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Autore: Pandora86    17/02/2013    4 recensioni
Hanamichi e Kaede partono per i fatidici campionati nazionali sicuri dell'amore che provano l'uno verso l'altro. Ma che prove dovrà affrontare la loro neonata storia con l'avvento di nuovi scontri sportivi?
Continuazione de "Il tuo vero volto".
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con la seconda stagione de “Il tuo vero volto”.

Un ringraziamento a tutti quelli che leggeranno, vecchi e nuovi lettori.

Spero che il primo capitolo vi piaccia.

Per gli eventuali nuovi lettori specifico che la storia potrebbe non essere comprensibile senza prima aver letto “Il tuo vero volto”

Ci vediamo a fine capitolo per le note e le informazioni riguardo le prossime pubblicazioni.

Per ora… buona lettura!
 

 
                          Il tuo vero volto – seconda stagione.
 

 

Capitolo 1. Un treno ad alta velocità
 

Rukawa sbadigliò sonoramente allungando la mano verso l’altro lato del letto.

Non si stupì di trovarlo vuoto stavolta, anche se Hanamichi doveva essere andato via da poco a giudicare dal calore delle lenzuola.

Ancora a occhi chiusi, accarezzò quella parte di letto rivivendo i momenti intensi che avevano vissuto quella notte.

Finalmente, si decise ad aprire gli occhi; il fatidico giorno della partenza era arrivato.

I campionati nazionali lo attendevano e con loro, anche il suo do’hao.
 

                                     ***
 

Sakuragi svoltò l’angolo di corsa.

Doveva raggiungere al più presto la stazione ed era in un ritardo mostruoso.

Fortuna che Yhoei gli aveva fatto trovare la borsa pronta all’ingresso.

Come se prevedesse che avrebbe fatto tardi.

Malfidato! Pensò con un sorriso.

In fondo… ancora una volta Mito ci aveva azzeccato in pieno.

Non aveva avuto molto tempo per i saluti ma ci aveva tenuto ad abbracciare stretto il suo migliore amico.

Quella notte era stata stupenda e quella mattina si sentiva carico come non mai.

Si era svegliato prima, osservando la sua kitsune dormire beatamente poi, si era fatto
forza ed era andato via.

Il treno per Hiroshima lo attendeva e di certo non avrebbe aspettato proprio lui.

Come minimo avrebbe dovuto portare con sé la divisa della squadra e lui non aveva ancora preparato un bel niente dato che la sera precedente si era subito fiondato a casa
di Rukawa dopo gli allenamenti.

Sei stato bravo!

Le parole di Rukawa gli tornarono alla mente.

Sei stato bravo!

Lo aveva detto sul serio, non era stato frutto di uno dei suoi tanti teatrini immaginari.

Avrebbe fatto in modo che quelle parole rimanessero tali.

Accelerò ancora di più.

I campionati nazionali lo attendevano e, con loro, Kaede Rukawa.
 

                                             ***
 

Yohei non aveva resistito.

Hanamichi era partito e lui, prima di andare a lavoro, aveva voluto recarsi nella palestra
che il suo amico amava tanto.

Oramai sono in viaggio da un po’! Pensò provando a imitare Mitsui in un tiro da fuori area.

Tiro che, ovviamente, non centrò il canestro.

“È molto più difficile di quello che credevo… non riesco a centrare il canestro!” esclamò sconsolato portandosi una mano alla testa.

Non si era accorto di qualcuno che aveva assistito alla sua performance.

“Buongiorno Yohei!” esclamò Haruko pimpante.

Era stata attirata dai rumori provenienti in palestra ma non avrebbe mai immaginato di trovarvi Mito lì dentro.

“Sono passato a prendere la maglietta” si spiegò il ragazzo.

L’aveva dimenticata lì quando aveva aiutato Hanamichi a fare i ventimila tiri.

Non era tutta la verità, ma era una buona scusa da rifilare alle due ragazze che erano sopraggiunte in palestra.

La verità era che, nonostante avesse visto Hanamichi partire quella mattina, ancora non credeva possibile che il suo amico fosse riuscito a realizzare parte dei suoi sogni.

E non perché fosse un incapace ma semplicemente perché era strano accettare che finalmente la sfortuna stava girando, decidendo finalmente di cambiare bersaglio.

Così… era corso in quella palestra sapendo che avrebbe rivissuto i momenti più intensi
che lui e Hanamichi avevano passato in quei mesi.

L’aveva trovata, però stranamente vuota e silenziosa, per questo si era messo a palleggiare.

Non si accorse di aver espresso quest’ultimo pensiero ad alta voce fino a quando non notò che Haruko e la sua amica lo guardavano attente.

Fino a che la ragazza non lo ringraziò personalmente per l’aiuto che aveva dato a Hanamichi in quella settimana.

