Capitolo 1.

Mi svegliai di soprassalto, il cuore che batteva velocemente e il profondo senso di inquietudine che il sogno mi aveva lasciato. O meglio, l’incubo. Per quanto provai a ricordare non riuscivo a mettere a fuoco ciò che mi aveva così turbata. Solo una voce lontana di qualcuno che urlava il mio nome.
-Evelyn stai bene?- chiese mio fratello sulla soglia della mia stanza.
-Sì, ho solo avuto un terribile incubo.- dissi, riuscendo a sorridergli.
-Cosa ti porta qui così presto?- aggiunsi, notando che il sole non era ancora sorto.
-Devo parlarti di una cosa importante.- il tono serio con cui mi rispose mi mise in allerta, permettendomi così di accantonare l’angoscia che l’incubo mi aveva lasciato.
Mi sistemai meglio accanto a lui, che si era seduto ai piedi del grande letto. Rimasi in silenzio in attesa di sentire cosa aveva da dirmi.
Poi parlò. E quel momento non potrò mai dimenticarlo, ancora così vivo nella mia memoria.
-Dama Galadriel mi ha chiesto di comandare un’armata che raggiunga gli uomini di Rohan al Fosso di Helm. Verranno presto attaccati dagli Uruk di Saruman.
-Cosa le hai risposto?- chiesi stupidamente, sapendo già la risposta.
Lui si limitò a guardarmi negli occhi, sorridendomi.
-Oh Haldir!- mormorai, abbracciandolo con forza.
-Verrò con te!- aggiunsi decisa.
-No! Non sei costretta, voglio saperti qui al sicuro.- si allontanò da me, alzandosi in piedi. Visibilmente irritato.
-Non puoi impedirmelo.- dissi semplicemente.
-Certo che lo so, ma non puoi impedirmi di essere in ansia per te.
-Sarò al tuo fianco, questo è ciò che conta. Quando partiamo?
-Oggi, con il sorgere del sole dovremo essere già in marcia. E stanotte arriveremo al Fosso.
-Legolas, Aragorn e Gimli sono là, vero?- chiesi, ripensando al loro arrivo nei boschi di Lòrien insieme al portatore dell’Anello.
-Sì. E hanno bisogno del nostro aiuto. Rohan è da sola. Non sopporterebbero l’attacco delle armate di Saruman.
-Per questo motivo dobbiamo partire il più presto possibile.- aggiunsi io.- Mi devo preparare, Haldir.
Mi baciò delicatamente la guancia, per poi uscire dalle mie stanze.
Preoccupata, emozionata e felice allo stesso tempo mi alzai dal letto, avvicinandomi al grande specchio che occupava la parete accanto alla finestra.
Avrei seguito Haldir in qualsiasi missione la Dama gli avrebbe affidato. Era mio fratello e lo amavo più della mia stessa vita. Così simili e comunque così diversi eravamo parte di una cosa sola.
Niente avrebbe potuto separarci.
 
Mi guardai allo specchio, raccogliendo due ciocche della mia chioma dorata in due piccole trecce per poi legarle insieme dietro la nuca. Avrei indossato più tardi la divisa da soldato che al momento si trovava in armeria.
Contro il muro di una parete della stanza era poggiato il mio arco, con accanto una faretra carica di frecce.
Me l’aveva donato Legolas di Bosco Atro molto tempo fa, amico di vecchia data.
Poi ad un tratto una certa inquietudine mi pervase quando mi accorsi di aver iniziato a pensare al Principe, la stessa che avevo provato questa mattina al mio non così piacevole risveglio.
Come per scacciare questi pensieri poco graditi scossi la testa.
-E’ giunto il momento.- mormorai alla mia immagine riflessa.
 
