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Autore: DeathNoteOwner    20/02/2013    1 recensioni
Prima ero una semplice ragazzina di 2° liceo che non aveva niente mentre ora.. ora sono nel posto più bello che si potesse mai desiderare, al concerto del ragazzo più bello del mondo. Io non credevo nel destino, ma la mia storia mi ha fatto cambiare completamente idea. Volete sentirla? Allora, mettetevi comodi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Destino. Parola strana, eh? Ma che significa davvero? Molti dicono che il destino sia solo una cosa che a noi diverte parlarne, altri pensano che il destino non esiste, che dobbiamo crearlo noi; altri ancora che il destino ci guida verso i nostri sogni, talvolta realizzandoli, senza neanche rendercene conto. Io credo nel destino...insomma, basta guardarmi. Prima ero una semplice ragazzina di 2° liceo che non aveva niente mentre ora.. ora sono nel posto più bello che si potesse mai desiderare, al concerto del ragazzo più bello del mondo (almeno per me). Io non credevo nel destino, ma la mia storia mi ha fatto cambiare completamente idea. Volete sentirla? Allora, mettetevi comodi.

La mia storia inizia in un normale giorno di scuola.
Pioveva, era tardi, ma la mia unica preoccupazione era non perdere l'autobus. La mia scuola era praticamente dall'altra parte della città rispetto a casa mia e se perdevo l'autobus ero spacciata: quella linea era l'unica che poteva portarmi fino a laggiù, e di farmela a piedi neanche per sogno. Ma quel giorno non mi andò bene.
< no, no, aspetti!! > urlai contro il conducente dell’autobus ma quello partì senza di me. Vedere la gente dentro l’autobus, al caldo, girarsi e ridere di me dal finestrino mi fece arrabbiare così tanto che diedi un calcio ad una pozzanghera. Peggiorai la situazione, non solo perché così facendo mi bagnai i pantaloni inzuppandomi anche le scarpe, no, la figura di cacca peggiore che potevo fare in quel momento, e che feci, era cadere all’indietro bagnando anche lo zaino.
"Fantastico. Stupida pioggia."
L'autista probabilmente mi vide, perchè si fermò di colpo ed aprì le porte. Io sbuffai, mi coprii i capelli con il cappuccio e corsi verso l'autobus.
< grazie, eh. > dissi acida all'autista che mi guardo con una faccia piena di compassione che quasi mi si sciolse il cuore. Vabbene dai, in fondo non era colpa sua. Cercai di rallegrarmi il momento prendendo l'iPod e cliccando su "Casuale". Non mi aiutò molto, considerando il fatto che la prima canzone che partì fu Tell me goodbye dei BIGBANG e che a seguirla fu Wedding Dress di Taeyang. Una più allegra dell'altra insomma. Cambiai canzone e finalmente qualcosa di allegro iniziò a uscire dalle cuffiette: No mercy dei BAP. Certo, proprio allegra non era (avevo letto la traduzione qualche giorno fa) ma almeno era movimentata e energica, perfetta di prima mattina quando, in momenti come questi, stai sull'autobus e rischi di addormentarti. La musica oltre a tenermi sveglia, mi aiutava anche a ignorare le risate della gente dietro di me, che probabilmente aveva visto la scena e ora ammirava il modo in cui mi ero ridotta: tutta bagnata e infangata. L'autobus si fermò al solito posto e io, continuando a tenermi le cuffiette nelle orecchie, m'incamminai verso l'entrata. Erano già tutti entrati, che palle.
Per fortuna lo prof non era ancora entrata, così riuscii a sgattaiolare verso il mio posto senza sguardi fastidiosi, o almeno così speravo. Sentii le risate di un paio di ragazze. Sapevo già chi erano: "il gruppetto delle 4 deficienti", chiamate così da me, chiamate "gruppetto delle 4 idiote" dagli altri compagni, io preferisco la mia versione (deficienti si addice loro di più).
< ehy Marià, hai un pò di fango, beh, dappertutto! > Un altra risata rumorosa. Aveva parlato la più odiosa: Giulia, la mia più acerrima nemica, mi odia, non so neanche il perchè ce l'avesse con me così tanto da rompermi, scusate il termine, le palle, ogni volta.
Non le risposi perchè in quel momento entrò la prof. di Inglese. Mi affrettai a sedermi al mio banco. Perfetto. Luisa, la mia compagna di banco stava ancora male e come se non bastasse anche le altre 2 migliori amiche stavano male. Che fortuna, altre 5 ore di noia infinita. Lanciai un occhiata al gruppetto delle 4 deficienti, che ancora ridevano. Contente loro.
< goooood moooorning claAAAAAAH >
Aveva urlato subito dopo avermi vista. Io sbuffai e le rivolsi uno sguardo da "non dica niente, per favore". Lei probabilmente aveva inteso il mio sguardo, perchè si schiarì la voce e annunciò una buona notizia. Parlò in italiano per la gioia di tutti miei compagni.
< Abbiamo una bellissima notizia! La nostra classe è stata scelta per ospitare un nuovo compagno. E' straniero, trattatelo bene, ancora non è abile a praticare l'italiano. >
I miei compagni di classe iniziarono a bisbigliare tra di loro, alcuni scommettevano sulla nazionalità del nuovo arrivato, altri sul nome, altri ridevano e basta, altri ancora parlavano dei fatti loro.
La prof fece cenno di entrare con la mano a qualcuno fuori dalla porta. < Ragazzi, lui è Jun Hong Choi. Viene dalla Corea >
In quel momento i miei compagni si arrestarono, non vedevo più niente, quella era la visione perfetta che cercavo in quel giorno sfortunato, la cosa più bella mai capitata. Era un ragazzo alto per la sua età (aveva un anno in più di noi), occhi orientali color cioccolato che ti inchiodavano con lo sguardo, erano perfetti, come le sue labbra sottili. Tutto il suo viso sembrava fosse preso da una rivista del tipo "DEI DEL MOMENTO" e incollata su quel corpo, perfetto pure quello. Eppure aveva qualcosa di famigliare, dove l'avevo già visto? Venni fatta riatterrare sulla terra grazie alla voce rauca della mia prof
< bene, non abbiamo ancora nessun banco in più quindi per il momento siediti là >
Oh no, aveva indicato vicino a me, e io ero ancora in quelle condizioni pietose. Quando si avvicinai mi squadrò e si sedette. Continuava a guardarmi. Io arrossii e abbozzai un sorriso. Fui distratta dalla parlantina snervante dei miei compagni tant'è che distolsi lo sguardo e tornai a prendere i libri dallo zaino.
Il ragazzo nuovo non aveva intenzione di distogliere lo sguardo. Cominciai ad rompere il ghiaccio.
< ehm..immagino tu non abbia ancora i libri >. Lui sorrise, sembrava contento che qualcuno gli avesse parlato, annuì. Gli porsi il mio libro, l'avremo usato in due. Mi bloccai. Il mio libro era in uno stato pietoso, stupido zaino non impermeabile.
< come ti sei ridotta così? >
< Storia lunga. >
No aspetta, avevo sentito la sua voce, e me ne ero accorta solo dopo aver instintivamente risposto alla sua domanda. Il suo accento coreano era fantastico.
< abbiamo tutta la lezione > Sorrise. Mi fece anche un occhiolino per incoraggiarmi a sputare il rospo. Iniziai a tossire. Per poco non mi strozzavo con la mia stessa saliva. Tossii. CHE FIGURA DI CACCA. Bel record, la 2a in un giorno. Lui iniziò a ridere, io lo incendiai con lo sguardo ma poi scoppiai a ridere anche io. Era strano vedermi fare conoscenza così facilmente eppure era divertente stare con lui, anche solo per quei pochi attimi. Finimmo di ridere quando la prof si schiarì la voce inchiodandoci con lo sguardo.
< mi scusi > dicemmo in coro. Questo provocò una piccola risata soffocata.
La prof continuò a fare lezione.
< ma allora me la vuoi raccontare o no questa storia lunga? >
Lo guardai sbalordita, ancora se lo ricordava.
< e non mi guardare con quella faccia che mi metti paura >
< ahahahah simpatico > Feci la linguaccia. < comunque ehy, io sono Marianna > Gli porsi la mano e lui me la strinse sorridendo.

