Premessa: questo è il secondo cap e mi sono un po’ lasciata prendere la mano, ho cercato
di essere puntuale con la consegna (almeno per adesso, tra una settimana inizio
la scuola e allora saranno dolori… soprattutto per me).
Spero che vi piaccia e che
anche questa volta mi lascerete un commentino… Ciao!
Ok, non era decisamente
giornata, su questo lei e Malfoy erano d’accordo.
Non poteva essere successo a lei, proprio a lei!
Era una stupida, una stupida e nient’altro; se lo ripeté cento volte mentre tornava al suo dormitorio, avrebbe dovuto dire
chiaramente alla McGranitt cosa pensava della
questione e, soprattutto, del biondastro che le avevano appiccicato per il
resto dell’anno. Ma si rendevano conto di quello che le avevano fatto? Draco
Malfoy la detestava e lei… lei doveva fargli ripetizioni! Dovevano essere tutti
impazziti, Piton per primo che avrebbe dovuto
appoggiare un po’ di più la causa del suo pupillo, insomma, dopo sette anni ad
aiutarlo aveva permesso che una So-Tutto-Io-Granger
fosse autorizzata ad insegnare qualcosa a Malfoy… avrebbe dovuto impedire che
si partorisse quella colossale stupidaggine.
Quando non si
ha scelta almeno si abbia coraggio ripeté la sua mente richiamando la frase di una
delle sue autrici preferite… parlava bene quella, ma la protagonista del libro
non si era mai trovata a dover fare ripetizioni al biondastro… aveva solo un problemino con il complesso jazz e maschilista della
scuola.
Ok, niente panico. Che doveva
dire ai suoi amici? Harry e Ron avrebbero fatto a
gara per venire con lei per poi prendersi a pugni con Malfoy, doveva far
sembrare la cosa assolutamente normale, ma il problema era che normale non lo
era affatto!
Sospirò, le bugie non erano mai state il suo forte,
ma almeno per preservare il suo ruolo di Caposcuola doveva fare in modo che ci
fossero meno risse possibili e questo implicava soprattutto Harry, Ron, Draco e il suo seguito perché alla fine il branco di
teste calde di Hogwarts si esauriva a quelli. Beh,
c’erano anche Finnigan e Thomas
se ci si mettevano, Ginny se fatta ubriacare, Pansy Parkinson se pensava che
qualcuno potesse provarci con Malfoy sotto il suo naso e pure Lavanda e Calì diventavano violente se qualcuno cominciava a fare
commenti su di loro, ma questi ultimi erano tutti casi particolari e poi ormai
lo sapevano tutti che Pansy era innamorata e,
stranamente, non di Malfoy! Hermione si chiese chi potesse
essere lo sfortunato essere su cui la Slytherin aveva
messo gli occhi .
-
Allora
Herm, che voleva la McGranitt?
– chiese Harry, evidentemente in ansia – se è per il festino di sabato puoi
pure dare tutta la colpa a me…
-
Non
era per il festino – chiarì la Caposcuola
-
Se
si tratta di quella provetta di Piton è colpa mia –
intervenne Ron – lo so che avrei dovuto dirlo, ma Piton è terribile quando c’è da
assegnare qualche punizione e io ne ho già collezionate tre in quindici giorni,
vorrei evitare che ne arrivino altre o mia mamma non esiterà a spedirmi
un’altra strillettera…
Hermione lo guardò torvo, così era stato lui a far
incavolare Piton come un aspide quel giorno… beata
pazienza, ma che doveva fare con quei due?
-
Se
invece è per le risse con Malfoy allora noi non c’entriamo – chiarirono i due Grifondoro in coro – è colpa sua! E anche per quella storia
di Neville
-
Quale
storia di Neville? – domandò circospetta lei
Il rosso si mise una mano sulla bocca
quando capì di aver parlato troppo e Harry lo guardò veramente male
-
Ehm…
- e adesso come le spiegava la storia di Neville?
-
Parla
Ronald – intimò lei, quando lo chiamava Ronald erano sempre brutti momenti
-
Dunque…
- era difficile dire una cosa simile a Hermione, soprattutto sapendo che lei
non avrebbe approvato, però se lo guardava così tra un po’ se la faceva sotto,
si vedeva lontano un chilometro che era nera di rabbia e il peggio era che non
sapevano perché!
-
Nott ha appeso Neville al tetto della Torre di Astronomia
– spiegò infine Potter decidendo di darsi spacciato, prima o poi tanto lo
avrebbe scoperto – così noi abbiamo preso il fratello di Nott
e abbiamo fatto altrettanto
Le sopracciglia di Hermione si alzarono
mentre le pupille si dilatavano
-
VOI
COSA AVETE FATTO? – disse urlando e richiamando l’attenzione degli altri
grifoni che se ne stavano beati per i fatti loro
-
Ci
sembrava una buona vendetta – chiarì Ronald che non
si era ancora pentito per quel gesto
-
Ma
voi due siete matti come dei cavalli! Dico, appendere BabyNott
fuori dalla Torre di Astronomia?! – e si mise le mani nei capelli disperata, poi ci si domandava perché Grifondoro e Serpeverde
continuassero a litigare…
La Grifondoro attaccò una
bella paternale su diritti, doveri, divertimento, libertà fino a divagare alla
guerra nucleare.
