché i crisantemi non andavano bene per la Evans?» chiese Ramoso.
Il chiamato in causa era sull’orlo della crisi isterica. «Primo: provocano orticaria. Secondo: simboleggiano il dolore. Terzo: erano Crisantemi di Fuoco, e quando i loro petali entrano in contatto con la pelle umana si accendono e ti bruciano vivo. Necessiti altre spiegazioni?»
«E allora? A me sembravano perfetti per lei: sono belli, rossi e potenzialmente mortali.» rispose il Boccinofilo annuendo con l’aria di chi la sa lunga.
«Non ha tutti i torti.» disse Felpato indicando l’amico. Remus non poté che dargli ragione, in effetti non erano state poche le volte in cui il Malandrino era ritornato in dormitorio con una serie di fratture multiple manco fosse stato preso di mira da dieci Bolidi in una volta sola.
«In ogni caso ho bisogno di un altro consiglio, insomma, Evans deve diventare mia moglie! Qualche suggerimento?»
«Prova a regalarle un dolce.» mormorò timidamente Peter.
«Sai, Codaliscia: a volte penso che il tuo amore morboso per il cibo sia secondo solo a quello di mia cugina Bellatrix per lo sciampo Garnier Ricci Perfetti.»
I Malandrini si voltarono tutti scandalizzati verso Sirius, che ora aveva una mano davanti alla bocca, nessuno sapeva se per tapparla o per nasconderne il ghigno. «Questo non dovevo dirlo...» bofonchiò con aria da enorme cane nero bastonato.
«Whoa!» esclamò James. «Anche tua cugina utilizza il Garnier!? Io l’avevo detto che sotto la sua scorza da acida, asociale e sadica di Serpeverde si nascondeva una ragazza intelligente.»
«Come sarebbe a dire ‘anche’?» rimbrottò Lunastorta, sgranando ancora di più gli occhioni azzurri.
«Io uso il Garnier Capelli Ultra Sparati A Caso Con Aria Terribilmente Sexy.» rispose il Cercatore, scompigliandosi ancora di più la chioma corvina.
«No! Devi prestarmelo a tutti i costi, Ramoso!»
«Ma certo, Felpato, vecchio mio.»
I due fratelli acquisiti si abbracciarono simulando lacrimucce di commozione, poi l’attenzione dell’occhialuto tornò tutta su Peter, che nel frattempo era rimasto fermo con una mano in una scatola di Gelatine tutti i gusti + 1 – la mia scatola di Gelatine tutti i gusti + 1, puntualizzò Sirius – e l’altra a stringere un flacone con la scritta ‘Garnier Ultra Dolce Per Un Biondo Cenere Come Non L’Hai Mai Visto’.
«Dicevi del dolce?» gli chiese Ramoso.
Codaliscia scrollò le spalle. «Preparale una torta al cioccolato, sono sicura che sarà contenta.»
«Geniale!» fece James, battendosi il pugno sul palmo.
Neanche due minuti dopo – alle due di notte, c’è da dire –, i Malandrini al completo erano sotto il Mantello dell’Invisibilità, diretti a rompere le pluffe ai poveri elfi domestici della cucina.
Permettetemi di risparmiarvi le duecentottantasei padelle che volarono quella sera in faccia ai poveri ragazzi, la scena sarebbe troppo umiliante, e di saltare direttamente al momento in cui il nostro Ramoso si ritrovò davanti scodelle, ingredienti e ricettario cercando di capire se prima doveva infornare un contenitore vuoto, o cominciare rompendo le uova in testa ad uno sghignazzante Felpato. Il Cervinomane imprecò in aramaico antico contro quel grandissimo genio (e non si tratta di Remus... forse) che gli aveva detto che il cibo preparato con la magia faceva schifo e che, in quel modo, la Evans l’avrebbe solamente mandato al Ministero della Magia.