Yohei la fissò a lungo, non rimanendo tuttavia in silenzio.

Alleggerì il discorso chiedendo cosa ne pensasse lei, in qualità di esperta, dei progressi di Hanamichi.

Però, nel frattempo che Haruko lodava il suo amico, Yohei rifletteva.

Forse non va tutto alla grande come credevo! Pensò ascoltando la ragazza definire
Hanamichi un treno ad alta velocità.

Se si stesse innamorando di Hanamichi, saremmo nei guai fino al collo! Rifletté
sconsolato mentre Haruko continuava a parlare.

“Beh ragazze, io vado. Devo lavorare!” esclamò a un certo punto, rivolgendosi anche all’amica di Haruko.

Fino a che, una frase non lo costrinse a rimanere sul posto.

“Secondo me, Sakuragi… è nato per giocare a basket!”

Era Haruko che parlava e questo Yohei lo sapeva.

Non potè, tuttavia, impedire alla sua mente di sentire un’altra voce che, molto tempo prima, aveva pronunciato una frase simile.

Lui è il basket!

Questo aveva detto Kaede Rukawa tanto tempo prima esprimendo, con quella frase, tutti i motivi per cui amava Hanamichi.

Del resto l’asso dello Shohoku viveva per il basket. Aveva basato la sua intera esistenza sul basket.

Ed era normale che si esprimesse in questi termini.

Ma Haruko… Yhoei aveva spesso dimenticato che anche lei aveva una grande passione per il basket.

Sapeva che le piaceva, ma non era di certo una fissata.

E poi… era innamorata della super matricola.

Ma… se anche lei, dopo tanto tempo si stesse finalmente accorgendo del grande talento di Hanamichi?

E… se proprio questo talento, lo stesso che aveva attirato la super matricola, stesse attirando anche lei… cosa sarebbe potuto succedere in quel caso?

Erano queste le domande che lo tenevano fermo sul posto, incapace di muovere un muscolo.

Si accorse comunque di essere rimasto parecchio in silenzio, motivo per cui, salutò nuovamente le ragazze dirigendosi a lavoro.

Se le cose fossero andate bene, probabilmente avrebbe potuto assistere alle partite di Hanamichi.

Tuttavia fu con il passo pesante che si allontanò dalla palestra.

I nuovi pensieri che aveva avuto lo lasciavano, in parte, sconvolto.

Dovrò tenere gli occhi aperti!Pensò sconsolato accelerando il passo.

Per ora, era tutto quello che poteva fare per il suo migliore amico.
 

                                                ***
 

Rukawa stava immobile nel suo futon a occhi chiusi.

Era stata una giornata intensa sotto tutti i punti di vista, a cominciare dal viaggio in
treno, dove avevano avuto la loro prima, amara scoperta.

“Questa proprio non ci voleva!” aveva esordito Akagi con voce tonante una volta che tutti avevano preso posto.

Stava sfogliando il foglio, dove erano segnati i vari turni del campionato nazionale con le rispettive squadre che si sarebbero dovute scontrare tra di loro.

Il Toyotama della prefettura di Osaka, questo sarebbe stato il loro primo avversario.

Ma, non era quello il problema perché, una volta battuta la squadra di quella prefettura, si sarebbero dovuti sfidare contro il Sannoh.

Quella notizia aveva lasciato tutti perplessi. Tutti meno Hanamichi che, non solo non conosceva il valore di quella squadra, ma aveva anche sbagliato a pronunciarne il nome chiamandola il “Sonno”.

A nulla erano valse le correzioni di Mitsui, Sakuragi aveva continuato a chiamare così quella squadra.

Rukawa, una volta tanto, avrebbe voluto essere come lui.

Essendo un principiante, non era al corrente delle notizie sul mondo del basket e, di conseguenza, per lui una squadra valeva l’altra.

Tuttavia, Rukawa sospettava che, anche se Sakuragi avesse saputo in precedenza che al secondo girone si sarebbero dovuti scontrare contro gli ex campioni nazionali, la cosa
non gli sarebbe importata granché.

E infatti, come volevasi dimostrare, quando Sakuragi aveva appreso di che squadra si trattava, non si era scomposto minimamente.

E Rukawa, si era dovuto trattenere dal sedergli di fianco e baciarlo.

Era questa una delle cose che ammirava di lui: il suo coraggio.

Non gli faceva paura nulla, tanto meno una squadra che, seppur molto forte, comunque avrebbero dovuto battere prima o poi se avessero voluto aggiudicarsi il titolo di campioni
nazionali.

Si rese conto che Sakuragi aveva un effetto benefico su di lui; era, infatti, riuscito a scacciare il momentaneo sgomento che aveva provato nell’apprendere quella notizia.