-Quello è il famoso Fosso di Helm.- mi disse Haldir quando in lontananza si iniziò ad intravedere la fortezza tra le montagne.
-Riparo sicuro per molte battaglie, ma questa volta ho il sentore che sarà solo una grande trappola mortale.- risposi guardando mio fratello negli occhi.
-Perché così preoccupata?- chiese tranquillo.
-Non sono preoccupata per me, dovremo stare sempre vicini. Non lasciarmi.
-Certo! Non ho la minima intenzione di lasciarti uccidere tutti gli Uruk da sola, sorella mia.
Gli sorrisi, anche se non ero molto convinta.
Quando iniziammo a suonare il corno per segnalare il nostro arrivo potemmo sentire un certo fermento tra le mura della fortezza, come se fossimo portatori di nuove speranze.
Le porte principali ci furono aperte, permettendoci così di percorrere tutti i livelli che alla fine portavano nella piazza principale dove aveva sede la dimora del Re.
Theoden stesso si presentò a noi circondato da altri uomini, sorpresi anch’essi dal nostro arrivo.
Scese le scale e si avvicinò ad Haldir.
-Come è possibile?- chiese rivolto a mio fratello, ma lanciando sguardi di stupore a tutti noi.
-Vi era un’alleanza, un tempo, tra elfi e uomini. Siamo qui per onorare questa alleanza.- rispose solenne Haldir.
Dalla cima delle scale sbucarono finalmente Aragorn, Legolas e Gimli.
I tre membri della Compagnia scesero velocemente per raggiungerci, felici della nostra venuta.
-Siete più che benvenuti!- esclamò Aragorn abbracciando Haldir.
Legolas mi si avvicinò.
-Sei venuta anche tu, Evelyn.- non riuscii a capire se era contrariato o felice di vedermi. Il suo solito tono enigmatico che non lasciava trasparire nulla.
-Non potevo mancare, Legolas.- risposi sorridendo.
-Quello che il Principe qui cerca di dire è che siamo lieti di avervi al nostro fianco, mia Signora.- si intromise Gimli.
-E io sono felice di potarvi l’aiuto del mio popolo.- gli posai una mano sulla spalla in segno di ringraziamento. Al mio tocco borbottò qualcosa imbarazzato. Che razza strana i nani! Per quanto potessi non aver mai provato grande simpatia per loro, in Gimli avevo notato un’anima coraggiosa e forte, non potendo non apprezzarlo.
-Forza, dobbiamo mostrarvi il Fosso e schierare le vostre utili forze. Abbiamo molto da fare!- disse Aragorn rivolto a noi elfi.
Guardai Legolas con aria interrogativa. Aveva lui il comando del Forte?
-Ha preso in mano lui la situazione.- mormorò l’elfo, cogliendo il mio sguardo.
Guardai in direzione del Signore dei Cavalli che concordò con Aragorn di riposizionare i soldati.
-Sul suo viso noto segni di stanchezza e altro…che non riesco a capire.- dissi a Legolas.
-Saruman ha avuto il controllo della sua mente per molto tempo, con il nostro arrivo e la magia di Gandalf finalmente è stato liberato.- rispose subito lui.
-Gandalf? Dov’è? Non lo vedo!- chiesi, guardandomi intorno cercando il mago di bianco vestito.
-Non è venuto con noi, ha cercato aiuto in Eomer. Nipote del Re. Con la sua compagnia erano diretti a Nord. Non sono sicuro che riusciranno ad arrivare in tempo per la battaglia. Per nostra fortuna siete arrivati voi.
-Ammettilo che sei felice di vederci!- lo incalzai io.
Eravamo diretti in armeria e lui si fermò per guardarmi.
-Con voi avete portato nuova gioia e speranza nei cuori di questi uomini.- stavo per parlare ma lui continuò- non per questo motivo era necessaria la tua presenza.
Rimasi per un momento interdetta alle sue parole.
-Lo sai che dove va Haldir, vado io. Non potevo non venire. E voglio ricordati che faccio parte della guardia di Lòrien. E’ mio dovere essere qui.- risposi risentita.
-Avevi detto che saresti partita dai Porti Grigi.- il suo tono era eccessivamente scontroso per i miei gusti.
-Non ora, certamente! Ti avevo detto che un giorno, forse, avrei lasciato queste terre.
-Sei e sempre rimarrai un mistero per me! Capire i tuoi pensieri è una vera battaglia!- detto questo se ne andò lasciandomi insieme a Gimli.
Mi voltai sorpresa verso il nano.
-Ultimamente si lascia andare allo sconforto. Non che riesca a capirlo, certo.- disse alzando le spalle.
-Meglio lasciarlo per conto suo allora. Andiamo Gimli, mostrami l’armeria.
Dire che lo scontro con Legolas non mi aveva turbato sarebbe una menzogna ma ora non era il momento di pensare a certe cose.
Ma prima o poi avrei dovuto confrontarmi con lui.
 
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Buongiorno cari lettori!
Eccomi con un nuovo esperimento sul SdA! Sarei molto felice di sapere cosa ne pensate! Sono aperta a qualsiasi tipo di critica quindi non esitate a lasciare un commento!
Colgo l’occasione per ringraziare Nina__97 per la recensione che ha lasciato nel precedente capitolo! Grazie di cuore <3
Bien! Quello che avevo da dire l’ho detto! *.*/
Buon SanValentino a tutti ;D
A presto!
Kchan