Ronald Weasley
arrossì colpevole, a lui non era sembrata un’idea così pessima… ma adesso che
la sentiva sbraitare isterica a quel modo si pentì in fretta di ogni peccato
commesso, un vero peccato che non ci fosse un cappellano nei
dintorni prima che Hermione lanciasse un’Avada
Kedavra su di lui e il bambino sopravvissuto che
ormai poteva anche essere chiamato “bambino spacciato”.
Ok, niente panico, niente
panico!
Si ripetè Hermione dieci
volte salendo qualche gradino verso il dormitorio femminile.
Ma diavolo era dannatamente difficile mantenere la
calma se quei due le venivano a dire certe cose!
Se non fosse che erano i
suoi migliori amici li avrebbe schiantati. Sì, decise, prima li avrebbe
schiantati e poi trascinati entrambi per le orecchie davanti a Piton perché mettesse in pratica la sua vendetta,
che di sicuro avrebbe considerato pulire cantine e provette vita natural durante.
-
Ma
che ti ha detto la McGranitt? – domandò Ron, mossa sbagliata, decise quando
vide fuoco e fiamme uscirle dagli occhi, evidentemente non doveva essere una
bella cosa, che la prof avesse scoperto di BabyNott? Naaaaa
-
Vuole
che dia ripetizioni a Malfoy – sputò infine la grifoncina mentre Ginny, che passava di lì con alcuni libri, tirò un urlo e lasciò
cadere sul pavimento i tomi per la sorpresa.
-
Cos’è
che dovresti fare? – domandò Harry credendo di aver capito male… dopotutto
c’era un margine di possibilità che Hermione li stesse
prendendo in giro per la storia della Torre di Astronomia, forse avevano un po’
esagerato.
-
Devo
fare ripetizioni a Malfoy di qualche materia, sei sordo o cosa?
-
Ma
quella è tutta suonata! – disse poco galantemente Ron
– e tu che hai fatto, hai rifiutato?
-
Non
posso rifiutare – chiarì la Grifondoro mentre i suoi capelli si conformavano al suo umore – lo ha
deciso il consiglio
-
Ma…
ma… - Harry, che in genere parlava sempre, e novantanove su cento diceva anche
la cosa sbagliata, rimase a fissarla balbettando quelle due sillabe, se fosse
ammutolito forse le sarebbe passato il mal di testa per quel giorno, decise lei
-
Herm, ma non puoi dire sul serio! – questa invece era Ginny
-
Sono
serissima e anche molto arrabbiata,
quindi, dopo quello che mi avete detto, lasciatemi in pace con il mio mal di
testa e i compiti di Rune!
E così dicendo li piantò nel corridoio chiudendo la
porta della sua camera privata (i Caposcuola avevano
qualche optional utile, riflettè lei, oltre ad una
marea di inconvenienti).
Diversi piani più in basso Malfoy se ne stava sul
suo letto a fumare come un camino, la camicia spiegazzata sullo schienale della
sedia di fianco al letto e una sigaretta tra le labbra.
Blaise entrò senza bussare,
chiuse la porta e la sigillò con un incantesimo, Draco non alzò neppure la
testa, ben sapendo che il suo migliore amico, quel giorno, era l’unico che
avrebbe avuto il coraggio di stargli a meno di 100 metri di distanza.
-
Che
succede? – chiese allungandosi sulla poltrona a fianco dell’armadio e
cominciando a rollarsi una canna
-
Niente
– ovviamente “niente” significava “tutto”, a Blaise
quasi venne da ridere
-
Davvero?
– chiese il moro – e allora perché te ne stai qui da
solo? E perché Nott si sta curando le ferite nel
salottino? Ho sentito che non sei stato troppo clemente con lui…
-
Che
cosa sei? – chiese Malfoy adirato – il mio migliore amico
o il grillo parlante? – Blaise sorrise serafico
sbattendo le ciglia
-
Tutti
e due – e si accese la canna – allora, vuoi dirmi che è
successo o devo andare a chiedere in giro?
Al solo pensiero che qualcuno potesse
venire a sapere di quella situazione paradossale, il biondo rabbrividì, poi
tornò a rilassarsi, tanto era lei a perderci.
Lo sguardo insistente di Blaise
gli fece capire che il bel moro non si sarebbe schiodato dalla sua camera finché
non gli avesse raccontato tutti i misteri di quella giornata.
-
La
McGranitt mi ha fatto una paternale di un’ora sul
calo che ho avuto a Trasfigurazione e in quelle altre stupide materie
-
E…
- lo incalzò Zabini
-
…e
mi ha appiccicato la Granger ai calcagni perché mi faccia studiare
-
E…?