Tra l’altro, Sakuragi sembrava di più interessato al loro terzo avversario ovvero, il liceo Aiwa.

Come li conoscesse, per Rukawa era ancora un mistero; fatto sta che aveva visto il do’hao pensieroso.

“Ah, la stella di Aichi!” aveva borbottato tra se.

“Li conosci?” si era incuriosito Mitsui.

“Niente di che, l’ho visto mentre lo portavano via su una barella!”

“Eh?” aveva domandato perplesso Mitsui ma Sakuragi non si era degnato di rispondere, isolandosi a pensare a chissà cosa.

Fatto sta, che Sakuragi sembrava veramente molto ansioso di battersi con loro.

In ogni caso, Rukawa avrebbe indagato appena si fosse presentata la possibilità.

Inoltre, non era stata quella l’unica particolarità del loro movimentato viaggio in treno.

A Osaka, infatti, era salita la squadra con cui si sarebbero sfidati nel primo girone e, un tipo con il codino, sentendo Kogure preoccuparsi dello Sannoh, non aveva esitato ad attaccare briga.

La rissa era stata sedata poi dall’allenatore del Toyotama che aveva richiamato il tipo col codino, un certo Kishimoto, se non ricordava male.

Fatto sta che il tizio aveva presentato loro una rivista dove c’era la classifica delle squadre e, quello che c’era scritto non era stato molto incoraggiante; non per lo
Shohoku almeno.

Al liceo Shohoku, infatti, era stata assegnata una misera C, mentre il Toyotama aveva una A.

A quel punto, Sakuragi aveva deciso di intervenire.

Anzi, conoscendolo, Rukawa si era domandato come mai non fosse intervenuto prima.

Comunque, non poteva dire di non aver provato una grande soddisfazione quando il tipo con il codino, soprannominato così anche da Sakuragi stesso, si era ritrovato a terra dopo uno sgambetto di quest’ultimo.

Ovviamente, Kishimoto aveva deciso di reagire e Rukawa si era tenuto pronto all’imminente rissa.

“Ehi tu, bastardo!” aveva detto rialzandosi e poggiando una mano in testa a Hanamichi che non si era minimamente scomposto.

Al contrario di lui che, vedendo quel gesto, avrebbe voluto tanto tirare un pugno al tipo.
Sakuragi invece sembrava totalmente indifferente.

Comunque Khishimoto non aveva finito la frase dato che l’allenatore dei loro avversari era intervenuto nuovamente.

“Ehi codino!” si era deciso a parlare allora Hanamichi.

In effetti, da quando i loro avversari erano saliti in treno, era la prima volta che Sakuragi apriva bocca.

Ancora una volta, Hanamichi era riuscito a sorprendere tutti.

Dal più rissoso della squadra, si era avuto il comportamento più serio in assoluto.

Eppure, non per questo Sakuragi perdeva il suo temperamento, visto quanto fosse risultato lo stesso minaccioso, pur rimanendo seduto composto al suo posto.

“Come mi hai chiamato?” si era intanto voltato verso di lui Kishimoto.

“Al momento giusto mi ricorderò che hai cercato di schiacciarmi la testa!” aveva terminato Sakuragi con un mezzo sorriso in volto.

E Rukawa, in quel momento, non avrebbe voluto essere nei panni di Kishimoto.

Ancora una volta il comportamento di Sakuragi l’aveva sorpreso.

Ancora una volta il volto deciso di Sakuragi lo aveva incantato.

Era attirato da quel ragazzo come gli insetti vengono attirati dalla luce, oramai su questo non aveva più dubbi.

Anche se, con una punta di fastidio aveva costatato che tutti in quel treno, avevano potuto vedere il vero volto di Sakuragi, ma forse questo dipendeva anche dalla maturazione che aveva avuto nella relazione con lui.

Per fortuna poi il viaggio in treno era proceduto abbastanza tranquillamente e a parte qualche screzio con altre squadre una volta arrivati nella pensione di Hiroshima, tutto era andato per il meglio.

Certo, avrebbe voluto spaccare la faccia a Maki e alla scimmia con quell’assurda fascetta in testa, visto che avevano saputo chi sarebbero stati i loro avversari al secondo girone e ci avevano tenuto a rigirare il coltello nella piaga.

Ma, stavolta, ci aveva pensato lui a rispondere in modo adeguato prima di girare sui tacchi e andarsene.

Aveva potuto osservare con calma la pensione che li accoglieva trovandola modesta ma accogliente.

Era in stanza da solo ma questo non lo aveva sorpreso più di tanto; di certo non lo avrebbero mai messo in stanza con Hanamichi!

Ora doveva concentrarsi solo sulla partita che avrebbero disputato domani.

Sono il numero uno del Giappone!

Fu questo il pensiero ricorrente, ripetuto come un mantra nella sua testa, prima di addormentarsi profondamente.
 

