> Capitolo II
-Pam! Strawberry! Lory! Dove siete?- gridò Mew Mina. Si era ritrovata nel fondo
di quella che sembrava una caverna, che dava l’aria di estendersi per parecchii
chilometri nel sottosuolo. -Ragazze, siete qui?-. Mew Mina continuò a gridare,
ma l’unica risposta che ricevette fu l’eco di un rumore basso e strascinato.
-Oh, no!- La ragazza si infilò in un corridoio della caverna, ed un secondo
dopo nel punto in cui si trovava emerse un chimero, che subito strisciò via.
Mew Mina era disperata, quando sentì qualcuno che le metteva una mano davanti
alla bocca. Cercò di urlare per lo spavento, poi si accorse che era il
Cavaliere Blu.
-Mar…!-
-Silenzio! O ci sentiranno!-
Mew Mina si tappò la bocca.
-Hanno scavato gallerie per chilometri- disse a bassa voce il Cavaliere.
-Ho notato- sussurrò la ragazza in risposta.
-So dov’è l’uscita, ma prima dobbiamo trovare le altre-
-Si- e Mew Mina cercò di fare un passo in avanti, ma cadde a terra -Accidenti-
-Che cos’hai?-
-Niente…solo una slogatura …ma non è niente..ahia-
Mew
Mina provò a rialzarsi, ma ricadde a terra tenendosi la caviglia.
-Aspetta- il Cavaliere Blu la prese in braccio. -Ti porto via da qui- le
sussurrò con aria preoccupata.
-G-Grazie Mark-.
-Non mi devi ringraziare-.
*
-Che è successo?-
Mewberry si era appena ripresa.
-Dove
sono finita?-
Si
era ritrovata distesa su un freddo pavimento grigio: la stazione della
metropolitana. Ma era deserta, e distrutta. Probabilmente erano stati i chimeri
a ridurla a quel modo. Mewberry si rialzò, tenendosi la testa: l’ultima cosa
che ricordava era di essere stata colpita e di essere caduta, e poi....
-PIE!-
-La mocciosa Mew Mew!-
-Cosa ci fai tu qui?- dissero i due nello stesso momento.
-Uh?-
-Eh?-
-Sono affari miei, e sai la novità? Non ti riguardano-.
-Capisco. Vuoi combattere?-
-No, a dire il vero preferisco distruggerti!- Pie estrasse il suo ventaglio
-Sei pronta a scomparire per sempre?-
-Uhm…francamente…non molto…-
-Ah, no? Fatti sotto! Nessuno potrà salvarti stavolta!-.
L’alieno si scagliò contro Mewberry, che si limitò, con un balzo decisamente
felino, ad evitarlo.
-Non voglio combattere contro di te, lasciami in pace!-
-D’accordo! Pace eterna però! Fu Rai Sen!-. Con il ventaglio, Pie creò una
scarica che colpì in pieno Mewberry.
La
ragazza, che non aveva fatto praticamente niente per evitare il colpo, cadde a
terra dolorante.
-Dì le tue ultime preghiere, Mew Mew. Nessuno potrà aiutarti!- sibilò
soddisfatto l’alieno, avanzando verso di lei -Uh? Ma che hai?-
Mewberry era a terra in ginocchio, con la testa bassa e i pugni stretti.
-Che fai, ti metti a piangere adesso?- un’ondata di rabbia improvvisa invase
l’alieno -Lo sai quanto abbiamo pianto noi quando le nostre famiglie sono state
sterminate da voi esseri umani, senza che voi ve ne rendeste conto? Maledetti!
Siete voi dalla parte del torto! Piangi pure, è giunta la tua fine, Mew Mew
Strawberry!-. Pie alzò il suo ventaglio e si preparò a finire la ragazza. -Sei
pronta a morire?-
-Ma non capite che non e' giusto farci soffrire allo stesso modo?!-. Mewberry
scoppiò in lacrime. -Tutto questo é orribile!-
Pie si fermò.