– a volte Zabini si stupiva di se stesso, anche il
quel momento lo fece, e si domandò come la sua testa potesse sapere che Malfoy
non gli aveva detto tutto, beh, in realtà gli parve quasi di leggerglielo in
faccia che c’era dell’altro e anche “cosa” altro, ma farselo dire da Draco era
maledettamente più divertente
-
E
la Granger dovrebbe mettersi un abito da suora! – sbraitò il Principe delle
Serpi mettendosi a sedere sul materasso
Le sopracciglia dell’altro ospite della stanza si arcuarono
-
Perché
la Granger dovrebbe mettere un abito da monaca? – domandò Blaise
fingendo di non capire
-
Perché
la mezzosangue è una dannata monaca e non dovrebbe vestire come veste!
Accidenti, questa volta Draco era davvero
sconvolto, che aveva fatto Hermione per farlo incavolare così?
-
Stai
pensando di rimpiazzare Pansy? – domandò Zabini soffiando sinuose volute di fumo che si alzarono
verso il soffitto scuro
-
Con
quella? Neanche morto – altro sguardo indagatore da parte di Zabini che sapeva benissimo che stava mentendo, Draco non
era bravo a mentire con gli amici, il suo unico problema era che Blaise era il suo unico amico, se si escludeva Potter, ma
con Potter si trattava di un’amicizia un po’ differente…
-
D’accordo,
ci ho fatto un pensierino – ammise infine il biondo dagli occhi di ghiaccio
accendendosi una nuova sigaretta
-
E
ti farai dare ripetizioni da lei? – chiese incuriosito l’altro Serpeverde fissandolo
-
Lei
mi farà i compiti e tutto il resto, non dovrei
prendere l’occasione al volo?
Per poco il moro non si mise a ridere
-
Non
credo che ti lascerà fare questa vita – commentò sarcasticamente – Hermione
crede molto nello studio – questa volta toccò al biondo stupirsi
-
Da
quando chiami la mezzosangue per nome?
-
Dal
quarto anno – specificò l’altro
Effettivamente Blaise Zabini era sempre stato un Serpeverde
un po’ sopra le righe: nonostante tutte le beghe che c’erano con il sangue e
tutto il resto, lui non aveva mai espresso un’opinione a proposito e tra tutti
era uno dei pochi Slytherin i cui genitori non
fossero dei mangiamorte incalliti. Come pecora nera
delle serpi, il bruno si era permesso qualche comportamento stravagante, aveva
così fatto amicizia con la Granger, con cui si fermava anche a chiacchierare,
soprattutto di Erbologia, e non si faceva coinvolgere
in quel genere di divertimenti che le due case riassumevano in insulti, retate,
spedizioni punitive ecc.
A questo punto Malfoy si domandò come potesse
essere amico di un tipo simile che, al momento, fraternizzava anche con il suo “problema
con le gambe”, tuttavia era l’unica persona al mondo per cui
lui contasse qualcosa.
Zabini osservò il suo migliore amico mentre incupiva lo sguardo, ci avrebbe scommesso tre
giornate senza fumare che stava pensando alla mezzosangue in maniera differente
dal solito, lei l’aveva scioccato con qualcosa che non riusciva ancora a capire
-
Non
ti riuscirà di istupidire Hermione fino al quel punto –
sputò l’altro mentre gli fregava una sigaretta – è una brava ragazza
-
Sarà
anche brava, ma è anche una ragazza – celiò il biondo – e comunque a me
interessa solo che mi faccia i compiti
Blaise rise. Era come credere
alla fata Turchina
-
D’accordo,
se la metti così faccio finta di crederti, anche se mi riesce
davvero molto difficile – e si alzò in piedi affiancando il letto e chinandosi
un poco
-
Lo
sai Draco – disse cercando di trattenere un sorriso – dovresti fumare di meno o
presto libererai la Granger del suo problema più grande
Malfoy sbuffò mentre
l’altro usciva tranquillamente dalla camera richiudendo la porta, come se Zabini non facesse altrettanto…
Hermione Granger era ossessionata dai suoi due migliori
amici e da Ginny. I tre malati di mente stavano
organizzando piani e complotti per fare in modo che lei non dovesse adempiere all’obbligo impostole, la mezzosangue pensò che
fossero davvero da ricovero urgente, soprattutto dopo che avevano proposto di
travestire Ron da donna e spacciarlo per una Serpeverde in modo che gettasse il biondo giù da una
finestra. Ron non aveva approvato, lei neppure, anche
se l’immagine del rosso vestito con la casacca verde-argento,
la gonna corta, la ceretta fatta e il trucco in faccia fece sogghignare il
gruppetto, ovviamente Weasley aveva piantato un mezzo
casino contro i suoi compagni beccandosi pure un insulto dalla bibliotecaria
dato che non avevano trovato posto migliore per andare a macchinare qualcosa.
