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Autore: lur    17/02/2013    1 recensioni
Ran e Shinichi sono molto vicini a trascorrere la notte insieme, ma...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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« Guarda quella maglietta! Mi starebbe bene, vero? »

Ran aveva smesso di ascoltarla. Si era bloccata, all’improvviso, come un macchina durante un blackout.

Sulle strisce pedonali di fianco al negozio di cui Sonoko bramava di attraversare la soglia così ardentemente aveva davvero visto passare Shinichi, lo stesso Shinichi che da mesi non si faceva sentire che attraverso brevi telefonate, che non sapeva dove fosse, cosa facesse, con chi.. la risposta si era parata davanti ai suoi occhi, un fulmine imprevisto nel cielo sereno ma freddo di quella mattina di inizio febbraio. Era davvero Shinichi, l’amico d’infanzia che amava da sempre, quello che reggeva l’ombrello blu a quella bella ragazza a pochi passi da lei? Possibile che non l’avesse nemmeno notata?

«ve-vedi anche tu quello che vedo io? » con il tatto di uno scaricatore di porto, l’amica le fece presente il dovere di soddisfare le sue manie di protagonismo: l’aveva lasciata sola ad ammirare quell’inutile capo d’abbigliamento, mentre il suo cuore tentava di digerire la dolorosa scena che le si parava davanti agli occhi.

«Shinichi! » Ran gridò senza ritegno, senza badare alle osservazioni della vicina, senza considerare che era in mezzo alla strada, nel centro di Tokyo, che tutti i presenti si voltarono a guardare la bella ragazza dal fisico atletico e il cuore spezzato che urlava quel nome probabilmente già visto decine di volte sui giornali, tutti tranne il ragazzo dalla carnagione chiara che reggeva l’ombrello all’adolescente con cui parlava, cui sorrideva, incurante del frastuono provocato dalla caduta dei mille pezzi di quel piccolo cuore.

Il tempo si fermò.

«Shinichi! » non si girò. “che stupida.. davvero pensavo di ottenere qualcosa?”

«dicevi, quella maglietta? » cercò di distogliere l’attenzione dagli sguardi curiosi che le perforavano l’anima, dalla vista angosciante di cui era stata giocoforza  testimone.

«Ran.. » per quanto piena di sé, Sonoko non era stupida. Si sentì profondamente in pena per l’amica, e con la sua frizzante vena  allegra, la costrinse a schiodarsi di lì, a lasciare ogni dolore su quel freddo asfalto dipinto di bianco, e a seguirla nella caccia ai migliori capi d’abbigliamento.

 

 

«e dai! Basta! Vi prego! » Genta e Mitsuhiko rincorrevano Conan senza sosta, senza tuttavia riuscire ad acciuffarlo

«non ci scappi! – disse il primo bambino, incurante del fiato corto che la corsa aveva lasciato al suo fisico imponente – devi smetterla di fare il furbo con Ayumi! » arrossì, e forse non era solo per il freddo di febbraio che prendeva a schiaffi la loro faccia senza pietà.

“è solo un bambino, in fondo – pensò Ai, schernendo divertita il piccolo grande detective – guarda come scappa da quei marmocchi”

«non è bello? » la voce acuta della dolce Ayumi la raggiunsero, una scossa alla sua imperturbabilità

«chi? »
«Conan, ovviamente! »

«bah.. se lo dici tu.. »

«v-vuoi dire che non ti piace? » chiese timidamente, speranzosa

«dovrebbe? »
«no!.. cioè.. non lo so.. sembrate così uniti, quasi apparteneste ad un altro mondo.. quando ci sei tu nemmeno mi vede »

«sei gelosa? » la finta bambina si divertiva, sadicamente

«no.. io.. – era paonazza – allora non provi nulla per lui? »

Pensò attentamente alla risposta da darle: non poteva negare l’attrazione che quel folle detective suscitava in lei, ma in fondo non aveva senso far soffrire una bambina che con lui non avrebbe mai avuto speranze. Lui amava solo quella maledetta karateka, così’ ingenua , cieca, innamorata e goffa.. proprio come si sentiva lei. Era quella ragazza la sua unica rivale.

«e se anche fosse? » rispose infine

Non portarmelo via! Ti prego » esclamò, con le lacrime che lottavano con il freddo per scendere dagli occhi, invadere il suo tenero viso e dare modo al suo piccolo grande dolore di sfogarsi. Sebbene fosse quasi una costante vedere la piccola sulla soglia del pianto, alla scienziata si strinse il cuore: anche lei avrebbe voluto piangere, disperatamente, e gridare, e avere qualcuno a rassicurarla, a dirle che andava tutto bene, che sarebbe stata felice. Si rivedeva in quella bimba dagli occhi grandi, fin troppo. A sette anni, con l’amore per Shinichi nel cuore, non avrebbe voluto piangere lì, in quel parco, con un’altra bambina pressoché sconosciuta, per lo stesso identico motivo, per lo stesso bambino, ragazzo, amore.