Due ore dopo...
«Codaliscia, con tutto il rispetto, ma è la quindicesima volta che stampi la tua impronta facciale sulla torta. È bella quanto vuoi, anche se mai come la mia, ma non posso passare il resto della vita a fare torte perché tu sei tanto imbranato da spiaccicartici sopra tutte le volte che riesco ad ottenere qualche risultato decente.»
Peter si fece, letteralmente, piccolo piccolo e sparì sotto forma di topo sotto qualche scaffale. Un elfo domestico che si stava assicurando che non facessero esplodere niente lo guardò sconvolto, però non proferì parola per evitare di doversi punire buttandosi giù dalla Torre di Astronomia.
Sirius non si accorse di nulla e continuò beatamente a russare della grossa, mentre Remus decise che nulla era più importante del barattolo di cioccolato che stava svuotando.
«Porco Marciotto!» imprecò James. «Ora devo ricominciare daccapo!»
L’elfo schioccò le dita e pulì per l’ennesima volta il disastro combinato dai due inetti con un sonoro sbuffo.
Bambie si rimboccò le maniche e riprese a rompere il trentaseiesimo uovo nella scodella, a rovesciare il terzo sacco di zucchero e il quinto scatolo di cacao in polvere e a mescolare il tutto con l’ultimo – su ventotto – sbattitore.
Questa volta, senza Peter ad inciampare per sbaglio nell’intruglio, la futura torta riuscì ad essere infornata in un contenitore a forma di cuore. Devo dirlo che il Boccinfilo aveva confuso le scorze di limone con il pepe?
Vabbé, resta il fatto che, dopo il serio rischio di far bruciare il primo di sedici tentativi riuscito decentemente, venne la volta di affogare il dolce nel cioccolato, nella panna e nelle fragole. Assurdo da dire, il risultato alla fine aveva anche un aspetto decente.
Alle sei del mattino, poco prima del suono della sveglia Babbana di Remus, tutti e quattro i Malandrini erano di nuovo sdraiati nei loro baldacchini cercando di riprendere sonno.
Inutile dire che si ritrovarono scaraventati giù dal letto dall’affare infernale sopracitato senza che avessero anche solo il tempo di ringraziare Merlino per non essere stati scoperti da Gazza con una scatola in mano contenente una torta a forma di cuore con la scritta ‘alla mia meravigliosa Evans’ al centro.
Quando Frank si alzò sbadigliando e li vide con le occhiaie grandi come le buste della spesa di casa Black (sì, la famiglia di Sirius si dava alla pazza gioia quando i figli non erano in casa), assunse un’espressione corrucciata che avrebbe fatto invidia ad Aristotele quando stava per sparare a caso quella che poi sarebbe divenuta una citazione talmente famosa da essere ripetuta ancora a distanza di millenni dalla sua morte. Okay, decisamente la presenza di un Lupo Mannaro sgobbone al loro fianco era pericolosa per la loro salute, pensò James quando scoprì di stare formulando considerazioni del genere sulla faccia dell’amico. Sarà il sonno, si disse per rassicurarsi.
Mise la scatola della torta nel suo baule, sperando che a Felpato non fosse venuta in mente l’idea di sedercisi sopra – o, per intenderci, l’avrebbe cruciato fino alla fine dei suoi giorni – e andò a farsi bello per Lily.
Era certo che stavolta l’avrebbe conquistata.