Alla fine, esasperata, aveva lasciato la stanza,
riportato i libri in camera e si era messa a camminare per i corridoi senza una
meta precisa, aveva deciso che, se qualcuno l’avesse
fermata per chiederle cosa stava facendo, avrebbe risposto che stava controllando
i corridoi per la ronda notturna.
-
Se
bevessi vorrei ubriacarmi –
disse a Grattastinchi che l’aveva, gli grattò
l’orecchio sinistro fermandosi in mezzo al passaggio vuoto, poi proseguì mentre
le fiaccole si accendevano automaticamente alle pareti rivestite di quadri e
arazzi, ormai era quasi il tramonto.
-
Penso
che comincerò a fumare – dichiarò
-
Pessima
idea, mezzosangue – disse una voce proveniente dalle sue spalle e qualche
attimo dopo si ritrovò sorpassata da Draco Malfoy che si dirigeva agli
allenamenti di quidditch – staresti solo male – e il
biondo proseguì per il corridoio senza degnarla di altri sguardi, ma facendole
comunque un segno di saluto con la mano
-
Nessuno
te l’ha chiesto! – gridò all’indirizzo dello Slytherin
che stava per girare l’angolo e, poco prima che scomparisse oltre il muro, lo
vide ghignare.
-
Che
cosa devo fare, Grattastinchi, amico mio… - mormorò
prendendo il gattone tra le braccia e portandolo nel
bagno di Mirtilla Malcontenta, lì almeno sarebbe stata al sicuro, Ron e Ginny non ci avrebbero mai
più messo i piedi in vita loro dopo l’esperienza della Camera e Harry non
passava mai lì davanti altrimenti Mirtilla non l’avrebbe mai più lasciato
andare, quello era il suo rifugio segreto
Come la vide arrivare mogia mogia, Mirtilla si stampò un bel sorriso sulla
bocca, stare a sentire le infinite piste mentali che Hermione si faceva in quel
bagno era decisamente divertente
-
Che
succede? – domandò il fantasma andando a sedersi su un lavandino di fronte a
lei e guardando storto il gatto che cominciò a soffiare, la Caposcuola dei
grifoni lo rabbonì con qualche grattino
-
Mi
hanno messa a fare ripetizioni a Malfoy – spiegò sospirando mesta
-
Malfoy
quello per cui tutte le ragazze vengono qui a
piangere? Quello a cui nessuna può resistere e che si
è sbattuta mezza Hogwarts?
Hermione constatò che, dopo il breve periodo al
secondo anno in cui Harry aveva conosciuto Mirtilla, il linguaggio della
ragazza era notevolmente peggiorato, si accigliò seccata,
-
Esattamente
quello – disse seccata dei tanti appellativi da uomo del destino che gli venivano affibbiati dalle studentesse, mettendola a quel
modo sembrava quasi che fosse un onore fare un po’ di sano ripasso al Principe
delle Serpi
-
E
tu sei segretamente innamorata di lui, per questo sei triste, hai paura che lui
se ne accorga e ti molli come ha fatto con le altre! – scandì esultante
l’occhialuto fantasma credendo di essere arrivato alla soluzione dei problemi
del mondo
-
Assolutamente
no! – chiarì la ragazza dagli occhi ambrati
-
Oh
– Mirtilla parve delusa – e come mai sei qui, allora?
-
Beh,
sai, non aspiro certo a passare il mio tempo assieme ad uno che mi insulta ogni
cinque minuti, mi chiama “mezzosangue” e mi tratta alla stregua di un elfo domestico
-
Anche
un mio compagno mi chiamava “mezzosangue” – riflettè Mirtilla
-
Davvero?
– domandò Hermione stupendosi, era raro che lo spettro rinvangasse ricordi
della sua esistenza umana
-
Sì
– continuò – era un vero villano, però tremendamente affascinante… - ricordò
quasi con occhi sognanti – scommetto che anche Malfoy
è terribilmente affascinante, sennò non avrebbe mai potuto fare questo scempio
di cuori infranti
La Grifondoro annuì,
obiettivamente il biondastro era carino, ma niente di più!
-
Ecco
come si chiamava! – ricordò improvvisamente – Tom, si
chiamava Tom! Tom Riddle!
Hermione sgranò gli occhi e per poco non si strozzò,
cioè, Mirtilla aveva avuto una cotta per Tom Riddle, Voldemort?!
… questa avrebbe dovuto scriverla a Rita Skeeter, chissà che ne avrebbe tirato fuori quella svitata
di una giornalista, già s’immaginava il titolone di prima pagina “L’amore da adolescente di Tu-Sai-Chi, Mirtilla si confessa:
era affascinante e mi chiamava Principessa”, sì, avrebbe scritto proprio
così…
-
Non
dovresti prendertela tanto – proseguì il fantasma – dopotutto devi solo dargli
qualche ripetizione, mica andarci a letto…
Decisamente avrebbe dovuto fare qualcosa per quel
suo modo di parlare, era imbarazzante e, soprattutto, Harry ne avrebbe pagato
le conseguenze. Quella sera. Era tutta colpa sua!
