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Autore: sberio    15/02/2013    5 recensioni
Una Bella fisioterapista ed un Edward suo paziente alle prese con un problema di amnesia. Riuscira' lui a ricordare la loro breve ma intensa storia d'amore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Il fatidico giorno era alla fine arrivato. Questa sera ci sarebbe stato il tanto atteso galà durante il quale sarebbe stata annunciata ufficialmente la nomina di Edward come presidente del nuovo polo finanziario.
Si stavano ultimando gli ultimi preparativi affinché tutto fosse perfetto. Ci sarebbe stata la stampa a documentare la serata e la sorveglianza sarebbe stata alquanto stretta.
Quel pomeriggio Bella seguì un ultima lezione nella quale delinearono la struttura della nuova società che stava nascendo e Bella si rese conto che Edward sarebbe stato da quella sera in poi, uno degli uomini più potenti e in vista del paese. Ovviamente le responsabilità a cui avrebbe dovuto far fronte sarebbero state proporzionali alla notorietà e all’importanza che avrebbe raggiunto.
Bella cominciò a chiedersi come sarebbe stata accolta la sua presenza a fianco ad Edward quella sera. Sicuramente sarebbe stato uno scoop che avrebbe fatto il giro del paese in poco tempo. Quali sarebbero state le conseguenze? Avrebbero danneggiato Edward in questo momento delicato? Lui sembrava non preoccuparsene, anzi le aveva fatto capire quanto fosse per lui importante averla al suo fianco quella sera e lei certo non si sarebbe tirata indietro.
Come era accaduto la sera precedente, Bella si ritirò nella sua camera per prepararsi e ci rimase fino a quando non si fece ora di scendere nella sala ricevimenti. Edward le aveva detto che si sarebbero incontrati direttamente nel salone e che insieme avrebbero raggiunto il loro tavolo.
Era ormai ora di andare, quando Bella sentì bussare alla sua porta. Andò ad aprire e si ritrovò James davanti.
“Ciao Bella”
“Ciao James”
“Complimenti, sei davvero splendida stasera”
“Grazie James, come mai sei qui?”
“Volevo scusarmi per ieri sera. Non mi sono comportato bene, ma ti assicuro che ho detto quelle cose solo perché ero preoccupato per te. Ma ora capisco che non erano affari miei”
“Grazie James, lo apprezzo. Mettiamoci una pietra sopra e non parliamone più”
“Ok. Allora, ti serve un cavaliere per la serata?”
“Io…grazie…ma ne ho già uno”
“NO….non dirmi che è Masen! Ma sarai sotto i riflettori per tutta la sera…sei sicura che è quello che vuoi?”
“Si James, sono sicura”
 “Ma ti staranno addosso tutti, lo capisci che da oggi in poi la tua vita sarà di dominio pubblico?”
“James, sbaglio o mi avevi appena detto che non erano affari tuoi?”
“Ok…Ok, hai ragione, non dirò più nulla. Almeno permettimi di accompagnarti giù nella hall”
“Va bene. Prendo la borsa e il cellulare e andiamo”
Bella rientrò in camera seguita da James.
“Vado un attimo in bagno” disse lei
“Ti aspetto qui” rispose lui
In quel frangente, appena Bella chiuse la porta, James si guardò intorno e vide sul tavolino in camera il cellulare di Bella. Non ci pensò due volte e lo afferrò, tolse la suoneria e se lo infilò nella tasca della giacca.
Bella uscì dopo pochi istanti, prese la borsetta e poi cominciò a guardarsi intorno.
“Tutto bene?” chiese lui
“Non trovo il cellulare…eppure ero sicura di averlo lasciato qui”
“Perché non lo fai squillare? Tieni ti pesto il mio” disse lui
Bella compose il numero e attese “squilla….ma non sento nulla”
“Forse non è in questa stanza…forse lo hai dimenticato da qualche altra parte”
“Potrebbe essere…ma dove?”
“Dove sei stata oggi?”
“Ho seguito il seminario conclusivo nel primo pomeriggio e poi sono venuta direttamente qui”
“Bè allora potremmo passare a dare un’occhiata all’aula del seminario. Magari lo hai lasciato lì”
“Mi sembra molto strano ma…ok, tentar non nuoce”
Ed entrambi si incamminarono verso la zona aule che era situata nel seminterrato.