Mi sono appena accorta che non vi avevo ancora rivelato il mio nome fino a questo momento. Ops.. beh, ora lo sapete. Ma proseguiamo con la storia..

< SE LA SMETTETE VOI DUE, IO VORREI FARE LEZIONE > sbottò la prof.
Stavolta nessuno rispose, ci limitammo ad abbassare la testa.
La lezione passò troppo lentamente. Al suono della campanella tutti i miei compagni iniziarono a urlare da una parte della classe all'altra,a borbottare e a fissare JunHong.
< sono caduta in una pozzanghera >
< cosa? > mi guardò sbalordito, la voce un pò rauca per essere stato in silenzio tutto quel tempo.
< la storia "lunga" >
< chiamala lunga > scoppiò a ridere rumorosamente e io con lui.
< ma smettila! >
Ci stavano guardando tutti, pure le 4 deficienti, ma, per la prima volta, non mi importava.


FINE PRIMO CAPITOLO
Eee qui finisce il capitolo n° 1! Ci ho messo poco a scriverlo ma mi sono divertita tantissimo. Ovviamente avrà più di un capitolo u.u
Ma ora vi starete chiedendo.. come fa questa a non capire subito chi è quello? Insomma si chiama Choi JunHong, ha un aspetto famigliare ed è pure il tuo BIAS!
Comunque le persone usate nella storia esistono tutte. Dalla prima all'ultima: dall'autista dell'autobus alle 4 deficienti.

Spero vi piaccia :3
-Mari Dino.
  
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