-
Vedrò
di non pensarci troppo – promise la riccia alzandosi e tirando su Grattastinchi per la collottola, ovviamente qualunque
persona che la conoscesse sapeva che non avrebbe fatto
altro che torturarsi finché non fosse arrivato il momento fatidico, in quell’istante
il suo status sarebbe passato in “Berserk Mode” e
avrebbe gestito la situazione come il capo di un’accademia militare pronto alla
battaglia.
Il giorno seguente era lunedì: quel pomeriggio
avrebbe cominciato a dare ripetizioni alla serpe malefica.
Quando Hermione e Draco si ritrovarono nella serra n° 5 della Sprite per la lezione
mattutina di Erbologia, seppero che il mondo sarebbe
presto terminato.
La professoressa si affrettò a scombinare tutti i
gruppi di lavoro spedendo Blaise a lavorare assieme a
Harry e la Parkinson con Ron
che non faceva altro che lamentarsi.
-
Come
mai tutti questi cambiamenti? – cinguettò la mora tutta giuliva e Draco la
trovò più simile ad una Hufflepuff
che alla consueta Serpe che conosceva
La risposta fu un coro di “Taci”, “Stai zitta” e
“Fatti i cazzi tuoi”, ma quella non si scompose
troppo e cominciò a chiacchierare con Lavanda.
A quel punto i quattro si guardarono preoccupati
attorno: Lavanda e la Parkinson si erano sempre
cordialmente detestate dal primo anno e non facevano altro che graffiarsi la
faccia e incendiarsi i capelli ogni volta che s’incontravano; che Pansy fosse diventata lesbica? Pensò Draco osservandola un poco mentre si uniformava allo stile Brown-Patil
che sembravano averla stranamente e pacificamente accolta nel loro club del
pettegolezzo.
Doveva esserci qualcosa che non andava, si dissero
anche Ron e Harry mentre assistevano a quella scena
inaudita, probabilmente si stava avvicinando la fine del mondo. Malfoy guardò
preoccupato Zabini che si limitò ad alzare le spalle mentre, con facilità, trapiantava una orrida piantina
canterina di un orribile color melanzana, come però il vegetale si fu
ambientato nel terriccio, cominciò a cantare a squarciagola, spaccando i
timpani a metà degli abitanti della serra.
-
Mezzosangue,
che dobbiamo farci con questa cosa? – domandò Malfoy, sempre gentile
-
Metterla
in un vaso – specificò lei
-
E
non può andarci da sola? – grugnì il biondo guardando storto la pianta che gli
fece una linguaccia; d’accordo, quella pianta avrebbe presto imparato a volare fuori dalla finestra
-
Certo
che non può andarci da sola – disse la Grifondoro strappandogli la pianta dalle mani e cominciando
a sotterrarla, sotto un po’ di terra l’arbusto assunse un aria più rilassata
-
Perché
diavolo dobbiamo fare da servi a questa specie di carota? – chiese ancora il
Principe delle Serpi che per quella lezione non si era neppure degnato di
mettere i guanti da lavoro
-
Perché
bisogna raccogliere le bacche per la pozione di Piton – sibilò lei innaffiando il vaso
-
E
perché cazzo Piton ha
bisogno di una pianta simile per le sue pozioni
La mezzosangue prese un grosso respiro, poi si
voltò verso di lui con aria bellicosa
-
Credevo
che almeno di Pozioni fossi una cima – commentò acida – ma
evidentemente vai bene solo perché il tuo caro professore ti alza il voto.
Draco s’incupì, nessuno aveva mai messo in
discussione la sua abilità in Pozioni, anche perché era l’unica cosa che gli
riuscisse davvero bene, oltre a far uscire di testa le persone, era chiaro.
-
Su,
prova a riflettere – lo incitò lei sarcastica – a cosa potrebbe
servire una pianta come questa se dobbiamo preparare
Il biondo s’indispettì, che aveva da scaldarsi
tanto, si era solo dimenticato cosa stavano facendo di Pozioni, e allora?