Arrivarono davanti l’aula, ovviamente deserta, e Bella entrò, mentre James si fermò sulla soglia, appoggiandosi con la schiena alla porta e mantenendola così aperta.
Bella si diresse verso il banco che aveva occupato quel pomeriggio e guardò sotto di esso ma non trovò nulla.
“James, ti dispiace fare il numero?”
“OK…aspetta….sta squillando”
“Direi che qui non c’è” aggiunse Bella “non lo sento suonare”
“Senti Bella, vado un attimo a vedere se trovo il custode…magari lo ha trovato lui” le rispose James e si mosse lasciando che la porta si richiudesse.
“Lascia stare James” aggiunse Bella “lo cerco dopo, si sta facendo tardi” e si mosse verso la porta che nel frattempo si era richiusa. Quando Bella arrivò in prossimità di essa, spinse per uscire ma la porta non si aprì.
“James, James…che succede?” disse Bella “la porta...è bloccata”
“Bella non so cosa sia successo…ma non riesco ad aprirla….aspetta, vado a cercare aiuto” le rispose James dall’altra parte
“James, James…aspetta..” ma James era già andato via.
Bella cominciò ad innervosirsi, si stava facendo tardi, era bloccata lì dentro, senza neanche la possibilità di avvisare nessuno….l’unica speranza era che James tornasse al più presto.
Quando si accorse che erano ormai passati circa quindici minuti cominciò a preoccuparsi.
“Il galà sta per cominciare…che penserà adesso Edward non vedendomi arrivare? Devo trovare il modo di uscire da qui…ma come? Siamo in un sotterraneo, e non ci sono finestre…solo dei lucernari…ma sono alti”
Bella a quel punto decise di tentare il tutto e per tutto. Prese una sedia e la issò sopra uno dei banchi. Si arrampicò sopra e riuscì ad avvicinarsi ad uno dei lucernai….ma erano ancora alti e comunque troppo stretti per provare a passarci attraverso.
L’unica speranza era chiamare aiuto, sperando che qualcuno la potesse sentire, anche se ormai erano tutti nella sala ricevimenti.
Gridò e chiamò aiuto per quasi mezz’ora e ad un certo punto lo sconforto cominciò a prendere il sopravvento e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Nel frattempo, Edward era nel salone nei pressi del suo tavolo e continuava a chiamare sul cellulare di Bella, ma questo squillava sempre a vuoto. Aveva provato anche a chiamare in camera ma non aveva risposto nessuno. –Forse- si disse – la verità è che ci ha ripensato e non se l’è sentita di accompagnarmi….non posso biasimarla, forse le ho davvero chiesto troppo….e comincio a credere che non voglia rispondermi-
Era assorto nei suoi pensieri con una espressione alquanto sconfortata, quando Vittoria gli si avvicinò.
“Edward, sei l’uomo della serata…come mai questa espressione? Non dirmi che stai subendo la pressione del momento!”
“Io? No…” e diede un’altra occhiata al telefonino
“O forse stiamo aspettando qualcuno?” aggiunse lei “qualcuno che non è ancora arrivato…e che magari non se l’è sentita….”
Edward non rispose nulla, si guardò intorno e poi tornò a guardare il cellulare…ma niente.
“Senti Edward, forse è meglio così….non hai idea di come ci si possa sentire affianco a te stasera, hai gli occhi di tutto il paese addosso…ma d’altra parte non credo sia opportuno che il posto affianco a te rimanga vuoto….se vuoi posso sedermi io vicino a te…”e così dicendo si avvicino alla sedia affianco alla sua.
Edward stava per replicarle qualcosa quando l’orchestra cominciò a suonare, segno che la serata stava iniziando e dal palco il direttore dell’hotel diede il benvenuto a tutti e presentò subito il loro illustre ospite, invitando Edward a salire sul palco affianco a lui.
Edward fu preso in contropiede e dovette avvicinarsi al palco visto il lungo appaluso che si levò dall’intera sala. Vittoria dal canto suo, approfittò della situazione per sedersi al tavolo al posto che sarebbe dovuto essere di Bella.
Bella nel frattempo aveva continuato a chiedere aiuto ma invano. Nessuno era nei paraggi, segno che il ricevimento doveva essere già cominciato e lei, che avrebbe dovuto essere accanto all’uomo più importante della serata, invece era lì, rinchiusa in un aula nel seminterrato.