«tranquilla: non è me che vuole » dei mali scelse il minore. Non le avrebbe detto che in realtà il piccoletto stravedeva per la “sorellona” , ma non volle mentirle.

«tu.. tu sai chi piace a Conan? »

«sì»

«e.. non sei tu? »
«a quanto pare no»

«e chi..

«frena – la interruppe, brusca – non te lo dirò. Se ti interessa chiedilo a lui. Sta venendo da questa parte»
«aiutatemi! Quei due sono impazziti! » cercò rassicurazioni nello sguardo di Ayumi: non avrebbe lasciato che lo trattassero così, evitò di guardare il prevedibile scherno negli occhi di Shiho. Tutto si aspettava, fuorché di  trovare la piccola rossa in viso per il pianto trattenuto, e la grande senza il sorriso beffardo che la caratterizzava

« che è successo? »

 

 

 

TU –

«dai..

TU—

« per favore..

TU—

«rispondi..

Con l’orecchio incollato al telefono, Ran attendeva che il suo bugiardo preferito rispondesse

 

 

«ciao! A domani » i Ai e Conan salutarono i tre bambini e si avviarono a casa

«finalmente » lei era sollevata.. non voleva ammetterlo, perché non aveva senso, ma l’atteggiamento di Ayumi le aveva dato parecchio sui nervi

« che hai fatto ad Ayumi? » lui era preoccupato: sapeva quanto la sua amica potesse essere acida e scostante, e si rendeva conto che per un bambino non dovesse essere piacevole avere a che fare con un suo momento “no”

«le ho detto che so chi ti piace»

Shinichi arrossì violentemente

«e chi ti ha dato il permesso di..

«tranquillo. – ordinò – non le ho detto che sei perdutamente innamorato della figlia liceale di quel detective fallito» non si sforzò nemmeno di trattenere un risolino

«Haibara! »

«quella bambina è pazza di te.. anche i mocciosi se ne sono accorti.. possibile che tu sia l’unico a non vedere le stragi di cuori che fai appena sorridi? .. cioè – si riprese – appena passi? » la sua spavalderia e acidità si erano trasformate in profonda tristezza

«Ai.. che stai dicendo? » si voltò e la trattenne con un braccio, per impedirle di proseguire svelta ed evitare il discorso, cosa che avrebbe fatto di certo

«dovunque tu vada fai strage di cuori.. qualsiasi ragazza ti conosca si innamora di te.. volente o nolente.. »
«chi..

«Ran, in primis, ma non esiste solo lei.. non te ne accorgi, Kudo? »

«io..

«ma certo: non sei capace di guardare oltre la sua gonnella. Sei proprio un bambino! » detto questo si risolse a liberare il braccio dalla presa forte e decisa dell’uomo che, inconsapevolmente, le teneva stretto il cuore. Prima di correre via, per evitare che lui potesse vedere le lacrime che iniziavano a solcarle il viso, vide la piccola illusa con la merenda di Conan in mano  e, in un impeto di perfidia, gli si avvicinò e gli schioccò un rapido bacio sulla guancia

«avevi dimenticato la merenda al par..

Lui non la sentiva, la mente rivolta a quel gesto imprevisto, inatteso e quanto mai piacevole.. lei se n’era andata. Il telefono gli squillò nella tasca e si allontanò per rispondere, ancora sconvolto.

«pronto? »
«FINAMENTE! Si può sapere dov’eri finito? » le urla di Ran gli perforarono il timpano

«buongiorno anche a te.. perché sei arrabbiata? »
«perche?! Vediamo: non ci sei, fai il galletto con le altre e nemmeno mi rispondi, può essere? »

La sua mente volò al bacio di Ai

«scusa »

«che? » chiese la ragazza, interdetta.. allora era vero quello che aveva visto? Era davvero Shinichi che aveva visto quella mattina? In compagnia di quella ragazza?

«ti ho chiesto scusa: in questo periodo mi sono fatto sentire poco.. » la sua voce divenne flebile e il cuore della sua amata amica d’infanzia mancò un battito.
«Shinichi.. stai bene? »
«non lo so.. mi gira la testa.. ti chiamo tra un po’, okay? » ma non attese la risposta e pose fine alla chiamata: non riusciva più a sostenere il papillon all’altezza della bocca, il telefono gli cadde di mano. Sentì un potente stretta al cuore. Com’era possibile? Che si stesse finalmente ritrasformando? Che l’effetto dell’APTX fosse finalmente giunto al termine?

Quando riuscì a liberarsi da quel dolore atroce, corse a perdifiato dal dottor Agasa. Doveva parlare con Shiho.