-
Draco,
devi essere più gentile con le piante – disse Blaise
accarezzando la sua – fai finta che sia una donna da coccolare…
Malfoy guardò alternativamente male Zabini e la pianta
-
Punto
uno, Blaise: io non coccolo
le donne, sono loro che coccolano me. – e Harry alzò gli occhi al cielo, la
modestia di Malfoy sotto certi punti di vista era indiscussa – e punto numero
due: ma l’hai vista? È bruttissima, pensi che potrei mai andare a letto con una
donna così brutta? – Hermione lo guardò malissimo mentre
la serpe dagli occhi blu scoppiava in una fragorosa risata e perfino lo
Sfregiato tratteneva un sorrisetto; Draco guardò interrogativamente la pianta
senza capire il motivo di tanta ilarità e si beccò un’altra occhiataccia dalla
Granger
-
Consolati
Granger – la blandì lui – perfino tu sei meglio di questa scorfana
Probabilmente Hermione in quel momento stava
pensando al modo migliore di spaccargli il vaso di cui si stava occupando sulla
testa, con vegetale e tutto
-
Se
la piantassi nella tua testa sicuramente crescerebbe meglio – rispose acida
continuando a rimestare il terriccio – avrebbe tutto il posto per allargarsi
perché nel tuo cranio non c’è assolutamente niente! – e conficcò un paio di
cesoie a pochi centimetri dalle dita affusolate della serpe
-
Che
cazzo volevi fare, tagliarmi un dito? – domandò il
Principe delle Serpi aggrottando le sopracciglia bionde e affrettandosi a
spostare il suo prezioso arto nel caso lei avesse un altro schizzo simile – guarda
che quella mano mi serve! – Harry tra un po’ si sbellicava dalle risate
-
Oh,
scusa, ho mancato il bersaglio… - gli sorrise lei con
tono mieloso – non preoccuparti caro, la prossima volta farò più attenzione e
ti colpirò per bene… - e sbatté le ciglia scure con aria civettuola.
-
Ho
idea che come coppia non farete molta strada – commentò Zabini
ridendo e continuando a curare il suo arbusto canterino, e si ritrovò con le
facce scure sia di Draco che di Hermione piantate addosso, la sua osservazione
non era stata gradita.
-
Pensa
per te – grugnì Malfoy – con Potter ti si abbasserà perfino Pozioni
-
Beh,
almeno a me non hanno attaccato la Parkinson alle
calcagna perché studi – si vendicò il bambino sopravvissuto
-
Solo
perché avevi la Granger che ti passava i compiti – rispose Draco
I due rivali di sempre si guardarono
storto dai due lati del tavolo e stavano giusto per cominciare a lanciarsi
qualcosa di acuminato quando la pianta che Hermione aveva sotterrato iniziò a
strillare stonata
-
Che
ha adesso da fare tutto ‘sto casino? – chiese ancora il Caposcuola verde-argento
tappandosi le orecchie per il baccano
-
Va
bene così, significa che ha messo le radici – spiegò la Granger
-
E
deve proprio stordirci tutti?
-
Beh,
più ti stordisce e più sale il voto di Erbologia
Draco s’infuriò, stava dicendo che non sapeva fare
niente di Erbologia? No perché quella era una cosa
che non tollerava, anche se era la pura e semplice verità.
-
Hermione
ha ragione – disse Blaise cercando di calmare la sua
furia perfettamente riconoscibile – se grida e urla significa che è stato fatto
un buon lavoro, quindi prenderete un bel voto…
Il suo sorriso era un po’ tirato, soprattutto
perché la Caposcuola non sembrava approvare quell’ipotetica collaborazione tra
lei e il biondo che avrebbe dovuto portare al benessere della piantina e ad un
bel voto per entrambi, in realtà aveva fatto tutto da sola…
Malfoy parve comunque calmarsi un po’.
-
Spero
che alla prossima lezione tu mi dia anche una mano – berciò la Grifondoro guardandolo storto – non intendo farti tutto il
lavoro solo perché tu te ne stia comodo a limarti le unghie – l’altro la guardò
di nuovo male, il loro rapporto di cooperazione non era iniziato precisamente
nel migliore dei modi.
Qualche minuto dopo la Sprite
passò tra i banchi a controllare il lavoro e si ritrasse spaventata dalla
tensione che c’era nell’aria mentre sguardi omicidi
venivano scambiati tra Draco ed Hermione, tra Harry e Draco e tra Draco e Blaise. Casualmente Malfoy deteneva il primato.
Ron non era più di questo
pianeta, dopo dieci minuti di chiacchiere tra la NeoParkinson
e le sue compagne di Casa sulla tonalità di biondo più in voga quell’inverno e
sulla migliore lana di tweed per cappotti, oltre ad una abbondante
digressione su una certa Emily Moffatt
che aveva avuto una storia straziante con un certo Samuel Covent
finita malamente in una scenata “memorabile” – come l’aveva definita
-
Secondo
me la Sprite avrebbe bisogno di un restauro –
commentò Sfregiato mentre la prof si allontanava e non
poteva più sentirli tra il baccano di piante da cabaret, Blaise
rise
-
Dovrebbe
sicuramente ridimensionare il suo vestiario – scandì Lavanda agitando una mano mentre parlava – lo sanno tutti che il color amaranto
non è più di moda da almeno cinque anni – commentò ancora additando la prof con
uno scialle a maglia larga che si drappeggiava sulle spalle tonde
-
Per
non parlare di quel cappello! – disse Calì
scandalizzata – è decisamente un pezzo da museo – e scosse la testa rassegnata
-
E
della ricrescita, accidenti, ha i capelli di sette tonalità di grigio – terminò
in ultimo NeoParkinson dando il colpo finale a Ron che si era appena ripreso e in quel modo tornò
direttamente sotto il tavolo
-
Ma
perché non la lasciate vestire come le pare – disse
Hermione senza distrarsi dal suo lavoro – se vuole andare in giro vestita di
viola e amaranto che faccia pure…
-
Ma
cara, tu non capisci… - spiegò Calì
-
Cosa,
che uno vuole essere se stesso senza doversi agghindare come un albero di
Natale?