-Forse noi abbiamo sbagliato, ma questo non vi da' il diritto di comportarvi
allo stesso modo…non vi da’ il diritto di combattere contro di noi, di
ucciderci!-
-Non me ne importa nulla delle tue parole- disse Pie freddo come il ghiaccio,
galleggiando in aria -Tu sei un essere inferiore e per questo sarai annientata.
FU SHI SEN!!-
-NOOO!!!!-
Dal ventaglio
di Pie si generò un turbine, che colpì in pieno il punto in cui si trovava
Mewberry; una nube di polvere si alzò in seguito all’esplosione.
-Bene. E’ tutto finito ora. Mewberry è stata eliminata- commentò Pai ritornando
a terra.
-Eh, no, ora basta!-
-Uh?-
Quando la nube di polvere si posò, Pie vide che Mewberry aveva usato la sua
Strawberry Bell per difendersi dall’attacco.
-Come puoi essere ancora viva?!- Pie compì un balzo e riprese a galleggiare in
aria, mentre lei avanzava furiosa verso di lui:
-Basta…ora
la pagherai per tutto ciò che hai fatto…per aver fatto soffrire tutte quelle
persone...TE LA FARO’ PAGARE CARA!-
-Uh…ma che brava- disse pacato Pie incrociando le braccia -E cosa vuoi farmi?-
-Eh? Che vuoi dire?-
-Vuoi uccidermi? Vuoi distruggermi come se fossi uno stupido chimero? Non ti
rendi conto che dovresti farti perdonare per le tue cattive azioni? Voi Mew Mew
ci impedite di tornare nel nostro pianeta, un nostro diritto, e non solo, ci
combattete, ci fate del male, ed ora tu vuoi farmela pagare solo per aver fatto
il mio dovere…le uniche creature che meritano di vivere, e vivere in pace,
siamo noi. Noi, non voi. Voi esseri umani siete spregevoli…non capite nulla…io
ve la farò pagare per il male che avete fatto a tutti noi-. La voce di Pie
tremava di rabbia, ma lui cercava in ogni modo di farla sembrare fredda.
-Ah, si?- ribatté Mewberry incredula -E dimmi, una volta che avrai ottenuto la
tua vendetta cosa farai? COSA VORRESTI FARE?! UCCIDERCI TUTTI RIPORTERA' IN
VITA LE VOSTRE FAMIGLIE, O CANCELLERA' IL VOSTRO DOLORE SECONDO TE?!?!- e fu il
suo turno di scagliarsi contro l’avversario, che la evitò e la colpì con un
calcio alla schiena.
Mewberry
riuscì a cadere in piedi.
-Maledetta…siete dei maledetti! Potevamo vivere in pace, e invece guardate cosa
avete combinato! Io odio combattere, ma se è necessario lo farò! Mi spiace!
Anche se i tuoi ideali sono giusti sei e resterai sempre una mia nemica!-
-Che attore…-
-Fino alla fine, quando ti distruggerò!-
-Sei tu che non capisci…-
-BASTA, STUPIDA MOCCIOSA IMPERTINENTE! COME OSI?-
-E tu come osi venire qui a distruggere il nostro mondo, ad uccidere tante
persone, e poi inventarti tutte queste belle parole per giustificarlo?! FIOCCO
DI LUCE, MASSIMO SPLENDORE!-
Pie parò l’attacco con il suo ventaglio.
-Arrenditi, sono più forte di te!-
-Mai!-
-TI HO DETTO DI ARRENDERTI!-
-Te lo scordi!- e Mewberry gli fece una linguaccia.
-Senti, hai la testa più dura di…-
-Uh?-
-Uh…non mi viene in mente niente di più duro della tua testa…-
-Urgh!!! La tua, forse!-
-Comunque arrenditi! Voi esseri umani siete dei maledetti! Ci avete sterminato
senza rimpianti…siete solo degli egoisti!-
-Io non mi arrenderò! Preferisco morire piuttosto che arrendermi a te!-
-Se ne sei tanto sicura, allora permettimi di farti provare cosa significa
dolore!-
-NON VINCERAI!-
-LO VEDREMO!-
-FIOCCO… -
-FU RAI…-
-GROAAAAARRRRRRRRRRR!!!!!!!!!!!!! (*traduzione: possiamo giocare anche noi con
voi?*)
Mentre Mewberry e Pie si stavano lanciando maledizioni a vicenda, decine di
giganteschi chimeri li avevano attorniati senza che i due se ne accorgessero.