                                             ***
 

“Infatti, Haruko!”

“Domani mostrerai a tutti i risultati dei tuoi allenamenti”.

“Domani è il gran giorno!”

Coraggio, devi dirglielo!Pensò Sakuragi facendosi forza.

Nonostante lui e la ragazza fossero in confidenza, aveva ancora una certa timidezza nel manifestarle il suo affetto e la sua gratitudine.

“Sappi che scenderò in campo solo per te! C-ce la metterò tutta!!” Si fece alla fine coraggio ed esclamò tutto d’un fiato.

“Sì, bravo”.
 


Sakuragi fissava il telefono con un sorriso sereno. Sapeva che Rukawa non avrebbe
fatto i salti di gioia nel saperlo a telefono con Haruko, ma sapeva anche che la kitsune non si sarebbe arrabbiata.

Aveva accettato il suo io e il suo modo di fare, con tutto quello che il suo mondo comprendeva e le persone che ne facevano parte.

Inoltre, era felice di aver chiamato Haruko e non aveva mentito sul fatto che sarebbe sceso in campo anche per lei.

Era lei che lo aveva fatto cominciare a giocare a basket ed era sempre lei che lo aveva incoraggiato; la considerava un’amica preziosa ed era contento di avere la possibilità di fortificare la sua amicizia con lei.

Guardò il cielo stellato dalla finestra.

Domani sarebbe stata una giornata bellissima.

Ripensò al loro movimentato viaggio in treno e al loro arrivo alla pensione che li avrebbe ospitati.

Rukawa ancora una volta lo aveva sorpreso.

“Tanto prima o poi avremmo dovuto sconfiggerli nel corso del campionato.
Così ci togliamo subito il pensiero”

Era stata questa la sua risposta rivolta alle provocazioni del numero dieci del Kainan e alle frasi di Maki che avevano espresso loro le condoglianze una volta saputo che avrebbero incontrato il Shannon al secondo turno e il liceo Aiwa al terzo.

È vero!Aveva pensato in quel momento Sakuragi, rimanendo sempre più affascinato dallo sguardo della sua kitsune.

Senza pensarci si ritrovò davanti alla porta della camera che ospitava il numero undici.

Non resistette alla tentazione di provare ad entrare.

Sicuramente dorme come un ghiro! Pensò con un sorriso aprendo la porta.

Notò che non era chiusa… Rukawa era attento e vigile su un campo di basket, ma nella vita poteva essere molto distratto a quanto pareva!

Oppure… l’aveva lasciata aperta per lui?

Naaa…si rispose da solo osservando, con un sorriso, Rukawa dormire.

Si avvicinò piano al suo futon, attento a non svegliarlo.

Gli s’inginocchiò di fianco non resistendo alla tentazione di lasciare un bacio lieve su quelle labbra perfette.

“Domani mettiamocela tutta, Kitsune!” gli sussurrò, accarezzandogli piano i capelli prima di alzarsi per andarsene.

“Ce la metterò tutta” sussurrò ancora rivolto al bell’addormentato, prima di andarsene definitivamente.

La stessa frase che aveva detto a Haruko.

Tuttavia… quanto ne appariva diverso il significato se l’interlocutore era Rukawa.

Sapeva che domani avrebbe dovuto mettere a frutto i suoi allenamenti.

Sapeva che aveva appena sigillato una promessa con la persona che amava.

Promessa che avrebbe mantenuto ad ogni costo.
 

Continua…
 

Note:
 

Il capitolo parte, cronologicamente, dal giorno dopo raccontato nell’ultimo capitolo della prima parte della storia.

Come avrete notato, molti dialoghi sono presi dal canone approfonditi però con una nuova introspezione che si adattasse alle vicende da me inventate.

Inoltre ho aggiunto più avvenimenti comprendo “le ore buche” che ci sono nel canone (ad esempio l’ultima parte).

Il capitolo appena letto è ambientato nel volume 23 del manga.

Dato che ci sono diverse edizioni (io ho quella da 31 volumi) farò riferimento anche ai capitoli.

In questo caso, gli avvenimenti del capitolo sono ambientati nel capitolo 198: Un treno ad alta velocità (di cui ho preso in prestito il titolo per il primo capitolo della mia storia) e nel capitolo 199: La notte prima dell’inizio.

Avete notato inoltre che in questa seconda parte non c’è un prologo che introduce le vicende, ma si parte direttamente con il narrare gli avvenimenti. Ho ritenuto opportuna questa scelta dato che la storia è già stata avviata nella prima e non credo necessitasse di un’introduzione.

Che altro dire… spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Attendo, come sempre, i vostri pareri!

Ci vediamo domenica prossima con il capitolo 2.

Pandora86



 
 
  
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