-
Tu
dici così – intervenne Lavanda – ma se per una volta provassi a metterti
davvero in tiro scopriresti che è tutto migliore – la Granger alzò un sopracciglio poco convinta mentre Malfoy si faceva una
risatina sotto i baffi
-
Guardati
per esempio – continuò ancora una delle tre – guarda la tua gonna – tutto il
banco: Harry, Ron, Blaise e
perfino Draco si sporsero a guardare la gonna a pieghe della Caposcuola – ecco,
se la portassi tre centimetri più corta faresti subito
tutta un’altra figura… - la blandirono
-
Ma
mi spiegate cosa mi cambia la gonna tre centimetri più lunga
o più corta?
-
La
lunghezza della gonna è uno status – spiegò la Parkinson
– tu portandola così non appartieni a nessuno…
-
…
tranne al mio – continuò la mezzosangue – io sono io e non appartengo ad uno
status, ognuno è sé stesso, perché deve uniformarsi agli altri?
Malfoy pensò che quella era
esattamente la filosofia che lui metteva in pratica: era lui a fare la moda,
era lui a decidere e certo un Malfoy non si sarebbe mai uniformato alla massa;
evidentemente lui e la mezzosangue avevano qualcosa in comune perché era
innegabile che lei avesse uno stile tutto suo.
-
Non
si tratta di fare quello che fanno tutti – continuò il Trio Fashion
-
Ah
no? – domandò sarcastica Hermione, che invece la pensava credeva proprio
quello, la gente era codarda e pur di non farsi notare ed essere presa di mira
si uniformava agli altri, vestiva come loro e si comportava come tutti,
rendendosi così invisibile, creando così una massa di gente che si imitava
cercando un modello da seguire, abilmente gestito da quelli che facevano la moda
e vendevano abiti ed accessori. Lei non era vigliacca fino a quel punto, aveva
il coraggio di dire e fare ciò in cui credeva, al di là che lo facessero tutti
gli altri oppure nessuno, lei era solo se stessa, mezzosangue, con i capelli
non sufficientemente lisci e la gonna non sufficientemente corta.
Draco Malfoy decise che quella conversazione era
andata avanti a sufficienza, un po’ perché al tavolo sembravano tutti storditi
dalle chiacchiere del neonato Trio Frashion, e un po’
perché, a furia di parlare della lunghezza delle gonne, lui aveva già
occhieggiato a sufficienza quella della Granger con la trama rossa e oro e le
calze bianche che ci portava sotto, aveva avuto anche tutto il tempo di
studiare che erano calze pesanti, non i classici collant di nylon che indossavano
quasi tutte le altre ragazze, ma candide calze di
cotone, decisamente un segno distintivo; forse la Granger non era una bellezza,
ma sicuramente aveva stile, dovette riconoscerglielo, e il suo era decisamente
personale ed esulava dalla maggior parte dei canoni di bellezza femminile
vigenti in quella scuola, era anche per quello che era speciale, diversa da
tutte, l’unica in grado di tenergli testa. Provò ad immaginarsela vestita come
voleva la moda, con i collant, la gonna corta, il reggiseno nero sotto la
camicia bianca e senza personalità. La visione che si creò, decise, era
decisamente passabile. Ma non era lei. Eppoi la Granger aveva il reggiseno
bianco, lui l’aveva visto.
D’accordo, la conversazione doveva terminare per la
sua pace psicologica e la sanità mentale degli altri membri del bancone che
davano già qualche segno di squilibrio, Harry per esempio si stava guardando
preoccupato la cravatta un po’ allentata chiamandola Mindy.
-
Per
me, se la Sprite la smettesse di scassare con questa
roba spaccatimpani sarebbe già qualcosa, poi come
vuole vestirsi sono un po’ cazzi suoi.
Il Principe delle Serpi aveva parlato. La
discussione era chiusa.
Le tre si premurarono di cambiare argomento e
continuare a ciarlare tra loro.
Hermione guardò il biondo, avrebbe voluto
sorridergli perché alla fine aveva detto quasi esattamente quello che pensava
lei. Quasi. Beh, aveva usato altre parole e un tono decisamente più
autoritario. Ma da quando lei e Malfoy formulavano gi stessi pensieri sulle
persone? Era preoccupante, vero (sarebbe finita anche lei con quelle sue
stupide credenze su purosangue e mezzosangue?), ma pur sempre una conquista visto quello che dovevano affrontare insieme.