Nella Sala Grande, Lily Evans si inanellava una ciocca di capelli rossissimi attorno all’indice, cercando di decidere cosa prendere per colazione. Alla fine optò per la solita tazza di latte accompagnata dal pane, burro d’arachidi e marmellata; mentre finiva il suo succo d’arancia e mordicchiava la cannuccia, si sporse verso Alice, tutta intenta a divorare, nel vero senso della parola, il libro di Trasfigurazione.
«Ehm... Al? Mi spiegheresti perché stai mordendo con così tanta foga il capitolo sugli Animagi?»
L’agguerrita Cacciatrice la guardò con aria truce. «Per colpa di questo capitolo ho preso una A allo scorso tema, è una cosa che non posso accettare!» E riprese ad infierire con i denti sulle povere pagine.
Lily valutò se darsela a gambe e trovarsi un’amica più normale, sfogare la sua paura prendendo a pugni Potter o tentare di parlarle civilmente. Decise di scegliere la terza opzione, anche se la seconda la tentò molto. «Accettabile non mi sembra un voto così scarso.» disse.
«In Trasfigurazione non ho mai preso meno di O! E comunque devo tenere dei voti altissimi, se voglio diventare Auror.»
Solamente l’arrivo del bonaccione e amabile fidanzato Frank Paciock la calmò, ma sfortunatamente per Lily, la sua presenza lì annunciava anche quella dei Malandrini.
James e Sirius sfilarono in mezzo ai tavoli con aria di divinità scese in terra, il primo con in mano una scatola bianca, il secondo con un flacone di Garnier Capelli Da Far Svenire Ogni Ragazza Umana E Non Sulla Faccia Della Terra.
Ma che diavolo...!? pensò la rossa con un sopracciglio inarcato.
Le altre studentesse non dovevano condividere la sua opinione, perché ridacchiarono civettuole e cominciarono a cantare lodi per i due.
Fortuna volle che la Grifondoro incontrasse lo sguardo pacato di Remus prima che i suoi istinti omicidi avessero la meglio.
Salutò l’amico e lo vide defilarsi assieme a Sirius e a Peter fino a raggiungere il capo opposto del tavolo.
Molto strano...
Una zazzera corvina e un paio di spropositati occhiali tondi le si pararono davanti prima che potesse pensare altro.
«Potter.» sibilò.
«Ehilà Evans!» rispose lui gioviale. «Ti va di fare due chiacchiere prima che io vada a provocare infarti vari alle ragazze con gli allenamenti di Quiddich?»
«Preferirei farmi baciare da un Dissennatore .» rispose lei, acida manco avesse inghiottito un limone.
Il Boccinofilo parve piuttosto deluso. «Non lo trovi un po’ eccessivo?» fece, sporgendo il labbro. «Io volevo solo farti un regalo.»
«Come quello di due giorni fa?»
«Ma dai Evans, pensavo ti sarebbero piaciuti!»
«I fiori dei cimiteri mi sarebbero piaciuti!?»
James si spaventò al tono alterato della sua voce, ma Morgana, a quanto pareva, non l’aveva dotato dell’intelligenza necessaria che l’avrebbe portato a scappare a gambe levate dallo Schiantesimo che stava per colpirlo.
«Ma erano così belli...»
Lily lo mandò poco carinamente al Ministero della Magia e tornò ad imburrare la sua fetta di pane, sperando di poter continuare in santa pace la sua colazione e di non essere costretta ad andare a lezione con i capelli in piedi per via del nervoso.
«Ma non lo vuoi proprio il mio regalo?» La rossa inarcò le sopracciglia. «Fammi indovinare: un altro kit da ragazza pon-pon Babbana trovato su qualche rivista di Black?»
Lui si portò una mano alla nuca e, evento più unico che raro, si scompigliò i capelli. «È successo al secondo anno...» tentò di giustificarsi.
Lei sbuffò.
«Posso dartelo?»
«Potter, mi giuri che se me lo prendo te ne vai in Alaska sulla tua amata Firebolt?»
L’idiota annuì come un cagnolino, così la ragazza si convinse che accettare la scatola bianca era l’unico modo per levarselo dai piedi.
Quando l’aprì e lesse la scritta che vigeva al centro di un cuore bianco, nero e rosso, avvampò al punto che, se non fosse stato per gli occhi verdi, il suo viso si sarebbe confuso con i capelli. Poi, quando connesse che sulla torta c’erano delle fragole, prese Potter per i capelli e gli sbatté la faccia al centro del cuore con un sonoro splat.
«Sono allergica alle fragole, Potter.»

Sirius vide la scena mentre si spazzolava via l’ennesima porzione di uova e pancetta, e per poco non si strozzò per le risate.
«Secondo tentativo fallito, Rem?» chiese all’amico.
«Secondo tentativo fallito, Sir.»




***






NdA
Eccomi qui con il mio secondo capitolo :D
Mi sento realizzata, questo è il primo secondo capitolo che scrivo, visto che fin'ora ho scritto solo one-shot, e l'idea quasi mi commuove :')
Ma vi ho mai detto che adoro i Malandrini? Insomma, nessuno si fa prendere per il didietro meglio di loro!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Poscio chiedervi di lasciare una recenscione picciola picciola? *sguardo da lunastorta troppo cuccioloso*
Comunque ringrazio darkmagic31, Deborah_poesie_ e Liz_Potter96 per aver messo la storia tra le seguite e francistellina per averla messa tra le ricordate, vi lovvo(?) troppo ^_^
Spero di avervi fatti divertire, grazie a quelli che leggeranno, spero che abbiate la santa pazienza di raggiungere anche il prossimo capitolo,
bacioni :*
  
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