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Autore: Osage_No_Onna    21/02/2013    1 recensioni
Wouuu! Una storia completamente originale by me!! *Ai presenti non importa niente e se ne vanno*
D' accordo, questa è anche autobiografica: Flavia è una ragazza come tante, non è tutta questa gran bellezza ma è decente, ama la musica giapponese e scatenare la sua mente e frequenta un liceo classico a Napoli, mentre lei viene da Casoria. Il che vuol dire che ogni giorno si prende il treno e la metropolitana, andata e ritorno.
Centry, Pozzy, Gianty e Casy sono i treni che prende praticamente sempre.
Ma cosa penserà una ragazza dalla mente irrefrenabile sulla sua condizione da "Pendolare Precaria"?
Leggete e saprete!
-Puff
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Stazione Centrale a Napoli, più precisamente a Piazza Garibaldi, oltre che essere grande, è una specie di supermarket: ci trovi negozi di ogni tipo. A partire da un negozio di dolci vicino al quale passo sempre dopo essere scesa dal treno (e che mi fa venire l’ acquolina in bocca, ti piazzano di fronte certe caramelle che sono larghe una spanna!).
Fino alla Libreria Feltrinelli, il mio Paradiso Terrestre: praticamente tutti i libri che ho dovuto leggere per la scuola li ho presi là, senza contare che nel reparto manga (il Giardino delle Delizie, non molto esteso ma ben fornito) ho già adocchiato uno o due volumi da comprare che al momento sono in lista d’ attesa. Io, però, in una fascia oraria che va delle 07.30 alle 7.50-08.00, non posso sbavare di fronte ai libri, sono piuttosto scesa alla fermata del treno-metropolitana per Pozzuoli-Solfatara, binario 4, anche se io dovrei scendere a Piazza Cavour, ossia alla prima fermata (da Piazza Garibaldi, ovvio).
I treni per Pozzuoli hanno la fastidiosa tendenza ad arrivare in ritardo e a partire in ritardo (caricano talmente tanta gente che certe volte sembra che scoppino), ma hanno un vantaggio: quando arrivano al binario quattro sono relativamente vuoti, il che vuol dire che io ho il 90% di possibilità di trovare un posto vuoto (anche se certe volte sono così pieni che io mi devo fare tutto il tragitto in piedi con uno zaino pesante quanto un' incudine).
Esteriormente questi treni sono dei lombriconi lunghi 2 kilometri (si fa per dire) verniciati di blu, verde e bianco, ma dentro sono vecchissimi: le sedie sono modello  “sala d’ attesa in un ospedale”, verniciate di blu, sorrette da delle sbarre cilindriche di ferro, bianche. I “braccioli” sono dei trapezoidi, sempre blu, su cui nessuno appoggia le mani volentieri.
Ci credo, sono superscomodi.
I poveri malcapitati che si devono fare il viaggio in piedi o si appoggiano alle sbarre di ferro verticali e cilindriche verniciate di bianco o si fregano. Le finestre sono spesso impolverate, rettangolari con gli angoli tondi e messe tutte in fila, di estensione media. Peccato che di esse se possa aprire una sola, il che poi non serve né a debellare il caldo né tantomeno la sensazione di nausea che ti viene sapendo di stare attaccato a tutti i passeggeri (e se non sei attaccato, la distanza varia dai quindici ai quarantacinque centimetri) come una sardina in scatola.
No, in totale i treni per Pozzuoli non mi piacciono tanto.
Ma perché i treni decenti, per questa linea, li vedo solo di sfuggita a Piazza Cavour?!? 
Il conducente parte di botto e tutti coloro che stanno in piedi, piegandosi, fanno una specie di onda andando spesso a sbattere gli uni contro gli altri. Alcuni mugugni, gente che parla.
Il viaggio non è tanto piacevole. Non appena scendo dal treno prima tiro un sospiro di sollievo perché finalmente sono quasi arrivata, poi mi esaspero di nuovo perché, guarda caso, ho la sfiga totale di camminare dietro a persone lente come lumache e, inoltre, vado sempre a finire all’ esterno mentre salgo le scale, ossia dove passano tutti coloro che si attardano e hanno fretta di prendere il treno.
Roba da pazzi il tragitto: prima la gente che si affolla per salire manco dovesse vincere una maratona, poi il conducente che sembra essersi addormentato e fa salire tutti i ritardatari partendo con dieci minuti buoni di ritardo, la gente, poi, è fissata con il fatto che, se deve scendere per prima, si blocca davanti all' uscita e non fa passare più nessuno sollevando un mare di proteste, successivamente la sgradevolissima sensazione "sono-una-sardina-in-scatola", le lumache davanti a me, una tizia che strepita che è in ritardo (bella, non sei mica la sola!) e che deve passare...mi concedo cinque minuti di relax solo nel prendere le scale mobili.

 
Angolo dell’ Autrice!
Yo, guys!! Il secondo capitolo della mia vita da pendolare!  Allora, innanzi tutto ringrazio l’ utente
RevolutionaryMoon per aver recensito questa storia, e volevo porgere i miei saluti più cari a tutti coloro che hanno letto la mia storia!
Beh, il prossimo capitolo tratterà di Gianturco “Gianty”, ossia il primo treno che prendo per tornare a casa da Napoli!
Ci sono pendolari tra i miei lettori?
Beh, i libri reclamano la mia presenza!
See you!
-Puff

  
 
   
 
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