Decidendo che la pianta poteva anche sopravvivere
alle parolacce di Malfoy, che nel frattempo aveva ripreso il suo consueto
lamento, si allontanò dal tavolo per raggiungere un banchetto pulito dove poter
prendere i suoi appunti, si sedette ed estrasse dalla sua pila di libri un
quaderno, iniziando ad annotare informazioni e dettagli.
Qualche minuto dopo Malfoy si voltò verso di lei,
la loro pianta aveva iniziato a canticchiare in falsetto qualcosa tipo “Romagna
Mia” e la cosa sembrava davvero preoccupante, magari aveva tendenze gay… ma lo spettacolo che gli si presentò lo lasciò
decisamente sbalordito e, solo con un grande sforzo, riuscì a non lasciar
partire la mascella alla volta del pavimento: sotto la gonna su cui era
malamente seduta sopra, si intravedeva il punto dove terminavano le parigine
bianche e cominciava la pelle della gambe.
Stop! Da quando la mezzosangue indossava le
parigine? Ora qualcuno doveva spiegargli perché dovesse indossare
quell’indumento e, soprattutto, perché le trovava maledettamente sexy!
Cazzo cazzo cazzo,
Blaise Blaise Blaise, perché non capisci mai niente quando serve? Perché
al posto di startene lì a gongolare e guardarmi non fai qualcosa, io ci sto
rimettendo quei pochi neuroni rimasti! Presto diventerò peggio di Paciock se continuo a farmi di questi pensieri!
No, doveva essere un’allucinazione, si disse
cercando di convincersi, qualcuno doveva avergli messo dei funghi allucinogeni nel
succo di zucca quella mattina, sbatté gli occhi qualche volta: il mondo non gli
stava roteando davanti agli occhi, la divisa dei Grifondoro
non era ancora diventata verde, la McGranitt non si
era presentata a far lezione vestita di pelle nera e i suoi compagni sembravano
tutti gli stessi, escludendo la Parkinson che ormai
era partita per
Hermione si voltò verso di lui sentendosi
osservata, si stupì dell’espressione sorpresa (o forse sarebbe meglio dire
esterrefatta) che gli lesse sul volto e seguì la direzione dei suoi occhi
-
Non
guardare, PORCO!
Gli gridò coprendosi con la gonna, grazie al cielo
i suoni erano appena udibili nel frastuono e anche se a lei sembrava
un’umiliazione totale.
La serpe le rise in faccia, quella era davvero una
cosa inaspettata! Era abituato a ragazze che non vedevano l’ora di alzarsi le
gonne, la Granger invece… doveva avere qualche tara per essere sempre così
strana…
Hermione si sedette composta sulla seggiola
controllando che nessun pezzo della sua biancheria fosse esposto a sguardi
indiscreti, e scrutò ai suoi lati per accertare che nessun’altro a parte Malfoy
avesse catturato quell’immagine, poi si tirò malamente il gilet fino a metà
della coscia e riprese arrabbiata a prendere appunti.
Doveva essere caduto davvero in basso… rifletté il
cercatore verde-argento tornando al lavoro mentre il suo
migliore amico, che non si era accorto di niente, gli lanciava occhiate
incuriosite, dopo due giorni che andava in bianco era addirittura arrivato a
sbirciare sotto la gonna dell’unica ragazza che non aveva mai, neppure
lontanamente, manifestato il desiderio di venire a letto con lui, in verità la Grifondoro evitava perfino di stargli accanto, come se
avesse avuto la peste, ma quella era una situazione a cui avrebbe posto presto
rimedio. O almeno sperava…
Spazio
Autrice:
Lo confesso, lo spazio autrice è una di quelle cose
che alla fine mi hanno convinta a pubblicare la mia prima fic…
mi piace un sacco ringraziare e parlare della mia storia, quindi provvedo.
Selene87: Ciao! Non preoccuparti per
le recensioni chilometriche, mi fa molto piacere che tu abbia
così tanto da dire in proposito, quindi continua pure a riempire lo spazio e a
intasare il server! PS: Ilaria è un bellissimo nome, anche la mia migliore
amica si chiama così^^
8marta8: Ciao! Sono contenta che l’inizio
ti sia piaciuto, incominciare una storia per me è sempre la parte più
difficile, soprattutto perché l’idea centrale la si
scoprirà un po’ più avanti… ihihih, ovviamente sono
anche contenta che Draco ti sia sembrato ben fatto, ho cercato di non farlo
troppo sdolcinato perché per il momento deve mantenere il suo bel carattere di m****,
spero che continuerai a leggere e che ti piacciano anche i cap
seguenti!
Shavanna: già… e fossero
solo sfighe… già, credo proprio che gliene capiteranno parecchie al povero
Draco (se di povero si può parlare ^^), spero che non se la prenda troppo e non
decida di farmela pagare…
Potterina_88:
se lo dici
tu che non si vede che è la prima fic… ovviamente la
cosa non può che farmi piacere! Sì sì, il finale ci
sarà e sarà… naaa, troppo presto per le
anticipazioni, ma ho paura che dovrete soffrire un po’ prima di vederlo…