-Uh-oh. Da dove saltano fuori questi?- domandò Mewberry guardandosi intorno con
una gocciolina di sudore sulla testa.
-Gli sarà piaciuta la tua scenetta melodrammatica, Mew Mew- osservò tranquillo
Pie.
-…ed ora che si fa? Sono decisamente troppi-
-Hai ragione. Penso che me ne andrò. Buona fortuna!-. Pie si preparò a
teletrasportarsi, ma Mewberry lo afferrò per la maglia:
-EHY, TU NON TE NE PUOI ANDARE E LASCIARMI QUI SOLA!!!- strillò in tono
semi-disperato.
-MA LA SMETTI DI STROZZARMI?! SARO’ ALIENO MA ANCHE IO HO BISOGNO DI
RESPIRARE!-
In quell’istante, i chimeri si gettarono sui due.
-Ops- sussurrò Mewberry.
-Ah, maledizione! Vieni!- Pie la prese per il braccio e la portò via, fuggendo
per uno dei corridoi della metropolitana. I chimeri urtarono l’uno contro
l’altro, ma ben presto si ripresero e li inseguirono.
-Sono troppo veloci- disse Mewberry mentre correva.
-Ok, ho deciso- Pie si fermò improvvisamente e si voltò verso i suoi
inseguitori.
-Ehi, ma che fai? Vuoi farti ammazzare? Sono troppi per te!-
Pie non le diede retta. -FU RAI SEN!- gridò, e diresse il suo attacco non verso
i chimeri, ma verso il soffitto della galleria. Come da lui previsto, il
soffitto crollò proprio sopra i chimeri, bloccando inoltre il passaggio.
-Ma…Pie…- Mewberry guardava l’alieno con gli occhi spalancati. -Sei…sei davvero
un…-
-Non c’è bisogno che mi ringrazi, non l’ho fatto per te…- disse l’alieno
abbassando gli occhi e oltrepassando Mewberry.
-E
CHI TI VUOLE RINGRAZIARE! IDIOTA!!-
-EHHHH?!?!- Pie si voltò verso di lei. -MA CHE DIAVOLO TI PRENDE, NON SOLO TI
HO SALVATO LA VITA, TU MI CHIAMI PURE IDIOTA, POI NON E’ VERO CHE VOI UMANI
SIETE BASTARDI EGOISTI, NO, EH?!-
-GENIO, HAI APPENA BLOCCATO L’USCITA, ORA MI SPIEGHI COME CAVOLO FACCIAMO A
TORNARE INDIETRO?!?!-
-E PIANTALA DI URLARE, O QUELLI CI SCOPRONO! Ah, già, tornare indietro. Beh, io
non ho problemi, posso sempre teletrasport…-
-NO!-
-Che c’è ancora?-
-I chimeri sentono quando usiamo i nostri poteri! Se provi a teletrasportarti
ti troveranno e ti uccideranno!-
-E a te importa qualcosa?-
-…-. Mewberry toccò il suo collarino e sciolse la trasformazione. -Meglio
cercare un altro modo-
-Vuoi tornare a piedi? Quei chimeri hanno scavato chilometri di gallerie, ti
perderesti-.
La ragazza non lo ascoltò e iniziò a camminare, lasciando la galleria centrale
in cui si trovavano e scegliendo una strada secondaria.
-Ma dove vai? Maledizione…- Pie la seguì.
-Ascolta, quella in cui ci trovavamo prima era la stazione di Nishi-Magome, per
cui, se seguiamo questa galleria, dovremmo arrivare a Magome o a Nakanobu. Da
lì, se quei chimeri non hanno distrutto tutto o non ci avranno già usato come
cena, potremo uscire, altrimenti ci toccherà risalire fino a Togoshi. In ogni
caso, dovremo sempre seguire la direzione nord-est-.