 

 

Quando se lo vide davanti, trafelato, con la luce delle scale che gli illuminava la schiena lasciando il suo volto in penombra, come all’apparizione di un angelo, il viso imperlato di sudore, il cuore le cedette per un attimo. Era bellissimo. Desiderò ardentemente essere una karateka diciassettenne figli di un detective incapace, studentessa della Teitan.

«anche tu le fitte? »

«che è successo? » disse annuendo. Quell’espressione stranamente sorridente le donava proprio..

 

 

Il campanello la fece sobbalzare, ma si riprese velocemente e scese le scale per andare ad aprire.

«Ayumi.. è successo qualcosa? »
«Conan c’è? » chiese risoluta, ignorando completamente l’espressione confusa della sua interlocutrice.

«no, ha chiamato prima per dire che avrebbe passato un po’ di tempo da Agasa, vuoi che gli dica qualcosa?»

«no, non importa.. posso parlarti un attimo? » la sua intraprendenza vacillò, ma riuscì a mantenere un’espressione severa che non le si addiceva per nulla.

«a-a me? Certo.. entra, ti offro qualcosa da mangiare? »

«no grazie – il suo tono professionale impressionò notevolmente la ragazza, che iniziò a sentirsi inquieta – vorrei parlarti.. di Conan»
«cosa vuoi sapere? »
«Ran, tu sei fidanzata con Shinichi, vero? »

«ehm.. – ma che domanda è? Cosa c’entra Shinichi?  - veramente non proprio» e un velo di tristezza le coprì il volto. Non si sforzò di tirare indietro i capelli che le erano caduti davanti agli occhi

«comunque – continuò, imperterrita – devi dire a Conan che hai già un fidanzato, che con te non ha speranze! » dovette sforzarsi non poco per trattenere le lacrime

«c-cosa? Conan? Ma che dici? »
«senti, io.. oggi ho parlato con Ai. Mi ha detto che sa chi piace a Conan, ma non ha voluto dirmelo. Ha detto dolo di non essere lei. So di non essere io – adesso le lacrime ignoravano ogni suo tentativo di trattenerle – quindi l’unica che rimane sei tu! »

«p-perché proprio io? » non poteva credere alle proprie orecchie

«perché non può essere un’altra bambina. Sono tutte come me.. avevo pensato ad Ai perché sembra più grande, come Conan. Ma se non è lei.. puoi essere solo tu! »

Ci pensò attentamente. In effetti il ragionamento filava. Lei stessa aveva notato che Conan e Ai sembravano molto più maturi dei loro coetanei, tanto che le era venuto più di una volta il dubbio che Conan potesse essere il suo amico detective scomparso... ma Ai? Scartò l’idea. Dopotutto, come sarebbe stato possibile rimpicciolirsi?

«Ayumi – provò a posare una mano rassicurante sulla sua, ma il suo tentativo fu rifiutato – guarda che secondo me stai prendendo un granchio – “dopotutto, se davvero fosse così, significherebbe che a me proprio non tiene, se è stato costretto a trasformarsi in un bambino pur di non dover passare del tempo con me..” – è impossibile» e si riferì più a se stessa che alla bambina. Shinichi le mancava da impazzire. Spesso si trovava senza fiato, incantata a pensare a lui. Era come se l’aria che respirava fosse stata privata dell’ossigeno.

«tu cosa provi per lui? » la piccola non si arrendeva. Aveva bisogno di conferme come non mai. Solo che non le avrebbe trovate in Ran.

«di sicuro gli voglio un gran bene.. – parlava di Shinichi o di Conan? – comunque è piccolo per me.. stai tranquilla» le sorrise, per dimostrarle un calore che invece le mancava.

«grazie, Ran! »

Corse via diretta dal dottor Agasa, da Ai.. da Conan. Lasciandola lì, seduta al tavolo della cucina, con un bicchiere d’acqua pieno in mano. Arrivò in un baleno. Non le rimaneva che suonare il campanello.

 

«non ne ho idea. Prima mi sono sentita male, come quando ho preso l’apotoxina. Ho provato due volte a fare una ricerca approfondita, ma i risultati sono pressoché nulli. »
il ragazzo doveva cambiare argomento: la medicina era un punto morto, e di sicuro non voleva che Shiho affrontasse l’argomento del bacio..

«sei stata crudele prima.. hai fatto stare male Ayumi.. è solo una bambina »

«cos’è? Il mio bacio non ti è piaciuto, detective? » appunto. Arrossì.
«simpatica.. si può sapere che le hai detto? »

«no. » e tornò ad interessarsi intensamente alla sua ricerca.

 

 

“Ai sembra più grande, come Conan”

“puoi essere solo tu!”

“e se davvero Ayumi avesse ragione? Se Conan fosse Shinichi?... innamorato di me? – arrossì. – no, non è possibile. » con il sorriso più triste del mondo dipinto in volto, si addormentò, col cuore a mille. Forse sognò Shinichi. Forse lo faceva da mesi, tutte le notti, e di lui non ricordava nemmeno più i sogni.

 

 

  
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