Era ormai trascorsa quasi un’ora….che avrebbe pensato Edward? L’avrebbe creduta o avrebbe pensato che in realtà era solo una scusa per nascondere la sua paura di uscire allo scoperto assieme a lui?
“NON E’ GIUSTO!!!” gridò ad un tratto con tutta la forza che aveva in corpo e subito dopo sentì una voce “Chi ha gridato? Chi c’è là?”
Oddio, Bella non ci poteva credere, qualcuno l’aveva sentita.
“Sono qui sotto!!! Vi prego aiutatemi, sono chiusa qui dentro!!!” gridò e dai lucernai si affacciò appena un uomo con indosso la divisa della sicurezza “Signorina ma che succede?”
“La prego mi aiuti, la porta è bloccata e io sono rimasta chiusa qui dentro”
“Aspetti, faccio il giro e vengo a vedere”
“Grazie! Grazie!” replicò Bella
Tempo pochi minuti e sentì bussare alla porta “Signorina?”
“Si, sono qui dentro, la prego mi aiuti…la porta è bloccata”
“Bloccata?” rispose l’uomo “veramente qui c’è solo una porta chiusa a chiave…aspetti che le apro” e così dicendo si sentì una sorta di serratura scattare e la porta si aprì.
“Signorina” disse l’uomo “state bene?”
“Si, grazie…è quasi un’ora che ero chiusa qui dentro…ma la porta non si era bloccata?”
“Assolutamente no….queste sono porte antincendio con apertura a spinta ma hanno anche un meccanismo di chiusura che si può azionare solo dall’esterno…ed infatti la serratura era stata attivata vede?” le mostrò l’uomo. Bella realizzò allora che quella di James era stata tutta una farsa, fatta apposta al fine di tenerla lontana dal galà….che gran figlio di….ma avrebbe fatto i dovuti conti con lui più tardi, adesso doveva correre da Edward, sperando che non fosse già troppo tardi.
Ringraziò ancora il vigilante e scappò via, senza curarsi di sciupare vestito o pettinatura.
Arrivò in prossimità della sala e subito un uomo della sicurezza le venne incontro. Fortunatamente aveva con se la borsetta che conteneva il suo pass personale. Lo mostrò e l’uomo le fece segno di accomodarsi.
Appena entrò nella sala, si accorse che tutti erano in silenzio e che avevano gli occhi puntati nella medesima direzione: lì sul palco c’era Edward che teneva il suo discorso.
Bella avanzò lungo il muro della sala cercando di dare poco nell’occhio e nel frattempo ascoltava le parole di Edward, ma stranamente il tono di voce era molto piatto. Non c’era entusiasmo in quello che diceva, era come se stesse recitando un discorso a memoria che obbligatoriamente doveva essere detto, eppure era il suo primo discorso da presidente di un imponente colosso finanziario.
Bella continuò ad avanzare fino a che si trovò in prossimità del palco. Ovviamente lì fu bloccata dalla sicurezza che non la fece andare oltre, ma era abbastanza vicina affinché Edward la potesse vedere, se solo si fosse girato nella sua direzione. Edward però continuava o a tenere gli occhi bassi o a guardare un punto indefinito davanti a se continuando nella sua litania, come se non gli interessasse minimamente cosa e a chi stesse dicendo quelle parole.
Ad un tratto però Edward volse lo sguardo e la vide. Lei lo salutò con la mano in modo discreto, solo per fargli capire che era lì.
Edward si azzittì per qualche istante fissandola e le persone cominciarono a guardarsi tra loro per capire cosa stesse accadendo. Poi Edward, lasciando tutti spiazzati, si aprì in un sorriso e ricominciò a parlare, ma questa volta con un tono del tutto diverso. Sembrava un’altra persona, cominciò a guardare negli occhi le persone e riprese il tono autorevole e carismatico che aveva sempre caratterizzato i suoi discorsi al pubblico, tanto che alla fine, quando ebbe concluso, si levò un lungo applauso e molti si alzarono in piedi.
A quel punto gli fu passato il registro su cui avrebbe dovuto firmare l’accettazione al suo nuovo incarico e il direttore gli fece le sue congratulazioni e invitò tutti a godersi la cena e pregò l’orchestra di cominciare a suonare.