Pie fissò Strawberry incredulo: più che altro, era sorpreso che anche lei
potesse usare il cervello. -E tu come fai a sapere tutto questo, se posso…?-
-I gatti trovano sempre la strada di casa- sorrise Strawberry.
-….-. L’alieno sbuffò. -E noi dovremmo fare tutta quella strada a piedi?!?!-
-Chi
ha altre idee alzi la mano! Pie, non vedo la mano alzata-
Pie
alzò gli occhi al cielo. -…bah, penso che mi toccherà fidarmi…ma ti avverto che
quando saremo fuori di qui ti ucciderò-.
Strawberry sorrise, ma l’alieno non la vide.
I due avanzarono in silenzio per più di un’ora, senza dirsi mai neanche una
parola, e senza incontrare nessuno, finché alla galleria dei chimeri non si
sostituì quella della metropolitana. I due la percorsero correndo, era deserta
ma era sempre meglio essere prudenti, finché non sbucarono alla stazione di
Nakanobu. Strawberry e Pie non ebbero il tempo di mettere piede fuori dal
binario che Mew Pam li aveva già raggiunti:
-PAM!- strillò Strawberry, sorpresa. -Cosa ci fai qui?-.
La ragazza non sembrava affatto contenta mentre si precipitava verso l’amica:
-STRAWBERRY! STAI ATTENTA! FIOCCO DI ENERGIA!- gridò, e lanciò la sua frusta
contro Pie. Strawberry si gettò di lato per evitarla.
-ELETTROSILURO!-. L’alieno parò il colpo e non solo, in un attimo fu davanti a
Mew Pam e la colpì allo stomaco e al braccio, mettendola fuori gioco. -Dovevo
immaginarmelo che era tutta una trappola. Me la pagherete cara, Mew Mew!-
disse, e si teletrasportò via.
-MEW PAM!-. Strawberry corse dall’amica, che si stava già rialzando, tenendosi
il braccio.
-In un altro momento ce l’avrei fatta a tenergli testa. Ma ho appena distrutto
l’ultimo di quei dannati chimeri e così…credo di aver bisogno di un po’ di
riposo-. Mew Pam toccò il suo ciondolo e sciolse la trasformazione. Aveva un’aria
esausta.
Strawberry
la aiutò a camminare. -Uff…grazie. Mi spieghi cosa ci facevi con quello lì?-
-E’ una lunga storia. Dai, andiamo. Dove sono le altre?-
-Mew Lory e Mew Paddy hanno appena finito di combattere nelle altre zone della
città. Mew Mina è stata ferita, così è dovuta tornare a casa-.
-Oh, no. Cos’ha?-
-Sta bene. Dai, lasciami: riesco a camminare da sola-.
Mentre parlavano, le ragazze erano risalite in superficie, uscendo dalla
stazione deserta.
Era notte, ma le luci della città illuminavano tutto. Strawberry insistette per
accompagnare Pam fino a casa, nonostante le sue proteste, poi, visto l’orario,
volò (si fa per dire…) fino a casa sua.
-Mamma sarà su tutte le furie con me, è tardissimo!- disse fra se’ e sé la
ragazza mentre apriva la porta di casa. Entrò, ma non accese le luci del
corridoio. Richiuse silenziosamente la porta e fece qualche passo in avanti.
-Se faccio piano magari nessuno si accorge che sono tornata ta…-
La luce del corridoio si accese.
-…AHHHH!!!-
-Buona sera, bambolina! Facciamo le ore piccole, eh?-. Quiche era appoggiato
alla porta del soggiorno e le sorrideva amabilmente.
-QUICHE! MA CHE…-. La ragazza già stava per trasformarsi, quando…
-STRAWBERRY! BENEDETTO IL CIELO! MA TI SEMBRA QUESTA L’ORA DI TORNARE A
CASA?!?!-. La madre di Strawberry, in vestaglia, scese di corsa, seguita a
ruota dal padre. I due si fermarono proprio affianco a Quiche.
-Ma-mamma, p-papà, a-allontanatevi da lì, potrebbe essere pericoloso!- balbettò
Strawberry terrorizzata.
-PERICOLOSO UN CORNO! MA TI RENDI CONTO DI CHE ORE SONO?!-
-Tesoro, stai calmo!-
-NO CHE NON STO CALMO, COME POSSO CON LA FIGLIA CHE MI RITROVO?!?!-
-Signori, forse è meglio vi lasci soli- intervenne Quiche.
-Oh, no, Quiche, non preoccuparti-.
-STRAWBERRY MOMOMIYA! SEI UN’IRRESPONSABILE!-
-Perché non prendi esempio dal tuo amico, così cortese e carino!- disse la
signora Momomiya. -A proposito, come vanno le tue ferite, Quiche?-
-Oh, non si preoccupi signora, entro domani sarò come nuovo- sorrise l’alieno.
-Hai chiamato i tuoi genitori per avvertirli che stasera dormirai qui?-
-COMEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE?!?! QUICHE DORME QUI?!?!- strillò Strawberry, rimasta
in silenzio fino a quel momento.
-Si, beh, l’ho fatto sistemare nella tua stanza, Strawberry. Tu stasera
dormirai sul divano-
-CHE COSA?!?!?!-
-Com’è gentile tua madre, Strawberry, non dovresti farla arrabbiare così, no,
no. Mi hai davvero deluso-.
-MA…-
-NIENTE MA! La prossima volta impari a tornare a casa alle due di notte per
uscire con quel ragazzo!- le gridò il padre, infuriato. -CHE COSA AVETE FATTO
FINORA, EH?!?!-
-USCIRE COL RAGAZZO?!?!- strillò a sua volta Strawberry, in un misto fra
imbarazzo e rabbia, mentre sentiva il suo DNA animale tornare a galla. Si coprì
la testa con le mani per evitare che i genitori vedessero le orecchie da gatto
che le erano spuntate: -CHI VI HA RACCONTATO QUESTA STORIA, IO NON SONO AFFATTO…-
un terribile presentimento assalì la rossina - …QUICHE!!!!!!!!!-
-Mi spiace, Strawberry- disse l’alieno in tono melodrammatico -…ma dovevano
sapere la verità!-. Strawberry ebbe l’istinto animalesco di strozzarlo.
Un attacco improvviso di tosse non permise a Quiche di continuare; la madre di
Strawberry, preoccupata, lo prese per le spalle e lo fece sedere sul divano,
nel soggiorno.
-Bene teosoro, ti informo che se ti rivedo con quel Mark, finiremo tutti sopra
giornali! Non si deve permettere quello lì neanche di toccarti! CHIARO?!?!-
ruggì il signor Momomiya.
-Ma caro, forse stai esageran…-
-BUONANOTTE!- ed il papà di Strawberry risalì le scale a tre per volta e tornò
nella sua stanza, seguito dalla madre:
-Buonanotte
Strawberry! Buonanotte Quiche!-.
SBAM! (<= porta sbattuta)
-………-
-……...-
-A quanto pare siamo rimasti soli, bambolina- disse Quiche malizioso, tossendo.
-Tu…ora…- sillabò Strawberry completamente rossa in faccia -Tu ora prima mi
spieghi che cavolo ci fai a casa mia, poi te ne vai, se non vuoi che ti
stritoli CON QUESTE MANI!-
-Uh-uh, come siamo nervosi stasera!- canticchiò Quiche -Su, abbi pietà, grande
Mew berry, io sto male!- disse, e si sdraiò sul divano.
Strawberry fece un passo verso di lui: -Non ci credo-
-Ah, si, guarda qua!- Quiche sollevò la sua maglietta, scoprendo una lunga e
profonda ferita, medicata alla meglio, al fianco.
-Ah…ok, ci credo. Ma cosa ci fai in casa mia?-. Cautamente, Strawberry si
sedette su una sedia dall’altra parte della stanza, senza smettere di fissare
Quiche, come se si aspettasse che lui le saltasse addosso da un momento
all’altro.