Edward fu ancora applaudito e, mentre scendeva dal palco, molti gli si avvicinarono per stringergli la mano e per congratularsi, ma lui aveva un solo obbiettivo: andare da Bella.
Quando le fu vicino Bella gli andò subito incontro, gli sorrise e disse “Congratulazioni presidente. Scusa per il ritardo io…”
“Sei venuta!” la interruppe lui “L’importante è che ora tu sia qui” e la prese per mano “Mi concedi il mio primo ballo come presidente?”
“Certo” rispose lei “sarà uno scandalo lo sai vero?”
“Se proprio devo andare all’inferno tanto vale andarci in grande stile” e così dicendo fece roteare Bella al centro della sala e poi l’afferrò per i fianchi e si misero a ballare sotto lo sguardo stupito di tutti.
Incoraggiati dal loro gesto, pian piano anche altre coppie presero coraggio e si buttarono sulla pista a ballare.
Quando la pista si era ormai popolata, Edward si avvicinò all’orecchio di Bella e le disse “Sono così felice che tu alla fine sia arrivata….non sai cosa ho provato quando ti ho vista in sala”
“Oh Edward, non ho ancora avuto modo di spiegarti, mi spiace tanto di essere arrivata tardi ma…”
“Ssshh, non fa nulla. Posso immaginare che tu abbia avuto dei ripensamenti e infatti ad un certo punto ho smesso di chiamarti al cellulare perché non volevo pressarti nelle tue decisioni….ma ho sperato fino alla fine che tu ci ripensassi…e così è successo!”
“No...Edward aspetta, lascia che ti spieghi….io non ho mai avuto dubbi nel voler essere qui con te questa sera. E’ da un po’ che cerco di dirtelo. “
“Che vuoi dire?”
“Che stasera mi è successo di tutto! Stavo per uscire dalla mia camera quando ho incontrato James, era venuto per scusarsi per ieri sera…e poi stranamente non riuscivo a trovare il cellulare, così James mi ha suggerito di andare a vedere nell’aula dell’ultimo seminario di questo pomeriggio. Ma quando siamo andati lì, non solo il cellulare non c’era, ma la porta si è bloccata e io sono rimasta chiusa dentro l’aula”
“E James?”
“Lui era appena uscito e mi ha detto che la porta si era incastrata e che andava a cercare aiuto”
“E poi?”
“Bè, lui non tornava, così mi sono arrampicata fino ad uno dei lucernari e ho cominciato a gridare. Alla fine, quando avevo perso le speranze, un uomo della sicurezza mi ha sentita ed è venuto a liberarmi. Mi ha detto che la porta non era bloccata, ma solo chiusa dall’esterno…”
“Quindi è stato James!”
“A questo punto lo credo anche io … ma perché?”
“Ovvio, per non farti arrivare qui”
“Ma che senso ha?”
“Te lo dico io, perché in questo modo io avrei creduto che tu ci avessi ripensato…e a quel punto qualcuno mi avrebbe consolato…guarda un po’ chi è seduto al tuo posto?”
Bella si voltò e vide Vittoria ancora seduta al tavolo livida di rabbia.
“NO! Vuoi dire che quei due? Ma io le faccio vedere..”
“Calmati Bella, calmati” la trattenne Edward “non lasciare che ci rovinino il nostro ballo, avrai tutto il tempo dopo….e io ti aiuterò, stanne certa”
“Ok, va bene” si calmò Bella
“E così ti sei arrampicata fino al lucernario?”
“Già”
“Avrei voluto essere lì per vederti…”
“Non era una bella scena te lo assicuro”
“Questo dipende da dove la si guarda”
“Edward!!”
“Comunque, scherzi a parte…sei incredibile veramente” le disse lui, poi mentre con le dita le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio continuò “senti Bella, io volevo aspettare per trovare il momento giusto ma….. forse è proprio adesso il momento giusto”
“Per cosa?”
Edward si bloccò di colpo e la guardò fissa negli occhi senza allentare la presa su di lei.
“ Isabella Maria Swan, prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare?”
“Io…..certo che lo voglio!!” rispose lei con gli occhi lucidi.
Allora Edward, continuando a guardarla negli occhi, la baciò appassionatamente davanti a tutti.
E i flash dei fotografi impazzirono…..

  
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