-Vedi, è successo che…-. Quiche si rialzò improvvisamente, ed Strawberry fece
un balzo all’indietro. -Ehy, calma piccola! Quando sono stato ferito da quei
chimeri *a proposito, devo ricordarmi di prendere a calci Tart *, penso di
essere svenuto o di essere entrato in trance…comunque…ripetevo sempre il tuo
nome…i tuoi genitori mi hanno trovato e mi hanno aiutato…ed io gli ho detto che
ero un tuo amico…tutto qui…hanno pensato che fossi stato ferito da uno dei
chimeri…ne sta parlando tutta la città della loro comparsa…-. Quiche tossì.
-Ora comunque sono troppo debole per usare i miei poteri, ma domani me ne
andrò. Se tu non mi ucciderai mentre sto dormendo, naturalmente- concluse
l’alieno tossendo nuovamente.
-Già…perché no?- Strawberry si alzò e si diresse verso la cucina.
-Uh? Dove vai, micetta?-
Quiche sentì la voce di Strawberry dalla cucina: -Mamma tiene nel cassetto
della credenza un coltello da macellaio. Aspetta, vedo se riesco a trovarlo…ah,
eccolo!-
-Bambolina…mi stai spaventando!- disse Quiche con una gocciolina di sudore
sulla testa.
-Su, ora fai il bravo e non ti muovere, mio caro Quiche, sarà questione di un
attimo…- sogghignò Strawberry, mentre tornava nel soggiorno. Nascondeva
qualcosa dietro la schiena.
-Strawberry, io..io stavo scherzando!!!- esclamò Quiche, decisamente
terrorizzato -Mi spiace, ma non ho resistito a dirgli di Mark, ma per favore,
posa quel…-
-Tieni, cretino-. Strawberry non aveva in mano un coltello, ma un bicchiere
d’acqua.
-Ah…ah- Quiche prese il bicchiere che Strawberry gli tendeva. -Lo vedi che in
fondo sono l’alieno del tuo cuore?- esclamò tranquillizzandosi, e lo bevve
tutto d’un sorso.
-Uhm…preferirei stare con…quel Pie, piuttosto che con te-
-Pie è troppo serio. E poi tu vuoi bene a me, gattina-.
Strawberry si lasciò cadere sulla poltrona accanto al divano -No, sono solo
troppo stanca per buttarti fuori a calci…che ne dici, ti va una tregua fino a domani
mattina? Ora levati, che devo dormire-.
-Ma dai! Starò io qui. Tu vai pure nella tua stanza. Qui è anche comodo-.
-Uh…grazie- disse Strawberry con gli occhi chiusi.
-In cambio però voglio un bel bacio della buonanotte- continuò l’alieno
malizioso, ma non ebbe risposta. -Strawberry? Ehy, Strawberry?!-.
Quiche alzò la testa e vide che la ragazza si era addormentata sulla poltrona,
raggomitolata come un gattino. Sorrise a quella vista: -Uhnnn…vuol dire che te
lo darò io-.
Quiche si inginocchiò accanto ad Strawberry e chiuse gli occhi, avvicinando il
suo viso a quello della ragazza. Ma...
-Ehm-ehm-.
Quiche riaprì gli occhi e guardò verso destra.
-E così…ecco dov’eri finito-.
Pie, seduto sul divano con le braccia incrociate, lo fissava n modo
indecifrabile.
-E tu cosa ci fai qui?-. Quiche si rialzò, irritato per essere stato interrotto
proprio in quel momento.
-Ora capisco perché non tornavi- disse Pie lanciando uno sguardo in tralice a
Strawberry.
-Sono ferito. Non ho abbastanza energia per tornare-.
-Però ne hai per fare qualcos’altro, vedo-.
Quiche arrossì. -Tu resta fuori da questa storia- esclamò -Dici così solo perché
sei …geloso-.
Pie si alzò: -E tu sei un imbecille-.
-Ascolta, Pie!- cominciò Quiche alzando il tono di voce -Tu non…-
Dietro di lui, Strawberry si mosse nel sonno: -Uhmmm…- mormorò -Pie…-
-Uh?-
-Hai visto, idiota? L’hai svegliata!- esclamò Quiche.
-Basta così. Smettila con queste stupidaggini ed andiamo via da qui-. Pie
afferrò Quiche e lo teletrasportò via, lasciando Strawberry sola con i suoi
sogni.